Trieste: Via Ananian (Gregorio)

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ANANIAN Gregorio (via)

Barriera Vecchia. Dalla chiesa di S. Vincenzo de’ Paoli a via D. Rossetti. C.A.P. 34141. Così intitolata con delibera Del. Mun. d.d. 13.6.1905 n. 4945.

Gregorio Ananian, armeno cattolico di Costantinopoli, nato nel 1770 e morto nel 1865 a 95 anni, studioso e benefattore, lasciò al Comune di Trieste una cospicua somma per la creazione di una fondazione che destinasse borse di studio a studenti del Ginnasio, istituita però soltanto il 26.2.1881. Col suo patrimonio venne riedificata la casa in corso Italia n. 12. La tomba, oggi proprietà Tomazie, si trova sotto i portici del cimitero comunale di S. Anna.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

Un sentito ringraziamento va al Prof. Antonio Trampus, per aver acconsentito all'utilizzo dei suoi testi.

Trieste: Via Amendola (Giovanni)

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AMENDOLA Giovanni (via)

Cologna-Scorcola. Undicesima laterale destra di via Commerciale. C.A.P. 34134.

Risale al 7.4.1970 (Del. Cons. n. 221) l’intitolazione di questa strada a Giovanni Amendola. Filosofo, giornalista e uomo politico, l’Amendola (Salerno 1882-Cannes 1926) fu interventista nel 1914-15. Dopo la guerra divenne Sottosegretario alle Finanze e poi Ministro per le colonie (1922); oppositore del governo fascista, morì a Cannes a seguito di un’aggressione.
Al n. civ. 1 si trova il Campo Sportivo Comunale G. Draghicchio. Costruito nel 1920 dalle autorità militari del Comando di Corpo d’Armata su fondi incolti, l’impianto divenne proprietà comunale nel 1932 e da allora fu riservato quasi esclusivamente all’istruzione fisica giovanile; dal 1965 venne prescelto dal CONI per le proprie manifestazioni sportive e nel 1985 venne intitolato a Gregorio Draghicchio (1851-1902), istruttore e autore di pubblicazioni di carattere sportivo. Nei pressi (oggi al n. civ. 162 di via Commerciale), sorse la Scuola all’aperto di Cologna, su progetto dell’arch. L. Braidotti, inaugurata nel 1922. Promossa dalla Società per la lotta contro la tubercolosi, venne ampliata nel 1931 con l’aggiunta di un padiglione.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste: Via Amatori (Tonino)

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AMATORI Tonino (via)

Valmaura-Borgo San Sergio. Da via M. Maovaz al confine del Comune di Trieste. C.A.P. 34134.

Denominazione apposta con Del. Cons. d.d. 9.2. 1968 n. 179. Tonino Amatori (Ancona 1927-Trieste 1945), medaglia d’argento al v.m., caduto per la libertà. Dalla motivazione della medaglia d’argento: «Giovanissimo combattente della lotta di liberazione, nel corso di uno scontro sostenuto dalla sua formazione contro un reparto tedesco, visto cadere un compagno, si lanciava generosamente a soccorrerlo affrontando, allo scoperto, il nutrito fuoco nemico. Gravemente ferito al volto, dopo lunga e straziante degenza che affrontava con nobile animo e dopo aver perduto la vista, sacrificava la giovane vita agli ideali di libertà e di Patria».

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste: Via D’Alviano (Bartolomeo)

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ALVIANO Bartolomeo d’ (via)

San Giacomo. Da via San Marco a via I. Svevo. C.A.P. 34144.

