Trieste : Piazza della Borsa, anni ’40

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Piazza della Borsa, anni '40. 
Collezione Giancarla Scubini

 

BORSA (piazza della)

Piazza della Borsa: San Vito-Città Vecchia/Città Nuova-Barriera Nuova. Tra capo di piazza G. Bartoli e corso Italia.

Toponimo ottocentesco invalso dopo la costruzione dell’edificio della Borsa al numero civico 14 (architetto A. Mollari, 1800) e sostituito in data 1.7.1939 (Delibera Commissario Prefettizio numero 789) con il nome di Costanzo Ciano (1876-1939), ammiraglio e uomo politico; capeggiò l’impresa navale di Buccari (1918), fu Sottosegretario alla marina mercantile (1922), ministro delle poste (1924), ministro delle comunicazioni e infine presidente della Camera (1934). Con Delibera del Podestà d.d. 10.6.1944 numero 497 venne soppressa la denominazione «piazza Costanzo Ciano» e fu ripristinato il toponimo «piazza della Borsa». Il palazzo neoclassico della Borsa Vecchia, oggi sede della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura, è stato sottoposto a lunghi lavori di restauro (1966-1988), tra cui quello delle facciate (1972, architetto V. Frandoli), la ristrutturazione interna (1973-1980, impr. Savino) e il restauro delle decorazioni esterne (1988).
Al numero civico 15 è il Tergesteo opera, secondo i più recenti studi, dell’architetto F. Bruyn (1840) nei cui progetti confluirono quelli di altri architetti. La galleria venne ristrutturata nel 1957 dall’architetto A. Psacaropulo che sostituì la vecchia copertura con una nuova in vetro-cemento armato cui venne aggiunto un cornicione in cemento, decorato nella parte inferiore a forme astratte da C. Sbisà. Al numero civico 4 si trova casa Moreau (f.lli Vogel, 1788) completamente ristrutturata nel 1904 (architetto C. De Nolde) con la sola conservazione dei tre bassorilievi sulla facciata (scultore A. Bosa, ante 1820). Al numero civico 7 è casa Bartoli, edificio liberty dell’architetto M. Fabiani (1905) mentre al numero civico 8 è il palazzo delle Assicurazioni Generali (architetto M. Piacentini, 1939); al numero civico 9 la settecentesca palazzina Romano, già ospitante la libreria F. H. Schimpff e oggi sede del Credito Italiano (dal 1921), ristrutturata nel 1921 dall’architetto G. Polli; al numero civico 11 edificio ottocentesco ristrutturato nel 1985 quale sede della Banca Antoniana di Padova e Trieste. Di fronte alla Borsa Vecchia era la settecentesca fontana del Nettuno (scultore G. Mazzoleni), rimossa nel 1920 e più tardi ricostruita in piazza Venezia (ora ricollocata nella piazza della Borsa). La colonna con la statua dell’imperatore Leopoldo I, prima in linea con la fontana e la Borsa Vecchia, venne spostata di alcuni metri nel 1934; il moderno chiosco per l’attesa delle autocorriere davanti all’edificio delle Assicurazioni Generali è dovuto all’architetto C. Guenzi di Milano (1983).

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989

Trieste : Piazza della Borsa, anni ’70

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Piazza della Borsa, anni '70. 
Collezione Dino Cafagna

 

BORSA (piazza della)

Piazza della Borsa: San Vito-Città Vecchia/Città Nuova-Barriera Nuova. Tra capo di piazza G. Bartoli e corso Italia. C.A.P. 34121.

