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Trieste: Via San Lazzaro 11
Foto Paolo Carbonaio
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Tergeste
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Trieste: Via San Lazzaro 11
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Trieste: Via del Lazzaretto Vecchio 22.
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Trieste: Via del Lazzaretto Vecchio 22.
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Trieste: Via del Lazzaretto Vecchio 15.
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Trieste: Piazza Alberto e Kathleen Casali 4.
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Trieste: Via Madonna del Mare 15.
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Trieste: Via Madonna del Mare 15.
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Trieste: Via Madonna del Mare 15.
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Trieste: Via Madonna del Mare 15.
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Trieste: Colle di San Giusto. La cattedrale.
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Trieste: Colle di San Giusto. La Cattedrale.
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Trieste: Colle di San Giusto. La cattedrale.
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Trieste: Colle di San Giusto. La cattedrale.
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Trieste: Colle di San Giusto. La Cattedrale.
I tre busti posti sulla facciata della cattedrale di San Giusto.
– Busto del Vescovo Enea Silvio Piccolomini eletto Vescovo di Trieste nel 1446.
Il Vescovo Piccolomini Nasce in Toscana nel 1405 da una famiglia modesta, però riuscì a frequentare l’Università di Siena e poco più che ventenne diventò segretario laico vescovile. Visse una vita molto impegnata, viaggiando e frequentando le maggiori cancellerie dell’Europa.
Nel 1446 ritiratosi in seminario e ben presto fu ordinato suddiacono e consacrato sacerdote, fino a divenire Vescovo con il primo incarico a Trieste.
Da consumato diplomatico riuscì ad appianare le violente discordie tra la Diocesi triestina e il Capitolo cittadino e anche con l’Imperatore Federico III.
Abitava in una elegante villa a Barcola e oltre a scrivere poesie e rime, scrisse numerose opere importanti, tra le quali: De viris aetate sua claris, Historia Gothorum, Historia Bohemica e Historia Federici III Imperatoris.
Eletto Papa nel 1458, col nome Pio II, continuò a pensare alla sua Trieste e nel 1463 intervenne presso la Serenissima per far cessare con la pace il lungo periodo di guerre che funestavano l’Adriatico.
Nel 1464, mentre si apprestava a partire per la guerra contro i Turchi, morì ad Ancona.
– Busto del Vescovo Rinaldo Scarlicchio eletto vescovo a Trieste il 5 giugno 1621, dove rimase per nove anni.
Durante questo periodo, il Vescovo Scarlicchio innalzerà a parrocchia il vicariato di Opicina, riconosceràle reliquie di San Giusto e di San Apollinare, conservate nel duomo, accoglierà le religiose dei Fatebenefratelli in serviziopresso l’ospedale, fonderà il Convento dei Frati Minori Francescani a Grignano, farà erigere la cappelletta di San Giuseppe a San Giusto e consegnerà la mantelletta rossa (zanfarda) da indossare alle riunioni del Capitolo ai Canonici del Duomo.
Trasferito alla sede di Lubiana, eresse un convento di frati minori e combattè l’eresia luterana, non senza patire le molestie dei protestanti. Morì nel 1640 e fu sepolto in Oberburg, l’odierna Gornji Grad, nella tomba dei vescovi di Lubiana.
– Busto di Andrea Rapicio, (Trieste, 1533 – Trieste, 1573), è stato un vescovo cattolico e giurista italiano, vescovo di Trieste dal 1565. Secondogenito di Domenico Ravizza che, secondo gli usi dell’epoca, aveva latinizzato il proprio cognome in Rapicius. Fu ministro di Ferdinando I e consigliere dell’arciduca Carlo.
Andrea Rapicio fu persona intelligente e dotta. Oltre che giurista, fu anche letterato; ci sono pervenuti a stampa due libri di carmi latini (Facilioris Musae libri duo), il poemetto geografico latino “Istria” e altri carmi minori, sempre in lingua latina. Manoscritto nella Biblioteca Civica di Trieste è lo “Epigrammaton liber secundus”. Scrisse inoltre un’orazione funebre per la morte di Carlo V (a stampa) e un’opera analoga per la morte del fratello e successore Ferdinando I
Fu proprio in Istria che, dopo qualche decennio, si ritirò la famiglia dell’illustre prelato, il che potrebbe confermare l’ipotesi che il giovane Andrea vi avesse passato lunghi periodi di vacanza con la famiglia. Il castello dei Rapicio, imponente opera di muratura andata distrutta durante il secondo conflitto mondiale, si trovava vicino a Pisino. Si è salvato solo un quadro, probabilmente in origine parte di una serie, raffigurante appunto il vescovo Andrea. Opera di pittore ignoto, è databile agli inizi del XVIII secolo.
