La chiesetta della Santissima Trinità a Crogole

Foto Elisabetta Marcovich

La piccola chiesa della SS Trinità a Crogole, sotto il Monte Carso, fa parte della parrocchia di san Dorligo/Dolina. E’ stata costruita nel XVII secolo, con un 1662 scolpito sui pinnacoli dell’ingresso e poi un 1682 sull’ingresso. La soglia è costituita da antica pietra tombale.la facciata venne completamente rifatta nel 1910.

foto Gabriella Amstici
EFoto Dario Neddi

L’interno presenta un presbiterio affrescato con immagini degli Evangelisti cavalcanti i rispettivi simboli e immagini di santi vescovi o diaconi .

L’altare di legno scolpito mostra , fra colonnette tortili, la Trinità che incorona la Vergine. In alto, angioletti festanti, il tutto di uno stile barocco popolare. E’ stata restaurata nel 2006.

Per iscrivervi al Gruppo, cliccate sull’immagine sottostante:

Gruppo Facebook Trieste di ieri e di oggi



La chiesa della Madonna del Mare in piazzale Rosmini : le vetrate

Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:

Gruppo Facebook Trieste di ieri e di oggi


 

Madonna col Bambino, ai piedi la luna (Apocalisse) e il serpente che le morde il calcagno (Genesi, cosiddetto Protovangelo). 
Foto di Elisabetta Marcovich

La chiesa della Madonna del mare

Costruita negli anni 50 in piazzale Rosmini, su progetto dell’architetto Forlati 1948-54.
Precedentemente nel 1937 il podestà di Trieste Salem aveva donato alla comunità dei frati minori un terreno per edificare un convento con chiesa annessa, il convento venne costruito subito mentre la chiesa venne iniziata il 14 maggio 1948.
Di stile ispirato al romanico, in particolare nella sua forma veneta, il suo alto campanile (il più alto della città, 62 metri) completato nel 1958, svetta sul rione circostante.
Il materiale per la costruzione venne in parte ricavato da donazioni del fedeli e in parte da materiale abbandonato al termine della guerra: da questo, e dalla presenza di pietre volutamente dipinte in bianco ad imitare le chiese medievali in cui si reimpiegavano materiali preesistenti, è nata la leggenda della chiesa costruita con lapidi tombali riciclate.
L’interno misura 57 metri di lunghezza, 22 di larghezza e altrettanti di altezza ed è uno dei più vasti di Trieste e le colonne che dividono le navate sono monoliti di pietra di Aurisina pesano ciascuna 9 tonnellate.
L’altare è un monolito di peralba rosso, ai lati sotto gli amboni di pesco carsico, ci sono gli accessi alla cripta.
Al centro dell’abside un mosaico di Luciano Bartoli, autore anche dei simboli in marmo di Aurisina delle porta a bassorilievo.
Del medesimo autore le vetrate, eseguite fra il 1969 e il 1970, le tre vetrate della controfacciata rappresentano gli episodi della creazione mentre le vetrate laterali rappresentano simboli mariani.
Nella cripta la venerata immagine della Madonna del mare ed una Madonna di Tristano Alberti; per Natale la cripta ospita un noto e ricco presepio animato. ( E. M.)

La chiesa della Madonna del Mare in piazzale Rosmini : le vetrate

Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:

Gruppo Facebook Trieste di ieri e di oggi


 

 

San Giusto, con inconsuete  caratteristiche guerriere .  Vetrata della chiesa della Madonna del Mare, foto di Elisabetta Marcovich