B. d’Alviano (1455-1515), condottiero al servizio di Venezia, signore di Pordenone, assediò anche Trieste nel 1508. Con Del. Giun. d.d. 12.6.1925 n. 54 si decise di denominare via B. d’Alviano il tratto di strada «che dalla via del Broletto attraverso i fondi di Chiarbola superiore, dietro l’Officina comunale del gas, sbocca nel Passeggio di S. Andrea» (poi via I. Svevo). Parte della strada venne intitolata, nel 1975, a L.B. Alberti (vedi). Nel 1932 venne sistemato, con una spesa di lire 90.000, il tratto compreso tra via Broletto e via dei Lavoratori. Dopo l’incrocio con via dei Lavoratori, sulla destra, si notano gli edifici dell’Usina Comunale del Gas (oggi ACEGA) aperta nel 1864. Al n. civ. 15/1, nella palazzina già sede dello Jutificio Triestino e delle Acciaierie Weissenfels, si trova dal 1974 la nuova sede della Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori. Derivata da un «Corso di Lingue Straniere Moderne», istituito nel 1953-54 presso la Facoltà di Economia e Commercio dell’Università degli Studi dal prof. Luzzatto-Fegiz, venne denominata con D.P.R. 7.9.1962 «Scuola a fini speciali di Lingue Moderne per Traduttori ed interpreti di Conferenze». Con D.P.R. del 6.3.1978 n. 102 venne trasformata in Facoltà dell’ Università degli Studi assumendo la denominazione di Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori. Unico istituto del genere esistente in Italia, troverà sede nel ristrutturato ex Hôtel Regina (via F. Filzi) in quanto la palazzina di via d’Alviano farà parte della nuova caserma dei vigili del fuoco, attualmente in costruzione.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste: Via degli Alti Forni

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ALTI FORNI (via degli)

Servola-Chiarbola. Laterale destra di via I. Svevo C.A.P. 34145. 

Intitolazione disposta con Del. Cons. d.d. 6.4.1956 n. 60 in luogo della precedente «via della Ferriera» e resa necessaria «in quanto a Trieste esisteva già una via con tale nome (ora via Pio Riego Gambini) e, poiché persiste tuttora il ricordo, si teme che l’omonimia possa dare adito a disguidi postali, di notifica, ecc.». Il nome venne tuttavia eccepito dalla Soprintendenza ai Monumenti e dalla Società di Minerva, ma il Comune, su parere della Commissione Toponomastica, confermò la denominazione con Del. Cons. d.d. 24.6.1960 n. 90. Il toponimo ricorda lo stabilimento inaugurato nel 1897. Già nel 1895 la Krainische Industrie Gesellschaft di Lubiana chiese ed ottenne il permesso di costruire sui fondi a mare già Angeli e cantiere San Lorenzo una ferriera ad alti forni con acciaieria ed annesso stabilimento per la preparazione del coke. I lavori di costruzione iniziarono nel 1896 e il 24.11.1897 venne inaugurato il primo altoforno. L’impianto venne potenziato nel 1906 e rimodernato nel primo dopoguerra quando venne assorbito dall’ILVA. Nel 1961 divenne parte dell’Italsider (oggi Terni S.p.A.), azienda del gruppo IRI. Contro la definitiva chiusura dello stabilimento, prospettata nella primavera del 1988 a motivo della scarsa redditività dell’impianto, sono sorte le ferme reazioni delle autorità politiche e della cittadinanza.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste: Via delle Alpi Giulie

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ALPI GIULIE (via delle)

Valmaura-Borgo San Sergio. Da via Brigata Casale a via Rio Storto. C.A.P. 34149.

