TRIESTE – Veduta della nuova stazione Transalpina di Campo Marzio – 1910 circa

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Post di Mario Tamburlini

Stazione di Campo Marzio (già Triest Staatsbahnhof, già Sant’Andrea)

Nel 1887, le Ferrovie di Stato austriache aprirono a Trieste una seconda stazione, la Trieste-Erpelle denominata Trieste Sant’Andrea, raccordata con un binario (linea delle Rive) alla stazione Centrale (Meridionale). La linea faceva servizio per Pola e Rovigno. Con l’apertura della ferrovia Transalpina nel 1906, la stazione di Sant’Andrea venne ricostruita, assumendo la denominazione di Trieste stazione dello Stato (Triest Staatsbahnhof). L’edificio, costruito tra il 1901 e il 1906, su progetto dell’architetto Robert Seelig, venne designato quale capolinea della linea Jesenice-Trieste, e rientrava nel complesso della Transalpina, che congiungeva Trieste, tramite diramazioni, anche con Vienna e Salisburgo.
Alla fine della prima guerra mondiale, in seguito alle ripartizioni territoriali conseguenti al Trattato di Saint Germain, la stazione entrò a far parte delle strutture gestite dalle Ferrovie dello Stato italiane (FS). Nel 1923 la stazione di Trieste Sant’Andrea fu rinominata Trieste Campo Marzio.
Nel 1935 la stazione perse il traffico per Parenzo in seguito alla soppressione della ferrovia, mentre rimase attivo il collegamento verso Erpelle-Cosina e Pola, e un limitato servizio sulla Transalpina, per Gorizia Montesanto. Alla fine seconda guerra mondiale venne soppresso il servizio viaggiatori sulla Transalpina, con l’unica eccezione per Erpelle-Cosina, fino a Sant’Elia. Nel 1958, a causa del scarso utilizzo, il servizio venne sostituito da autocorriere. Fino al 1960 rimase attiva la biglietteria e la sala di attesa. Il 28 agosto 1961, venne decretata la soppressione definitiva del servizio ferroviario e nel 1966 la linea venne smantellata. La stazione continuò ad essere utilizzata per il traffico merci, tramite il collegamento della linea di cintura con la stazione centrale.
Dopo un lungo abbandono un gruppo di volontari richiese l’uso di una parte del fabbricato e in seguito costituì il Museo ferroviario di Trieste Campo Marzio, la cui apertura al pubblico risale all’8 marzo 1984.

Trieste : Stazione Centrale

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 Stazione Centrale di Trieste, 2017 
Foto Elena Duifje Colombetta

La linea ferroviaria, progettata dall’ingegner Carlo Ghega, come capolinea della linea Trieste–Vienna, venne inaugurata il 27 luglio 1857 alla presenza dell’Imperatore Francesco Giuseppe. L’impianto ferroviario, inizialmente di proprietà dalle Ferrovie di Stato meridionali austriache (Südlichen Staatsbahn), nel 1858 passò alla società ferroviaria privata Südbahn.
Nei suoi primi anni di vita la stazione era un modesto fabbricato poco adatto ai crescenti traffici mercantili e commerciali di una Trieste in costante espansione. Si decise così di sostituire l’originale costruzione, che si trovava 10 metri più in alto del porto, deviando gli ultimi due chilometri della linea su di un nuovo percorso, e abbassando il piano al livello portuale. Un nuovo, elegante edificio in stile neo-rinascimentale venne progettato dall’architetto Wilhelm von Flattich (Stoccarda, 1826 – Vienna, 1900), artefice anche della Südbahnhof di Vienna, della stazione di Bolzano e del Südbahnhotel di Dobbiaco.
L’opera triestina vide l’interramento di un grande tratto di mare e la demolizione di alcuni edifici, che di fatto modificarono l’assetto urbanistico di quell’area urbana.
La Stazione di Trieste prevedeva un monumentale atrio, che venne denominato Sala Reale. L’inaugurazione del nuovo edificio avvenne il 19 giugno 1878.
Nel 1887, le Ferrovie di Stato austriache, aprirono una linea ferroviaria che dal nuovo porto triestino giungeva alla stazione di Erpelle-Cosina sulla ferrovia Istriana, dotando quindi la città di una seconda stazione, denominata di Sant’Andrea. Le due stazioni vennero raccordate dalla linea delle Rive.
Dopo la Prima guerra mondiale ed il trattato di Saint Germain, la stazione passò in gestione alle Ferrovie dello Stato (FS).
La stazione è dotata di otto binari tronchi adibiti al servizio passeggeri, serviti da quattro banchine, da binari usati come deposito dei treni non in servizio, una rimessa locomotive e di officine. Il fabbricato viaggiatori ospita la sede Polfer e gli uffici di Trenitalia. Nella struttura coperta si trovano un supermercato, alcuni esercizi commerciali, e una nuova sala destinata ai passeggeri Eurostar.