Toponimo ottocentesco invalso dopo la costruzione dell’edificio della Borsa al numero civico 14 (architetto A. Mollari, 1800) e sostituito in data 1.7.1939 (Delibera Commissario Prefettizio numero 789) con il nome di Costanzo Ciano (1876-1939), ammiraglio e uomo politico; capeggiò l’impresa navale di Buccari (1918), fu Sottosegretario alla marina mercantile (1922), ministro delle poste (1924), ministro delle comunicazioni e infine presidente della Camera (1934). Con Delibera del Podestà d.d. 10.6.1944 numero 497 venne soppressa la denominazione «piazza Costanzo Ciano» e fu ripristinato il toponimo «piazza della Borsa». Il palazzo neoclassico della Borsa Vecchia, oggi sede della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura, è stato sottoposto a lunghi lavori di restauro (1966-1988), tra cui quello delle facciate (1972, architetto V. Frandoli), la ristrutturazione interna (1973-1980, impr. Savino) e il restauro delle decorazioni esterne (1988).
Al numero civico 15 è il Tergesteo opera, secondo i più recenti studi, dell’architetto F. Bruyn (1840) nei cui progetti confluirono quelli di altri architetti. La galleria venne ristrutturata nel 1957 dall’architetto A. Psacaropulo che sostituì la vecchia copertura con una nuova in vetro-cemento armato cui venne aggiunto un cornicione in cemento, decorato nella parte inferiore a forme astratte da C. Sbisà. Al numero civico 4 si trova casa Moreau (f.lli Vogel, 1788) completamente ristrutturata nel 1904 (architetto C. De Nolde) con la sola conservazione dei tre bassorilievi sulla facciata (scultore A. Bosa, ante 1820). Al numero civico 7 è casa Bartoli, edificio liberty dell’architetto M. Fabiani (1905) mentre al numero civico 8 è il palazzo delle Assicurazioni Generali (architetto M. Piacentini, 1939); al numero civico 9 la settecentesca palazzina Romano, già ospitante la libreria F. H. Schimpff e oggi sede del Credito Italiano (dal 1921), ristrutturata nel 1921 dall’architetto G. Polli; al numero civico 11 edificio ottocentesco ristrutturato nel 1985 quale sede della Banca Antoniana di Padova e Trieste. Di fronte alla Borsa Vecchia era la settecentesca fontana del Nettuno (scultore G. Mazzoleni), rimossa nel 1920 e più tardi ricostruita in piazza Venezia (ora ricollocata nella piazza della Borsa). La colonna con la statua dell’imperatore Leopoldo I, prima in linea con la fontana e la Borsa Vecchia, venne spostata di alcuni metri nel 1934; il moderno chiosco per l’attesa delle autocorriere davanti all’edificio delle Assicurazioni Generali è dovuto all’architetto C. Guenzi di Milano (1983).

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989

Trieste : Palazzo della Borsa, facciata. Ermes (Mercurio), opera dello Scultore Bartolomeo Ferrari

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Palazzo della Borsa, facciata.
Ermes (Mercurio), opera dello Scultore Bartolomeo Ferrari. 
Foto Giorgio Catania

Protettore dei commercianti e dei viaggiatori, dei sapienti e dei ladri, è qui rappresentato con caduceo e cappello alato. Nella mano destra tiene un sacchetto con denaro, alla sua sinistra, in basso, un gallo, animale a lui sacro. Sulla base le iniziali B.F. F(ecit)


BORSA (piazza della)

Piazza della Borsa: San Vito-Città Vecchia/Città Nuova-Barriera Nuova. Tra capo di piazza G. Bartoli e corso Italia. C.A.P. 34121.

Toponimo ottocentesco invalso dopo la costruzione dell’edificio della Borsa al numero civico 14 (architetto A. Mollari, 1800) e sostituito in data 1.7.1939 (Delibera Commissario Prefettizio numero 789) con il nome di Costanzo Ciano (1876-1939), ammiraglio e uomo politico; capeggiò l’impresa navale di Buccari (1918), fu Sottosegretario alla marina mercantile (1922), ministro delle poste (1924), ministro delle comunicazioni e infine presidente della Camera (1934). Con Delibera del Podestà d.d. 10.6.1944 numero 497 venne soppressa la denominazione «piazza Costanzo Ciano» e fu ripristinato il toponimo «piazza della Borsa». Il palazzo neoclassico della Borsa Vecchia, oggi sede della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura, è stato sottoposto a lunghi lavori di restauro (1966-1988), tra cui quello delle facciate (1972, architetto V. Frandoli), la ristrutturazione interna (1973-1980, impr. Savino) e il restauro delle decorazioni esterne (1988).
Al numero civico 15 è il Tergesteo opera, secondo i più recenti studi, dell’architetto F. Bruyn (1840) nei cui progetti confluirono quelli di altri architetti. La galleria venne ristrutturata nel 1957 dall’architetto A. Psacaropulo che sostituì la vecchia copertura con una nuova in vetro-cemento armato cui venne aggiunto un cornicione in cemento, decorato nella parte inferiore a forme astratte da C. Sbisà. Al numero civico 4 si trova casa Moreau (f.lli Vogel, 1788) completamente ristrutturata nel 1904 (architetto C. De Nolde) con la sola conservazione dei tre bassorilievi sulla facciata (scultore A. Bosa, ante 1820). Al numero civico 7 è casa Bartoli, edificio liberty dell’architetto M. Fabiani (1905) mentre al numero civico 8 è il palazzo delle Assicurazioni Generali (architetto M. Piacentini, 1939); al numero civico 9 la settecentesca palazzina Romano, già ospitante la libreria F. H. Schimpff e oggi sede del Credito Italiano (dal 1921), ristrutturata nel 1921 dall’architetto G. Polli; al numero civico 11 edificio ottocentesco ristrutturato nel 1985 quale sede della Banca Antoniana di Padova e Trieste. Di fronte alla Borsa Vecchia era la settecentesca fontana del Nettuno (scultore G. Mazzoleni), rimossa nel 1920 e più tardi ricostruita in piazza Venezia (ora ricollocata nella piazza della Borsa). La colonna con la statua dell’imperatore Leopoldo I, prima in linea con la fontana e la Borsa Vecchia, venne spostata di alcuni metri nel 1934; il moderno chiosco per l’attesa delle autocorriere davanti all’edificio delle Assicurazioni Generali è dovuto all’architetto C. Guenzi di Milano (1983).