La chiesa della Madonna del mare

Costruita negli anni 50 in piazzale Rosmini, su progetto dell’architetto Forlati 1948-54.
Precedentemente nel 1937 il podestà di Trieste Salem aveva donato alla comunità dei frati minori un terreno per edificare un convento con chiesa annessa, il convento venne costruito subito mentre la chiesa venne iniziata il 14 maggio 1948.
Di stile ispirato al romanico, in particolare nella sua forma veneta, il suo alto campanile ( il più alto della città, 62 metri) completato nel 1958, svetta sul rione circostante.
Il materiale per la costruzione venne in parte ricavato da donazioni del fedeli e in parte da materiale abbandonato al termine della guerra: da questo, e dalla presenza di pietre volutamente dipinte in bianco ad imitare le chiese medievali in cui si reimpiegavano materiali preesistenti, è nata la leggenda della chiesa costruita con lapidi tombali riciclate.
L’interno misura 57 metri di lunghezza, 22 di larghezza e altrettanti di altezza ed è uno dei più vasti di Trieste e le colonne che dividono le navate sono monoliti di pietra di Aurisina pesano ciascuna 9 tonnellate.
L’altare è un monolito di peralba rosso, ai lati sotto gli amboni di pesco carsico, ci sono gli accessi alla cripta.
Al centro dell’abside un mosaico di Luciano Bartoli , autore anche dei simboli in marmo di Aurisina delle porta a bassorilievo.
Del medesimo autore le vetrate, eseguite fra il 1969 e il 1970, le tre vetrate della controfacciata rappresentano gli episodi della creazione mentre le vetrate
laterali rappresentano simboli mariani.
Nella cripta la venerata immagine della Madonna del mare ed una Madonna di Tristano Alberti; per Natale la cripta ospita un noto e ricco presepio animato. ( E. M.)

La chiesa della Madonna del Mare in piazzale Rosmini : le vetrate

Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:

Gruppo Facebook Trieste di ieri e di oggi

Sis praesul et custodia sii presidio e custodia dal Salmo di Compieta : immagine della chiesa stessa nelle vetrate Foto Elisabetta Marcovich

La chiesa della Madonna del mare

Costruita negli anni 50 in piazzale Rosmini, su progetto dell’architetto Forlati 1948 54
Precedentemente nel 1937 il podestà di Trieste Salem aveva donato alla comunità dei frati minori un terreno per edificare un convento con chiesa annessa, il convento venne costruito subito mentre la chiesa venne iniziata il 14 maggio 1948.
Di stile ispirato al romanico, in particolare nella sua forma veneta, il suo alto campanile ( il più alto della città, 62 metri) completato nel 1958, svetta sul rione circostante.
Il materiale per la costruzione venne in parte ricavato da donazioni del fedeli e in parte da materiale abbandonato al termine della guerra: da questo, e dalla presenza di pietre volutamente dipinte in bianco ad imitare le chiese medievali in cui si reimpiegavano materiali preesistenti, è nata la leggenda della chiesa costruita con lapidi tombali riciclate.
L’interno misura 57 metri di lunghezza, 22 di larghezza e altrettanti di altezza ed è uno dei più vasti di Trieste e le colonne che dividono le navate sono monoliti di pietra di Aurisina pesano ciascuna 9 tonnellate.
L’altare è un monolito di peralba rosso, ai lati sotto gli amboni di pesco carsico, ci sono gli accessi alla cripta.
Al centro dell’abside un mosaico di Luciano Bartoli , autore anche dei simboli in marmo di Aurisina delle porta a bassorilievo.
Del medesimo autore le vetrate, eseguite fra il 1969 e il 1970, le tre vetrate della controfacciata rappresentano gli episodi della creazione mentre le vetrate
laterali rappresentano simboli mariani.
Nella cripta la venerata immagine della Madonna del mare ed una Madonna di Tristano Alberti; per Natale la cripta ospita un noto e ricco presepio animato. ( E. M.)

La chiesa della Madonna del Mare in piazzale Rosmini : le vetrate

Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:

Gruppo Facebook Trieste di ieri e di oggi

Un personaggio inconsueto: Uxor Noe, la moglie di Noè. Foto Elisabetta Marcovich

La chiesa della Madonna del mare

Costruita negli anni 50 in piazzale Rosmini, su progetto dell’architetto Forlati 1948 54
Precedentemente nel 1937 il podestà di Trieste Salem aveva donato alla comunità dei frati minori un terreno per edificare un convento con chiesa annessa, il convento venne costruito subito mentre la chiesa venne iniziata il 14 maggio 1948.
Di stile ispirato al romanico, in particolare nella sua forma veneta, il suo alto campanile ( il più alto della città, 62 metri) completato nel 1958, svetta sul rione circostante.
Il materiale per la costruzione venne in parte ricavato da donazioni del fedeli e in parte da materiale abbandonato al termine della guerra: da questo, e dalla presenza di pietre volutamente dipinte in bianco ad imitare le chiese medievali in cui si reimpiegavano materiali preesistenti, è nata la leggenda della chiesa costruita con lapidi tombali riciclate.
L’interno misura 57 metri di lunghezza, 22 di larghezza e altrettanti di altezza ed è uno dei più vasti di Trieste e le colonne che dividono le navate sono monoliti di pietra di Aurisina pesano ciascuna 9 tonnellate.
L’altare è un monolito di peralba rosso, ai lati sotto gli amboni di pesco carsico, ci sono gli accessi alla cripta.
Al centro dell’abside un mosaico di Luciano Bartoli , autore anche dei simboli in marmo di Aurisina delle porta a bassorilievo.
Del medesimo autore le vetrate, eseguite fra il 1969 e il 1970, le tre vetrate della controfacciata rappresentano gli episodi della creazione mentre le vetrate
laterali rappresentano simboli mariani.
Nella cripta la venerata immagine della Madonna del mare ed una Madonna di Tristano Alberti; per Natale la cripta ospita un noto e ricco presepio animato. ( E. M.)

La chiesa della Madonna del Mare in piazzale Rosmini : le vetrate

Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:

Gruppo Facebook Trieste di ieri e di oggi

Tristis Eva  vetrata di Luciano Bartoli, dettaglio. Foto di Elisabetta Marcovich

La chiesa della Madonna del mare

Costruita negli anni 50 in piazzale Rosmini, su progetto dell’architetto Forlati 1948 54
Precedentemente nel 1937 il podestà di Trieste Salem aveva donato alla comunità dei frati minori un terreno per edificare un convento con chiesa annessa, il convento venne costruito subito mentre la chiesa venne iniziata il 14 maggio 1948.
Di stile ispirato al romanico, in particolare nella sua forma veneta, il suo alto campanile ( il più alto della città, 62 metri) completato nel 1958, svetta sul rione circostante.
Il materiale per la costruzione venne in parte ricavato da donazioni del fedeli e in parte da materiale abbandonato al termine della guerra: da questo, e dalla presenza di pietre volutamente dipinte in bianco ad imitare le chiese medievali in cui si reimpiegavano materiali preesistenti, è nata la leggenda della chiesa costruita con lapidi tombali riciclate.
L’interno misura 57 metri di lunghezza, 22 di larghezza e altrettanti di altezza ed è uno dei più vasti di Trieste e le colonne che dividono le navate sono monoliti di pietra di Aurisina pesano ciascuna 9 tonnellate.
L’altare è un monolito di peralba rosso, ai lati sotto gli amboni di pesco carsico, ci sono gli accessi alla cripta.
Al centro dell’abside un mosaico di Luciano Bartoli , autore anche dei simboli in marmo di Aurisina delle porta a bassorilievo.
Del medesimo autore le vetrate, eseguite fra il 1969 e il 1970, le tre vetrate della controfacciata rappresentano gli episodi della creazione mentre le vetrate
laterali rappresentano simboli mariani.
Nella cripta la venerata immagine della Madonna del mare ed una Madonna di Tristano Alberti; per Natale la cripta ospita un noto e ricco presepio animato. ( E. M.)

La chiesa della Madonna del Mare in piazzale Rosmini: interni

Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:

Gruppo Facebook Trieste di ieri e di oggi

La  statua di Tristano Alberti raffigurante la Madonna con Bambino nella cripta. Foto di Elisabetta Marcovich

La chiesa della Madonna del mare

Costruita negli anni 50 in piazzale Rosmini, su progetto dell’architetto Forlati 1948 54
Precedentemente nel 1937 il podestà di Trieste Salem aveva donato alla comunità dei frati minori un terreno per edificare un convento con chiesa annessa, il convento venne costruito subito mentre la chiesa venne iniziata il 14 maggio 1948.
Di stile ispirato al romanico, in particolare nella sua forma veneta, il suo alto campanile ( il più alto della città, 62 metri) completato nel 1958, svetta sul rione circostante.
Il materiale per la costruzione venne in parte ricavato da donazioni del fedeli e in parte da materiale abbandonato al termine della guerra: da questo, e dalla presenza di pietre volutamente dipinte in bianco ad imitare le chiese medievali in cui si reimpiegavano materiali preesistenti, è nata la leggenda della chiesa costruita con lapidi tombali riciclate.
L’interno misura 57 metri di lunghezza, 22 di larghezza e altrettanti di altezza ed è uno dei più vasti di Trieste e le colonne che dividono le navate sono monoliti di pietra di Aurisina pesano ciascuna 9 tonnellate.
L’altare è un monolito di peralba rosso, ai lati sotto gli amboni di pesco carsico, ci sono gli accessi alla cripta.
Al centro dell’abside un mosaico di Luciano Bartoli , autore anche dei simboli in marmo di Aurisina delle porta a bassorilievo.
Del medesimo autore le vetrate, eseguite fra il 1969 e il 1970, le tre vetrate della controfacciata rappresentano gli episodi della creazione mentre le vetrate
laterali rappresentano simboli mariani.
Nella cripta la venerata immagine della Madonna del mare ed una Madonna di Tristano Alberti; per Natale la cripta ospita un noto e ricco presepio animato. ( E. M.)