Trieste: La ferrovia meridionale

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La ferrovia meridionale. Foto collezione privata

Già nel 1850 iniziarono i lavori della ferrovia meridionale, in prossimità del lazzaretto di Santa Teresa (Roiano), a sette metri dal terreno sottostante venne costruito un viadotto, lungo circa 189 metri, con colonne in ferro atte a sostenere il tetto, venne chiuso completamente per proteggere i convogli dalle esalazioni del lazzaretto sottostante. Davanti all’ingresso del lazzaretto venne edificata una stazione sopraelevata di dieci metri sopra il livello del mare, che nel 1858 con la costruzione della Stazione Centrale nell’odierna piazza della Libertà, diventerà l’officina manutenzione dei rotabili e sede degli uffici della Ferrovia Meridionale, più conosciuta come “casa dei ferrovieri” (a sinistra nella foto). (Margherita Tauceri)

Stazione Centrale di Trieste, già Stazione Meridionale

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Stazione Centrale di Trieste, già Stazione Meridionale

La linea ferroviaria, progettata dall’ingegner Carlo Ghega, come capolinea della linea Trieste –Vienna, venne inaugurata il 27 luglio 1857 alla presenza dell’Imperatore Francesco Giuseppe. L’impianto ferroviario, inizialmente di proprietà dalle Ferrovie di Stato meridionali austriache (Südlichen Staatsbahn), nel 1858 passò alla società ferroviaria privata Südbahn.
Nei suoi primi anni di vita la stazione era un modesto fabbricato poco adatto ai crescenti traffici mercantili e commerciali di una Trieste in costante espansione. Si decise così di sostituire l’originale costruzione, che si trovava 10 metri più in alto del porto, deviando gli ultimi due chilometri della linea su di un nuovo percorso, e abbassando il piano al livello portuale. Un nuovo, elegante edificio in stile neo-rinascimentale venne progettato dall’architetto Wilhelm von Flattich (Stoccarda, 1826 – Vienna, 1900), artefice anche della Südbahnhof di Vienna, della stazione di Bolzano e del Südbahnhotel di Dobbiaco.
L’opera triestina vide l’interramento di un grande tratto di mare e la demolizione di alcuni edifici, che di fatto modificarono l’assetto urbanistico di quell’area urbana.
La Stazione di Trieste prevedeva un monumentale atrio, che venne denominato Sala Reale. L’inaugurazione del nuovo edificio avvenne il 19 giugno 1878.
Nel 1887, le Ferrovie di Stato austriache, aprirono una linea ferroviaria che dal nuovo porto triestino giungeva alla stazione di Erpelle-Cosina sulla ferrovia Istriana, dotando quindi la città di una seconda stazione, denominata di Sant’Andrea. Le due stazioni vennero raccordate dalla linea delle Rive.
Dopo la Prima guerra mondiale ed il trattato di Saint Germain, la stazione passò in gestione alle Ferrovie dello Stato (FS).
La stazione è dotata di otto binari tronchi adibiti al servizio passeggeri, serviti da quattro banchine, da binari usati come deposito dei treni non in servizio, una rimessa locomotive e di officine. Il fabbricato viaggiatori ospita la sede Polfer e gli uffici di Trenitalia. Nella struttura coperta si trovano un supermercato, alcuni esercizi commerciali, e una nuova sala destinata ai passeggeri Eurostar.

Stazione Centrale di Trieste, già Stazione Meridionale

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Stazione Centrale di Trieste, già Stazione Meridionale