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989

Trieste : Piazza Goldoni, anni Settanta

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Piazza Goldoni, anni Settanta. Foto Collezione Sergio Sergas


GOLDONI Carlo (piazza)

Piazza Carlo Goldoni: Barriera Vecchia-Città Nuova-Barriera.

L’attuale piazza Goldoni ha cambiato più volte denominazione; nel Settecento si chiamava piazza San Lazzaro, dal 15 giugno 1886 divenne piazza delle Legna, denominazione frequente anche in altre città italiane. Nel 1902, la piazza prese il nome di Carlo Goldoni; nel periodo 1915-1918, dopo la dichiarazione di guerra dell’Italia all’Austria-Ungheria, venne ripristinato il toponimo ottocentesco; dal 1919 ritornerà ad essere piazza Goldoni.

La primitiva denominazione Piazza delle Legna si deve al mercato che venne a costituirsi spontaneamente nella distesa che si apriva dopo il Corso e che riforniva di legna la città con gli alberi della collina di Montuzza.

La palazzina Tonello (civico 1), già sede degli uffici di redazione del Piccolo (dal 1897), venne incendiata nel 1915; alla fine del conflitto fu restaurata; al numero civico 10 si trova casa Caccia, su progetto dell’architetto G. Berlam, 1875.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989

Via del Torrente (via Carducci)

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Via del Torrente (via Carducci). Foto Collezione Margherita Tauceri

Lungo la via del Torrente (via Carducci) si vede l’ombra creata dalle case Sinibaldi, a destra la Caserma Grande poi la casa Kalister, che fu sede del negozio di abbigliamento Godina. Per cercare notizie su questa casa ho trovato un articolo de “Il Piccolo” (allego ai commenti) che racconta la storia affascinante di questa famiglia . Janez Nepomuk Kalister nato nel 1806 è un contadino dell’entroterra sloveno che diventa uno degli uomini più ricchi e rispettati dell’impero asburgico e poi dell’Italia. Muore nel 1864, in un primo momento i due nipoti porteranno avanti insieme la gestione del patrimonio nell’impresa Kalister&eredi, che aveva gli uffici nella grande Casa Kalister, all’angolo tra le attuali vie Coroneo e Carducci, poi i due giovani prenderanno strade diverse.
L’ultima casa a destra è Casa Rosenkart conosciuta anche con il nome di Casa Bryce, costruita nell’800 e successivamente sopraelevata, risale al 1840 l’intervento di Francesco Bonomelli a cui si deve l’aggiunta dell’attico timpanato e tutta la decorazione della facciata principale. L’edificio ospitava la sede della Scuola Superiore di Commercio, fondata nel 1870 dal barone Pasquale Revoltella e nucleo originario della nascente Facoltà di Economia; tra gli insegnanti della scuola si ricordano ItaloSvevo e James Joyce, per le cattedre di inglese e corrispondenza commerciale. (M.T.)


CARDUCCI Giosuè, via, città Nuova-Barriera Nuova/Barriera Vecchia. Da piazza Dalmazia a largo della Barriera Vecchia.

La via del Torrente, così chiamata dal Settecento per il torrente che vi scorreva nel mezzo (coperto nel 1849-1850), venne intitolata a Carducci con delibera Del. Mun. d.d. 17.2.1907 in occasione della morte del poeta, su proposta di F. Venezian; tale denominazione venne soppressa tra il 1915 ed il 1918 quando, causa la situazione politica, venne ripristinato il vecchio toponimo.

