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Giovanni Zangrando, Trieste dal mare con Palazzo Carciotti
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Canal Grande, acquaforte. Sullo sfondo la primitiva chiesa di Sant'Antonio.
Canal Grande: Il Canal Grande di Trieste è un canale navigabile che si trova nel cuore del Borgo Teresiano, in pieno centro città, a metà strada circa tra la stazione ferroviaria e piazza Unità d’Italia, con imboccatura dal bacino di San Giorgio del Porto Vecchio.
Fu realizzato nel 1754-1756 dal veneziano Matteo Pirona, scavando ulteriormente il collettore principale delle saline, quando queste vennero interrate per permettere lo sviluppo urbanistico della città all’esterno delle mura. È stato costruito affinché le imbarcazioni potessero giungere direttamente sino al centro della città per scaricare e caricare le loro merci.
Nella sua conformazione iniziale, il canale era più lungo di come si presenta oggi, ed arrivava sino a lambire la chiesa di Sant’Antonio. La parte terminale del canale è stata infatti interrata nel 1934, con le macerie derivanti dalla demolizione della città vecchia, ricavando così l’attuale piazza Sant’Antonio. Nell’interramento si dice che sia stata sepolta anche una piccola nave che si trovava lì ormeggiata in avaria ed abbandono dalla fine della guerra sebbene dalle fotografie dell’epoca, ritraenti i lavori di interramento, non si scorga alcuno scafo.
Piazza San Antonio Nuovo: Il piazzale antistante la chiesa di S. Antonio Taumaturgo (architetto Pietro Nobile, 1828-1849), sempre così chiamato dalla tradizione popolare, venne ufficializzato in «piazza S. Antonio» il 28 marzo 1919, con delibera della Giunta Municipale. A quell’epoca il piazzale copriva un’area pari a circa la metà di quella attuale, estendendosi il Canal Grande fino all’altezza dell’attuale Caffè Stella Polare. La parte terminale del canale venne interrata nel 1934, essendo riempita con i detriti provenienti dalle demolizioni di Cittavecchia. La piazza, abbellita dalla fontana ancora esistente, ebbe nuova denominazione di piazza Umberto I il 16 febbraio 1935. Nel 1944 numero 498 venne soppressa questa intitolazione e venne sostituita con quella di piazza S. Antonio Nuovo, una denominazione per distinguerla dalla chiesa della Beata Vergine del Soccorso vulgo S. Antonio Vecchio di piazza Lipsia (oggi piazza Hortis). Già nel 1827 l’architetto Pietro Nobile parlava della chiesa di S. Antonio «nuovissimo» che stava per sorgere.
Chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo: chiamata comunemente chiesa di Sant’Antonio Nuovo, è il principale edificio religioso del Borgo Teresiano e del centro di Trieste, situata nell’omonima piazza, a ridosso del Canale Grande.
Il progetto della chiesa risale al 1808, ma i lavori cominciarono solo nel 1825. La facciata dell’edificio è caratterizzata da sei colonne ioniche. Sempre sulla facciata principale, nell’attico, sono presenti sei statue scolpite da Francesco Bosa nel 1842, raffiguranti san Giusto, san Sergio, san Servolo, san Mauro, sant’Eufemia e santa Tecla. Fino alla meta del Settecento, al suo posto sorgeva una cappella privata dedicata all’Annunciazione. Dopo la concessione da parte di Antonio Rossetti di rendere l’accesso alla cappella pubblico, essa divenne insufficiente dato il grande afflusso dei credenti. Così fu deciso di innalzare una chiesa più grande, in stile barocco dedicata a Sant’Antonio Nuovo. Attorno al 1771 si completò questa struttura, ma ben presto anche questa divenne troppo piccola.
Nel 1808, diversi architetti progettarono un’alternativa alla chiesa di Sant’Antonio Nuovo. Vinse il concorso il progetto neoclassico dell’architetto svizzero Pietro Nobile. Tuttavia, la consacrazione dell’imponente chiesa (92 x 28 m.) si ebbe solo nel 1849. tempo è stata sottoposta a ripetuti interventi di restauro, specie degli interni (restauro dell’affresco di S. Santi sul catino dell’abside, 1985) e della cupola (1987). È stata ufficialmente intavolata a favore del Comune di Trieste su richiesta del Consiglio Comunale d.d. 30.6.1987. Il nuovo altare marmoreo è opera dell’architetto A. Guacci (consacrato 13.6.1988), mentre la nuova statua di San Sergio che è andata a sostituire sull’attico quella distrutta nel 1976 è stata eseguita su disegno dell’architetto L. Pavan.