La linea ferroviaria, progettata dall’ingegner Carlo Ghega, come capolinea della linea Trieste –Vienna, venne inaugurata il 27 luglio 1857 alla presenza dell’Imperatore Francesco Giuseppe. L’impianto ferroviario, inizialmente di proprietà dalle Ferrovie di Stato meridionali austriache (Südlichen Staatsbahn), nel 1858 passò alla società ferroviaria privata Südbahn.
Nei suoi primi anni di vita la stazione era un modesto fabbricato poco adatto ai crescenti traffici mercantili e commerciali di una Trieste in costante espansione. Si decise così di sostituire l’originale costruzione, che si trovava 10 metri più in alto del porto, deviando gli ultimi due chilometri della linea su di un nuovo percorso, e abbassando il piano al livello portuale. Un nuovo, elegante edificio in stile neo-rinascimentale venne progettato dall’architetto Wilhelm von Flattich (Stoccarda, 1826 – Vienna, 1900), artefice anche della Südbahnhof di Vienna, della stazione di Bolzano e del Südbahnhotel di Dobbiaco.
L’opera triestina vide l’interramento di un grande tratto di mare e la demolizione di alcuni edifici, che di fatto modificarono l’assetto urbanistico di quell’area urbana.
La Stazione di Trieste prevedeva un monumentale atrio, che venne denominato Sala Reale. L’inaugurazione del nuovo edificio avvenne il 19 giugno 1878.
Nel 1887, le Ferrovie di Stato austriache, aprirono una linea ferroviaria che dal nuovo porto triestino giungeva alla stazione di Erpelle-Cosina sulla ferrovia Istriana, dotando quindi la città di una seconda stazione, denominata di Sant’Andrea. Le due stazioni vennero raccordate dalla linea delle Rive.
Dopo la Prima guerra mondiale ed il trattato di Saint Germain, la stazione passò in gestione alle Ferrovie dello Stato (FS).
La stazione è dotata di otto binari tronchi adibiti al servizio passeggeri, serviti da quattro banchine, da binari usati come deposito dei treni non in servizio, una rimessa locomotive e di officine. Il fabbricato viaggiatori ospita la sede Polfer e gli uffici di Trenitalia. Nella struttura coperta si trovano un supermercato, alcuni esercizi commerciali, e una nuova sala destinata ai passeggeri Eurostar.

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La linea ferroviaria, progettata dall’ingegner Carlo Ghega, come capolinea della linea Trieste –Vienna, venne inaugurata il 27 luglio 1857 alla presenza dell’Imperatore Francesco Giuseppe. L’impianto ferroviario, inizialmente di proprietà dalle Ferrovie di Stato meridionali austriache (Südlichen Staatsbahn), nel 1858 passò alla società ferroviaria privata Südbahn.
Nei suoi primi anni di vita la stazione era un modesto fabbricato poco adatto ai crescenti traffici mercantili e commerciali di una Trieste in costante espansione. Si decise così di sostituire l’originale costruzione, che si trovava 10 metri più in alto del porto, deviando gli ultimi due chilometri della linea su di un nuovo percorso, e abbassando il piano al livello portuale. Un nuovo, elegante edificio in stile neo-rinascimentale venne progettato dall’architetto Wilhelm von Flattich (Stoccarda, 1826 – Vienna, 1900), artefice anche della Südbahnhof di Vienna, della stazione di Bolzano e del Südbahnhotel di Dobbiaco.
L’opera triestina vide l’interramento di un grande tratto di mare e la demolizione di alcuni edifici, che di fatto modificarono l’assetto urbanistico di quell’area urbana.
La Stazione di Trieste prevedeva un monumentale atrio, che venne denominato Sala Reale. L’inaugurazione del nuovo edificio avvenne il 19 giugno 1878.
Nel 1887, le Ferrovie di Stato austriache, aprirono una linea ferroviaria che dal nuovo porto triestino giungeva alla stazione di Erpelle-Cosina sulla ferrovia Istriana, dotando quindi la città di una seconda stazione, denominata di Sant’Andrea. Le due stazioni vennero raccordate dalla linea delle Rive.
Dopo la Prima guerra mondiale ed il trattato di Saint Germain, la stazione passò in gestione alle Ferrovie dello Stato (FS).
La stazione è dotata di otto binari tronchi adibiti al servizio passeggeri, serviti da quattro banchine, da binari usati come deposito dei treni non in servizio, una rimessa locomotive e di officine. Il fabbricato viaggiatori ospita la sede Polfer e gli uffici di Trenitalia. Nella struttura coperta si trovano un supermercato, alcuni esercizi commerciali, e una nuova sala destinata ai passeggeri Eurostar.

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Stazione Centrale di Trieste, già Stazione Meridionale

