Come cambiò nel tempo Piazza Grande- un momento di transizione

Dall’Albertina di Vienna questo dipinto che mostra il porto di Trieste, autore Leander Russ, anno 1845.
Il titolo Porto di Trieste: ovviamente il porto di allora, di fronte alla piazza principale presso le Rive.
Fissa nel suo dipinto un momento particolare della storia di Piazza Grande anche detta Piazza san Pietro   (ora, ingrandita,  Piazza Unità d’Italia) e del porto di allora: hanno già abbattuto le mura e la torre del porto ( 1837-38), ma non ancora la Locanda grande che si riconosce al centro, a sinistra palazzo Plenario poi Pitteri unico a rimaner al suo posto e si intravede la colonna di Carlo VI a sinistra. In primo piano a sinistra dovrebbe essere casa Stratti (1837). A destra c’è il mandracchio e il moletto che si intravede non è il molo san Carlo ( ora Audace) ma il piccolo molo che si trovava al centro del porticciolo .
La casa in fondo si trova tuttora in via Mercato vecchio.

Successivamente 1858-63 interrarono il porticciolo – mandracchio , per ricordarlo attualmente in piazza ci sono lucine azzurre per terra, per ricordare che lì un tempo arrivava il mare.

Alcune immagini della Biblioteca Civica Attilio Hortis che mostrano la zona vista dal lato della piazza, prima che abbattessero torre e carceri

Per iscrivervi al Gruppo, cliccate sull’immagine sottostante:

Gruppo Facebook Trieste di ieri e di oggi



Foto della vecchia Trieste molto conosciute

Anni fa il quotidiano locale il Piccolo regalò ai suoi lettori delle riproduzioni di fotografie della vecchia Trieste. Sono molto diffuse e riportate, le abbiamo raccolte in un Album che si può  anche vedere su facebook nel gruppo Trieste di ieri e di oggi https://www.facebook.com/media/set/?set=oa.1048583658498557&type=3

Sono riportate le didascalie presenti nell’immagine, a volte generiche e in qualche caso imprecise

 

Trieste: Riva Nazario Sauro. Molo Bersaglieri. Stazione Marittima.

Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:

Gruppo Facebook Trieste di ieri e di oggi






L'immagine può contenere: una o più persone, persone in piedi, notte e spazio all'aperto
Trieste: Riva Nazario Sauro. Molo Bersaglieri. Stazione Marittima.
Foto Paolo Carbonaio
Trieste: Riva Nazario Sauro. Molo Bersaglieri. Stazione Marittima.
Nel 1924 l’amministrazione dei Magazzini generali decide di costruire a Trieste una stazione marittima per navi passeggeri. Il Governo fascista inserisce questa costruzione tra le opere pubbliche di immediata esecuzione su progetto degli architetti triestini Giacomo Zamattio ed Umberto Nordio. L’area prescelta è quella occupata dai magazzini 41 e 42 (che, durante la dominazione asburgica, erano principalmente destinati a deposito dei vini di importazione dal Regno d’Italia)
Nel 1927 Zamattio muore lasciando la progettazione nelle mani di Nordio che rivede tutto l’edificio. Umberto Nordio risolve con felice risultato i problemi posti da tanti vincoli, sfruttando le caratteristiche del cemento armato che consentono l’eliminazione del secondo ordine di pilastri, semplificando il frontone che verrà completato ai lati dell’orologio da due grandi bassorilievi. La personale concezione dell’arte di Nordio portò lo stesso a curare direttamente l’estetica di ogni dettaglio dell’opera, ivi compresi i lampadari e le pavimentazioni.
Nel 1933 l’edificio viene riconosciuto da “Emporium”, celebre rivista italiana di arti e grafica, come una delle cinque opere che ha segnato l’inizio dell’architettura moderna in Italia.
Nordio elabora tra il 1926 e il 1928 un progetto che prevede la parziale demolizione dell’hangar 41, le cui fondazioni verranno utilizzate dal nuovo corpo di fabbrica, e la conservazione dell’hangar 42, tuttora esistente. Vista la sua particolare posizione lungo le Rive, poco distante dalla piazza dell’Unità, il prospetto principale assume un carattere monumentale
Il progetto viene approvato nel luglio 1928, dopo due anni di lavoro e ripetute richieste di modifiche estetiche della facciata e di variazione dei corpi centrali e dei prospetti laterali. Questi infatti sono ripensati dal progettista e caratterizzati da una lunga teoria di arcate, di cui è visibile l’elemento strutturale. Il molo Bersaglieri viene trasformato e modificato strutturalmente per consentire l’attracco dei transatlantici sulla nuova banchina a Sud e quello delle navi minori a Nord. Nell’aprile 1930 Nordio elabora i progetti per l’allestimento degli interni, in coerenza con una concezione del linguaggio architettonico quale linguaggio della buona qualità dell’opera, dalla configurazione generale fino ai minimi dettagli, e il 28 ottobre dello stesso anno la stazione marittima viene inaugurata. (Fonte: architetti.san.beniculturali.it e Wikipedia)

Trieste: Riva Nazario Sauro. Molo Bersaglieri. Stazione Marittima.

Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:

Gruppo Facebook Trieste di ieri e di oggi






L'immagine può contenere: notte, tabella e spazio all'aperto
Trieste: Riva Nazario Sauro. Molo Bersaglieri. Stazione Marittima.
Foto Paolo Carbonaio
Trieste: Riva Nazario Sauro. Molo Bersaglieri. Stazione Marittima.
Nel 1924 l’amministrazione dei Magazzini generali decide di costruire a Trieste una stazione marittima per navi passeggeri. Il Governo fascista inserisce questa costruzione tra le opere pubbliche di immediata esecuzione su progetto degli architetti triestini Giacomo Zamattio ed Umberto Nordio. L’area prescelta è quella occupata dai magazzini 41 e 42 (che, durante la dominazione asburgica, erano principalmente destinati a deposito dei vini di importazione dal Regno d’Italia)
Nel 1927 Zamattio muore lasciando la progettazione nelle mani di Nordio che rivede tutto l’edificio. Umberto Nordio risolve con felice risultato i problemi posti da tanti vincoli, sfruttando le caratteristiche del cemento armato che consentono l’eliminazione del secondo ordine di pilastri, semplificando il frontone che verrà completato ai lati dell’orologio da due grandi bassorilievi. La personale concezione dell’arte di Nordio portò lo stesso a curare direttamente l’estetica di ogni dettaglio dell’opera, ivi compresi i lampadari e le pavimentazioni.
Nel 1933 l’edificio viene riconosciuto da “Emporium”, celebre rivista italiana di arti e grafica, come una delle cinque opere che ha segnato l’inizio dell’architettura moderna in Italia.
Nordio elabora tra il 1926 e il 1928 un progetto che prevede la parziale demolizione dell’hangar 41, le cui fondazioni verranno utilizzate dal nuovo corpo di fabbrica, e la conservazione dell’hangar 42, tuttora esistente. Vista la sua particolare posizione lungo le Rive, poco distante dalla piazza dell’Unità, il prospetto principale assume un carattere monumentale
Il progetto viene approvato nel luglio 1928, dopo due anni di lavoro e ripetute richieste di modifiche estetiche della facciata e di variazione dei corpi centrali e dei prospetti laterali. Questi infatti sono ripensati dal progettista e caratterizzati da una lunga teoria di arcate, di cui è visibile l’elemento strutturale. Il molo Bersaglieri viene trasformato e modificato strutturalmente per consentire l’attracco dei transatlantici sulla nuova banchina a Sud e quello delle navi minori a Nord. Nell’aprile 1930 Nordio elabora i progetti per l’allestimento degli interni, in coerenza con una concezione del linguaggio architettonico quale linguaggio della buona qualità dell’opera, dalla configurazione generale fino ai minimi dettagli, e il 28 ottobre dello stesso anno la stazione marittima viene inaugurata. (Fonte: architetti.san.beniculturali.it e Wikipedia)

Trieste: Riva Nazario Sauro. Molo Bersaglieri. Stazione Marittima.

Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:

Gruppo Facebook Trieste di ieri e di oggi






L'immagine può contenere: spazio all'aperto
Trieste: Riva Nazario Sauro. Molo Bersaglieri. Stazione Marittima.
Foto Paolo Carbonaio
Trieste: Riva Nazario Sauro. Molo Bersaglieri. Stazione Marittima.
Nel 1924 l’amministrazione dei Magazzini generali decide di costruire a Trieste una stazione marittima per navi passeggeri. Il Governo fascista inserisce questa costruzione tra le opere pubbliche di immediata esecuzione su progetto degli architetti triestini Giacomo Zamattio ed Umberto Nordio. L’area prescelta è quella occupata dai magazzini 41 e 42 (che, durante la dominazione asburgica, erano principalmente destinati a deposito dei vini di importazione dal Regno d’Italia)
Nel 1927 Zamattio muore lasciando la progettazione nelle mani di Nordio che rivede tutto l’edificio. Umberto Nordio risolve con felice risultato i problemi posti da tanti vincoli, sfruttando le caratteristiche del cemento armato che consentono l’eliminazione del secondo ordine di pilastri, semplificando il frontone che verrà completato ai lati dell’orologio da due grandi bassorilievi. La personale concezione dell’arte di Nordio portò lo stesso a curare direttamente l’estetica di ogni dettaglio dell’opera, ivi compresi i lampadari e le pavimentazioni.
Nel 1933 l’edificio viene riconosciuto da “Emporium”, celebre rivista italiana di arti e grafica, come una delle cinque opere che ha segnato l’inizio dell’architettura moderna in Italia.
Nordio elabora tra il 1926 e il 1928 un progetto che prevede la parziale demolizione dell’hangar 41, le cui fondazioni verranno utilizzate dal nuovo corpo di fabbrica, e la conservazione dell’hangar 42, tuttora esistente. Vista la sua particolare posizione lungo le Rive, poco distante dalla piazza dell’Unità, il prospetto principale assume un carattere monumentale
Il progetto viene approvato nel luglio 1928, dopo due anni di lavoro e ripetute richieste di modifiche estetiche della facciata e di variazione dei corpi centrali e dei prospetti laterali. Questi infatti sono ripensati dal progettista e caratterizzati da una lunga teoria di arcate, di cui è visibile l’elemento strutturale. Il molo Bersaglieri viene trasformato e modificato strutturalmente per consentire l’attracco dei transatlantici sulla nuova banchina a Sud e quello delle navi minori a Nord. Nell’aprile 1930 Nordio elabora i progetti per l’allestimento degli interni, in coerenza con una concezione del linguaggio architettonico quale linguaggio della buona qualità dell’opera, dalla configurazione generale fino ai minimi dettagli, e il 28 ottobre dello stesso anno la stazione marittima viene inaugurata. (Fonte: architetti.san.beniculturali.it e Wikipedia)

Trieste: Riva Nazario Sauro. Molo Bersaglieri. Stazione Marittima.

Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:

Gruppo Facebook Trieste di ieri e di oggi






L'immagine può contenere: notte, cielo, spazio all'aperto e acqua
Trieste: Riva Nazario Sauro. Molo Bersaglieri. Stazione Marittima.
Foto Paolo Carbonaio
Trieste: Riva Nazario Sauro. Molo Bersaglieri. Stazione Marittima.
Nel 1924 l’amministrazione dei Magazzini generali decide di costruire a Trieste una stazione marittima per navi passeggeri. Il Governo fascista inserisce questa costruzione tra le opere pubbliche di immediata esecuzione su progetto degli architetti triestini Giacomo Zamattio ed Umberto Nordio. L’area prescelta è quella occupata dai magazzini 41 e 42 (che, durante la dominazione asburgica, erano principalmente destinati a deposito dei vini di importazione dal Regno d’Italia)
Nel 1927 Zamattio muore lasciando la progettazione nelle mani di Nordio che rivede tutto l’edificio. Umberto Nordio risolve con felice risultato i problemi posti da tanti vincoli, sfruttando le caratteristiche del cemento armato che consentono l’eliminazione del secondo ordine di pilastri, semplificando il frontone che verrà completato ai lati dell’orologio da due grandi bassorilievi. La personale concezione dell’arte di Nordio portò lo stesso a curare direttamente l’estetica di ogni dettaglio dell’opera, ivi compresi i lampadari e le pavimentazioni.
Nel 1933 l’edificio viene riconosciuto da “Emporium”, celebre rivista italiana di arti e grafica, come una delle cinque opere che ha segnato l’inizio dell’architettura moderna in Italia.
Nordio elabora tra il 1926 e il 1928 un progetto che prevede la parziale demolizione dell’hangar 41, le cui fondazioni verranno utilizzate dal nuovo corpo di fabbrica, e la conservazione dell’hangar 42, tuttora esistente. Vista la sua particolare posizione lungo le Rive, poco distante dalla piazza dell’Unità, il prospetto principale assume un carattere monumentale
Il progetto viene approvato nel luglio 1928, dopo due anni di lavoro e ripetute richieste di modifiche estetiche della facciata e di variazione dei corpi centrali e dei prospetti laterali. Questi infatti sono ripensati dal progettista e caratterizzati da una lunga teoria di arcate, di cui è visibile l’elemento strutturale. Il molo Bersaglieri viene trasformato e modificato strutturalmente per consentire l’attracco dei transatlantici sulla nuova banchina a Sud e quello delle navi minori a Nord. Nell’aprile 1930 Nordio elabora i progetti per l’allestimento degli interni, in coerenza con una concezione del linguaggio architettonico quale linguaggio della buona qualità dell’opera, dalla configurazione generale fino ai minimi dettagli, e il 28 ottobre dello stesso anno la stazione marittima viene inaugurata. (Fonte: architetti.san.beniculturali.it e Wikipedia)