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Trieste: Colle di San Giusto. La Cattedrale. San Giusto.
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Trieste: Colle di San Giusto. La Cattedrale. San Giusto.
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Trieste: Colle di San Giusto. La Cattedrale. Il portale.
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Trieste: Colle di San Giusto.
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Trieste: Via di Cavana 16. Palazzo Vicco.
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Trieste: Via di Cavana 16. Palazzo Vicco.
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Trieste: via Giulia n. 53.
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Trieste: via Giulia n. 53.
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Trieste: Via Alessandro Volta.
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Trieste: Via Alessandro Volta.
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Trieste: La Fontana di Montuzza.
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Trieste: Via San Giusto angolo Via Risorta.
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Trieste: Via San Giusto angolo Via Risorta.
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Trieste: Via Cesare Battisti 12.
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BATTISTI Cesare, via, Città Nuova-Barriera Nuova. Da via G. Carducci a via Giulia. C.A.P. 34125.
Già corsia Stadion (fino agli ultimi anni dell’Ottocento) e poi via Stadion, recava il nome del conte Francesco Stadion (1806-1853), governatore di Trieste dal 1841 al 1847, poi governatore della Galizia e infine Ministro. Fin dai primi anni del nostro secolo vennero fatte proposte per il mutamento del nome imposto alla strada, che si voleva intitolare a Domenico Rossetti, ma le istanze non vennero accolte. Con delibera della Giunta Municipale d.d. 11.11.1918 n. IX-4715-18 alla via venne dato il nome di Cesare Battisti. Nato a Trento nel 1875, Battisti si trasferì a Firenze nel 1893 ove frequentò la Facoltà di lettere. Membro del partito socialista, fondò nel 1895 la Rivista popolare trentina e nel 1896 L’Avvenire del lavoratore. Nel 1900 fondò il quotidiano socialista Il Popolo; deputato alla Camera di Vienna nel 1911, si trasferì a Milano nel 1914 e si arruolò volontario l’anno dopo. Fatto prigioniero assieme a F. Filzi nel 1916, quale cittadino austriaco, venne processato e condannato a morte per tradimento il 12 luglio 1916. Tre volumi di suoi scritti vennero pubblicati postumi. Molti edifici lungo l’attuale via Battisti furono costruiti nell’ultimo secolo, la maggior parte in stile liberty, come la casa al n. 16 (L. Piani 1902-03) e la casa Nappal n. 18 (arch. G. Polli, 1902). Al n. civ. 17 si trova la palazzina Ruzzier (arch. G. Berlam, 1872), al n. civ. 27 la sede dell’Istituto Tecnico Industriale, intitolato ad A. Volta nel 1935. L’edificio venne alzato dapprima di un piano, con modifica della facciata, nel 1887 per accogliere la I.R. Scuola Industriale di Stato (istituita Decr. Ministero Culto e Istruzione 18.4.1887 n. 7523); nel 1894 venne sopraelevato di un altro piano, il terzo. Nella casa Napp, al n. civ. 18, venne aperto il 3.1.1914 lo storico caffè San Marco, decorato di affreschi di P. Marussig e devastato dai filoaustriaci il 23.5.1915 perchè ritrovo di intellettuali irredentisti. Ristrutturato nel primo dopoguerra e ridecorato con disegni della scuola del Flumiani. Sulla facciata dello stabile n. civ. 20 è apposta la targa: IN QVESTA CASA I VISSE I ATTILIO TAMARO I STORICO DI TRIESTE I LA LEGA NAZIONALE I MCMLXX I.
Al n. civ. 35 di via C. Battisti si trova, infine, un edificio del 1881, prima realizzazione dell’arch. Giacomo Zammattio, coautore del progetto per la Stazione Marittima del molo Bersaglieri.
BIBLIOGRAFIA: Antonio Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna. Trieste, 1987
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Trieste: Via Cesare Battisti 12.
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BATTISTI Cesare, via, Città Nuova-Barriera Nuova. Da via G. Carducci a via Giulia. C.A.P. 34125.