Testi da: Wikipedia; E. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989; S. Rutteri, Trieste, Storia ed Arte tra Vie e Piazze. Trieste 1981.
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Canal Grande con piazza e vecchia chiesa di Sant’Antonio, demolita nel 1827
Piazza San Antonio Nuovo: Il piazzale antistante la chiesa di S. Antonio Taumaturgo (architetto Pietro Nobile, 1828-1849), sempre così chiamato dalla tradizione popolare, venne ufficializzato in «piazza S. Antonio» il 28 marzo 1919, con delibera della Giunta Municipale. A quell’epoca il piazzale copriva un’area pari a circa la metà di quella attuale, estendendosi il Canal Grande fino all’altezza dell’attuale Caffè Stella Polare. La parte terminale del canale venne interrata nel 1934, essendo riempita con i detriti provenienti dalle demolizioni di Cittavecchia. La piazza, abbellita dalla fontana ancora esistente, ebbe nuova denominazione di piazza Umberto I il 16 febbraio 1935. Nel 1944 numero 498 venne soppressa questa intitolazione e venne sostituita con quella di piazza S. Antonio Nuovo, una denominazione per distinguerla dalla chiesa della Beata Vergine del Soccorso vulgo S. Antonio Vecchio di piazza Lipsia (oggi piazza Hortis). Già nel 1827 l’architetto Pietro Nobile parlava della chiesa di S. Antonio «nuovissimo» che stava per sorgere.
Chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo: chiamata comunemente chiesa di Sant’Antonio Nuovo, è il principale edificio religioso del Borgo Teresiano e del centro di Trieste, situata nell’omonima piazza, a ridosso del Canale Grande.
Il progetto della chiesa risale al 1808, ma i lavori cominciarono solo nel 1825. La facciata dell’edificio è caratterizzata da sei colonne ioniche. Sempre sulla facciata principale, nell’attico, sono presenti sei statue scolpite da Francesco Bosa nel 1842, raffiguranti san Giusto, san Sergio, san Servolo, san Mauro, sant’Eufemia e santa Tecla. Fino alla meta del Settecento, al suo posto sorgeva una cappella privata dedicata all’Annunciazione. Dopo la concessione da parte di Antonio Rossetti di rendere l’accesso alla cappella pubblico, essa divenne insufficiente dato il grande afflusso dei credenti. Così fu deciso di innalzare una chiesa più grande, in stile barocco dedicata a Sant’Antonio Nuovo. Attorno al 1771 si completò questa struttura, ma ben presto anche questa divenne troppo piccola.
Nel 1808, diversi architetti progettarono un’alternativa alla chiesa di Sant’Antonio Nuovo. Vinse il concorso il progetto neoclassico dell’architetto svizzero Pietro Nobile. Tuttavia, la consacrazione dell’imponente chiesa (92 x 28 m.) si ebbe solo nel 1849. tempo è stata sottoposta a ripetuti interventi di restauro, specie degli interni (restauro dell’affresco di S. Santi sul catino dell’abside, 1985) e della cupola (1987). È stata ufficialmente intavolata a favore del Comune di Trieste su richiesta del Consiglio Comunale d.d. 30.6.1987. Il nuovo altare marmoreo è opera dell’architetto A. Guacci (consacrato 13.6.1988), mentre la nuova statua di San Sergio che è andata a sostituire sull’attico quella distrutta nel 1976 è stata eseguita su disegno dell’architetto L. Pavan.
Canal Grande: Il Canal Grande di Trieste è un canale navigabile che si trova nel cuore del Borgo Teresiano, in pieno centro città, a metà strada circa tra la stazione ferroviaria e piazza Unità d’Italia, con imboccatura dal bacino di San Giorgio del Porto Vecchio.
