I Podestà istriani
Giulio Bernardi
Ad onta degli screzi, che spesso nascevano, l’esser sede vescovile era considerato un onore e un fattore di potenza. Infatti Capodistria, da due secoli priva di un proprio antistite e riunita alla diocesi di Trieste, impetrò nel 1186 il ripristinamento del suo vescovado, e lo dotò del reddito di cinquecento vigne e d’altri fondi rustici e con la decima dell’olio. In quest’occasione ci si presenta il primo podestà istriano, con tre consoli. Autonomia sufficiente a fare patti direttamente con Venezia era stata conquistata già nel 1150 da Cittanova, Rovigno, Parenzo, Umago e Pola, retta da una balìa di nobili.
Nel 1192 il regime podestarile e consolare appare anche a Pirano, indi lo ritroviamo a Pola (1199), mentre Parenzo ha ancora un gastaldo con tre rettori.
Trieste continua ad avere gastaldi per tutto il secolo: il Ripaldo del 1139 ricompare dopo tredici anni, e un Vitale è gastaldo nel 1184 e figura di nuovo tra coloro che giurano fedeltà a Enrico Dandolo, a nome di Trieste nel 1202. E anche nel duecento si notano gastaldi, Mauro (1233 e 1237) ed Ernesto (1257).