La linea ferroviaria, progettata dall’ingegner Carlo Ghega, come capolinea della linea Trieste –Vienna, venne inaugurata il 27 luglio 1857 alla presenza dell’Imperatore Francesco Giuseppe. L’impianto ferroviario, inizialmente di proprietà dalle Ferrovie di Stato meridionali austriache (Südlichen Staatsbahn), nel 1858 passò alla società ferroviaria privata Südbahn.
Nei suoi primi anni di vita la stazione era un modesto fabbricato poco adatto ai crescenti traffici mercantili e commerciali di una Trieste in costante espansione. Si decise così di sostituire l’originale costruzione, che si trovava 10 metri più in alto del porto, deviando gli ultimi due chilometri della linea su di un nuovo percorso, e abbassando il piano al livello portuale. Un nuovo, elegante edificio in stile neo-rinascimentale venne progettato dall’architetto Wilhelm von Flattich (Stoccarda, 1826 – Vienna, 1900), artefice anche della Südbahnhof di Vienna, della stazione di Bolzano e del Südbahnhotel di Dobbiaco.
L’opera triestina vide l’interramento di un grande tratto di mare e la demolizione di alcuni edifici, che di fatto modificarono l’assetto urbanistico di quell’area urbana.
La Stazione di Trieste prevedeva un monumentale atrio, che venne denominato Sala Reale. L’inaugurazione del nuovo edificio avvenne il 19 giugno 1878.
Nel 1887, le Ferrovie di Stato austriache, aprirono una linea ferroviaria che dal nuovo porto triestino giungeva alla stazione di Erpelle-Cosina sulla ferrovia Istriana, dotando quindi la città di una seconda stazione, denominata di Sant’Andrea. Le due stazioni vennero raccordate dalla linea delle Rive.
Dopo la Prima guerra mondiale ed il trattato di Saint Germain, la stazione passò in gestione alle Ferrovie dello Stato (FS).
La stazione è dotata di otto binari tronchi adibiti al servizio passeggeri, serviti da quattro banchine, da binari usati come deposito dei treni non in servizio, una rimessa locomotive e di officine. Il fabbricato viaggiatori ospita la sede Polfer e gli uffici di Trenitalia. Nella struttura coperta si trovano un supermercato, alcuni esercizi commerciali, e una nuova sala destinata ai passeggeri Eurostar.

Stazione di Campo Marzio

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Stazione di Campo Marzio (già Triest Staatsbahnhof, già Sant’Andrea)

Nel 1887, le Ferrovie di Stato austriache aprirono a Trieste una seconda stazione, la Trieste-Erpelle denominata Trieste Sant’Andrea, raccordata con un binario (linea delle Rive) alla stazione Centrale (Meridionale). La linea faceva servizio per Pola e Rovigno. Con l’apertura della ferrovia Transalpina nel 1906, la stazione di Sant’Andrea venne ricostruita, assumendo la denominazione di Trieste stazione dello Stato (Triest Staatsbahnhof). L’edificio, costruito tra il 1901 e il 1906, su progetto dell’architetto Robert Seelig, venne designato quale capolinea della linea Jesenice-Trieste, e rientrava nel complesso della Transalpina, che congiungeva Trieste, tramite diramazioni, anche con Vienna e Salisburgo.
Alla fine della prima guerra mondiale, in seguito alle ripartizioni territoriali conseguenti al Trattato di Saint Germain, la stazione entrò a far parte delle strutture gestite dalle Ferrovie dello Stato italiane (FS). Nel 1923 la stazione di Trieste Sant’Andrea fu rinominata “Trieste Campo Marzio”.
Nel 1935 la stazione perse il traffico per Parenzo, in seguito alla soppressione della ferrovia, mentre rimase attivo il collegamento verso Erpelle-Cosina e Pola, e un limitato servizio sulla Transalpina, per Gorizia Montesanto. Alla fine seconda guerra mondiale venne soppresso il servizio viaggiatori sulla Transalpina, con l’unica eccezione per Erpelle-Cosina, fino a Sant’Elia. Nel 1958, a causa del scarso utilizzo, il servizio venne sostituito da autocorriere. Fino al 1960 rimase attiva la biglietteria e la sala di attesa. Il 28 agosto 1961, venne decretata la soppressione definitiva del servizio ferroviario e nel 1966 la linea venne smantellata. La stazione continuò ad essere utilizzata per il traffico merci, tramite il collegamento della linea di cintura con la Stazione Centrale.
Dopo un lungo abbandono un gruppo di volontari richiese l’uso di una parte del fabbricato e in seguito costituì il Museo ferroviario di Trieste Campo Marzio, la cui apertura al pubblico risale all’8 marzo 1984.

Stazione di Campo Marzio

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Stazione di Campo Marzio (già Triest Staatsbahnhof, già Sant’Andrea)

