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Chiesa di San Giacomo Apostolo (1848)
Nella chiesa di San Giacomo sono conservate altre interessanti opere come, ad esempio, un busto della Madonna in marmo di Carrara dello scultore Francesco Bosa e una “via crucis”. C’è ancora una serie di 14 quadri raffiguranti santi del pittore triestino Giovanni Luigi Rose e già facenti parte di un gruppo di 17 quadretti. Quindici di questi (uno è oggi perduto, due sono relativamente recenti) erano nelle nicchie dei paliotti marmorei appartenenti ai tre altari laterali; altri due stavano invece sopra un quarto altare posto nella navata di sinistra e ora demolito. Proveniva dalla chiesa di S.M. Maggiore e venne donato alla chiesa di San Giacomo da Giovanni Battista Silverio, recava una pala opera di Natale Schiavoni rappresentante Gesù nell’orto che tuttora si conserva. Venne trasferito nella chiesa di San Giacomo allorché, nel 1853, Pasquale Revoltella fece erigere un nuovo altare nella navata destra dell’ex chiesa dei Gesui ti, di S. M. Maggiore.
Nel 1848 venne autorizzato l’acquisto del terreno delle autorità municipali, allora Podestà Muzio de Tommasini. Il progetto venne affidato all’architetto e ingegnere comunale Giuseppe Sforzi (1801-1883), all’epoca molto attivo con la costruzione di numerosi edifici cittadini. L’edificazione iniziò il 1849 ad opera del costruttore Innocenzo Turrini. Negli scavi per la realizzazione delle fondamenta emersero numerosi reperti romani. La pietra memoriale venne benedetta e sotterrata solennemente il 27 luglio 1851, sul posto dove nell’area doveva essere eretto l’altare maggiore, a lavori molto avanzati.
La notte del 22 febbraio 1852, una forte Bora fece crollare le impalcature e creò forti danni a tutto il cantiere. Si studiarono nuove soluzioni tecniche; vennero rinforzate le navate laterali e costruiti degli archivolti rinforzati con spranghe di ferro che collegarono le colonne ai muri laterali.
I lavori si conclusero nel 1854 e venne consacrata il 25 luglio 1854 dal vescovo Bartolomeo Legat e dedicata alla Beata Vergine, a San Giacomo e a San Servolo.
L’intitolazione a San Giacomo voleva ricordare una cappella esistente in zona, di proprietà della famiglia Giuliani , allora dedicata ai Santi Rocco e Giacomo.
Custodisce pregevoli opere d’arte. Importanti lavori di restauro sono stati eseguiti nel 1954/1955 per il centenario della chiesa e nel maggio 2004, per i suoi centocinquant’anni.
“San Giacomo” (Jacopo o Iacopo Betsaida) di Zebedeo, detto anche Giacomo il «Maggiore», secondo quanto riportato nel Nuovo Testamento fu uno dei dodici apostoli di Gesù. Viene chiamato il «Maggiore» per distinguerlo dall’apostolo omonimo, Giacomo di Alfeo detto «Minore».
Figlio di Zebedeo e di Salome, era il fratello dell’apostolo Giovanni. Giacomo fu uno dei tre apostoli che assistettero alla trasfigurazione di Gesù. Dopo la morte di Cristo, Giacomo assunse un ruolo di spicco nella comunità cristiana di Gerusalemme e si narra di un improbabile viaggio in Spagna al fine di diffondere il Vangelo. Secondo gli Atti degli Apostoli fu messo a morte dal re Erode Agrippa attorno all’anno 44. (g.c.)