La chiesa della Madonna del Mare in piazzale Rosmini : le vetrate

Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:

Gruppo Facebook Trieste di ieri e di oggi

Vetrata di Luciano Bartoli rappresentante Trieste . Foto Elisabetta Marcovich

La chiesa della Madonna del mare

Costruita negli anni 50 in piazzale Rosmini, su progetto dell’architetto Forlati 1948 54
Precedentemente nel 1937 il podestà di Trieste Salem aveva donato alla comunità dei frati minori un terreno per edificare un convento con chiesa annessa, il convento venne costruito subito mentre la chiesa venne iniziata il 14 maggio 1948.
Di stile ispirato al romanico, in particolare nella sua forma veneta, il suo alto campanile ( il più alto della città, 62 metri) completato nel 1958, svetta sul rione circostante.
Il materiale per la costruzione venne in parte ricavato da donazioni del fedeli e in parte da materiale abbandonato al termine della guerra: da questo, e dalla presenza di pietre volutamente dipinte in bianco ad imitare le chiese medievali in cui si reimpiegavano materiali preesistenti, è nata la leggenda della chiesa costruita con lapidi tombali riciclate.
L’interno misura 57 metri di lunghezza, 22 di larghezza e altrettanti di altezza ed è uno dei più vasti di Trieste e le colonne che dividono le navate sono monoliti di pietra di Aurisina pesano ciascuna 9 tonnellate.
L’altare è un monolito di peralba rosso, ai lati sotto gli amboni di pesco carsico, ci sono gli accessi alla cripta.
Al centro dell’abside un mosaico di Luciano Bartoli , autore anche dei simboli in marmo di Aurisina delle porta a bassorilievo.
Del medesimo autore le vetrate, eseguite fra il 1969 e il 1970, le tre vetrate della controfacciata rappresentano gli episodi della creazione mentre le vetrate
laterali rappresentano simboli mariani.
Nella cripta la venerata immagine della Madonna del mare ed una Madonna di Tristano Alberti; per Natale la cripta ospita un noto e ricco presepio animato. ( E. M.)

La chiesa della Madonna del Mare in piazzale Rosmini

Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:

Gruppo Facebook Trieste di ieri e di oggi

la venerata immagine della Madonna del mare nella cripta della chiesa omonima. Foto Elisabetta Marcovich

La chiesa della Madonna del mare

Costruita negli anni 50 in piazzale Rosmini, su progetto dell’architetto Forlati 1948 54
Precedentemente nel 1937 il podestà di Trieste Salem aveva donato alla comunità dei frati minori un terreno per edificare un convento con chiesa annessa, il convento venne costruito subito mentre la chiesa venne iniziata il 14 maggio 1948.
Di stile ispirato al romanico, in particolare nella sua forma veneta, il suo alto campanile ( il più alto della città, 62 metri) completato nel 1958, svetta sul rione circostante.
Il materiale per la costruzione venne in parte ricavato da donazioni del fedeli e in parte da materiale abbandonato al termine della guerra: da questo, e dalla presenza di pietre volutamente dipinte in bianco ad imitare le chiese medievali in cui si reimpiegavano materiali preesistenti, è nata la leggenda della chiesa costruita con lapidi tombali riciclate.
L’interno misura 57 metri di lunghezza, 22 di larghezza e altrettanti di altezza ed è uno dei più vasti di Trieste e le colonne che dividono le navate sono monoliti di pietra di Aurisina pesano ciascuna 9 tonnellate.
L’altare è un monolito di peralba rosso, ai lati sotto gli amboni di pesco carsico, ci sono gli accessi alla cripta.
Al centro dell’abside un mosaico di Luciano Bartoli , autore anche dei simboli in marmo di Aurisina delle porta a bassorilievo.
Del medesimo autore le vetrate, eseguite fra il 1969 e il 1970, le tre vetrate della controfacciata rappresentano gli episodi della creazione mentre le vetrate
laterali rappresentano simboli mariani.
Nella cripta la venerata immagine della Madonna del mare ed una Madonna di Tristano Alberti; per Natale la cripta ospita un noto e ricco presepio animato. ( E. M.)