Fu realizzato nel 1754-1756 dal veneziano Matteo Pirona, scavando ulteriormente il collettore principale delle saline, quando queste vennero interrate per permettere lo sviluppo urbanistico della città all’esterno delle mura. È stato costruito affinché le imbarcazioni potessero giungere direttamente sino al centro della città per scaricare e caricare le loro merci.
Nella sua conformazione iniziale, il canale era più lungo di come si presenta oggi, ed arrivava sino a lambire la chiesa di Sant’Antonio. La parte terminale del canale è stata infatti interrata nel 1934, con le macerie derivanti dalla demolizione della città vecchia, ricavando così l’attuale piazza Sant’Antonio. Nell’interramento si dice che sia stata sepolta anche una piccola nave che si trovava lì ormeggiata in avaria ed abbandono dalla fine della guerra sebbene dalle fotografie dell’epoca, ritraenti i lavori di interramento, non si scorga alcuno scafo.
Testi da: Wikipedia; E. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989; S. Rutteri, Trieste, Storia ed Arte tra Vie e Piazze. Trieste 1981.
Riva Carciotti (Oggi Tre Novembre), notturno. Foto collezione privata
Teatro Verdi, lato mare, inizi del Novecento
Riva Carciotti,1905
Molo San Carlo, Riva Carciotti,1910
Le Rive, 1902
Anni 40 - Riva 3 novembre - Grande Albergo & della Città
I traghettatori per il bagno galleggiante Maria F.to Antonio Paladini
Il Bagno (galleggiante) Maria
Il Bagno (galleggiante) Maria - Foto collezione privata
Le Rive,1880, l’Hotel de la Ville… e il Bagno (galleggiante) Maria
Le Rive, 1898 Francesco Benque - Mcsa
Riva Carciotti prima dell'imbonimento
Riva Carciotti
Le Rive con Palazzo Carciotti sulla sinistra.
Riva tre Novembre, già Riva Carciotti
Riva Carciotti 1905
Riva Carciotti dopo l'imbonimento
Corso Vittorio Emanuele III
Al centro due case superstiti in attesa di venir demolite per far posto al palazzo delle Assicurazioni Generali, tutt’intorno è visibile lo stato avanzato delle demolizioni, non è stata ancora abbattuto l’edificio sul cui spigolo è rappresentata la torre di Riborgo, in quella zona verrà costruito il grattacielo in mattoni rossi o casa Cerniz. In fondo il palazzo che fu sede della scuola popolare e cittadina di Città vecchia, in seguito intitolata a Felice Venezian, più a destra, le case del ghetto e la scola israelitica che saranno demoliti fra poco. Lungo il Corso son segnate con il colore bianco le tracce dei marciapiedi e delle strisce pedonali. (M. Tauceri)
Foto collezione privata.
Veduta di Trieste da Roiano, incisione colorata
“Prospetto vero del porto e della città di Trieste“, esibito da Alberto Carlo Seutter, geografo di sua Maestà Cesarea, in Augspurg”. Stampa, 50 X 60 cm, colorata a mano, 1755.
Le Rive agli inizi del Novecento
Le Rive agli inizi del Novecento
Alberto Rieger (Trieste, 1834 - Vienna, 1905), Teatro Armonia, litografia.
L’imponente edificio galleggiante venne costruito nel 1858 su disegno dell’ingegner Lorenzo Furian presso le officine Strudthoff. Furian progettò uno stabilimento analogo per Portorose (anch’esso immortalato da Rieger in una litografia dal titolo “Bagno marittimo e villeggiatura di S. Lorenzo in Porto-Rose”).
Il “bagno galleggiante Maria”, costruito in legno, era attraccato nel centro del porto, di fronte all’Hotel de la Ville, era in grado di accogliere duecento persone, lungo 50 metri e largo 26 era dotato di cento camerini, di una caffetteria e di due piscine: una per gli uomini, l’altra per le donne ed i bambini. Sembra sia stato distrutto da una tempesta nel 1911.
Rieger nasce a Trieste nel 1834. Formatosi presso lo studio del padre Giuseppe, entra all’Accademia di Belle Arti di Venezia su sostegno economico del barone Pasquale Revoltella. Risiede a Trieste sino al 1870 dove tiene bottega, come buona parte dei pittori austriaci residenti nella città di Trieste, in quegli anni.