Alpi Giulie è denominazione (attestata già in Plinio) attribuita alla strada con Del. Cons. d.d. 2.4.1974 n. 283: catena montuosa delle Alpi Orientali, continuazione delle Alpi Carniche, si estende, oggi per massima parte in territorio della Jugoslavia, dalle Caravanche al golfo del Carnaro. Rilievi principali: monte Tricorno (m. 2863) e monte Nevoso (m. 1796). Le Alpi Giulie erano indicate nel secolo scorso quale termine geografico della futura Italia unificata.
Nel 1894 a Trieste l’avv. Felice Venezian fondò la loggia massonica intitolata Alpi Giulie, che prese il posto di un comitato segreto d’azione dell’Alpe Giulia sorto qualche tempo prima. La loggia, dipendente dal Grande Oriente d’Italia, annoverò tra i suoi membri Teodoro Mayer, Costantino Doria, Camillo Ara, Oscar Ravasini (autore del Compendio di notizie sulla nomenclatura di località e strade di Trieste, Ia ed. 1918, IIa ed. 1929), Arturo Ziffer, Guido Hermet ed altri noti triestini. Dopo il primo conflitto mondiale trovò sede nell’edificio del Teatro Verdi; sciolta durante il regime fascista, venne ricostituita nel 1945 ed è tuttora operante. Giuseppe Caprin scrisse nel 1895 un volume dal titolo Alpi Giulie, impreziosito da disegni di G. Barison, V. Bignami, V. Bressanin e altri (Stab. Art. Tip. Caprin, Trieste 1895, pp. 444 in 8°). Alpi Giulie è anche la rivista (fondata nel 1896) organo della società Alpina delle Giulie e pure il titolo di un libro di Nicolò Cobol (Caprin, Trieste 1907).

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste: Via Almerigotti (Alessandro)

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ALMERIGOTTI Alessandro de (via)

Servola-Chiarbola. Da via Costalunga a via G.B. Monfalcon. C.A.P. 34149.

Così intitolata con Del. Cons. d.d. 6.4.1956 n. 60; la denominazione venne eccepita nel 1960 dall’Istituto Nazionale per la Storia del Risorgimento perché riguardante una figura di secondo piano del Risorgimento giuliano. Il Comune di Trieste respinse il rilievo poiché «non si ravvisano nelle motivazioni esposte argomenti sufficienti per la sostituzione» del nome.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste: Via Alighieri (Dante)

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ALIGHIERI Dante (via)

Città Nuova-Barriera Nuova. Da corso Italia a piazza S. Antonio Nuovo. C.A.P. n. 2: 34121; dai nn. 1 e 3 a fine: 34122.

Già via Sant’Antonio, venne ribattezzata con delibera della Giunta Municipale d.d. 20.3.1919 n. IX-31/5-19; fino a quella data il nome di via D. Alighieri era dato all’attuale via T. Luciani. È fiancheggiata, all’inizio, da un lato del palazzo della Riunione Adriatica di Sicurtà (a destra: arch. R. e A. Berlam, 1913) e da un lato di palazzo Treves (a sinistra; arch. G. Polli, 1905). Segue, a sinistra, la facciata principale di casa Smolars eretta nel 1905 dall’arch. R. Depaoli (1876-1916) con ingresso, oggi, in via S. Nicolò 36. Casa Smolars è considerata uno degli edifici in stile liberty più rilevanti di Trieste. Oltre via G. Mazzini si nota, a destra, un lato del palazzo della Banca Commerciale Italiana (arch. E. Nordio, 1909). Infine, oltre via Genova, l’edificio del Caffè Stella Polare (ing. C. Cambiagio, 1904), sul posto di un precedente caseggiato settecentesco demolito nel 1903. Nel 1865, celebrandosi anche a Trieste il sesto centenario della nascita di

Dante Alighieri, la società di Minerva fece coniare, auspice il Municipio triestino, una medaglia commemorativa in oro, argento e rame (inc. F. Broggi).
Nel 1908 Riccardo Zampieri, direttore del giornale «L’Indipendente» aprì una pubblica sottoscrizione per l’offerta di un’ampolla votiva d’argento, eseguita dallo scultore G. Mayer, destinata alla tomba di Dante a Ravenna. Raffigura cinque figure di donna (rappresentanti Trieste, Trento, Dalmazia, Istria, Gorizia con relativi stemmi) in atto di sorreggere un’ampolla decorata di figure di personaggi danteschi e degli stemmi di Trieste, Firenze e Ravenna. L’opera scultorea venne portata a Ravenna da una delegazione formata da R. Zampieri, P. Sticotti, G. Cambon e C. Wostry. Un buon commento filologico di alcuni passi della Divina Commedia, ancora oggi citato, venne pubblicato a Trieste nel 1865 dalla tipografia Coen: L.G. Blanc, Saggio di un ‘interpretazione filologica di parecchi passi oscuri della Divina Commedia (Ia ed. italiana, a cura di O. Occioni).