La chiesa della Madonna del Mare in piazzale Rosmini

Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:

Gruppo Facebook Trieste di ieri e di oggi


 

Chiesa della Madonna del Mare, esterno, Foto di Elisabetta Marcovich

Costruita negli anni 50 in piazzale Rosmini, su progetto dell’architetto Forlati (1948-54).
Precedentemente nel 1937 il podestà di Trieste Salem aveva donato alla comunità dei frati minori un terreno per edificare un convento con chiesa annessa, il convento venne costruito subito mentre la chiesa venne iniziata il 14 maggio 1948.
Di stile ispirato al romanico, in particolare nella sua forma veneta, il suo alto campanile ( il più alto della città, 62 metri) completato nel 1958, svetta sul rione circostante.
Il materiale per la costruzione venne in parte ricavato da donazioni del fedeli e in parte da materiale abbandonato al termine della guerra: da questo, e dalla presenza di pietre volutamente dipinte in bianco ad imitare le chiese medievali in cui si reimpiegavano materiali preesistenti, è nata la leggenda della chiesa costruita con lapidi tombali riciclate.
L’interno misura 57 metri di lunghezza, 22 di larghezza e altrettanti di altezza ed è uno dei più vasti di Trieste e le colonne che dividono le navate sono monoliti di pietra di Aurisina pesano ciascuna 9 tonnellate.
L’altare è un monolito di peralba rosso, ai lati sotto gli amboni di pesco carsico, ci sono gli accessi alla cripta.
Al centro dell’abside un mosaico di Luciano Bartoli , autore anche dei simboli in marmo di Aurisina delle porta a bassorilievo.
Del medesimo autore le vetrate, eseguite fra il 1969 e il 1970, le tre vetrate della controfacciata rappresentano gli episodi della creazione mentre le vetrate laterali rappresentano simboli mariani.
Nella cripta la venerata immagine della Madonna del mare ed una Madonna di Tristano Alberti; per Natale la cripta ospita un noto e ricco presepio animato. ( E. M.)

La chiesa di san Nicolò dei Greci : la grande icona di san Nicolò

Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:

Gruppo Facebook Trieste di ieri e di oggi


 

Grande icona di san Nicola Foto di Elisabetta Marcovich

Nel 1750-51 con sovrana risoluzione l’imperatrice Maria Teresa concesse alla “nazione greca” di praticare il proprio culto in una chiesa per il loro rito. La parola Nazione greca allora aveva significato esclusivamente religioso ed indicava i fedeli della confessione cristiana ortodossa. La chiesa che venne costruita fu la prima chiesa di san Spiridione, ora sostituita da una successiva. Nel 1781 le due comunità linguistiche greca e serba, per divergenza sulla lingua d’uso nei riti, si divisero, ed i Greci iniziarono a ritrovarsi in casa Andrulachi, uno dei membri della Comunità. Grazie all’editto di tolleranza di Giuseppe II ottennero di potersi costruire una nuova chiesa, inaugurata nel 1787: chiesa provvisoria, che appena nel 1818 venne conclusa in forme neoclassiche ad opera dell’architetto Matteo Pertsch.
La nuova chiesa, dedicata alla Trinità e a san Nicolò, è ad una navata, con banchi laterali sopraelevati e una balconata per coro e gineceo. Grandiosa l’iconostasi di fondo con le tre porte che si aprono verso il bema ( altare) o presbiterio, utilizzato dal sacerdote durante i riti.
I grandi lampadari d’argento sono di provenienza russa , metà ottocento, gli affreschi in parte di autore sconosciuto, in parte della scuola di Trigonis, pittore greco stabilitosi a Trieste nella prima metà dell’ottocento. Presenti due note pale di Cesare Dell’Acqua, Gesù fra i bambini e san Giovanni Battista.
L’arredamento liturgico comprende diverse icone, alcune esposte il chiesa, altre nell’annesso museo della comunità, un Epitafios , rappresentazione del S Sepolcro, di bottega triestina della fine del Settecento, due “exapteryga” dischi d’argento con i Cherubini a 6 ali .
Le principali funzioni a cui partecipano spesso anche membri di altre Comunità religiose triestine sono Pasqua e Natale, l’Epifania con il memoriale del Battesimo di Cristo e la benedizione delle acque, il solenne Vespro della Vigilia di san Nicolò, la processione dell’Epitafios il venerdì santo e la festa nazionale greca. (E.M.)