Si dedicò prevalentemente alle vedute cittadine e di paesaggio, anche a volo d’uccello, non prive di qualche fantasioso inserimento, sapendo ben cogliere gli angoli più suggestivi del territorio. Le sue opere verranno sovente riprodotte in edizioni litografiche di grande tiratura.
Alberto Rieger (Trieste, 1834 - Vienna, 1905), Piazza Cavana, 1863.
L’imponente edificio galleggiante venne costruito nel 1858 su disegno dell’ingegner Lorenzo Furian presso le officine Strudthoff. Furian progettò uno stabilimento analogo per Portorose (anch’esso immortalato da Rieger in una litografia dal titolo “Bagno marittimo e villeggiatura di S. Lorenzo in Porto-Rose”).
Il “bagno galleggiante Maria”, costruito in legno, era attraccato nel centro del porto, di fronte all’Hotel de la Ville, era in grado di accogliere duecento persone, lungo 50 metri e largo 26 era dotato di cento camerini, di una caffetteria e di due piscine: una per gli uomini, l’altra per le donne ed i bambini. Sembra sia stato distrutto da una tempesta nel 1911.
Rieger nasce a Trieste nel 1834. Formatosi presso lo studio del padre Giuseppe, entra all’Accademia di Belle Arti di Venezia su sostegno economico del barone Pasquale Revoltella. Risiede a Trieste sino al 1870 dove tiene bottega, come buona parte dei pittori austriaci residenti nella città di Trieste, in quegli anni.
Si dedicò prevalentemente alle vedute cittadine e di paesaggio, anche a volo d’uccello, non prive di qualche fantasioso inserimento, sapendo ben cogliere gli angoli più suggestivi del territorio. Le sue opere verranno sovente riprodotte in edizioni litografiche di grande tiratura.
Alberto Rieger (Trieste, 1834 - Vienna, 1905), Stabilimento Balneare Maria , litografia, 1858.
L’imponente edificio galleggiante venne costruito nel 1858 su disegno dell’ingegner Lorenzo Furian presso le officine Strudthoff. Furian progettò uno stabilimento analogo per Portorose (anch’esso immortalato da Rieger in una litografia dal titolo “Bagno marittimo e villeggiatura di S. Lorenzo in Porto-Rose”).
Il “bagno galleggiante Maria”, costruito in legno, era attraccato nel centro del porto, di fronte all’Hotel de la Ville, era in grado di accogliere duecento persone, lungo 50 metri e largo 26 era dotato di cento camerini, di una caffetteria e di due piscine: una per gli uomini, l’altra per le donne ed i bambini. Sembra sia stato distrutto da una tempesta nel 1911.
Rieger nasce a Trieste nel 1834. Formatosi presso lo studio del padre Giuseppe, entra all’Accademia di Belle Arti di Venezia su sostegno economico del barone Pasquale Revoltella. Risiede a Trieste sino al 1870 dove tiene bottega, come buona parte dei pittori austriaci residenti nella città di Trieste, in quegli anni.
Si dedicò prevalentemente alle vedute cittadine e di paesaggio, anche a volo d’uccello, non prive di qualche fantasioso inserimento, sapendo ben cogliere gli angoli più suggestivi del territorio. Le sue opere verranno sovente riprodotte in edizioni litografiche di grande tiratura.
Alberto Rieger (Trieste, 1834 - Vienna, 1905), La baia di Trieste, 1859.
Rieger nasce a Trieste nel 1834. Formatosi presso lo studio del padre Giuseppe, entra all’Accademia di Belle Arti di Venezia su sostegno economico del barone Pasquale Revoltella. Risiede a Trieste sino al 1870 dove tiene bottega, come buona parte dei pittori austriaci residenti nella città di Trieste, in quegli anni.
Si dedicò prevalentemente alle vedute cittadine e di paesaggio, anche a volo d’uccello, non prive di qualche fantasioso inserimento, sapendo ben cogliere gli angoli più suggestivi del territorio. Le sue opere verranno sovente riprodotte in edizioni litografiche di grande tiratura.
