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Trieste: Via Torino 8. Palazzo Premuda-Senitzer.. Foto Paolo Carbonaio
Trieste: Via Torino 8. Palazzo Premuda-Senitzer.
E’ un imponente edificio a 4 piani, sobrio nella sua semplice linearità, con un fregio di due rapaci sotto uno dei poggioli della stretta facciata prospettante l’attuale Piazza Attilio Hortis, che risale all’inizio del XIX secolo. Il fabbricato, opera di Giovanni Righetti e figlio, fu ultimato durante la seconda occupazione francese. Le due aquile napoleoniche sotto il poggiolo e la data 1805 confermano l’epoca della sua costruzione. Attualmente ospita il Museo della Civiltà Istriana, Fiumana e Dalmata. Il palazzo ospitò per un periodo il marchese Alberto Francesco de Morè, conte di Pontgibaud, meglio conosciuto con il nome di Giuseppe La Brosse (1754-1824). Scampato ai pericoli della rivoluzione francese e dopo l’arresto della famiglia reale, il nobiluomo francese giunse a Trieste nel 1799 divenendo ben presto un agente napoleonico, acquistando fama e notorietà nell’ambito del mondo economico cittadino. Nel 1874 l’edificio venne lasciato dalla vedova, morta nel 1905, al Comune come “Fondazione Stipendi Babette Walmann”. Nel 1910 la casa fu destinata ad ospitare gli Uffici Sanitari e i laboratori del Fisicato Civico poi Ufficio Comunale di Sanità e Igiene. L’intero caseggiato fu quindi adattato alle nuove esigenze. Al primo piano vennero ubicati alcuni uffici, tra i quali quelli del Protofisico e della Guardia Sanitaria nonché un laboratorio.
Al secondo piano la biblioteca, la cancelleria ed altri laboratori. Gli anni del secondo dopoguerra videro la trasformazione dei locali d’affari della facciata prospiciente l’antica Via Cavana, ora Via Torino, con l’introduzione, nel 1951, di un locale da adibirsi a salone per parrucchiere su progetto del geometra Luczak e la successiva destinazione a vendita di cicli e motocicli (1974). Il cortile interno presenta una fontana con testa di leone. La casa ospitò, per un certo periodo, due dei personaggi triestini più illustri: lo scrittore Pierantonio Quarantotti-Gambini (1910-1965) e il musicologo Carlo Schmidl (1859-1943), fondatore del Museo Teatrale. (da: biblioteche.comune.trieste.it)
E’ un imponente edificio a 4 piani, sobrio nella sua semplice linearità, con un fregio di due rapaci sotto uno dei poggioli della stretta facciata prospettante l’attuale Piazza Attilio Hortis, che risale all’inizio del XIX secolo. Il fabbricato, opera di Giovanni Righetti e figlio, fu ultimato durante la seconda occupazione francese. Le due aquile napoleoniche sotto il poggiolo e la data 1805 confermano l’epoca della sua costruzione. Attualmente ospita il Museo della Civiltà Istriana, Fiumana e Dalmata. Il palazzo ospitò per un periodo il marchese Alberto Francesco de Morè, conte di Pontgibaud, meglio conosciuto con il nome di Giuseppe La Brosse (1754-1824). Scampato ai pericoli della rivoluzione francese e dopo l’arresto della famiglia reale, il nobiluomo francese giunse a Trieste nel 1799 divenendo ben presto un agente napoleonico, acquistando fama e notorietà nell’ambito del mondo economico cittadino. Nel 1874 l’edificio venne lasciato dalla vedova, morta nel 1905, al Comune come “Fondazione Stipendi Babette Walmann”. Nel 1910 la casa fu destinata ad ospitare gli Uffici Sanitari e i laboratori del Fisicato Civico poi Ufficio Comunale di Sanità e Igiene. L’intero caseggiato fu quindi adattato alle nuove esigenze. Al primo piano vennero ubicati alcuni uffici, tra i quali quelli del Protofisico e della Guardia Sanitaria nonché un laboratorio.
Al secondo piano la biblioteca, la cancelleria ed altri laboratori. Gli anni del secondo dopoguerra videro la trasformazione dei locali d’affari della facciata prospiciente l’antica Via Cavana, ora Via Torino, con l’introduzione, nel 1951, di un locale da adibirsi a salone per parrucchiere su progetto del geometra Luczak e la successiva destinazione a vendita di cicli e motocicli (1974). Il cortile interno presenta una fontana con testa di leone. La casa ospitò, per un certo periodo, due dei personaggi triestini più illustri: lo scrittore Pierantonio Quarantotti-Gambini (1910-1965) e il musicologo Carlo Schmidl (1859-1943), fondatore del Museo Teatrale. (da: biblioteche.comune.trieste