Giosuè Carducci nacque a Val di Castello nel 1835; laureatosi in filosofia alla Normale di Pisa (1856), si dedicò all’insegnamento. Fu docente di letteratura italiana all’Università di Bologna (1860-1904) e senatore dal 1890. Nel 1906 gli venne conferito il premio Nobel per la letteratura. Tra le sue raccolte di poesie si ricordano i Levia Gravia (1867-1871), Giambi ed Epodi (1867-1869), le Rime Nuove (1861-1887) e le Odi barbare (1877- 1889). Morì a Bologna nel 1907.

Carducci fu in visita a Trieste dal 7 all’11 luglio 1878; visitò la città ac- compagnato da Felice Venezian e da Giuseppe Caprin, recandosi a Miramar, a San Giusto e in visita ai musei cittadini. Fu questo breve soggiorno triestino a ispirargli le due odi barbare Saluto italico e Miramar. Il Saluto Italico venne pubblicato per la prima volta, nella forma non ancora definitiva, con il titolo Capo d’anno nel volume La stella dell’esule (Manzoni, Roma 1879), una strenna «pubblicata a benefizio della Associazione per le Alpi Giulie unione di Roma». L’ode Miramar, invece, fu scritta a strofe in diverse epoche, tra il 1878 ed il 1889. La parte iniziale venne pubblicata per la prima volta sul giornale irredentista L’Eco del Popolo (Balestra, Trieste) il 14 gennaio 1882.

Risale al 1883 il volumetto Guglielmo Oberdan, memorie di un amico, con prefazione di Giosuè Carducci (Quadrio, Milano 1883).

La via G. Carducci, una delle più ampie della città, raggiunse l’attuale larghezza nei primi anni del secolo, con l’atterramento delle case Sinibaldi, una fila di bassi edifici ottocenteschi già esistenti sul lato destro della strada e di nessun valore architettonico. Già nel 1887 venne demolita una di queste case per l’apertura dell’attuale passo San Giovanni; nel 1902 il podestà S. Sandrinelli approvò il piano di demolizione dell’ing. E. Grulis e nel 1904 l’opera era compiuta. Risale al 1903 casa Junz-Calabrese (o Mordo) al n. civ. 11: originariamente progettata dall’arch. G. Polli (1902), venne costruita nel 1903 su progetto esecutivo dell’arch. G.M. Mosco; al n. civ. 6 si trova il palazzo prima sede dell’I.N.P.S. e oggi sede della Giunta Regionale (arch. M. Giovannozzi, 1929); al n. civ. 18 edificio del 1927 e al n. civ. 36 è il Mercato Coperto, opera dell’arch. C. Jona (1935). Al n. civ. 24 si trova invece casa Berlam (1879), costruita dall’arch. R. Berlam. Al n. civ. 18 venne inaugurata, il 19.5.1929, una lapide con iscrizione dettata da Silvio Benco in memoria del chimico Luigi Chiozza (Trieste 1828 – Scodovacca 1889): «NELLA CASA AVITA / CHE QVI SORGEVA/  NACQVE/  IL XX DICEMBRE MDCCCXXVIII / LVIGI CHIOZZA/  CHIMICO INSIGNE/  INIZIATORE /  ALLATO AL GERHARDT /  DI NOVA SCIENZA /  MVRATA PER INIZIATIVA DELLA /  SOCIETÀ ADRIATICA DI SCIENZE NATVRALI / 19MAGGIO 1929».

A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna. Trieste, 1989

Trieste : via Carducci di notte – anni 40/50

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Trieste : via Carducci di notte - anni 40/50 
Collezione Giancarla Scubini

 

CARDUCCI Giosuè, via, città Nuova-Barriera Nuova/Barriera Vecchia. Da piazza Dalmazia a largo della Barriera Vecchia.

La via del Torrente, così chiamata dal Settecento per il torrente che vi scorreva nel mezzo (coperto nel 1849-1850), venne intitolata a Carducci con delibera Del. Mun. d.d. 17.2.1907 in occasione della morte del poeta, su proposta di F. Venezian; tale denominazione venne soppressa tra il 1915 ed il 1918 quando, causa la situazione politica, venne ripristinato il vecchio toponimo.