La chiesa di san Nicolò dei Greci : gli Exapteryga

Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:

Gruppo Facebook Trieste di ieri e di oggi


Exapteryga disco  in forma di ventaglio processionale, con immagini di Cherubini a 6 ali. Foto di Elisabetta Marcovich

Nel 1750-51 con sovrana risoluzione l’imperatrice Maria Teresa concesse alla “nazione greca” di praticare il proprio culto in una chiesa per il loro rito. La parola Nazione greca allora aveva significato esclusivamente religioso ed indicava i fedeli della confessione cristiana ortodossa. La chiesa che venne costruita fu la prima chiesa di san Spiridione, ora sostituita da una successiva. Nel 1781 le due comunità linguistiche greca e serba, per divergenza sulla lingua d’uso nei riti, si divisero, ed i Greci iniziarono a ritrovarsi in casa Andrulachi, uno dei membri della Comunità. Grazie all’editto di tolleranza di Giuseppe II ottennero di potersi costruire una nuova chiesa, inaugurata nel 1787: chiesa provvisoria, che appena nel 1818 venne conclusa in forme neoclassiche ad opera dell’architetto Matteo Pertsch.
La nuova chiesa, dedicata alla Trinità e a san Nicolò, è ad una navata, con banchi laterali sopraelevati e una balconata per coro e gineceo. Grandiosa l’iconostasi di fondo con le tre porte che si aprono verso il bema ( altare) o presbiterio, utilizzato dal sacerdote durante i riti.
I grandi lampadari d’argento sono di provenienza russa , metà ottocento, gli affreschi in parte di autore sconosciuto, in parte della scuola di Trigonis, pittore greco stabilitosi a Trieste nella prima metà dell’ottocento. Presenti due note pale di Cesare Dell’Acqua, Gesù fra i bambini e san Giovanni Battista.
L’arredamento liturgico comprende diverse icone, alcune esposte il chiesa, altre nell’annesso museo della comunità, un Epitafios , rappresentazione del S Sepolcro, di bottega triestina della fine del Settecento, due “exapteryga” dischi d’argento con i Cherubini a 6 ali .
Le principali funzioni a cui partecipano spesso anche membri di altre Comunità religiose triestine sono Pasqua e Natale, l’Epifania con il memoriale del Battesimo di Cristo e la benedizione delle acque, il solenne Vespro della Vigilia di san Nicolò, la processione dell’Epitafios il venerdì santo e la festa nazionale greca. (E.M.)

La chiesa di san Nicolò dei Greci : una cerimonia

Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:

Gruppo Facebook Trieste di ieri e di oggi


 

Cerimonia nella chiesa di san Nicolò dei Greci: Crocifisso ed Exapteryga. Foto di Elisabetta Marcovich

