Trieste – Piazza dei Volontari Giuliani

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Piazza dei Volontari Giuliani (Google Maps)

 

VOLONTARI GIULIANI (piazza dei)

Piazza dei Volontari Giuliani: Cologna-Scorcola. Tra le vie P. Kandler, Giulia e viale XX settembre. C.A.P. 34126.
Battezzata inizialmente «piazza Giacomo Venezian» (dal nome del grande giurista, civilista in particolare, di origine triestina) con Delibera del Podestà n. 1493 d.d. 12.10.1935, questa piazza venne ribattezzata «piazza Volontari Giuliani» con Delibera del Podestà n. 1108 d.d. 14.9.1940, a ricordo di quanti, triestini e istriani, si arruolarono volontari nell’Esercito italiano nel primo e nel secondo conflitto mondiale. Al n. civ. 8 di piazza Volontari Giuliani si trova un’ampia villa (già Loser, poi Beltrame) eretta nel 1903 su progetto degli ingegneri G. Gallacchi e M. Sonz. Da segnalare ancora al n. civ. 2 un edificio eretto negli anni 1906-1907 su progetto dell’ing. G. Gallina.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

Un sentito ringraziamento va al Prof. Antonio Trampus, per aver acconsentito all'utilizzo dei suoi testi.

Trieste – Piazza Vittorio Veneto

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Piazza Vittorio Veneto (Google Maps)

 

VITTORIO VENETO (piazza)

Piazza Vittorio Veneto: Città Nuova-Barriera Nuova. Lungo via Roma, tra le vie G. Galatti e Milano. C.A.P. 34132.

Già piazza della Dogana, mutò denominazione nel 1894 quando, compiuto il nuovo palazzo delle Poste, si stabilì di battezzarla «piazza delle Poste» (delibera Del. Mun. d.d. 2.3.1894). Con delibera Giunta Municipale d.d. 28.3.1919 n. IX-31/5-19 la piazza delle Poste divenne «piazza Vittorio Veneto », a ricordo della battaglia combattuta tra il 24 ottobre e il 3 novembre 1918 che portò alla sconfitta dell’esercito austroungarico. Al n. civ. 1 di piazza Vittorio Veneto si trova il palazzo delle Poste e Telecomunicazioni, costruito tra il 1890 ed il 1893 su progetto dell’architetto viennese F. Setz, ove prima sorgeva l’edificio della Dogana. Di fronte, al n. civ. 3, si nota il palazzo della Direzione compartimentale delle Ferrovie dello Stato, costruito tra il 1894 ed il 1895 su progetto dell’arch. R. Sagors. Al centro della piazza si trovava originariamente un fontanone ottocentesco, trasportato alla fine del secolo presso il varco di Trebiciano e lì inaugurato, dopo gli opportuni adattamenti, il 29 giugno 1897 come vedetta Alice (della Società Alpina delle Giulie, distrutta durante il primo conflitto mondiale). Rimasta libera la piazza, vi venne costruita nel 1898 in tutta fretta la fontana dei Tritoni (arch. F. Schrantz) onde evitare che fosse occupata da una statua dell’imperatore Francesco Giuseppe I (poi collocata all’interno del palazzo delle Poste).

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste – Piazza Leonardo da Vinci

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Piazza Leonardo da Vinci (Google Maps)

 

VINCI Leonardo da (piazza)

Piazza Leonardo da Vinci: Cologna-Scorcola. A fianco di via L. Galvani. C.A.P. 34133.
Il nome venne assegnato alla piazza nel 1903, dopo i lavori eseguiti nel triennio 1900-1902 per la sistemazione delle proprietà già Spinger.

Leonardo da Vinci nacque ad Anchiano, frazione di Vinci (Firenze) nel 1452 e morì nel castello di Cloux (Amboise) in Francia nel 1519. Celebre pittore, scultore e architetto nonché ingegnere e scrittore, fu iscritto dal 1472 alla compagnia dei pittori fiorentini. Attivo come pittore per tre decenni, eseguì tra l’altro l’Adorazione dei Magi (1482, Uffizi, Firenze) e la Gioconda (1503, Louvre, Parigi). Come ingegnere fu più volte chiamato a dare consulenze per opere architettoniche e idrauliche. Fu autore di numerosi studi e disegni relativi all’anatomia, all’idraulica, alla meccanica, all’architettura ecc.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste – Piazza Giambattista Vico

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Piazza Giambattista Vico (Google Maps)

 

VICO Giambattista (piazza)

Piazza Giambattista Vico: Barriera Vecchia/San Vito-Città Vecchia. Tra le vie S. Giacomo in monte, D. Bramante e del Bosco. C.A.P. 34131.

