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Trieste: Viale Venti Settembre 45. Politeama Rossetti. Foto Paolo Carbonaio
Trieste: Viale Venti Settembre 45. Politeama Rossetti.
(Tra Via Enea Sivio Piccolomini 10, Via Francesco Crispi 58 e Viale Venti Settembre 45)
La Società Anonima del Politeama Rossetti, gruppo di azionisti privati con a capo il barone Emilio de Morpurgo affidò nel 1877 al genovese Nicolò Bruno e al ticinese Francesco Scalmanini la progettazione di un nuovo teatro sul Viale dell’Acquedotto. La costruzione, in stile eclettico, fu realizzata dall’impresa di Giovanni Righetti ed il teatro inaugurato il 27 aprile 1878. Nel 1928 un primo restauro fu affidato a Umberto Nordio. Il provvedimento di tutela fu imposto nel 1956, ad avvenuta cessazione di ogni attività teatrale, per scongiurare il pericolo di una speculazione fondiaria e demolizione dell’edificio. Gli inviti al recupero della struttura ed alla riapertura del teatro rimasero vani sino alla decisione di Ugo Irneri, nel 1967, di acquistare l’edificio che ormai minacciava di crollare, a causa delle infiltrazioni di acqua dal tetto. Anche in questa occasione la progettazione fu affidata ad Umberto Nordio. Un ulteriore intervento di recupero fu realizzato su progetto di Luciano Celli e Marina Cons. Il Politeama è stato oggetto di radicali trasormazioni che ne hanno profondamente alterato i suoi caratteri originari; mantiene, invece, alto il suo valore testimoniale avendo rappresentato, per ben oltre un secolo, uno spazio di confronto democratico e culturale, aperto alle manifestazioni liberal-nazionali ed a quelle socialiste, alla prosa proposta dalle grandi compagnie nazionali e da quelle dialettali, ai concerti sinfonici ed ai moderni cantautori.
La struttura, a pianta irregolare, è disposta su tre livelli. Affaccio principale su Viale Venti Settembre, secondari su Via Enea Silvio Piccolomini e Via Francesco Crispi.
L’immobile presenta una superficie muraria trattata ad intonaco grigio e giallo su cui risaltano elementi architettonici in pietra.
La facciata su Viale Venti Settembre è caratterizzata da una parte centrale leggermente rientrante; al pianoterra si trovano aperture ad arco a tutto centro, alternate da lesene in pietra a sostegno di una semplice trabeazione. Il piano superiore presenta il medesimo motivo delle aperture ad arco a tutto sesto, qui arricchite da una struttura in pietra costituita da semipilastri con capitello ionico che sorreggono una trabeazione decorata da motivi vegetali e floreali a rilievo. Le finestre sono alternate da lesene ioniche su alti piedistalli. L’architrave superiore è arricchito da motivi geometrici e da una cornice a dentelli che corre per tutto il perimetro dell’edificio. L’ultimo piano recupera la teoria di finestre ad arco inquadrate da una struttura in pietra con semipilastri dorici e trabeazione decorata con motivi floreali a rilievo, completata da un frontone con motivo a voluta. Lesene ioniche si alternano alle finestre. A coronamento una fascia decorata con motivi a rilievo e mascheroni, completata da una cornice a dentelli.
La facciata su Via Piccolomini, disposta a pendio, presenta una formula simile al prospetto sul vilae nelle parti laterali, mentre al centro emerge l’imponente portico d’ingresso con scalinata e colonne ioniche su alti piedistalli, a sostegno della veranda superiore. Tale struttura presenta una vetrata suddivisa in piccoli rettangoli con cornice chiara, inframmezzata da quattro colonne ioniche che sorreggono la trabeazione di coronamento. A lato si trovano due nicchie entro cui sono collocate due statue in terracotta raffiguranti figure femminili. (da: biblioteche.comune.trieste.it)
(Tra Via Enea Sivio Piccolomini 10, Via Francesco Crispi 58 e Viale Venti Settembre 45)
La Società Anonima del Politeama Rossetti, gruppo di azionisti privati con a capo il barone Emilio de Morpurgo affidò nel 1877 al genovese Nicolò Bruno e al ticinese Francesco Scalmanini la progettazione di un nuovo teatro sul Viale dell’Acquedotto. La costruzione, in stile eclettico, fu realizzata dall’impresa di Giovanni Righetti ed il teatro inaugurato il 27 aprile 1878. Nel 1928 un primo restauro fu affidato a Umberto Nordio. Il provvedimento di tutela fu imposto nel 1956, ad avvenuta cessazione di ogni attività teatrale, per scongiurare il pericolo di una speculazione fondiaria e demolizione dell’edificio. Gli inviti al recupero della struttura ed alla riapertura del teatro rimasero vani sino alla decisione di Ugo Irneri, nel 1967, di acquistare l’edificio che ormai minacciava di crollare, a causa delle infiltrazioni di acqua dal tetto. Anche in questa occasione la progettazione fu affidata ad Umberto Nordio. Un ulteriore intervento di recupero fu realizzato su progetto di Luciano Celli e Marina Cons. Il Politeama è stato oggetto di radicali trasormazioni che ne hanno profondamente alterato i suoi caratteri originari; mantiene, invece, alto il suo valore testimoniale avendo rappresentato, per ben oltre un secolo, uno spazio di confronto democratico e culturale, aperto alle manifestazioni liberal-nazionali ed a quelle socialiste, alla prosa proposta dalle grandi compagnie nazionali e da quelle dialettali, ai concerti sinfonici ed ai moderni cantautori.
La struttura, a pianta irregolare, è disposta su tre livelli. Affaccio principale su Viale Venti Settembre, secondari su Via Enea Silvio Piccolomini e Via Francesco Crispi.
L’immobile presenta una superficie muraria trattata ad intonaco grigio e giallo su cui risaltano elementi architettonici in pietra.
La facciata su Viale Venti Settembre è caratterizzata da una parte centrale leggermente rientrante; al pianoterra si trovano aperture ad arco a tutto centro, alternate da lesene in pietra a sostegno di una semplice trabeazione. Il piano superiore presenta il medesimo motivo delle aperture ad arco a tutto sesto, qui arricchite da una struttura in pietra costituita da semipilastri con capitello ionico che sorreggono una trabeazione decorata da motivi vegetali e floreali a rilievo. Le finestre sono alternate da lesene ioniche su alti piedistalli. L’architrave superiore è arricchito da motivi geometrici e da una cornice a dentelli che corre per tutto il perimetro dell’edificio. L’ultimo piano recupera la teoria di finestre ad arco inquadrate da una struttura in pietra con semipilastri dorici e trabeazione decorata con motivi floreali a rilievo, completata da un frontone con motivo a voluta. Lesene ioniche si alternano alle finestre. A coronamento una fascia decorata con motivi a rilievo e mascheroni, completata da una cornice a dentelli.
La facciata su Via Piccolomini, disposta a pendio, presenta una formula simile al prospetto sul vilae nelle parti laterali, mentre al centro emerge l’imponente portico d’ingresso con scalinata e colonne ioniche su alti piedistalli, a sostegno della veranda superiore. Tale struttura presenta una vetrata suddivisa in piccoli rettangoli con cornice chiara, inframmezzata da quattro colonne ioniche che sorreggono la trabeazione di coronamento. A lato si trovano due nicchie entro cui sono collocate due statue in terracotta raffiguranti figure femminili. (da: biblioteche.comune.trieste