Nel 1887, le Ferrovie di Stato austriache aprirono a Trieste una seconda stazione, la Trieste-Erpelle denominata Trieste Sant’Andrea, raccordata con un binario (linea delle Rive) alla stazione Centrale (Meridionale). La linea faceva servizio per Pola e Rovigno. Con l’apertura della ferrovia Transalpina nel 1906, la stazione di Sant’Andrea venne ricostruita, assumendo la denominazione di Trieste stazione dello Stato (Triest Staatsbahnhof). L’edificio, costruito tra il 1901 e il 1906, su progetto dell’architetto Robert Seelig, venne designato quale capolinea della linea Jesenice-Trieste, e rientrava nel complesso della Transalpina, che congiungeva Trieste, tramite diramazioni, anche con Vienna e Salisburgo.
Alla fine della prima guerra mondiale, in seguito alle ripartizioni territoriali conseguenti al Trattato di Saint Germain, la stazione entrò a far parte delle strutture gestite dalle Ferrovie dello Stato italiane (FS). Nel 1923 la stazione di Trieste Sant’Andrea fu rinominata “Trieste Campo Marzio”.
Nel 1935 la stazione perse il traffico per Parenzo, in seguito alla soppressione della ferrovia, mentre rimase attivo il collegamento verso Erpelle-Cosina e Pola, e un limitato servizio sulla Transalpina, per Gorizia Montesanto. Alla fine seconda guerra mondiale venne soppresso il servizio viaggiatori sulla Transalpina, con l’unica eccezione per Erpelle-Cosina, fino a Sant’Elia. Nel 1958, a causa del scarso utilizzo, il servizio venne sostituito da autocorriere. Fino al 1960 rimase attiva la biglietteria e la sala di attesa. Il 28 agosto 1961, venne decretata la soppressione definitiva del servizio ferroviario e nel 1966 la linea venne smantellata. La stazione continuò ad essere utilizzata per il traffico merci, tramite il collegamento della linea di cintura con la Stazione Centrale.
Dopo un lungo abbandono un gruppo di volontari richiese l’uso di una parte del fabbricato e in seguito costituì il Museo ferroviario di Trieste Campo Marzio, la cui apertura al pubblico risale all’8 marzo 1984.

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Stazione di Campo Marzio (già Triest Staatsbahnhof, già Sant’Andrea)

Nel 1887, le Ferrovie di Stato austriache aprirono a Trieste una seconda stazione, la Trieste-Erpelle denominata Trieste Sant’Andrea, raccordata con un binario (linea delle Rive) alla stazione Centrale (Meridionale). La linea faceva servizio per Pola e Rovigno. Con l’apertura della ferrovia Transalpina nel 1906, la stazione di Sant’Andrea venne ricostruita, assumendo la denominazione di Trieste stazione dello Stato (Triest Staatsbahnhof). L’edificio, costruito tra il 1901 e il 1906, su progetto dell’architetto Robert Seelig, venne designato quale capolinea della linea Jesenice-Trieste, e rientrava nel complesso della Transalpina, che congiungeva Trieste, tramite diramazioni, anche con Vienna e Salisburgo.
Alla fine della prima guerra mondiale, in seguito alle ripartizioni territoriali conseguenti al Trattato di Saint Germain, la stazione entrò a far parte delle strutture gestite dalle Ferrovie dello Stato italiane (FS). Nel 1923 la stazione di Trieste Sant’Andrea fu rinominata “Trieste Campo Marzio”.
Nel 1935 la stazione perse il traffico per Parenzo, in seguito alla soppressione della ferrovia, mentre rimase attivo il collegamento verso Erpelle-Cosina e Pola, e un limitato servizio sulla Transalpina, per Gorizia Montesanto. Alla fine seconda guerra mondiale venne soppresso il servizio viaggiatori sulla Transalpina, con l’unica eccezione per Erpelle-Cosina, fino a Sant’Elia. Nel 1958, a causa del scarso utilizzo, il servizio venne sostituito da autocorriere. Fino al 1960 rimase attiva la biglietteria e la sala di attesa. Il 28 agosto 1961, venne decretata la soppressione definitiva del servizio ferroviario e nel 1966 la linea venne smantellata. La stazione continuò ad essere utilizzata per il traffico merci, tramite il collegamento della linea di cintura con la Stazione Centrale.
Dopo un lungo abbandono un gruppo di volontari richiese l’uso di una parte del fabbricato e in seguito costituì il Museo ferroviario di Trieste Campo Marzio, la cui apertura al pubblico risale all’8 marzo 1984.

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Stazione di Campo Marzio (già Triest Staatsbahnhof, già Sant’Andrea)

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Alla fine della prima guerra mondiale, in seguito alle ripartizioni territoriali conseguenti al Trattato di Saint Germain, la stazione entrò a far parte delle strutture gestite dalle Ferrovie dello Stato italiane (FS). Nel 1923 la stazione di Trieste Sant’Andrea fu rinominata “Trieste Campo Marzio”.
Nel 1935 la stazione perse il traffico per Parenzo, in seguito alla soppressione della ferrovia, mentre rimase attivo il collegamento verso Erpelle-Cosina e Pola, e un limitato servizio sulla Transalpina, per Gorizia Montesanto. Alla fine seconda guerra mondiale venne soppresso il servizio viaggiatori sulla Transalpina, con l’unica eccezione per Erpelle-Cosina, fino a Sant’Elia. Nel 1958, a causa del scarso utilizzo, il servizio venne sostituito da autocorriere. Fino al 1960 rimase attiva la biglietteria e la sala di attesa. Il 28 agosto 1961, venne decretata la soppressione definitiva del servizio ferroviario e nel 1966 la linea venne smantellata. La stazione continuò ad essere utilizzata per il traffico merci, tramite il collegamento della linea di cintura con la Stazione Centrale.
Dopo un lungo abbandono un gruppo di volontari richiese l’uso di una parte del fabbricato e in seguito costituì il Museo ferroviario di Trieste Campo Marzio, la cui apertura al pubblico risale all’8 marzo 1984.