Trieste: Riva Nazario Sauro. Molo Bersaglieri. Stazione Marittima.

Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:

Gruppo Facebook Trieste di ieri e di oggi






L'immagine può contenere: notte, cielo e spazio all'aperto
Trieste: Riva Nazario Sauro. Molo Bersaglieri. Stazione Marittima.
Foto Paolo Carbonaio
Trieste: Riva Nazario Sauro. Molo Bersaglieri. Stazione Marittima.
Nel 1924 l’amministrazione dei Magazzini generali decide di costruire a Trieste una stazione marittima per navi passeggeri. Il Governo fascista inserisce questa costruzione tra le opere pubbliche di immediata esecuzione su progetto degli architetti triestini Giacomo Zamattio ed Umberto Nordio. L’area prescelta è quella occupata dai magazzini 41 e 42 (che, durante la dominazione asburgica, erano principalmente destinati a deposito dei vini di importazione dal Regno d’Italia)
Nel 1927 Zamattio muore lasciando la progettazione nelle mani di Nordio che rivede tutto l’edificio. Umberto Nordio risolve con felice risultato i problemi posti da tanti vincoli, sfruttando le caratteristiche del cemento armato che consentono l’eliminazione del secondo ordine di pilastri, semplificando il frontone che verrà completato ai lati dell’orologio da due grandi bassorilievi. La personale concezione dell’arte di Nordio portò lo stesso a curare direttamente l’estetica di ogni dettaglio dell’opera, ivi compresi i lampadari e le pavimentazioni.
Nel 1933 l’edificio viene riconosciuto da “Emporium”, celebre rivista italiana di arti e grafica, come una delle cinque opere che ha segnato l’inizio dell’architettura moderna in Italia.
Nordio elabora tra il 1926 e il 1928 un progetto che prevede la parziale demolizione dell’hangar 41, le cui fondazioni verranno utilizzate dal nuovo corpo di fabbrica, e la conservazione dell’hangar 42, tuttora esistente. Vista la sua particolare posizione lungo le Rive, poco distante dalla piazza dell’Unità, il prospetto principale assume un carattere monumentale
Il progetto viene approvato nel luglio 1928, dopo due anni di lavoro e ripetute richieste di modifiche estetiche della facciata e di variazione dei corpi centrali e dei prospetti laterali. Questi infatti sono ripensati dal progettista e caratterizzati da una lunga teoria di arcate, di cui è visibile l’elemento strutturale. Il molo Bersaglieri viene trasformato e modificato strutturalmente per consentire l’attracco dei transatlantici sulla nuova banchina a Sud e quello delle navi minori a Nord. Nell’aprile 1930 Nordio elabora i progetti per l’allestimento degli interni, in coerenza con una concezione del linguaggio architettonico quale linguaggio della buona qualità dell’opera, dalla configurazione generale fino ai minimi dettagli, e il 28 ottobre dello stesso anno la stazione marittima viene inaugurata. (Fonte: architetti.san.beniculturali.it e Wikipedia)

Trieste: Riva Nazario Sauro. Molo Bersaglieri. Stazione Marittima.

Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:

Gruppo Facebook Trieste di ieri e di oggi






L'immagine può contenere: cielo e spazio all'aperto
Trieste: Riva Nazario Sauro. Molo Bersaglieri. Stazione Marittima.
Foto Paolo Carbonaio
Trieste: Riva Nazario Sauro. Molo Bersaglieri. Stazione Marittima.
Nel 1924 l’amministrazione dei Magazzini generali decide di costruire a Trieste una stazione marittima per navi passeggeri. Il Governo fascista inserisce questa costruzione tra le opere pubbliche di immediata esecuzione su progetto degli architetti triestini Giacomo Zamattio ed Umberto Nordio. L’area prescelta è quella occupata dai magazzini 41 e 42 (che, durante la dominazione asburgica, erano principalmente destinati a deposito dei vini di importazione dal Regno d’Italia)
Nel 1927 Zamattio muore lasciando la progettazione nelle mani di Nordio che rivede tutto l’edificio. Umberto Nordio risolve con felice risultato i problemi posti da tanti vincoli, sfruttando le caratteristiche del cemento armato che consentono l’eliminazione del secondo ordine di pilastri, semplificando il frontone che verrà completato ai lati dell’orologio da due grandi bassorilievi. La personale concezione dell’arte di Nordio portò lo stesso a curare direttamente l’estetica di ogni dettaglio dell’opera, ivi compresi i lampadari e le pavimentazioni.
Nel 1933 l’edificio viene riconosciuto da “Emporium”, celebre rivista italiana di arti e grafica, come una delle cinque opere che ha segnato l’inizio dell’architettura moderna in Italia.
Nordio elabora tra il 1926 e il 1928 un progetto che prevede la parziale demolizione dell’hangar 41, le cui fondazioni verranno utilizzate dal nuovo corpo di fabbrica, e la conservazione dell’hangar 42, tuttora esistente. Vista la sua particolare posizione lungo le Rive, poco distante dalla piazza dell’Unità, il prospetto principale assume un carattere monumentale
Il progetto viene approvato nel luglio 1928, dopo due anni di lavoro e ripetute richieste di modifiche estetiche della facciata e di variazione dei corpi centrali e dei prospetti laterali. Questi infatti sono ripensati dal progettista e caratterizzati da una lunga teoria di arcate, di cui è visibile l’elemento strutturale. Il molo Bersaglieri viene trasformato e modificato strutturalmente per consentire l’attracco dei transatlantici sulla nuova banchina a Sud e quello delle navi minori a Nord. Nell’aprile 1930 Nordio elabora i progetti per l’allestimento degli interni, in coerenza con una concezione del linguaggio architettonico quale linguaggio della buona qualità dell’opera, dalla configurazione generale fino ai minimi dettagli, e il 28 ottobre dello stesso anno la stazione marittima viene inaugurata. (Fonte: architetti.san.beniculturali.it e Wikipedia)

Trieste: Riva Nazario Sauro. Molo Bersaglieri. Stazione Marittima.

Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:

Gruppo Facebook Trieste di ieri e di oggi






L'immagine può contenere: cielo, spazio all'aperto e acqua
Trieste: Riva Nazario Sauro. Molo Bersaglieri. Stazione Marittima.
Foto Paolo Carbonaio
Trieste: Riva Nazario Sauro. Molo Bersaglieri. Stazione Marittima.
Nel 1924 l’amministrazione dei Magazzini generali decide di costruire a Trieste una stazione marittima per navi passeggeri. Il Governo fascista inserisce questa costruzione tra le opere pubbliche di immediata esecuzione su progetto degli architetti triestini Giacomo Zamattio ed Umberto Nordio. L’area prescelta è quella occupata dai magazzini 41 e 42 (che, durante la dominazione asburgica, erano principalmente destinati a deposito dei vini di importazione dal Regno d’Italia)
Nel 1927 Zamattio muore lasciando la progettazione nelle mani di Nordio che rivede tutto l’edificio. Umberto Nordio risolve con felice risultato i problemi posti da tanti vincoli, sfruttando le caratteristiche del cemento armato che consentono l’eliminazione del secondo ordine di pilastri, semplificando il frontone che verrà completato ai lati dell’orologio da due grandi bassorilievi. La personale concezione dell’arte di Nordio portò lo stesso a curare direttamente l’estetica di ogni dettaglio dell’opera, ivi compresi i lampadari e le pavimentazioni.
Nel 1933 l’edificio viene riconosciuto da “Emporium”, celebre rivista italiana di arti e grafica, come una delle cinque opere che ha segnato l’inizio dell’architettura moderna in Italia.
Nordio elabora tra il 1926 e il 1928 un progetto che prevede la parziale demolizione dell’hangar 41, le cui fondazioni verranno utilizzate dal nuovo corpo di fabbrica, e la conservazione dell’hangar 42, tuttora esistente. Vista la sua particolare posizione lungo le Rive, poco distante dalla piazza dell’Unità, il prospetto principale assume un carattere monumentale
Il progetto viene approvato nel luglio 1928, dopo due anni di lavoro e ripetute richieste di modifiche estetiche della facciata e di variazione dei corpi centrali e dei prospetti laterali. Questi infatti sono ripensati dal progettista e caratterizzati da una lunga teoria di arcate, di cui è visibile l’elemento strutturale. Il molo Bersaglieri viene trasformato e modificato strutturalmente per consentire l’attracco dei transatlantici sulla nuova banchina a Sud e quello delle navi minori a Nord. Nell’aprile 1930 Nordio elabora i progetti per l’allestimento degli interni, in coerenza con una concezione del linguaggio architettonico quale linguaggio della buona qualità dell’opera, dalla configurazione generale fino ai minimi dettagli, e il 28 ottobre dello stesso anno la stazione marittima viene inaugurata. (Fonte: architetti.san.beniculturali.it e Wikipedia)

Trieste: Il Molo Audace e la Rosa dei Venti.

Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:

Gruppo Facebook Trieste di ieri e di oggi






L'immagine può contenere: oceano, acqua, cielo, spazio all'aperto e natura
Trieste: Il Molo Audace e la Rosa dei Venti.
Foto Paolo Carbonaio
Trieste: Il Molo Audace e la Rosa dei Venti.
Nel 1740, presso la riva, affondò la nave San Carlo e si utilizzò il relitto come base per la costruzione del molo che prese il nome della nave naufragata. Il molo separa il Bacino di San Giorgio dal Bacino di San Giusto del Porto Vecchio. All’inizio era più corto e misurava solamente 95 metri di lunghezza ed era unito alla riva tramite un ponte di legno. Nella seconda metà del 1700 fu allungato di 19 metri e nel 1860 di altri 132 metri, raggiungendo così la lunghezza di 246 metri. Il ponte fu poi eliminato, unendo il molo alla terraferma. Al molo San Carlo attraccavano navi passeggeri e mercantili. Il 3 novembre del 1918, terminata la Grande Guerra, la prima nave italiana ad entrare nel porto di Trieste e ad attraccare al molo San Carlo fu l’incrociatore Audace che così diede il suo nome al molo. Nel tempo, con lo spostamento dei traffici marittimi in altre zone del porto, il molo Audace perse progressivamente la sua funzione mercantile, ed oggi vi attraccano saltuariamente solo imbarcazioni di passaggio. Il molo è rimasto così un frequentato luogo di passeggio, una passerella protesa sul mare dall’indubbio fascino, che completa la passeggiata sulle rive ed in piazza Unità d’Italia. (da: wikipedia)
Una Rosa dei Venti in bronzo su una colonna di pietra bianca, è posta alla fine del Molo Audace per commemorare l’approdo, il 3 novembre 1918, dell’incrociatore Audace, prima nave italiana ad entrare nel porto di Trieste alla fine della Prima Guerra Mondiale, quando Trieste divenne Italiana. L’epigrafe al centro della Rosa recita: “Qui approdò la R. nave Audace prima col vessillo d’Italia – III NOVEMBRE MCMXVIII”

Trieste: Il Molo Audace e la Rosa dei Venti.

Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:

Gruppo Facebook Trieste di ieri e di oggi






L'immagine può contenere: una o più persone, oceano, cielo, nuvola, spazio all'aperto, acqua e natura
Trieste: Il Molo Audace e la Rosa dei Venti.
Foto Paolo Carbonaio
Trieste: Il Molo Audace e la Rosa dei Venti.
Nel 1740, presso la riva, affondò la nave San Carlo e si utilizzò il relitto come base per la costruzione del molo che prese il nome della nave naufragata. Il molo separa il Bacino di San Giorgio dal Bacino di San Giusto del Porto Vecchio. All’inizio era più corto e misurava solamente 95 metri di lunghezza ed era unito alla riva tramite un ponte di legno. Nella seconda metà del 1700 fu allungato di 19 metri e nel 1860 di altri 132 metri, raggiungendo così la lunghezza di 246 metri. Il ponte fu poi eliminato, unendo il molo alla terraferma. Al molo San Carlo attraccavano navi passeggeri e mercantili. Il 3 novembre del 1918, terminata la Grande Guerra, la prima nave italiana ad entrare nel porto di Trieste e ad attraccare al molo San Carlo fu l’incrociatore Audace che così diede il suo nome al molo. Nel tempo, con lo spostamento dei traffici marittimi in altre zone del porto, il molo Audace perse progressivamente la sua funzione mercantile, ed oggi vi attraccano saltuariamente solo imbarcazioni di passaggio. Il molo è rimasto così un frequentato luogo di passeggio, una passerella protesa sul mare dall’indubbio fascino, che completa la passeggiata sulle rive ed in piazza Unità d’Italia. (da: wikipedia)
Una Rosa dei Venti in bronzo su una colonna di pietra bianca, è posta alla fine del Molo Audace per commemorare l’approdo, il 3 novembre 1918, dell’incrociatore Audace, prima nave italiana ad entrare nel porto di Trieste alla fine della Prima Guerra Mondiale, quando Trieste divenne Italiana. L’epigrafe al centro della Rosa recita: “Qui approdò la R. nave Audace prima col vessillo d’Italia – III NOVEMBRE MCMXVIII”

Trieste: Il Molo Audace e la Rosa dei Venti.

Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:

Gruppo Facebook Trieste di ieri e di oggi






L'immagine può contenere: cielo, oceano e spazio all'aperto
Trieste: Il Molo Audace e la Rosa dei Venti.
Foto Paolo Carbonaio
Trieste: Il Molo Audace e la Rosa dei Venti.
Nel 1740, presso la riva, affondò la nave San Carlo e si utilizzò il relitto come base per la costruzione del molo che prese il nome della nave naufragata. Il molo separa il Bacino di San Giorgio dal Bacino di San Giusto del Porto Vecchio. All’inizio era più corto e misurava solamente 95 metri di lunghezza ed era unito alla riva tramite un ponte di legno. Nella seconda metà del 1700 fu allungato di 19 metri e nel 1860 di altri 132 metri, raggiungendo così la lunghezza di 246 metri. Il ponte fu poi eliminato, unendo il molo alla terraferma. Al molo San Carlo attraccavano navi passeggeri e mercantili. Il 3 novembre del 1918, terminata la Grande Guerra, la prima nave italiana ad entrare nel porto di Trieste e ad attraccare al molo San Carlo fu l’incrociatore Audace che così diede il suo nome al molo. Nel tempo, con lo spostamento dei traffici marittimi in altre zone del porto, il molo Audace perse progressivamente la sua funzione mercantile, ed oggi vi attraccano saltuariamente solo imbarcazioni di passaggio. Il molo è rimasto così un frequentato luogo di passeggio, una passerella protesa sul mare dall’indubbio fascino, che completa la passeggiata sulle rive ed in piazza Unità d’Italia. (da: wikipedia)
Una Rosa dei Venti in bronzo su una colonna di pietra bianca, è posta alla fine del Molo Audace per commemorare l’approdo, il 3 novembre 1918, dell’incrociatore Audace, prima nave italiana ad entrare nel porto di Trieste alla fine della Prima Guerra Mondiale, quando Trieste divenne Italiana. L’epigrafe al centro della Rosa recita: “Qui approdò la R. nave Audace prima col vessillo d’Italia – III NOVEMBRE MCMXVIII”

Faro Lanterna di Trieste

Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:

Gruppo Facebook Trieste di ieri e di oggi

 
 Faro Lanterna di Trieste

La Lanterna di Trieste si trova al Molo Fratelli Bandiera (già Molo Teresiano), vicino alla nuova Piscina Comunale e prima dell’ingresso al Porto Vecchio.

La costruzione del faro, le cui fondazioni poggiano su quello che una volta era lo Scoglio dello Zucco (fino a fine ‘700 staccato dalla terraferma), fu voluta dal governatore della città Carlo Zinzendorf, su progetto di Matteo Pertsch e doveva svolgere anche una funzione di vigilanza e difesa del Porto.

Alla base della Lanterna sorge una sorta di fortino, che per tipologia appartiene al tipo fortificatorio della torre casamattata per artiglieria a tracciato circolare, o torre massimiliana. Queste fortificazioni traggono il loro nome dalle torri costruite a Linz tra il 1831 ed il 1833 dall’arciduca Massimiliano, già in uso nelle costiere svedesi del tardo Seicento. La loro struttura massiccia e circolare le rendeva inespugnabili, e consentiva il controllo a 360°.

La Lanterna, alta quasi 35 metri, con una portata di una quindicina di miglia marine, entrò in funzione l’11 febbraio 1833. All’inizio si utilizzò olio combustibile, sostituito dal 1860 con il petrolio e successivamente con l’elettricità. Già ai tempi della Tergeste romana esisteva una sorta di faro nella stessa area in cui sorge la Lanterna, i cui ruderi, secondo le fonti, erano visibili fino al 1600. Dopo quella data vi sorse una cappella, dedicata a San Nicolò, attrezzata anche per la segnalazione notturna, funzione sostituita con l’edificazione di una nuova Lanterna, per volere di Maria Teresa d’Asburgo (Vienna, 1717 – Vienna, 1780), in uso fino al 1833, quando venne inaugurata l’attuale.

Dalla fine dell’Ottocento, un cannone posto alla sua base segnava, con una salva, il mezzogiorno. Agli inizi del Novecento sulla Lanterna veniva mostrata la pressione dell’aria con un indice mobile, regolato manualmente sui valori registrati dall’Osservatorio Marittimo. Per anni la Lanterna si presentò dipinta a strisce bianche e nere.

Con l’inaugurazione, nel 1927, del Faro della Vittoria, la Lanterna decadde dall’originaria funzione e il 25 novembre 1969 venne spenta definitivamente. Nel 1992 è stata restaurata dalla Lega Navale di Trieste, che ne ha fatto la propria sede. (g.c.)

