La cappella Madre della Riconciliazione

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panoramica della Cappella Madre della Riconciliazione ( foto EM)

Adesso si chiama Cappella Madre della Riconciliazione, ed è la cappelletta al primo piano della ex chiesa dei santi Sebastiano e Rocco , aperta al culto nella primavera 2021 per rispetto del mandato testamentario dell’ultima proprietaria donatrice al comune : la storia della chiesa ” Sorta per desiderio testamentario del vescovo triestino Nicolò Aldegardis, che nel 1447 si auspicava la costruzione di una chiesetta dedicata al santo da erigersi dopo la sua dipartita, la realizzazione di San Sebastiano risulta essere in realtà più tardiva, né è plausibile la teoria seconda la quale la chiesetta risalirebbe addirittura al 1365 allorquando la Confraternita di S. Paolo dedicò il fondo “dannato e vacuo” dei Ranfi alla realizzazione di un edificio sacro che, andato in rovina, venne riedificato 85 anni più tardi proprio su commissione del vescovo. Un’ indulgenza di Papa Pio II accordata alla cappella unita ad una bolla di patronato, concessa ad Antonio de Leo proprietario dell’attiguo edificio, attestano l’esistenza di S. Sebastiano nel 1459. Tra il 1511 e il 1543 la chiesa venne sconsacrata a causa dell’imperversare della peste tanto che, forse, l’edificio venne addirittura demolito e sulle sue rovine ricostruita una nuova cappella dedicata non più solo a S. Sebastiano, ma anche a S. Rocco, santo protettore contro la peste. Nel 1602 la chiesetta perse però di importanza in concomitanza alla consacrazione della nuova chiesa di S. Rocco in Piazza Grande. Posta all’incanto da Giuseppe II nel1782 , fu quindi convertita in abitazione privata e venduta, nel 1785, al barone Francesco de Zanchi. Costui divise l’interno in due piani, aprendo nuove finestre e modificando la struttura della facciata esterna. Nel 1871 l’edificio passò in eredità a Regina Abriani vedova contessa Nugent e nel 1951, per volontà testamentaria della contessa Margherita Nugent fu Laval, divenne proprietà comunale.” ( dal sito del Comune).
La scelta della Madonna della Riconciliazione è stata fatta pensando all’immagine dell’Addolorata, davanti alla quale il vescovo Santin rimase in preghiera nel 1945 facendo il noto voto sulla non distruzione di Trieste che diede poi luogo al santuario di Monte Grisa. Per incorniciare l’immagine e aggiungere altre decorazioni, l’attuale vescovo ricorse al pittore russo Oleg Supereco, specializzato anche in arte sacra. In questi giorni l’immaginetta delle madonna è collegata ad una preghiera per la fine della pandemia..

Il dipinto della vergine Addolorata invece è opera ottocentesca di un pittore spagnolo, Luis Ferrant y Llausas

l’immaginetta della Vergine Addolorata

la pala coi Santi triestini, Giusto, Sergio, Servolo, Eufemia e Tecla che circondano l’immagine ( foto EM)
Il tondo della Pentecoste sul soffitto (foto EM)
Natività ( foto EM)
Angelo annunciante
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