la lapide rinascimentale del Vescovo Frangipani

Per iscrivervi al Gruppo, cliccate sull’immagine sottostante:

Gruppo Facebook Trieste di ieri e di oggi



San Giusto, la bellissima pietra tombale rinascimentale del vescovo Frangipani. Dopo la morte del vescovo Rapicio nel 1573, Giacinto Frangipani, friulano, venne nominato vescovo nel marzo 1574, su raccomandazione dell’Arciduca Carlo d’Asburgo, ma morì l’8 novembre prima dell’arrivo della bolla di conferma da Roma .
La sua lapide, prima all’interno della cattedrale, venne portata fuori nei rifacimenti ottocenteschi e rimane sempre fuori addossata al muro esterno a destra delle facciata, spostata un paio di volte negli ultimi anni.


Dopo la sua morte venne nominato il vescovo Nicolò Coret le cui lapidi sono una sulla facciata dell’antico vescovado ed una all’interno del lapidario tergestino nei sotterranei del Castello ( E.M.)


Il testo della lapide: Hyacintho Frangipani de Castello summi Caroli archi -ducis Austriae providentia ad episcopatum assuncto praeveniens mors rapere non potuit quae ipse tanti principis judicio, animi pietate, religionis cura, ac generis antiquitate fuerat consecutis die VIII novembr MDLXXIV.

Bibliografia: san Giusto, Trieste 1970; Annuario diocesano Diocesi di Trieste 2006

Le lapidi di san Giusto: la lapide del vescovo Frangipani

Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:

Gruppo Facebook Trieste di ieri e di oggi


La lapide del vescovo Frangipani, una delle più belle delle non molte opere rinascimentali a Trieste, del  1574: venne nominato vescovo, ma morì prima di assumere la cattedra (foto E. Marcovich).

Non ha senso distinguere fra lapidi interne ed esterne in quanto all’origine: in chiesa venivano seppelliti Vescovi e notabili e le loro lapidi tombali erano sparse su tutta la pavimentazione, come ben descrive Pietro Kandler in un suo prezioso articolo: nei lavori del 1842 vennero tutte tolte dal pavimento e messe a decorare la base esterna della chiesa, assieme a qualche altra lapide proveniente dalla chiesa del Rosario, allora assegnata alla Comunità evangelica. I restauri degli anni trenta riportarono dentro, al loro posto, grazie al lavoro di Kandler, la maggior parte delle lapidi, tranne quelle dei Vescovi che erano nel presbiterio. Una parte rimane esposta esternamente alla chiesa, sul retro. (E. Marcovich)

Questa lapide è stata ripetutamente spostata, ma è sempre visibile all’esterno della chiesa.