Trieste – Porto Vecchio, i primi capannoni

Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:

Gruppo Facebook Trieste di ieri e di oggi


Porto Vecchio - I primi capannoni

Il Porto Vecchio d Trieste fu costruito per volontà dell’Impero Austro-ungarico tra il 1868 e il 1887 dopo una ampia fase progettuale che ebbe origine da un concorso bandito dal Governo di Vienna nel 1863.
Il Porto Vecchio copre un’area di circa 617.000 mq. Estendendosi dallo sbocco del Canale di Ponterosso all’abitato periferico di Barcola. L’area comprende 5 moli (0; I; II; III e IV), 3.100 metri di banchine, 23 grandi edifici tra hangar, magazzini ed altre strutture ed è protetto da una diga foranea. E’ altresì collegato con la vecchia ferrovia (1857). (Fonte: rete civica del Comune di Trieste)

Riva Carciotti (Oggi Tre Novembre), notturno


Riva Carciotti (Oggi Tre Novembre), notturno.

Riva Carciotti (Oggi Tre Novembre), notturno.
Foto collezione privata
Le Rive non sono solo dei luoghi caratteristici della città, ma dei punti nevralgici per il traffico sia veicolare che commerciale. Riva Carciotti prese il nome dall’omonimo bel palazzo neoclassico che Matteo Pertsch costruì per il commerciante greco Demetrio Carciotti i lavori iniziarono nel 1799 e furono conclusi nel 1805. Prima dell’allargamento e l’interramento del mare avvenuto nel 1906, la riva risultava molto stretta e si potevano vedere le imbarcazioni quasi a ridosso alle case.
In seguito la denominazione della riva venne mutata in “Riva III Novembre”a ricordo dello sbarco dei bersaglieri avvenuto il 3 novembre 1918
Sulla destra dopo il palazzo Carciotti, si trova il palazzo neoclassico già sede dell’ Hotel et de la Ville, progettato da Giovanni Degasperi, inaugurato il 1 giugno 1841, con il nome di Albergo principe di Metternich, nel’48 un gruppo di rivoltosi distrusse l’insegna ritenendo il nome, un simbolo dell’impero e in quell’occasione cambiò in Hotel de la Ville. In questo albergo fu installato il primo ascensore della città 1884 e fu il primo ad essere dotato di riscaldamento centralizzato. Rimase in esercizio fino al 1975. Segue la chiesa dedicata alla SS. Trinità ed a San Nicolò di rito greco-ortodosso consacrata il 18 febbraio 1787 . La facciata fu successivamente abbellita ad opera dell’architetto Matteo Pertsch nel periodo 1818-1821.
——-
CORSO CAVOUR già “via della Stazione” divenne nel 1919 “Corso Cavour” a ricordo del noto statista piemontese: Camillo Benso conte di Cavour (Torino 1810 – ivi 1861). Ufficiale del genio (1827-31), fece il suo ingresso in politica nel 1847, fondando il giornale Il Risorgimento. Deputato, fu più volte ministro (1850, 1851) e presidente del consiglio (1852). Nel 1860 assunse il pieno controllo diplomatico dell’impresa garibaldina. Inoltre gettò poi le premesse di un’azione volta a sanare i rapporti tra Stato e Chiesa ma morì prima di essere riuscito a portarla a compimento. Fu ospite a Trieste della famiglia Morpurgo dal 17 al 21 aprile 1836.
——-
RIVA DEL MANDRACCHIO – (mandrakion dal greco piccolo recinto) da Piazza Unità d’Italia a Riva Nazario Sauro, il toponimo deriva dal nome dell’antico porto di Trieste, interrato nel 1863 e corrispondente alla metà, lato mare, della piazza Unità. Dal 1865 si inizia a costruire la riva a cui viene dato il nome nel 1883.        (M. Tauceri)

Molo San Carlo, Riva Carciotti,1910


Molo San Carlo, Riva Carciotti,1910-1

Molo San Carlo, Riva Carciotti,1910
Le Rive non sono solo dei luoghi caratteristici della città, ma dei punti nevralgici per il traffico sia veicolare che commerciale. Riva Carciotti prese il nome dall’omonimo bel palazzo neoclassico che Matteo Pertsch costruì per il commerciante greco Demetrio Carciotti i lavori iniziarono nel 1799 e furono conclusi nel 1805. Prima dell’allargamento e l’interramento del mare avvenuto nel 1906, la riva risultava molto stretta e si potevano vedere le imbarcazioni quasi a ridosso alle case.
In seguito la denominazione della riva venne mutata in “Riva III Novembre”a ricordo dello sbarco dei bersaglieri avvenuto il 3 novembre 1918
Sulla destra dopo il palazzo Carciotti, si trova il palazzo neoclassico già sede dell’ Hotel et de la Ville, progettato da Giovanni Degasperi, inaugurato il 1 giugno 1841, con il nome di Albergo principe di Metternich, nel’48 un gruppo di rivoltosi distrusse l’insegna ritenendo il nome, un simbolo dell’impero e in quell’occasione cambiò in Hotel de la Ville. In questo albergo fu installato il primo ascensore della città 1884 e fu il primo ad essere dotato di riscaldamento centralizzato. Rimase in esercizio fino al 1975. Segue la chiesa dedicata alla SS. Trinità ed a San Nicolò di rito greco-ortodosso consacrata il 18 febbraio 1787 . La facciata fu successivamente abbellita ad opera dell’architetto Matteo Pertsch nel periodo 1818-1821.
——-
CORSO CAVOUR già “via della Stazione” divenne nel 1919 “Corso Cavour” a ricordo del noto statista piemontese: Camillo Benso conte di Cavour (Torino 1810 – ivi 1861). Ufficiale del genio (1827-31), fece il suo ingresso in politica nel 1847, fondando il giornale Il Risorgimento. Deputato, fu più volte ministro (1850, 1851) e presidente del consiglio (1852). Nel 1860 assunse il pieno controllo diplomatico dell’impresa garibaldina. Inoltre gettò poi le premesse di un’azione volta a sanare i rapporti tra Stato e Chiesa ma morì prima di essere riuscito a portarla a compimento. Fu ospite a Trieste della famiglia Morpurgo dal 17 al 21 aprile 1836.
——-
RIVA DEL MANDRACCHIO – (mandrakion dal greco piccolo recinto) da Piazza Unità d’Italia a Riva Nazario Sauro, il toponimo deriva dal nome dell’antico porto di Trieste, interrato nel 1863 e corrispondente alla metà, lato mare, della piazza Unità. Dal 1865 si inizia a costruire la riva a cui viene dato il nome nel 1883.        (M. Tauceri)