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Alla fine della prima guerra mondiale, in seguito alle ripartizioni territoriali conseguenti al Trattato di Saint Germain, la stazione entrò a far parte delle strutture gestite dalle Ferrovie dello Stato italiane (FS). Nel 1923 la stazione di Trieste Sant’Andrea fu rinominata “Trieste Campo Marzio”.
Nel 1935 la stazione perse il traffico per Parenzo, in seguito alla soppressione della ferrovia, mentre rimase attivo il collegamento verso Erpelle-Cosina e Pola, e un limitato servizio sulla Transalpina, per Gorizia Montesanto. Alla fine seconda guerra mondiale venne soppresso il servizio viaggiatori sulla Transalpina, con l’unica eccezione per Erpelle-Cosina, fino a Sant’Elia. Nel 1958, a causa del scarso utilizzo, il servizio venne sostituito da autocorriere. Fino al 1960 rimase attiva la biglietteria e la sala di attesa. Il 28 agosto 1961, venne decretata la soppressione definitiva del servizio ferroviario e nel 1966 la linea venne smantellata. La stazione continuò ad essere utilizzata per il traffico merci, tramite il collegamento della linea di cintura con la Stazione Centrale.
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Alla fine della prima guerra mondiale, in seguito alle ripartizioni territoriali conseguenti al Trattato di Saint Germain, la stazione entrò a far parte delle strutture gestite dalle Ferrovie dello Stato italiane (FS). Nel 1923 la stazione di Trieste Sant’Andrea fu rinominata “Trieste Campo Marzio”.
Nel 1935 la stazione perse il traffico per Parenzo, in seguito alla soppressione della ferrovia, mentre rimase attivo il collegamento verso Erpelle-Cosina e Pola, e un limitato servizio sulla Transalpina, per Gorizia Montesanto. Alla fine seconda guerra mondiale venne soppresso il servizio viaggiatori sulla Transalpina, con l’unica eccezione per Erpelle-Cosina, fino a Sant’Elia. Nel 1958, a causa del scarso utilizzo, il servizio venne sostituito da autocorriere. Fino al 1960 rimase attiva la biglietteria e la sala di attesa. Il 28 agosto 1961, venne decretata la soppressione definitiva del servizio ferroviario e nel 1966 la linea venne smantellata. La stazione continuò ad essere utilizzata per il traffico merci, tramite il collegamento della linea di cintura con la Stazione Centrale.
Dopo un lungo abbandono un gruppo di volontari richiese l’uso di una parte del fabbricato e in seguito costituì il Museo ferroviario di Trieste Campo Marzio, la cui apertura al pubblico risale all’8 marzo 1984.

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Alla fine della prima guerra mondiale, in seguito alle ripartizioni territoriali conseguenti al Trattato di Saint Germain, la stazione entrò a far parte delle strutture gestite dalle Ferrovie dello Stato italiane (FS). Nel 1923 la stazione di Trieste Sant’Andrea fu rinominata “Trieste Campo Marzio”.
Nel 1935 la stazione perse il traffico per Parenzo, in seguito alla soppressione della ferrovia, mentre rimase attivo il collegamento verso Erpelle-Cosina e Pola, e un limitato servizio sulla Transalpina, per Gorizia Montesanto. Alla fine seconda guerra mondiale venne soppresso il servizio viaggiatori sulla Transalpina, con l’unica eccezione per Erpelle-Cosina, fino a Sant’Elia. Nel 1958, a causa del scarso utilizzo, il servizio venne sostituito da autocorriere. Fino al 1960 rimase attiva la biglietteria e la sala di attesa. Il 28 agosto 1961, venne decretata la soppressione definitiva del servizio ferroviario e nel 1966 la linea venne smantellata. La stazione continuò ad essere utilizzata per il traffico merci, tramite il collegamento della linea di cintura con la Stazione Centrale.
Dopo un lungo abbandono un gruppo di volontari richiese l’uso di una parte del fabbricato e in seguito costituì il Museo ferroviario di Trieste Campo Marzio, la cui apertura al pubblico risale all’8 marzo 1984.