Nel 1750-51 con sovrana risoluzione l’imperatrice Maria Teresa concesse alla “nazione greca” di praticare il proprio culto in una chiesa per il loro rito. La parola Nazione greca allora aveva significato esclusivamente religioso ed indicava i fedeli della confessione cristiana ortodossa. La chiesa che venne costruita fu la prima chiesa di san Spiridione, ora sostituita da una successiva. Nel 1781 le due comunità linguistiche greca e serba, per divergenza sulla lingua d’uso nei riti, si divisero, ed i Greci iniziarono a ritrovarsi in casa Andrulachi, uno dei membri della Comunità. Grazie all’editto di tolleranza di Giuseppe II ottennero di potersi costruire una nuova chiesa, inaugurata nel 1787: chiesa provvisoria, che appena nel 1818 venne conclusa in forme neoclassiche ad opera dell’architetto Matteo Pertsch.
La nuova chiesa, dedicata alla Trinità e a san Nicolò, è ad una navata, con banchi laterali sopraelevati e una balconata per coro e gineceo. Grandiosa l’iconostasi di fondo con le tre porte che si aprono verso il bema ( altare) o presbiterio, utilizzato dal sacerdote durante i riti.
I grandi lampadari d’argento sono di provenienza russa , metà ottocento, gli affreschi in parte di autore sconosciuto, in parte della scuola di Trigonis, pittore greco stabilitosi a Trieste nella prima metà dell’ottocento. Presenti due note pale di Cesare Dell’Acqua, Gesù fra i bambini e san Giovanni Battista.
L’arredamento liturgico comprende diverse icone, alcune esposte il chiesa, altre nell’annesso museo della comunità, un Epitafios , rappresentazione del S Sepolcro, di bottega triestina della fine del Settecento, due “exapteryga” dischi d’argento con i Cherubini a 6 ali .
Le principali funzioni a cui partecipano spesso anche membri di altre Comunità religiose triestine sono Pasqua e Natale, l’Epifania con il memoriale del Battesimo di Cristo e la benedizione delle acque, il solenne Vespro della Vigilia di san Nicolò, la processione dell’Epitafios il venerdì santo e la festa nazionale greca. (E.M.)

La chiesa di san Nicolò dei Greci : interno, iconostasi e soffitto

Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:

Gruppo Facebook Trieste di ieri e di oggi


 

Chiesa di san Nicolò dei Greci: la parte alta dell'iconostasi. Foto di Elisabetta Marcovich

Nel 1750-51 con sovrana risoluzione l’imperatrice Maria Teresa concesse alla “nazione greca” di praticare il proprio culto in una chiesa per il loro rito. La parola Nazione greca allora aveva significato esclusivamente religioso ed indicava i fedeli della confessione cristiana ortodossa. La chiesa che venne costruita fu la prima chiesa di san Spiridione, ora sostituita da una successiva. Nel 1781 le due comunità linguistiche greca e serba, per divergenza sulla lingua d’uso nei riti, si divisero, ed i Greci iniziarono a ritrovarsi in casa Andrulachi, uno dei membri della Comunità. Grazie all’editto di tolleranza di Giuseppe II ottennero di potersi costruire una nuova chiesa, inaugurata nel 1787: chiesa provvisoria, che appena nel 1818 venne conclusa in forme neoclassiche ad opera dell’architetto Matteo Pertsch.
La nuova chiesa, dedicata alla Trinità e a san Nicolò, è ad una navata, con banchi laterali sopraelevati e una balconata per coro e gineceo. Grandiosa l’iconostasi di fondo con le tre porte che si aprono verso il bema ( altare) o presbiterio, utilizzato dal sacerdote durante i riti.
I grandi lampadari d’argento sono di provenienza russa , metà ottocento, gli affreschi in parte di autore sconosciuto, in parte della scuola di Trigonis, pittore greco stabilitosi a Trieste nella prima metà dell’ottocento. Presenti due note pale di Cesare Dell’Acqua, Gesù fra i bambini e san Giovanni Battista.
L’arredamento liturgico comprende diverse icone, alcune esposte il chiesa, altre nell’annesso museo della comunità, un Epitafios , rappresentazione del S Sepolcro, di bottega triestina della fine del Settecento, due “exapteryga” dischi d’argento con i Cherubini a 6 ali .
Le principali funzioni a cui partecipano spesso anche membri di altre Comunità religiose triestine sono Pasqua e Natale, l’Epifania con il memoriale del Battesimo di Cristo e la benedizione delle acque, il solenne Vespro della Vigilia di san Nicolò, la processione dell’Epitafios il venerdì santo e la festa nazionale greca. (E.M.) ·

La chiesa di san Nicolò dei Greci : interno

Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:

Gruppo Facebook Trieste di ieri e di oggi


 

 

