Veduta generale della città e del porto di Trieste, fine '700. Coll. Dino Cafagna
Manca ancora la costruzione della lanterna (1833); il colle di Sant’Andrea è ancora spoglio (senza ville); le rive della sacchetta erano sabbiose e permettevano di tirare le barche dei pescatori a secco; numerosi e lunghi erano i magazzini costruiti sulle rive.
1) Il molo San Carlo; 2) l’entrata del Canal Grande; 3) il torrente Grande, che scorre ancora all’aperto e che sfocia in mare; 4) i due campanili della primitiva chiesa di San Spiridione di forma moscovita (vennero abbattuti nel 1850 perché pericolanti a causa della cedevolezza del terreno).
Era severamente vietato, da secoli, costruire attorno le strutture militari, in questo caso il castello di San Giusto, qualsiasi abitazione o manufatto per ovvi motivi militari, cioè per non impedire agli occupanti la visuale del nemico che si avvicina; con l’andar del tempo i canoni persero la loro importanza difensiva, per cui vennero utilizzati, come in questo caso, per sparare a salve e salutare così i velieri che arrivavano in porto con a bordo personalità importanti (come si vede tale saluto veniva corrisposto). (Dino Cafagna)