I traghettatori per il bagno galleggiante Maria


I traghettatori per il bagno galleggiante Maria

I traghettatori per il bagno galleggiante Maria
F.to Antonio Paladini
Due parole su questo straordinario “Bagno”. Il costruttore Edoardo Strudthoff volle iniziare i lavori dello Stabilimento Tecnico Triestino aperto nel 1857, con la costruzione dello “Stabilimento Balneare Maria”, il varo avvenne il 15 maggio 1858 nel cantiere di San Rocco, la costruzione fu rimorchiata nella rada di trieste, di fronte all’Hotel de la Ville e immediatamente messa in funzione. Il disegno a tempera dell’avvenimento è conservato al Museo Scaramangà di via Filzi. La struttura in ferro fusa da Ferrari e Chiozza, su progetto era dell’ing. Lorenzo Furian era larga circa 50 metri per 27, poggiava su una serie di tubi di ferro che formavano dei cassoni che ne permettevano il galeggiamento, tutt’intorno erano sistemate le cabine di legno. L’insieme era forte e resistente alle intemperie, ma allo stesso tempo molto elegante e arredato con lusso, c’erano due zone divise, una riservata agli uomini e una alle donne, aveva un ampio terrazzo, una sala e un caffè, i bagnanti avevano a disposizione il personale d’istruzione per il nuoto e la ginnastica. Dopo l’apertura della ferrovia, arrivarono forestieri soprattutto dalla Germania, Stiria e Carinzia, per approfittare dei benefici dei bagni di mare. Nel periodo invernale veniva rimorchiato in una zona riparata della Sacchetta. Resistette per molti anni, risulta ancora attivo nel 1911 anche se già corroso dalla salsedine.
(M. Tauceri)

Le Rive non sono solo dei luoghi caratteristici della città, ma dei punti nevralgici per il traffico sia veicolare che commerciale. Riva Carciotti prese il nome dall’omonimo bel palazzo neoclassico che Matteo Pertsch costruì per il commerciante greco Demetrio Carciotti i lavori iniziarono nel 1799 e furono conclusi nel 1805. Prima dell’allargamento e l’interramento del mare avvenuto nel 1906, la riva risultava molto stretta e si potevano vedere le imbarcazioni quasi a ridosso alle case.
In seguito la denominazione della riva venne mutata in “Riva III Novembre”a ricordo dello sbarco dei bersaglieri avvenuto il 3 novembre 1918
Sulla destra dopo il palazzo Carciotti, si trova il palazzo neoclassico già sede dell’ Hotel et de la Ville, progettato da Giovanni Degasperi, inaugurato il 1 giugno 1841, con il nome di Albergo principe di Metternich, nel’48 un gruppo di rivoltosi distrusse l’insegna ritenendo il nome, un simbolo dell’impero e in quell’occasione cambiò in Hotel de la Ville. In questo albergo fu installato il primo ascensore della città 1884 e fu il primo ad essere dotato di riscaldamento centralizzato. Rimase in esercizio fino al 1975. Segue la chiesa dedicata alla SS. Trinità ed a San Nicolò di rito greco-ortodosso consacrata il 18 febbraio 1787 . La facciata fu successivamente abbellita ad opera dell’architetto Matteo Pertsch nel periodo 1818-1821.
——-
CORSO CAVOUR già “via della Stazione” divenne nel 1919 “Corso Cavour” a ricordo del noto statista piemontese: Camillo Benso conte di Cavour (Torino 1810 – ivi 1861). Ufficiale del genio (1827-31), fece il suo ingresso in politica nel 1847, fondando il giornale Il Risorgimento. Deputato, fu più volte ministro (1850, 1851) e presidente del consiglio (1852). Nel 1860 assunse il pieno controllo diplomatico dell’impresa garibaldina. Inoltre gettò poi le premesse di un’azione volta a sanare i rapporti tra Stato e Chiesa ma morì prima di essere riuscito a portarla a compimento. Fu ospite a Trieste della famiglia Morpurgo dal 17 al 21 aprile 1836.
——-
RIVA DEL MANDRACCHIO – (mandrakion dal greco piccolo recinto) da Piazza Unità d’Italia a Riva Nazario Sauro, il toponimo deriva dal nome dell’antico porto di Trieste, interrato nel 1863 e corrispondente alla metà, lato mare, della piazza Unità. Dal 1865 si inizia a costruire la riva a cui viene dato il nome nel 1883.        (M. Tauceri)

Le Rive,1880,l’Hotel de la Ville… e il Bagno (galleggiante) Maria


1880, l’Hotel de la Ville… e il Bagno (galleggiante) Maria.

Le Rive,1880, l’Hotel de la Ville… e il Bagno (galleggiante) Maria
Le Rive non sono solo dei luoghi caratteristici della città, ma dei punti nevralgici per il traffico sia veicolare che commerciale. Riva Carciotti prese il nome dall’omonimo bel palazzo neoclassico che Matteo Pertsch costruì per il commerciante greco Demetrio Carciotti i lavori iniziarono nel 1799 e furono conclusi nel 1805. Prima dell’allargamento e l’interramento del mare avvenuto nel 1906, la riva risultava molto stretta e si potevano vedere le imbarcazioni quasi a ridosso alle case.
In seguito la denominazione della riva venne mutata in “Riva III Novembre”a ricordo dello sbarco dei bersaglieri avvenuto il 3 novembre 1918
Sulla destra dopo il palazzo Carciotti, si trova il palazzo neoclassico già sede dell’ Hotel et de la Ville, progettato da Giovanni Degasperi, inaugurato il 1 giugno 1841, con il nome di Albergo principe di Metternich, nel’48 un gruppo di rivoltosi distrusse l’insegna ritenendo il nome, un simbolo dell’impero e in quell’occasione cambiò in Hotel de la Ville. In questo albergo fu installato il primo ascensore della città 1884 e fu il primo ad essere dotato di riscaldamento centralizzato. Rimase in esercizio fino al 1975. Segue la chiesa dedicata alla SS. Trinità ed a San Nicolò di rito greco-ortodosso consacrata il 18 febbraio 1787 . La facciata fu successivamente abbellita ad opera dell’architetto Matteo Pertsch nel periodo 1818-1821.
——-
CORSO CAVOUR già “via della Stazione” divenne nel 1919 “Corso Cavour” a ricordo del noto statista piemontese: Camillo Benso conte di Cavour (Torino 1810 – ivi 1861). Ufficiale del genio (1827-31), fece il suo ingresso in politica nel 1847, fondando il giornale Il Risorgimento. Deputato, fu più volte ministro (1850, 1851) e presidente del consiglio (1852). Nel 1860 assunse il pieno controllo diplomatico dell’impresa garibaldina. Inoltre gettò poi le premesse di un’azione volta a sanare i rapporti tra Stato e Chiesa ma morì prima di essere riuscito a portarla a compimento. Fu ospite a Trieste della famiglia Morpurgo dal 17 al 21 aprile 1836.
——-
RIVA DEL MANDRACCHIO – (mandrakion dal greco piccolo recinto) da Piazza Unità d’Italia a Riva Nazario Sauro, il toponimo deriva dal nome dell’antico porto di Trieste, interrato nel 1863 e corrispondente alla metà, lato mare, della piazza Unità. Dal 1865 si inizia a costruire la riva a cui viene dato il nome nel 1883.        (M. Tauceri)