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste: Via Alfieri (Vittorio)

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ALFIERI Vittorio, (via)

Barriera Vecchia. Da largo G.B. Niccolini a via D. Rossetti. C.A.P. dal n. 1 al n. 7: 34129; dal n. 8 a fine: 34141.

Reca dalla seconda metà del secolo scorso il nome del maggiore poeta tragico italiano del Settecento. Vittorio Alfieri (Asti 1749-Firenze 1803) venne educato in gioventù presso l’Accademia militare di Torino, lasciando all’età di diciassette anni quell’istituzione da lui odiata. Visse per alcuni anni a Parigi, dove aveva seguito la contessa Stolberg d’Albany, fino a che scoppiò la Rivoluzione francese; quindi, impressionato dagli eccessi dei giacobini, fece ritorno in Italia. La sua produzione letteraria comprende, tra l’altro, ventuno tragedie, sei commedie, una tramelogedia (termine alfieriano indicante una fusione fra tragedia e melodramma), oltre alla traduzione dell’Alcesti di Euripide ed alla propria autobiografia.

A Trieste il trentasettenne Domenico Rossetti, nel 1811, si diede a studi approfonditi delle tragedie e delle altre opere dell’Alfiere; ne trasse la propensione a un’eloquenza drammatica, che spesso si rileva nei testi dei discorsi tenuti al Gabinetto di Minerva, la società culturale che fondò e diresse fino alla morte, nel 1842. Una edizione delle Tragedie di V. Alfieri venne pubblicata a Trieste nel 1857 (Tip. del Lloyd Austriaco), per la collana «Classici Italiani» curata da A. Racheli.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste: Via D’Alessio (Nicoletto)

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ALESSIO Nicoletto d’, (via)

Servola-Chiarbola. Da via dell’Istria a via Costalunga. C.A.P. 34137.

Con Del. Cons. dd. 6.4.1956 venne apposta la denominazione «via Nicolò Alessio» che venne però eccepita dalla Società di Minerva per inesattezze nella grafia. Si procedette alla rettifica con Del. Cons. d.d. 24.6.1960 n. 90 denominando la strada «via Nicoletto d’Alessio». Nicoletto d’Alessio da Capodistria, poeta in volgare, fu segretario di Francesco di Carrara, signore di Padova, dal 1360 al 1388. Stimato dal Petrarca che lo menziona nel suo epistolario, venne considerato dalla storiografia del nostro secolo «un primo e felice sintomo di quel risveglio letterario istriano, che a distanza di pochi anni ci condurrà innanzi alla grande figura di P.P. Vergerio il Vecchio». 

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste: Via Aleardi (Aleardo)

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ALEARDI Aleardo (via)

Città Nuova-Barriera Nuova. Prima laterale destra di via Commerciale. C.A.P. 34134.

Strada a fondo cieco aperta nel 1903 sul sito già occupato da villa Maffei con relativo parco, appartenuta a Carlo Antonio Maffei de Glatfort (Trieste 1775 – 1842). La villa recava il n. tav. 1252.
Aleardo Aleardi (Verona 1812-1878), poeta e patriota italiano, fu rappresentante della Repubblica di Venezia a Parigi nel 1848. Critico e scrittore variamente giudicato dagli studiosi, ma più spesso considerato di mediocre livello, raccolse le sue composizioni nel volume intitolato Canti (1864). Nelle sue liriche di carattere patriottico si rivela l’interesse per la questione delle terre italiane soggette all’Austria. Fu tra i collaboratori italiani della Strenna triestina, diretta da F. Cameroni e pubblicata annualmente dal 1839 al 1847.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste: Via Aldraga

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ALDRAGA, (via)

San Vito-Città Vecchia. Laterale di via Riccardo. C.A.P. 34121.