San Nicolò dei Greci: interno il Venerdì santo
Foto Elisabetta Marcovich

Nel 1750-51 con sovrana risoluzione l’imperatrice Maria Teresa concesse alla “nazione greca” di praticare il proprio culto in una chiesa per il loro rito. La parola Nazione greca allora aveva significato esclusivamente religioso ed indicava i fedeli della confessione cristiana ortodossa. La chiesa che venne costruita fu la prima chiesa di san Spiridione, ora sostituita da una successiva. Nel 1781 le due comunità linguistiche greca e serba, per divergenza sulla lingua d’uso nei riti, si divisero, ed i Greci iniziarono a ritrovarsi in casa Andrulachi, uno dei membri della Comunità. Grazie all’editto di tolleranza di Giuseppe II ottennero di potersi costruire una nuova chiesa, inaugurata nel 1787: chiesa provvisoria, che appena nel 1818 venne conclusa in forme neoclassiche ad opera dell’architetto Matteo Pertsch.
La nuova chiesa, dedicata alla Trinità e a san Nicolò, è ad una navata, con banchi laterali sopraelevati e una balconata per coro e gineceo. Grandiosa l’iconostasi di fondo con le tre porte che si aprono verso il bema ( altare) o presbiterio, utilizzato dal sacerdote durante i riti.
I grandi lampadari d’argento sono di provenienza russa , metà ottocento, gli affreschi in parte di autore sconosciuto, in parte della scuola di Trigonis, pittore greco stabilitosi a Trieste nella prima metà dell’ottocento. Presenti due note pale di Cesare Dell’Acqua, Gesù fra i bambini e san Giovanni Battista.
L’arredamento liturgico comprende diverse icone, alcune esposte il chiesa, altre nell’annesso museo della comunità, un Epitafios , rappresentazione del S Sepolcro, di bottega triestina della fine del Settecento, due “exapteryga” dischi d’argento con i Cherubini a 6 ali .
Le principali funzioni a cui partecipano spesso anche membri di altre Comunità religiose triestine sono Pasqua e Natale, l’Epifania con il memoriale del Battesimo di Cristo e la benedizione delle acque, il solenne Vespro della Vigilia di san Nicolò, la processione dell’Epitafios il venerdì santo e la festa nazionale greca. (E.M.)

La chiesa di san Nicolò dei Greci : esterno

Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:

Gruppo Facebook Trieste di ieri e di oggi


 

La chiesa di san Nicolò dei Greci: esterno.
Foto di Elisabetta Marcovich

Nel 1750-51 con sovrana risoluzione l’imperatrice Maria Teresa concesse alla “nazione greca” di praticare il proprio culto in una chiesa per il loro rito. La parola Nazione greca allora aveva significato esclusivamente religioso ed indicava i fedeli della confessione cristiana ortodossa. La chiesa che venne costruita fu la prima chiesa di san Spiridione, ora sostituita da una successiva. Nel 1781 le due comunità linguistiche greca e serba, per divergenza sulla lingua d’uso nei riti, si divisero, ed i Greci iniziarono a ritrovarsi in casa Andrulachi, uno dei membri della Comunità. Grazie all’editto di tolleranza di Giuseppe II ottennero di potersi costruire una nuova chiesa, inaugurata nel 1787: chiesa provvisoria, che appena nel 1818 venne conclusa in forme neoclassiche ad opera dell’architetto Matteo Pertsch.
La nuova chiesa, dedicata alla Trinità e a san Nicolò, è ad una navata, con banchi laterali sopraelevati e una balconata per coro e gineceo. Grandiosa l’iconostasi di fondo con le tre porte che si aprono verso il bema ( altare) o presbiterio, utilizzato dal sacerdote durante i riti.
I grandi lampadari d’argento sono di provenienza russa , metà ottocento, gli affreschi in parte di autore sconosciuto, in parte della scuola di Trigonis, pittore greco stabilitosi a Trieste nella prima metà dell’ottocento. Presenti due note pale di Cesare Dell’Acqua, Gesù fra i bambini e san Giovanni Battista.
L’arredamento liturgico comprende diverse icone, alcune esposte il chiesa, altre nell’annesso museo della comunità, un Epitafios , rappresentazione del S Sepolcro, di bottega triestina della fine del Settecento, due “exapteryga” dischi d’argento con i Cherubini a 6 ali .
Le principali funzioni a cui partecipano spesso anche membri di altre Comunità religiose triestine sono Pasqua e Natale, l’Epifania con il memoriale del Battesimo di Cristo e la benedizione delle acque, il solenne Vespro della Vigilia di san Nicolò, la processione dell’Epitafios il venerdì santo e la festa nazionale greca. (E.M.) ·