La ceramica triestina del Settecento

Nel 1773 Giacomo Balletti ottenne l’esclusiva per 10 anni per la produzione e vendita nel Litorale austriaco di ceramiche e maioliche, con una fabbrica in zona Lazzaretto vecchio. Le sue ceramiche non portano marchio di fabbrica. Dopo 3 anni la fabbrica venne rilevata da Pietro Lorenzi, esperto di ceramiche venete, che marchiò la propria produzione con le proprie iniziali. allo scadere dei 10 anni aprirono altre fabbriche di Sinibaldi, Santini e Filippuzzi. le ceramiche, ispirate anche alle contemporanee di Wedgwood, erano generalmente color crema più utilitarie che decorative, e vennero prodotte fino all’occupazione francese dei primi dell’ottocento. Poi nessuna riaprì. Molti oggetti sono conservati ed esposti nella galleria delle ceramiche del Museo Sartorio, visibili quando essa è aperta al pubblico (testo e foto EM)

Altre sono presenti nelle sale degli appartamenti del museo Sartorio( pezzi meno pregiati) e altre al museo Scaramangà, privato.

Frammenti di queste ceramiche sono comparse negli scavi recenti di Crosada, sono state esposte per breve tempo e poi son tornate nei depositi dei musei civici

Bibliografia Favetta, Bianca Maria LA CERAMICA TRIESTINA – I ediz., Giacometti 1966

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