Già Androna Aldraga, deve il nome a Aldrago de Piccardi, studioso e vescovo di Pedena, che vi costruì la casa ora al n. civ. 5. Nell’anno 1911 il Comune di Trieste deliberò l’acquisto degli edifici posti sull’angolo androna Aldraga – via Riccardo, destinati alla demolizione per l’isolamento dell’arco di Riccardo. Le costruzioni vennero demolite nel 1913 e l’androna Aldraga venne privata del suo lato sud-orientale. Gli scavi archeologici misero in luce resti di edifici romani.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste: Via Aldegardi (Nicolò)

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ALDEGARDI Nicolò (via degli)

Chiadino-Rozzol. Da via dei Porta a via U. Felluga. C.A.P. 34142.

Intitolata con Del. Cons. d.d. 6.4.1956 n. 60 a Nicolò degli Aldegardi, patrizio triestino e canonico scolastico. Fu eletto Vescovo di Trieste nel 1424 dal Capitolo della Cattedrale per protesta contro il Vescovo designato dal Papa, Marino de Cernotis; benché il de Aldegardi avesse rinunciato subito all’alta dignità, il Capitolo non desistette dall’assunto tanto che Papa Martino V decretò la scomunica per tutta la città di Trieste e solo nel 1425 i triestini accettarono come Vescovo il de Cernotis. Alla morte di questi, nel 1441, Nicolò degli Aldegardi venne nuovamente destinato alla cattedra tergestina e morì in carica nell’aprile 1447. La sua pietra tombale si conserva ancora oggi nella Cattedrale di San Giusto.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste: Via Albona

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ALBONA (via) 

Servola-Chiarbola. Ottava laterale destra di via del Carnaro. C.A.P. 34145.

Così intitolata con Del. Cons. d.d. 6.4.1956 n. 60 a ricordo della cittadina istriana, oggi appartenente alla Repubblica Federativa di Jugoslavia. Albona, già castelliere e poi centro romano (Alvona), ribellatasi al dominio del Patriarcato di Aquileia, si diede a Venezia nel 1420 e in quell’epoca venne fortificata e si costruì il Palazzo Pretorio. Attaccata sanguinosamente dagli Uscocchi nel 1599, conobbe nuova prosperità nel Seicento e venne abbellita con nuove opere tra cui la Porta di San Fiore, compiuta in stile barocco nel 1646. Da allora conobbe vicende politiche comuni ad altre città istriane. Diede i natali al teologo luterano Matteo Flaccio (1512-1575) e allo storico e patriota Tommaso Luciani (1818-1894). Nel 1947, a seguito del Trattato di pace, venne ceduta all’amministrazione jugoslava.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste: Via Alberti (Leon Battista)

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ALBERTI, Leon Battista (via).

San Giacomo. Dalla Galleria San Vito a via B. d ‘Alviano. C.A.P. 34144.
Aperta con la costruzione della galleria di San Vito (1909) e già parte della via B. d’Alviano, ebbe denominazione propria con Delibera Consiliare d.d. 11.3.1975 n. 202.
Leon Battista Alberti (Genova 1404-Roma 1472), architetto e trattatista italiano, ricevette gli ordini sacri a Roma dove iniziò gli studi di architettura.
A Firenze scrisse e pubblicò numerose opere di carattere morale e politico, e come architetto fu realizzatore delle maggiori costruzioni classico-rinascimentali del Quattrocento. Ricordiamo l’incompiuto Tempio Malatestiano di Rimini (1446), la facciata di Palazzo Rucellai a Firenze (1451) e la chiesa di San Sebastiano a Mantova (1459).

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste: Via delle Aiuole

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AIUOLE (via delle) 

Barriera Vecchia. Tra via G. dei Girardi e via dell ‘Eremo. C.A.P. 34141.