Giosuè Carducci nacque a Val di Castello nel 1835; laureatosi in filosofia alla Normale di Pisa (1856), si dedicò all’insegnamento. Fu docente di letteratura italiana all’Università di Bologna (1860-1904) e senatore dal 1890. Nel 1906 gli venne conferito il premio Nobel per la letteratura. Tra le sue raccolte di poesie si ricordano i Levia Gravia (1867-1871), Giambi ed Epodi (1867-1869), le Rime Nuove (1861-1887) e le Odi barbare (1877- 1889). Morì a Bologna nel 1907.

Carducci fu in visita a Trieste dal 7 all’11 luglio 1878; visitò la città ac- compagnato da Felice Venezian e da Giuseppe Caprin, recandosi a Miramar, a San Giusto e in visita ai musei cittadini. Fu questo breve soggiorno triestino a ispirargli le due odi barbare Saluto italico e Miramar. Il Saluto Italico venne pubblicato per la prima volta, nella forma non ancora definitiva, con il titolo Capo d’anno nel volume La stella dell’esule (Manzoni, Roma 1879), una strenna «pubblicata a benefizio della Associazione per le Alpi Giulie unione di Roma». L’ode Miramar, invece, fu scritta a strofe in diverse epoche, tra il 1878 ed il 1889. La parte iniziale venne pubblicata per la prima volta sul giornale irredentista L’Eco del Popolo (Balestra, Trieste) il 14 gennaio 1882.

Risale al 1883 il volumetto Guglielmo Oberdan, memorie di un amico, con prefazione di Giosuè Carducci (Quadrio, Milano 1883).

La via G. Carducci, una delle più ampie della città, raggiunse l’attuale larghezza nei primi anni del secolo, con l’atterramento delle case Sinibaldi, una fila di bassi edifici ottocenteschi già esistenti sul lato destro della strada e di nessun valore architettonico. Già nel 1887 venne demolita una di queste case per l’apertura dell’attuale passo San Giovanni; nel 1902 il podestà S. Sandrinelli approvò il piano di demolizione dell’ing. E. Grulis e nel 1904 l’opera era compiuta. Risale al 1903 casa Junz-Calabrese (o Mordo) al n. civ. 11: originariamente progettata dall’arch. G. Polli (1902), venne costruita nel 1903 su progetto esecutivo dell’arch. G.M. Mosco; al n. civ. 6 si trova il palazzo prima sede dell’I.N.P.S. e oggi sede della Giunta Regionale (arch. M. Giovannozzi, 1929); al n. civ. 18 edificio del 1927 e al n. civ. 36 è il Mercato Coperto, opera dell’arch. C. Jona (1935). Al n. civ. 24 si trova invece casa Berlam (1879), costruita dall’arch. R. Berlam. Al n. civ. 18 venne inaugurata, il 19.5.1929, una lapide con iscrizione dettata da Silvio Benco in memoria del chimico Luigi Chiozza (Trieste 1828 – Scodovacca 1889): «NELLA CASA AVITA / CHE QVI SORGEVA/  NACQVE/  IL XX DICEMBRE MDCCCXXVIII / LVIGI CHIOZZA/  CHIMICO INSIGNE/  INIZIATORE /  ALLATO AL GERHARDT /  DI NOVA SCIENZA /  MVRATA PER INIZIATIVA DELLA /  SOCIETÀ ADRIATICA DI SCIENZE NATVRALI / 19MAGGIO 1929».

A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna. Trieste, 1989

Trieste : Piazza dell’ Ospitale, anni Venti/Trenta

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Piazza dell'Ospitale (Ospedale), anni Venti/Trenta. Collezione Walter Coderin

Sulla parete sinistra della chiesa si trova il pulpito ligneo con quattro pannelli a fondo d’oro raffiguranti gli Evangelisti, attribuiti al pittore greco Giovanni Trigonis (1817-1841). Sulla porta alta d’accesso al pulpito è rappresentato il Christos Basileus, sempre della stesso artista, la porta in basso è camuffata tra gli scanni di legno delle pareti.

Trieste : Chiesa Greco Ortodossa di San Nicolò, pulpito

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Chiesa Greco Ortodossa di San Nicolò, pulpito

Sulla parete sinistra della chiesa si trova il pulpito ligneo con quattro pannelli a fondo d’oro raffiguranti gli Evangelisti, attribuiti al pittore greco Giovanni Trigonis (1817-1841). Sulla porta alta d’accesso al pulpito è rappresentato il Christos Basileus, sempre della stesso artista, la porta in basso è camuffata tra gli scanni di legno delle pareti.