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Nel 1887, le Ferrovie di Stato austriache aprirono a Trieste una seconda stazione, la Trieste-Erpelle denominata Trieste Sant’Andrea, raccordata con un binario (linea delle Rive) alla stazione Centrale (Meridionale). La linea faceva servizio per Pola e Rovigno. Con l’apertura della ferrovia Transalpina nel 1906, la stazione di Sant’Andrea venne ricostruita, assumendo la denominazione di Trieste stazione dello Stato (Triest Staatsbahnhof). L’edificio, costruito tra il 1901 e il 1906, su progetto dell’architetto Robert Seelig, venne designato quale capolinea della linea Jesenice-Trieste, e rientrava nel complesso della Transalpina, che congiungeva Trieste, tramite diramazioni, anche con Vienna e Salisburgo.
Alla fine della prima guerra mondiale, in seguito alle ripartizioni territoriali conseguenti al Trattato di Saint Germain, la stazione entrò a far parte delle strutture gestite dalle Ferrovie dello Stato italiane (FS). Nel 1923 la stazione di Trieste Sant’Andrea fu rinominata “Trieste Campo Marzio”.
Nel 1935 la stazione perse il traffico per Parenzo, in seguito alla soppressione della ferrovia, mentre rimase attivo il collegamento verso Erpelle-Cosina e Pola, e un limitato servizio sulla Transalpina, per Gorizia Montesanto. Alla fine seconda guerra mondiale venne soppresso il servizio viaggiatori sulla Transalpina, con l’unica eccezione per Erpelle-Cosina, fino a Sant’Elia. Nel 1958, a causa del scarso utilizzo, il servizio venne sostituito da autocorriere. Fino al 1960 rimase attiva la biglietteria e la sala di attesa. Il 28 agosto 1961, venne decretata la soppressione definitiva del servizio ferroviario e nel 1966 la linea venne smantellata. La stazione continuò ad essere utilizzata per il traffico merci, tramite il collegamento della linea di cintura con la Stazione Centrale.
Dopo un lungo abbandono un gruppo di volontari richiese l’uso di una parte del fabbricato e in seguito costituì il Museo ferroviario di Trieste Campo Marzio, la cui apertura al pubblico risale all’8 marzo 1984.

Stazione di Campo Marzio (già Triest Staatsbahnhof, già Sant’Andrea)

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Stazione di Campo Marzio (già Triest Staatsbahnhof, già Sant’Andrea)

Stazione di Campo Marzio (già Triest Staatsbahnhof, già Sant’Andrea)

Nel 1887, le Ferrovie di Stato austriache aprirono a Trieste una seconda stazione, la Trieste-Erpelle denominata Trieste Sant’Andrea, raccordata con un binario (linea delle Rive) alla stazione Centrale (Meridionale). La linea faceva servizio per Pola e Rovigno. Con l’apertura della ferrovia Transalpina nel 1906, la stazione di Sant’Andrea venne ricostruita, assumendo la denominazione di Trieste stazione dello Stato (Triest Staatsbahnhof). L’edificio, costruito tra il 1901 e il 1906, su progetto dell’architetto Robert Seelig, venne designato quale capolinea della linea Jesenice-Trieste, e rientrava nel complesso della Transalpina, che congiungeva Trieste, tramite diramazioni, anche con Vienna e Salisburgo.
Alla fine della prima guerra mondiale, in seguito alle ripartizioni territoriali conseguenti al Trattato di Saint Germain, la stazione entrò a far parte delle strutture gestite dalle Ferrovie dello Stato italiane (FS). Nel 1923 la stazione di Trieste Sant’Andrea fu rinominata “Trieste Campo Marzio”.
Nel 1935 la stazione perse il traffico per Parenzo, in seguito alla soppressione della ferrovia, mentre rimase attivo il collegamento verso Erpelle-Cosina e Pola, e un limitato servizio sulla Transalpina, per Gorizia Montesanto. Alla fine seconda guerra mondiale venne soppresso il servizio viaggiatori sulla Transalpina, con l’unica eccezione per Erpelle-Cosina, fino a Sant’Elia. Nel 1958, a causa del scarso utilizzo, il servizio venne sostituito da autocorriere. Fino al 1960 rimase attiva la biglietteria e la sala di attesa. Il 28 agosto 1961, venne decretata la soppressione definitiva del servizio ferroviario e nel 1966 la linea venne smantellata. La stazione continuò ad essere utilizzata per il traffico merci, tramite il collegamento della linea di cintura con la Stazione Centrale.
Dopo un lungo abbandono un gruppo di volontari richiese l’uso di una parte del fabbricato e in seguito costituì il Museo ferroviario di Trieste Campo Marzio, la cui apertura al pubblico risale all’8 marzo 1984.