Alberto Rieger (Trieste, 1834 - Vienna, 1905), Veduta aerea di Trieste, cromolitografia, 1865.
Rieger nasce a Trieste nel 1834. Formatosi presso lo studio del padre Giuseppe, entra all’Accademia di Belle Arti di Venezia su sostegno economico del barone Pasquale Revoltella. Risiede a Trieste sino al 1870 dove tiene bottega, come buona parte dei pittori austriaci residenti nella città di Trieste, in quegli anni.
Si dedicò prevalentemente alle vedute cittadine e di paesaggio, anche a volo d’uccello, non prive di qualche fantasioso inserimento, sapendo ben cogliere gli angoli più suggestivi del territorio. Le sue opere verranno sovente riprodotte in edizioni litografiche di grande tiratura.
Alberto Rieger (Trieste, 1834 - Vienna, 1905), Ferdinandeo, 1868.
Rieger nasce a Trieste nel 1834. Formatosi presso lo studio del padre Giuseppe, entra all’Accademia di Belle Arti di Venezia su sostegno economico del barone Pasquale Revoltella. Risiede a Trieste sino al 1870 dove tiene bottega, come buona parte dei pittori austriaci residenti nella città di Trieste, in quegli anni.
Si dedicò prevalentemente alle vedute cittadine e di paesaggio, anche a volo d’uccello, non prive di qualche fantasioso inserimento, sapendo ben cogliere gli angoli più suggestivi del territorio. Le sue opere verranno sovente riprodotte in edizioni litografiche di grande tiratura.
Alberto Rieger (Trieste, 1834 - Vienna, 1905), Piroscafo postale presso Trieste
Rieger nasce a Trieste nel 1834. Formatosi presso lo studio del padre Giuseppe, entra all’Accademia di Belle Arti di Venezia su sostegno economico del barone Pasquale Revoltella. Risiede a Trieste sino al 1870 dove tiene bottega, come buona parte dei pittori austriaci residenti nella città di Trieste, in quegli anni.
Si dedicò prevalentemente alle vedute cittadine e di paesaggio, anche a volo d’uccello, non prive di qualche fantasioso inserimento, sapendo ben cogliere gli angoli più suggestivi del territorio. Le sue opere verranno sovente riprodotte in edizioni litografiche di grande tiratura.
Alberto Rieger (Trieste, 1834 - Vienna, 1905), Sbarco del feretro di Massimiliano I a Trieste, 1868.
Rieger nasce a Trieste nel 1834. Formatosi presso lo studio del padre Giuseppe, entra all’Accademia di Belle Arti di Venezia su sostegno economico del barone Pasquale Revoltella. Risiede a Trieste sino al 1870 dove tiene bottega, come buona parte dei pittori austriaci residenti nella città di Trieste, in quegli anni.
Si dedicò prevalentemente alle vedute cittadine e di paesaggio, anche a volo d’uccello, non prive di qualche fantasioso inserimento, sapendo ben cogliere gli angoli più suggestivi del territorio. Le sue opere verranno sovente riprodotte in edizioni litografiche di grande tiratura.
Alberto Rieger (Trieste, 1834 - Vienna, 1905),Trieste nel 1700.
Rieger nasce a Trieste nel 1834. Formatosi presso lo studio del padre Giuseppe, entra all’Accademia di Belle Arti di Venezia su sostegno economico del barone Pasquale Revoltella. Risiede a Trieste sino al 1870 dove tiene bottega, come buona parte dei pittori austriaci residenti nella città di Trieste, in quegli anni.
Si dedicò prevalentemente alle vedute cittadine e di paesaggio, anche a volo d’uccello, non prive di qualche fantasioso inserimento, sapendo ben cogliere gli angoli più suggestivi del territorio. Le sue opere verranno sovente riprodotte in edizioni litografiche di grande tiratura.
Alberto Rieger (Trieste, 1834 - Vienna, 1905), Veduta di Trieste, 1850 ca.
Rieger nasce a Trieste nel 1834. Formatosi presso lo studio del padre Giuseppe, entra all’Accademia di Belle Arti di Venezia su sostegno economico del barone Pasquale Revoltella. Risiede a Trieste sino al 1870 dove tiene bottega, come buona parte dei pittori austriaci residenti nella città di Trieste, in quegli anni.