Riva Tre Novembre (già riva Carciotti) e Corso Cavour


Riva Tre Novembre (già riva Carciotti)

Le Rive agli inizi del Novecento

Le Rive non sono solo dei luoghi caratteristici della città, ma dei punti nevralgici per il traffico sia veicolare che commerciale. Riva Carciotti prese il nome dall’omonimo bel palazzo neoclassico che Matteo Pertsch costruì per il commerciante greco Demetrio Carciotti i lavori iniziarono nel 1799 e furono conclusi nel 1805. Prima dell’allargamento e l’interramento del mare avvenuto nel 1906, la riva risultava molto stretta e si potevano vedere le imbarcazioni quasi a ridosso alle case.
In seguito la denominazione della riva venne mutata in “Riva III Novembre”a ricordo dello sbarco dei bersaglieri avvenuto il 3 novembre 1918
Sulla destra dopo il palazzo Carciotti, si trova il palazzo neoclassico già sede dell’ Hotel et de la Ville, progettato da Giovanni Degasperi, inaugurato il 1 giugno 1841, con il nome di Albergo principe di Metternich, nel’48 un gruppo di rivoltosi distrusse l’insegna ritenendo il nome, un simbolo dell’impero e in quell’occasione cambiò in Hotel de la Ville. In questo albergo fu installato il primo ascensore della città 1884 e fu il primo ad essere dotato di riscaldamento centralizzato. Rimase in esercizio fino al 1975. Segue la chiesa dedicata alla SS. Trinità ed a San Nicolò di rito greco-ortodosso consacrata il 18 febbraio 1787 . La facciata fu successivamente abbellita ad opera dell’architetto Matteo Pertsch nel periodo 1818-1821.
——-
CORSO CAVOUR già “via della Stazione” divenne nel 1919 “Corso Cavour” a ricordo del noto statista piemontese: Camillo Benso conte di Cavour (Torino 1810 – ivi 1861). Ufficiale del genio (1827-31), fece il suo ingresso in politica nel 1847, fondando il giornale Il Risorgimento. Deputato, fu più volte ministro (1850, 1851) e presidente del consiglio (1852). Nel 1860 assunse il pieno controllo diplomatico dell’impresa garibaldina. Inoltre gettò poi le premesse di un’azione volta a sanare i rapporti tra Stato e Chiesa ma morì prima di essere riuscito a portarla a compimento. Fu ospite a Trieste della famiglia Morpurgo dal 17 al 21 aprile 1836.
——-
RIVA DEL MANDRACCHIO – (mandrakion dal greco piccolo recinto) da Piazza Unità d’Italia a Riva Nazario Sauro, il toponimo deriva dal nome dell’antico porto di Trieste, interrato nel 1863 e corrispondente alla metà, lato mare, della piazza Unità. Dal 1865 si inizia a costruire la riva a cui viene dato il nome nel 1883. (M. Tauceri)

Riva Tre Novembre (già riva Carciotti)


Riva Tre Novembre (già riva Carciotti)

Le Rive agli inizi del Novecento

Le Rive non sono solo dei luoghi caratteristici della città, ma dei punti nevralgici per il traffico sia veicolare che commerciale. Riva Carciotti prese il nome dall’omonimo bel palazzo neoclassico che Matteo Pertsch costruì per il commerciante greco Demetrio Carciotti i lavori iniziarono nel 1799 e furono conclusi nel 1805. Prima dell’allargamento e l’interramento del mare avvenuto nel 1906, la riva risultava molto stretta e si potevano vedere le imbarcazioni quasi a ridosso alle case.
In seguito la denominazione della riva venne mutata in “Riva III Novembre”a ricordo dello sbarco dei bersaglieri avvenuto il 3 novembre 1918
Sulla destra dopo il palazzo Carciotti, si trova il palazzo neoclassico già sede dell’ Hotel et de la Ville, progettato da Giovanni Degasperi, inaugurato il 1 giugno 1841, con il nome di Albergo principe di Metternich, nel’48 un gruppo di rivoltosi distrusse l’insegna ritenendo il nome, un simbolo dell’impero e in quell’occasione cambiò in Hotel de la Ville. In questo albergo fu installato il primo ascensore della città 1884 e fu il primo ad essere dotato di riscaldamento centralizzato. Rimase in esercizio fino al 1975. Segue la chiesa dedicata alla SS. Trinità ed a San Nicolò di rito greco-ortodosso consacrata il 18 febbraio 1787 . La facciata fu successivamente abbellita ad opera dell’architetto Matteo Pertsch nel periodo 1818-1821.
——-
CORSO CAVOUR già “via della Stazione” divenne nel 1919 “Corso Cavour” a ricordo del noto statista piemontese: Camillo Benso conte di Cavour (Torino 1810 – ivi 1861). Ufficiale del genio (1827-31), fece il suo ingresso in politica nel 1847, fondando il giornale Il Risorgimento. Deputato, fu più volte ministro (1850, 1851) e presidente del consiglio (1852). Nel 1860 assunse il pieno controllo diplomatico dell’impresa garibaldina. Inoltre gettò poi le premesse di un’azione volta a sanare i rapporti tra Stato e Chiesa ma morì prima di essere riuscito a portarla a compimento. Fu ospite a Trieste della famiglia Morpurgo dal 17 al 21 aprile 1836.
——-
RIVA DEL MANDRACCHIO – (mandrakion dal greco piccolo recinto) da Piazza Unità d’Italia a Riva Nazario Sauro, il toponimo deriva dal nome dell’antico porto di Trieste, interrato nel 1863 e corrispondente alla metà, lato mare, della piazza Unità. Dal 1865 si inizia a costruire la riva a cui viene dato il nome nel 1883. (M. Tauceri)