Trieste: via Benussi Bernardo

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BENUSSI Bernardo, via

Valmaura-Borgo San Sergio. Da via Flavia a via Costalunga. C.A.P. dal n. 1 al n. 21 e dal n. 2 al n. 8:
34148; dai nn. 23 e 10 a fine: 34149.
Dello storico Bernardo Benussi la strada reca il nome dal 6.4.1956 (Del. Cons. n. 60).
Nato a Rovigno d’Istria nel 1846, Benussi frequentò dapprima il seminario arcivescovile di Udine e poi il ginnasio superiore di Capodistria; quindi si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza dell’ Università di Padova, che dopo poco abbandonò per andare a studiare a Vienna e a Graz, diplomandosi nel 1869 e laureandosi in filosofia nel 1871.
Dal 1869, conseguita l’abilitazione all’insegnamento della storia e della geografia, insegnò al ginnasio di Capodistria; dal 1874 fu al ginnasio comunale di Trieste finché, nel 1894, venne nominato direttore del Liceo femminile nella stessa città. Fu direttore degli «Atti e memorie della Società Istriana di Archeologia e Storia Patria» dal 1899 al 1925, presidente dell’Università popolare di Trieste dal 1909 al 1913, tenne corsi di storia, di geografia commerciale, di filosofia pratica e di pedagogia alla Scuola superiore di commercio di fondazione Revoltella. Considerato il maggiore storico istriano attivo a cavallo del XIX secolo, Benussi fu autore della pregevole Storia documentata di Rovigno (Tip. del Lloyd, Trieste 1888); studioso preparato e documentato, sostenne con valore l’impostazione patriottica, anche in funzione polemica, della storiografia istriana ottocentesca; carattere che si ritrova anche nell’opera maggiore di Bernardo Benussi, Nel Medioevo. Pagine di storia istriana (Coana, Parenzo 1897) e nell’altro testo fondamentale L ‘Istria nei suoi due millenni di storia (Caprin, Trieste 1924) o, ancora, nel Manuale di geografia, storia e statistica della Regione Giulia (Litorale) (II a ed. Coana, Parenzo 1903). Benussi approfondì anche il periodo storico antico, dapprima con il giovanile Saggio d’una storia dell’Istria dai primi tempi sino all’epoca della dominazione romana («Atti dell’I.R. Ginnasio Superiore Statale di Capodistria», a. 1871-1872), poi con la più matura opera L’Istria sino ad Augusto (Herrmanstorfer, Trieste 1883), testi dei quali non sono sottaciuti i limiti scientifici in rapporto agli attuali risultati dell’indagine storica specialistica, ma comunque notevole documento dell’evoluzione della storiografia locale medievistica e romanistica di stampo liberale nazionale nell’Otto-Novecento.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

Un sentito ringraziamento va al Prof. Antonio Trampus, per aver acconsentito all'utilizzo dei suoi testi.

Trieste: via San Benedetto

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BENEDETTO SAN, via

Servola-Chiarbola. Da via Visinada a via del Carnaro. C.A.P. 34144.
Con Del. Cons. d.d. 9.2.1968 n. 178 la strada venne intitolata a San Benedetto, patrono d’Europa.

San Benedetto da Norcia, patriarca dei monaci d’occidente (ricorrenza 21 marzo), fondatore dell’ordine dei benedettini, padre d’Europa, nacque a Norcia intorno al 488 da famiglia agiata e studiò a Roma lettere e diritto. Dedicatosi alla vita ascetica e scoperta la vocazione, venne riconosciuto per le sue virtù ed ebbe ben presto notevole seguito. Tra il 525 ed il 529 fondò a Montecassino il noto monastero, costituito secondo le Regole scritte da lui stesso. Morì verso il 546 e le sue spoglie riposano a Montecassino.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

 

Un sentito ringraziamento va al Prof. Antonio Trampus, per aver acconsentito all'utilizzo dei suoi testi.

Trieste: Scala al Belvedere

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BELVEDERE, scala al

Città Nuova-Barriera Nuova. C.A.P. 34135.
A questa scala venne esteso il 13 gennaio 1902 (delibera Del. Mun. n. 83523) il nome già attribuito al campo omonimo e alla via, poi Udine.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

 

Un sentito ringraziamento va al Prof. Antonio Trampus, per aver acconsentito all'utilizzo dei suoi testi.

Trieste: via di Basovizza

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BASOVIZZA, via di

Altipiano Est (Villa Opicina). Da via Nazionale alla frazione di Basovizza. C.A.P. 34016.
La strada che collega la frazione di Villa Opicina con l’abitato di Basovizza, costruita su progetto di C. Dini nel 1780-1781, reca dall’8.11.1929 il nome di via di Basovizza (Del. Pod. n. 63/51-V-31/52-29).
L’antico villaggio di Basovizza, noto fin dal XIII e XIV secolo, si sviluppò all’incrocio di importanti strutture viarie esistenti fin dall’epoca romana, la strada del Carso e la strada del Monte Spaccato. Basovizza ebbe fin dal XIV secolo una cappella dedicata a Santa Maria Maddalena, consacrata dal vescovo fra Pace da Vedano e amministrata da una confraternita. La chiesetta, sottoposta fino al 1785 alla parrocchia di Grozzana come filiale, venne ristrutturata nel 1660; abbattuta nel 1857 perché troppo angusta, venne ricostruita più ampia e consacrata il 27.7.1862. Cappellania dal 1785 e curazia dal 1864, venne eretta parrocchia indipendente nel 1892. All’interno fu collocato, oltre al marmoreo altare maggiore, l’altare ligneo dedicato a San Rocco proveniente dalla demolita chiesa omonima già esistente nell’odierna piazza Unità d’Italia (la campana era stata donata, invece, alla chiesa di Grozzana).
Al n. civ. 2 di via Basovizza è la sede (1967) della Cassa Rurale ed Artigiana di Opicina, fondata nel 1908; al n. civ. 5, in edificio inaugurato nell’anno 1957, si trova la Scuola Media Statale «Muzio de Tommasini», mentre al n. civ. 7 è la Scuola Media Statale di lingua slovena «Srecko Kosovel».

Al n. civ. 60 il complesso che ospita oggi la scuola elementare di Banne e la succursale della Scuola media statale M. de Tommasini venne inaugurato nel 1933 quale sede della Colonia feriale di Banne. Costruito mediante pubblica sottoscrizione a ricordo delle nozze dei principi Umberto di Piemonte e Maria Josè del Belgio, l’edificio venne progettato dall’arch. L. Braidotti e decorato da fregi scultorei di A. Canciani.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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