Già corsia Stadion (fino agli ultimi anni dell’Ottocento) e poi via Stadion, recava il nome del conte Francesco Stadion (1806-1853), governatore di Trieste dal 1841 al 1847, poi governatore della Galizia e infine Ministro. Fin dai primi anni del nostro secolo vennero fatte proposte per il mutamento del nome imposto alla strada, che si voleva intitolare a Domenico Rossetti, ma le istanze non vennero accolte. Con delibera della Giunta Municipale d.d. 11.11.1918 n. IX-4715-18 alla via venne dato il nome di Cesare Battisti. Nato a Trento nel 1875, Battisti si trasferì a Firenze nel 1893 ove frequentò la Facoltà di lettere. Membro del partito socialista, fondò nel 1895 la Rivista popolare trentina e nel 1896 L’Avvenire del lavoratore. Nel 1900 fondò il quotidiano socialista Il Popolo; deputato alla Camera di Vienna nel 1911, si trasferì a Milano nel 1914 e si arruolò volontario l’anno dopo. Fatto prigioniero assieme a F. Filzi nel 1916, quale cittadino austriaco, venne processato e condannato a morte per tradimento il 12 luglio 1916. Tre volumi di suoi scritti vennero pubblicati postumi. Molti edifici lungo l’attuale via Battisti furono costruiti nell’ultimo secolo, la maggior parte in stile liberty, come la casa al n. 16 (L. Piani 1902-03) e la casa Nappal n. 18 (arch. G. Polli, 1902). Al n. civ. 17 si trova la palazzina Ruzzier (arch. G. Berlam, 1872), al n. civ. 27 la sede dell’Istituto Tecnico Industriale, intitolato ad A. Volta nel 1935. L’edificio venne alzato dapprima di un piano, con modifica della facciata, nel 1887 per accogliere la I.R. Scuola Industriale di Stato (istituita Decr. Ministero Culto e Istruzione 18.4.1887 n. 7523); nel 1894 venne sopraelevato di un altro piano, il terzo. Nella casa Napp, al n. civ. 18, venne aperto il 3.1.1914 lo storico caffè San Marco, decorato di affreschi di P. Marussig e devastato dai filoaustriaci il 23.5.1915 perchè ritrovo di intellettuali irredentisti. Ristrutturato nel primo dopoguerra e ridecorato con disegni della scuola del Flumiani. Sulla facciata dello stabile n. civ. 20 . apposta la targa: IN QVESTA CASA I VISSE I ATTILIO TAMARO I STORICO DI TRIESTE I LA LEGA NAZIONALE I MCMLXX I. Al n. civ. 35 di via C. Battisti si trova, infine, un edificio del 1881, prima realizzazione dell’arch. Giacomo Zammattio, coautore del progetto per la Stazione Marittima del molo Bersaglieri.
BIBLIOGRAFIA: Antonio Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna. Trieste, 1987
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Trieste: Via Cesare Battisti 31.
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BATTISTI Cesare, via, Città Nuova-Barriera Nuova. Da via G. Carducci a via Giulia. C.A.P. 34125.
Già corsia Stadion (fino agli ultimi anni dell’Ottocento) e poi via Stadion, recava il nome del conte Francesco Stadion (1806-1853), governatore di Trieste dal 1841 al 1847, poi governatore della Galizia e infine Ministro. Fin dai primi anni del nostro secolo vennero fatte proposte per il mutamento del nome imposto alla strada, che si voleva intitolare a Domenico Rossetti, ma le istanze non vennero accolte. Con delibera della Giunta Municipale d.d. 11.11.1918 n. IX-4715-18 alla via venne dato il nome di Cesare Battisti. Nato a Trento nel 1875, Battisti si trasferì a Firenze nel 1893 ove frequentò la Facoltà di lettere. Membro del partito socialista, fondò nel 1895 la Rivista popolare trentina e nel 1896 L’Avvenire del lavoratore. Nel 1900 fondò il quotidiano socialista Il Popolo; deputato alla Camera di Vienna nel 1911, si trasferì a Milano nel 1914 e si arruolò volontario l’anno dopo. Fatto prigioniero assieme a F. Filzi nel 1916, quale cittadino austriaco, venne processato e condannato a morte per tradimento il 12 luglio 1916. Tre volumi di suoi scritti vennero pubblicati postumi. Molti edifici lungo l’attuale via Battisti furono costruiti nell’ultimo secolo, la maggior parte in stile liberty, come la casa al n. 16 (L. Piani 1902-03) e la casa Nappal n. 18 (arch. G. Polli, 1902). Al n. civ. 17 si trova la palazzina Ruzzier (arch. G. Berlam, 1872), al n. civ. 27 la sede dell’Istituto Tecnico Industriale, intitolato ad A. Volta nel 1935. L’edificio venne alzato dapprima di un piano, con modifica della facciata, nel 1887 per accogliere la I.R. Scuola Industriale di Stato (istituita Decr. Ministero Culto e Istruzione 18.4.1887 n. 7523); nel 1894 venne sopraelevato di un altro piano, il terzo. Nella casa Napp, al n. civ. 18, venne aperto il 3.1.1914 lo storico caffè San Marco, decorato di affreschi di P. Marussig e devastato dai filoaustriaci il 23.5.1915 perchè ritrovo di intellettuali irredentisti. Ristrutturato nel primo dopoguerra e ridecorato con disegni della scuola del Flumiani. Sulla facciata dello stabile n. civ. 20 è apposta la targa: IN QVESTA CASA I VISSE I ATTILIO TAMARO I STORICO DI TRIESTE I LA LEGA NAZIONALE I MCMLXX I.
