La Pescheria Nuova ora Salone degli Incanti

L’edificio della pescheria è stato eretto nel 1913 su progetto dell’architetto Giorgio Polli.
Il “campanile” che si erge sulla parte sinistra dell’acquario era in realtà una “torre dell’acqua”, in quanto conteneva il serbatoio sopraelevato di acqua marina che poi veniva fatta affluire ai banchi di vendita dei pesci. La pescheria era composta da un ampio salone centrale, con i banchi di vendita, mentre dalla parte opposta all’acquario, ove adesso si trova l’entrata principale della sala espositiva, c’era la sala per le aste del pescato. Uno dei banchi di vendita è tuttora esposto all’interno della zona espositiva. L ‘acquario marino di Trieste nasce a Trieste nel 1933 in un lato dell’edificio della ex pescheria Centrale (ora trasformata in sala espositiva, chiamata Salone degli Incanti). ( da Wikipedia)

Una collezione di immagini della pescheria, per l’album completo , i contributori ed i commenti,  su Facebook, al gruppo Trieste di ieri e di oggi https://www.facebook.com/photo.php?fbid=1336726989772019&set=oa.1146055815418007&type=3&theater

 

 

Le immagini della costruzione della Pescheria

 

Vecchie immagini e cartoline della Pescheria 

 

 

Gli interni della Pescheria nelle vecchie foto

Foto della vecchia Trieste molto conosciute

Anni fa il quotidiano locale il Piccolo regalò ai suoi lettori delle riproduzioni di fotografie della vecchia Trieste. Sono molto diffuse e riportate, le abbiamo raccolte in un Album che si può  anche vedere su facebook nel gruppo Trieste di ieri e di oggi https://www.facebook.com/media/set/?set=oa.1048583658498557&type=3

Sono riportate le didascalie presenti nell’immagine, a volte generiche e in qualche caso imprecise

 

Il Castelletto di Monte Valerio

La Villa Valerio (- Sevastopulo), il “Castelletto” dell’Università”, costruito dai Valerio, proprietari di una rinomata fabbrica di cioccolato, nel 1862, in una posizione splendida. La villa è una casa signorile in stile neocastellano, coronata da merlature attorno a tutto l’edificio e con una larga torre ottagonale, nel corpo della quale è stata ricavata una scala monumentale. Il parco era pieno di fiori, alberi da frutta e vigneti. Dopo il dissesto della ditta, la villa fu acquistata dalla baronessa Penelope Sevastopulo, nel 1935, e dal 1962 è proprietà dell’Università degli Studi di Trieste, che vi insediò gli istituti biologici delle Facoltà di Scienze e Farmacia. (Dino Cafagna)

Il Castelletto alla luce del tramonto. Foto: Elisabetta Marcovich

 

 

Interno di via Economo, novembre 1982

 

Via Giovanni e Demetrio Economo, San Vito-Città Vecchia.
Da via del Lazzaretto Vecchio a via di Campo Marzio.
Già tratto di via del Lazzaretto Vecchio, ebbe nuova denominazione nel 1879, per ricordare i fratelli Economo proprietari di uno stabilimento a vapore nelle vicinanze e istitutori di una fondazione per sussidi ad operai indigenti. Demetrio A. Economo, nato a Salonicco, fu primo assessore della Comunità Greco-Orientale nel 1865 e nel 1866 e negli anni 1869-1870 ne fu il governatore. Morì a Parigi il 9 agosto 1878. Con testamento d.d. 9.3.1877 lasciò 20.000 fiorini all’Istituto dei Poveri e 40.000 fiorini al Comune di Trieste per la costituenda fondazione Economo. In vita, inoltre, contribuì finanziariamente per la premiazione annuale ad Atene di traduzioni in lingua greca di opere
classiche e per la premiazione di studenti di musica all’Odeon della città ellenica. Giovanni A. Economo barone di San Serff, fratello del precedente, nacque a Salonicco il 20 marzo 1834 e morì a Trieste il 26 aprile 1921; fu uno dei promotori del futuro porto industriale con la costituzione, nel 1905, dell’Associazione per i fondi di Zaule.
Casa Economo, costruita dall’ing. C. Vallon nel 1879, si trova ai nn. civ. 14-16. (A. Trampus – Vie e Piazze di Trieste Moderna, 1989.)

Il colle di San Giacomo


San Giacomo, 1947. Cartolina


Il colle di San Giacomo era abitato già dall’epoca romana e ne danno conferma i numerosi ritrovamenti rinvenuti nella proprietà della famiglia dei de Giuliani: nel 1687, vennero riportati alla luce reperti d’età imperiale, resti di mura e di mosaici, un sarcofago in pietra, urne in terracotta, balsamari in vetro ed alcune monete di Faustina e Giulia Mamea. Nel 1849, durante gli scavi per la costruzione delle fondamenta della chiesa, si rinvenne in campo S. Giacomo, come riferisce Pietro Kandler, un’urna cineraria romana. Nel mese di aprile 1896, vennero scavati avanzi di tombe romane tra la via del Molino a Vento e la via dell’Istria, nella ex Villa Bousquet, acquistata dal Comune per realizzarvi la scuola di Rena Nuova (poi Scuole Elementari Scipio Slataper e Ruggero Timeus). Si rinvennero parti di un grande sepolcro, urne ed olle cinerarie, vasetti, un grazioso calamaio, due monete di bronzo dell’imperatore Claudio I (41-54 d. C.), un bronzo dell’imperatore Flavio Vespasiano, battuto nell’anno 74, un bronzo con l’effigie dell’imperatore Domiziano (81-96) ed un bronzo di Traiano (98-117).
Nel 1907 l’archeologo Piero Sticotti (1870-1953), negli scavi effettuati sul versante settentrionale della collina, accertò rovine di abitazioni romane e di sepolture: vennero trovati anche due pozzi ed un forno. Nei primi decenni del XIX secolo, la zona cominciò piano piano a popolarsi. Nel nuovo rione, che veniva chiamato Rena Nuova, tra le vie Molino a Vento, del Bosco, S. Giacomo in Monte e del Pozzo, si stabilirono lavoratori, carrettieri, braccianti, cittadini di condizione sociale disagiata, provenienti da Cittavecchia e dal Borgo Teresiano, ma anche contadini slavi e abitanti dell’entroterra istriano. Nella parte più bassa della collina, lungo la strada che portava a Servola, erano presenti da tempo pescatori e operai delle saline. 
Nel 1947 al numero 19 di campo S. Giacomo aprì il Cinema Ideale che funzionò fino al 1984.
Il 3 maggio 1947: inizio dei lavori per la costruzione dell’Oratorio femminile, affidato alle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Il 16 ottobre 1947 vengono terminati i lavori di ricostruzione e restauro delle scuole elementari “Scipio Slataper” e “Ruggero Timeus”, condotti dal Public Works sotto la direzione dell’arch. Rutter. Dal 10 giugno 1943 l’edificio era stato adibito ad ospedale militare e il bombardamento del 17 febbraio 1945 lo distrusse quasi completamente.
Fonte: F. Zubini – San Giacomo. Italo Svevo, 2000