Breve strada aperta nei pressi del Sanatorio Triestino, alla quale venne data generica denominazione di carattere agreste, similmente ad altre vie cittadine intitolate al tempo (Del. Podest. 3.12.1927). Fino al 1927 costituiva un tratto di via G. dei Girardi.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste: Via dell’Agro

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AGRO (via dell’)

Barriera Vecchia. Da viale G. D’Annunzio a via della Tesa. C.A.P. 34138.

Aperta negli anni Trenta con la costruzione della nuova arteria viale G. D’Annunzio, e già costituente un tratto di via Limitanea, venne denominata via dell’Agro con Del. Pod. d.d. 10.11.1934 n. 195 (conf. Del. Pod. d.d. 12.9.1936 n. 1111), poiché in quel sito correva «l’antico confine della città con l’agro soggetto». Il toponimo ricorda quindi la condizione fisica e giuridica della zona suburbana fino al secolo scorso.
Lungo la via, a sinistra, alquanto abbassate rispetto all’attuale piano stradale si notano ancora alcune casette ottocentesche in stato di avanzato degrado, che pure si distinguono tra i moderni palazzi costruiti a partire dagli anni Trenta. 

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste: Via degli Aceri

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ACERI (via degli)

Altipiano Est (Villa Opicina). Traversale destra di via Carsia. C.A.P. 34016.

Strada privata cui fu assegnato, come a numerose altre vie dei dintorni e senza preciso fondamento ambientale o storico, il nome di una pianta a medio o alto fusto (Del. Cons. d.d. 6.4.1956 n. 60).
Acero, albero ad alto fusto del genere Acer, famiglia delle aceracee, il cui legno, adatto a lavori di ebanisteria, può essere utilizzato anche per la produzione di carbone. Da alcune specie è possibile ricavare un succo dolce che, riscaldato, fornisce zucchero. 

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste: Via Abro (Raffaele)

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ABRO, Raffaele (via) C.A.P. 34144.

San Giacomo – Laterale di via R. Battera, dietro l’Ospedale Burlo Garofolo.

E’ stata aperta sui fondi del Giardino Infantile Gisella, fondato dal Comune nel 1873 in onore dell’arciduchessa Gisella d’Asburgo, sposa di Leopoldo di Baviera. La strada venne intitolata il 23 dicembre 1926 a Raffaele Abro (Trieste 1836 – Losanna 1867), di origine ebraica, attivo nei circoli irredentistici, entrò nella diplomazia piemontese; fu tra i primi a sollevare la questione della Venezia Giulia e collaborò con Sigismondo Bonfiglio al volume Italia e Confederazione germanica (Torino 1865), pubblicato a documentazione dei diritti rivendicati dagli italiani sulle terre adriatiche soggette all’Austria. Fu rappresentante del Regno d’Italia a Vienna e morì a Losanna dopo essere stato segretario della R. Legazione Italiana a Berlino. Alla sua morte l’Emigrazione Triestina fece coniare una medaglia commemorativa, di cui l’unico esemplare in oro venne offerto a Vittorio Emanuele II (inc. A. Pieroni). Con delibera del Podestà d.d. 2.3.1933 n. 1439 si propose il mutamento del nome della strada, non accettato, in quello di Remo Comisso da Grisignana (1891-1921) morto, vittima di un’aggressione, in campo San Giacomo a Trieste. In quella occasione il nome di Raffaele Abro si voleva apporre a via Limitanea. Con delibera del Podestà del 31.3.1940 n. 1061 via Abro divenne via Guido Presel (1913-1937), caduto in Spagna e decorato in vita di due medaglie di bronzo (al valor aereonautico e al valor militare) e di due d’argento v.m. e della medaglia d’oro al v.m. alla memoria. Il nome di via Raffaele Abro venne ripristinato infine con Del. Pres. d.d. 6.7.1946 n. 407. Le case dell’Istituto Comunale Abitazioni Minime (I.C.A.M.), costruite lungo la strada, risalgono al 1926.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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