Si dedicò prevalentemente alle vedute cittadine e di paesaggio, anche a volo d’uccello, non prive di qualche fantasioso inserimento, sapendo ben cogliere gli angoli più suggestivi del territorio. Le sue opere verranno sovente riprodotte in edizioni litografiche di grande tiratura.
Alberto Rieger (Trieste, 1834 - Vienna, 1905), Pescatori nei pressi del Castello di Miramare al tramonto.
Rieger nasce a Trieste nel 1834. Formatosi presso lo studio del padre Giuseppe, entra all’Accademia di Belle Arti di Venezia su sostegno economico del barone Pasquale Revoltella. Risiede a Trieste sino al 1870 dove tiene bottega, come buona parte dei pittori austriaci residenti nella città di Trieste, in quegli anni.
Si dedicò prevalentemente alle vedute cittadine e di paesaggio, anche a volo d’uccello, non prive di qualche fantasioso inserimento, sapendo ben cogliere gli angoli più suggestivi del territorio. Le sue opere verranno sovente riprodotte in edizioni litografiche di grande tiratura.
Alberto Rieger (Trieste, 1834 - Vienna, 1905), Trieste, Piazza Grande
Rieger nasce a Trieste nel 1834. Formatosi presso lo studio del padre Giuseppe, entra all’Accademia di Belle Arti di Venezia su sostegno economico del barone Pasquale Revoltella. Risiede a Trieste sino al 1870 dove tiene bottega, come buona parte dei pittori austriaci residenti nella città di Trieste, in quegli anni.
Si dedicò prevalentemente alle vedute cittadine e di paesaggio, anche a volo d’uccello, non prive di qualche fantasioso inserimento, sapendo ben cogliere gli angoli più suggestivi del territorio. Le sue opere verranno sovente riprodotte in edizioni litografiche di grande tiratura.
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A destra dell’immagine vediamo l’edificio più rappresentativo realizzato dall’architetto Ruggero Berlam, per Edoardo de Leitenburg nel 1887, si trova all’angolo tra via Giulia e via Rossetti.
Nel progetto presentato alla commissione, Berlam aveva incluso il disegno del fanale in ferro battuto da collocare all’angolo dell’edificio. Lo stile del palazzo è nuovo, diverso dagli edifici del periodo, Pietro Sticcotti, lo definì di “stile fiorentino”in effetti nell’insieme si ritrovano elementi dell’architettura toscana, ma in quest caso c’è una maggior leggerezza, data dalla particolare apertura con doppio arco nello spigolo, che si trova al pianterreno e viene ripresa al secondo piano. Interessante l’effetto cromatico creato dall’uso di materiali diversi, dalle balaustre in pietra bianca, dalle lunette affrescate sopra le finestre ad arco. Sarebbe in pietra chiara anche la parte bassa dell’edificio, ora la vediamo scurita dagli scarichi delle macchine. (Nei commenti il palazzo oggi) (M. Tauceri)
Foto collezione privata.
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Piazza Oberdan poco trafficata con tram ed un carro
Dopo la demolizione della caserma grande, nel 1925 il comune indice un concorso per la sistemazione della futura piazza oberdan che seguirà un disegno architettonico che è quello della cosiddetta “Esedra Oberdan”, con i palazzi disposti a semicerchio dai quali si dipartono tre assi viari, uno di questi porterà al palazzo di Giustizia. Il primo edificio realizzato è il palazzo dell’INA, che vediamo nella foto, i primi disegni presentati nel 1926, sono dell’architetto Ugo Giovanozzi , l’anno successivo parteciperà anche l’ingegnere Giuseppe Baldi, il quale effettuerà qualche modifica sulla facciata, i lavori vengono conclusi nel 1930. Si vede conclusa anche la Casa del Combattente (Umberto Nordio 1929-1934), manca la Casa del Lavoro (ex ONB) che verrà iniziata nel 1934, se le date corrispondono al vero, in questa immagine, i lavori dovrebbero già essere iniziati. (M. Tauceri)
Foto collezione privata.