I rapporti di Trieste con Venezia


I rapporti di Trieste con Venezia

I rapporti fra Trieste e la Serenissima, fin dai primi decenni del X secolo, furono conflittuali, a causa dell’egemonia che quest’ultima esercitava per terra e per mare, non consentendo a Trieste una propria autonomia commerciale. Venezia aveva il suo territorio e i suoi confini sull’Adriatico, e in esso agiva con forte politica, onde controllare le rotte, imponeva le sue regole e i suoi dazi. Un tributo navale che le città istriane pagavano anche a difesa delle incursioni e dalle scorribande dei pirati. Queste regole, Trieste le contravveniva per necessità e per sistema. Ragioni commerciali rendevano  intenso il contatto tra le due città, ma Trieste era sfavorita rispetto a Capodistria, da quando Venezia, nel 932  ne aveva fatto di  il maggior porto delle sue rotte. La città di Trieste, nel X secolo, troppo piccola per una sua autonomia, riconobbe l’autorità del Sacro Romano Impero, rappresentato in essa dal vescovo, ma dovette accettare anche quella di Venezia. Nella prima metà del X secolo, pur avendo potere politico proprio sul suo territorio, la città era legata a due autorità.

Trieste potrà spingersi sull’Adriatico solamente quando l’Austria gliene darà la possibilità e i mezzi, nel sec. XVIII, con una Venezia ormai avviata verso il declino dopo l’avvento dei Turchi nel Mediterraneo, e per il mutare delle rotte commerciali a seguito delle nuove scoperte geografiche.

Bibliografia:

Nelli Elena Vanzan Marchini, Venezia e Trieste sulle rotte della ricchezza e della paura. Cierre Edizioni, 2016

2 commenti su “I rapporti di Trieste con Venezia”

  1. Riferimento bibliografico al volume Venezia e Trieste sulle rotte della ricchezza e della paura scritto dalla storica Nelli Elena Vanzan Marchini per i tipi di Cierre Edizioni 2016 che contiene molto materiale inedito

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