Stazione di Campo Marzio

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Stazione di Campo Marzio

Stazione di Campo Marzio (già Triest Staatsbahnhof, già Sant’Andrea)

Nel 1887, le Ferrovie di Stato austriache aprirono a Trieste una seconda stazione, la Trieste-Erpelle denominata Trieste Sant’Andrea, raccordata con un binario (linea delle Rive) alla stazione Centrale (Meridionale). La linea faceva servizio per Pola e Rovigno. Con l’apertura della ferrovia Transalpina nel 1906, la stazione di Sant’Andrea venne ricostruita, assumendo la denominazione di Trieste stazione dello Stato (Triest Staatsbahnhof). L’edificio, costruito tra il 1901 e il 1906, su progetto dell’architetto Robert Seelig, venne designato quale capolinea della linea Jesenice-Trieste, e rientrava nel complesso della Transalpina, che congiungeva Trieste, tramite diramazioni, anche con Vienna e Salisburgo.
Alla fine della prima guerra mondiale, in seguito alle ripartizioni territoriali conseguenti al Trattato di Saint Germain, la stazione entrò a far parte delle strutture gestite dalle Ferrovie dello Stato italiane (FS). Nel 1923 la stazione di Trieste Sant’Andrea fu rinominata “Trieste Campo Marzio”.
Nel 1935 la stazione perse il traffico per Parenzo, in seguito alla soppressione della ferrovia, mentre rimase attivo il collegamento verso Erpelle-Cosina e Pola, e un limitato servizio sulla Transalpina, per Gorizia Montesanto. Alla fine seconda guerra mondiale venne soppresso il servizio viaggiatori sulla Transalpina, con l’unica eccezione per Erpelle-Cosina, fino a Sant’Elia. Nel 1958, a causa del scarso utilizzo, il servizio venne sostituito da autocorriere. Fino al 1960 rimase attiva la biglietteria e la sala di attesa. Il 28 agosto 1961, venne decretata la soppressione definitiva del servizio ferroviario e nel 1966 la linea venne smantellata. La stazione continuò ad essere utilizzata per il traffico merci, tramite il collegamento della linea di cintura con la Stazione Centrale.
Dopo un lungo abbandono un gruppo di volontari richiese l’uso di una parte del fabbricato e in seguito costituì il Museo ferroviario di Trieste Campo Marzio, la cui apertura al pubblico risale all’8 marzo 1984.

Stazione ferroviaria di Campo Marzio

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Stazione ferroviaria di Campo Marzio

Stazione di Campo Marzio (già Triest Staatsbahnhof, già Sant’Andrea)

Nel 1887, le Ferrovie di Stato austriache aprirono a Trieste una seconda stazione, la Trieste-Erpelle denominata Trieste Sant’Andrea, raccordata con un binario (linea delle Rive) alla stazione Centrale (Meridionale). La linea faceva servizio per Pola e Rovigno. Con l’apertura della ferrovia Transalpina nel 1906, la stazione di Sant’Andrea venne ricostruita, assumendo la denominazione di Trieste stazione dello Stato (Triest Staatsbahnhof). L’edificio, costruito tra il 1901 e il 1906, su progetto dell’architetto Robert Seelig, venne designato quale capolinea della linea Jesenice-Trieste, e rientrava nel complesso della Transalpina, che congiungeva Trieste, tramite diramazioni, anche con Vienna e Salisburgo.
Alla fine della prima guerra mondiale, in seguito alle ripartizioni territoriali conseguenti al Trattato di Saint Germain, la stazione entrò a far parte delle strutture gestite dalle Ferrovie dello Stato italiane (FS). Nel 1923 la stazione di Trieste Sant’Andrea fu rinominata “Trieste Campo Marzio”.
Nel 1935 la stazione perse il traffico per Parenzo, in seguito alla soppressione della ferrovia, mentre rimase attivo il collegamento verso Erpelle-Cosina e Pola, e un limitato servizio sulla Transalpina, per Gorizia Montesanto. Alla fine seconda guerra mondiale venne soppresso il servizio viaggiatori sulla Transalpina, con l’unica eccezione per Erpelle-Cosina, fino a Sant’Elia. Nel 1958, a causa del scarso utilizzo, il servizio venne sostituito da autocorriere. Fino al 1960 rimase attiva la biglietteria e la sala di attesa. Il 28 agosto 1961, venne decretata la soppressione definitiva del servizio ferroviario e nel 1966 la linea venne smantellata. La stazione continuò ad essere utilizzata per il traffico merci, tramite il collegamento della linea di cintura con la Stazione Centrale.
Dopo un lungo abbandono un gruppo di volontari richiese l’uso di una parte del fabbricato e in seguito costituì il Museo ferroviario di Trieste Campo Marzio, la cui apertura al pubblico risale all’8 marzo 1984.