Al n. civ. 35 di via C. Battisti si trova, infine, un edificio del 1881, prima realizzazione dell’arch. Giacomo Zammattio, coautore del progetto per la Stazione Marittima del molo Bersaglieri.
BIBLIOGRAFIA: Antonio Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna. Trieste, 1987
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Trieste: Via Cesare Battisti 31.
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BATTISTI Cesare, via, Città Nuova-Barriera Nuova. Da via G. Carducci a via Giulia. C.A.P. 34125.
Già corsia Stadion (fino agli ultimi anni dell’Ottocento) e poi via Stadion, recava il nome del conte Francesco Stadion (1806-1853), governatore di Trieste dal 1841 al 1847, poi governatore della Galizia e infine Ministro. Fin dai primi anni del nostro secolo vennero fatte proposte per il mutamento del nome imposto alla strada, che si voleva intitolare a Domenico Rossetti, ma le istanze non vennero accolte. Con delibera della Giunta Municipale d.d. 11.11.1918 n. IX-4715-18 alla via venne dato il nome di Cesare Battisti. Nato a Trento nel 1875, Battisti si trasferì a Firenze nel 1893 ove frequentò la Facoltà di lettere. Membro del partito socialista, fondò nel 1895 la Rivista popolare trentina e nel 1896 L’Avvenire del lavoratore. Nel 1900 fondò il quotidiano socialista Il Popolo; deputato alla Camera di Vienna nel 1911, si trasferì a Milano nel 1914 e si arruolò volontario l’anno dopo. Fatto prigioniero assieme a F. Filzi nel 1916, quale cittadino austriaco, venne processato e condannato a morte per tradimento il 12 luglio 1916. Tre volumi di suoi scritti vennero pubblicati postumi. Molti edifici lungo l’attuale via Battisti furono costruiti nell’ultimo secolo, la maggior parte in stile liberty, come la casa al n. 16 (L. Piani 1902-03) e la casa Nappal n. 18 (arch. G. Polli, 1902). Al n. civ. 17 si trova la palazzina Ruzzier (arch. G. Berlam, 1872), al n. civ. 27 la sede dell’Istituto Tecnico Industriale, intitolato ad A. Volta nel 1935. L’edificio venne alzato dapprima di un piano, con modifica della facciata, nel 1887 per accogliere la I.R. Scuola Industriale di Stato (istituita Decr. Ministero Culto e Istruzione 18.4.1887 n. 7523); nel 1894 venne sopraelevato di un altro piano, il terzo. Nella casa Napp, al n. civ. 18, venne aperto il 3.1.1914 lo storico caffè San Marco, decorato di affreschi di P. Marussig e devastato dai filoaustriaci il 23.5.1915 perchè ritrovo di intellettuali irredentisti. Ristrutturato nel primo dopoguerra e ridecorato con disegni della scuola del Flumiani. Sulla facciata dello stabile n. civ. 20 è apposta la targa: IN QVESTA CASA I VISSE I ATTILIO TAMARO I STORICO DI TRIESTE I LA LEGA NAZIONALE I MCMLXX I.
Al n. civ. 35 di via C. Battisti si trova, infine, un edificio del 1881, prima realizzazione dell’arch. Giacomo Zammattio, coautore del progetto per la Stazione Marittima del molo Bersaglieri.
BIBLIOGRAFIA: Antonio Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna. Trieste, 1987
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Trieste: Largo Fulvio Tomizza (ex Largo Giardino).
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Trieste: Largo Fulvio Tomizza (ex Largo Giardino).
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