Denominazione assegnata in onore del filosofo Giambattista Vico (Napoli 1668 – 1744), in conseguenza alla sistemazione urbanistica della zona nel 1903. G. Vico approfondì le problematiche filosofiche in chiave antirazionalistica e anticartesiana; le sua opera principali sono: la Scienza nuova (1739-1730) e il Liber metaphysicus (1710).

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste – Piazza Giuseppe Verdi

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VERDI Giuseppe (piazza)

Piazza Giuseppe Verdi: San Vito-Città Vecchia. Tra via del Teatro e via L. Einaudi, davanti al Teatro Comunale G. Verdi. C.A.P. 34121.
Già piazza del Teatro, questa piazza ebbe nuova denominazione con delibera Del. Mun. d.d. 27.1.1901, quando si dispose che «fra altre onoranze da tributarsi in morte di Giuseppe Verdi, è adottato di dare alla Piazza del Teatro il nome di Piazza Giuseppe Verdi». Da ricordare che tra il 1915 ed il 1918 fu ripristinata l’originaria denominazione di «piazza del Teatro». Di Giuseppe Verdi, nato a Roncole presso Busseto nel 1813 e morto a Milano nel 1901, celebre compositore italiano, si ricordano sinteticamente le opere teatrali Nabucco (1842), Ernani (1844), Macbeth (1846), Luisa Miller (1849), Rigoletto (1851), Il Trovatore (1853), La Traviata (1853), Un ballo in maschera (1859), La forza del destino (1862), Aida (1871), Otello (1887), Falstaff (1893), oltre alla molta musica da camera, sacra e per orchestra e voci. Quanto ai rapporti tra Verdi e Trieste, intensi per tutta la seconda metà dell’Ottocento, basterà qui ricordare che in questa città avvenne nel 1851 la prima rappresentazione assoluta di Stiffelio, nella cui occasione Verdi scrisse, presso 1’H6tel de la Ville, la sinfonia introduttiva. Al n. civ. 1 di piazza G. Verdi si trova il Teatro Comunale «G. Verdi», già Nuovo e poi Grande, inaugurato nel 1801 (prog. arch. G. Selva, facciata arch. M. Pertsch, direttore dei lavori dopo il 1800 C. Steinlein). Nello stesso edificio trovò sede, fin dai primi anni dalla sua costituzione, il Civico Museo Teatrale «Carlo Schmidl», attualmente in attesa di definitiva destinazione.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste – Piazza XXV Aprile

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XXV APRILE (piazza)

Piazza XXV Aprile: Valmaura-Borgo San Sergio. A sinistra di via E. Curiel. C.A.P. 34148.

Denominazione apposta con Delibera del Consiglio Comunale d.d. 14.7.1967 n. 602, su proposta di E. Miani, perché: «considerato che il 25 aprile rappresenta, in un tempo, la data della Liberazione, il ritorno degli istituti democratici e l’inizio della ricostruzione del nostro Paese, s’intende tener vivo il ricordo degli alti valori morali che furono all’origine della Resistenza e rendere il dovuto omaggio a coloro che, ispirati da questi ideali, lottarono, sino al sacrificio della propria vita, per liberare la Patria dalla dittatura fascista e dall’oppressione nazista». Può essere interessante ricordare qui la motivazione con la quale nel 1956 la Società di Minerva si oppose alla medesima denominazione proposta dal Comune di Muggia per una strada aperta in seguito alla copertura del torrente Fugnan: «la denominazione di viale XXV Aprile per tutte le terre al di qua dell’Isonzo ha un valore puramente astratto; invero i fatti d’armi cronologicamente qui se ne ebbero più tardi; l’insurrezione nazionale iniziata al 30 aprile fu bloccata da truppe non italiane che rivendicavano queste terre; da quell’aprile comincia la perdita di tutta la penisola istriana». In piazza XXV aprile (n. civ. 13) si trova la chiesa di San Sergio Martire; un primo edificio di culto in borgo San Sergio venne aperto in uno scantinato nel luglio 1962; l’attuale chiesa venne costruita negli anni 1966-1967 e l’edificio fu consacrato il 25 giugno 1967. La parrocchia venne eretta canonicamente il 22.12.1959 ed iniziò l’attività autonoma l’1.01.1965.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste – Piazza Venezia

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VENEZIA (piazza)

Piazza Venezia: San Vito-Città Vecchia. Tra le vie L. Cadorna, del Lazzaretto Vecchio e riva T. Gulli. C.A.P. 34123.
Già piazza Giuseppina (e prima ancora, nel XVIII secolo, «piazza Ganza» dal nome del proprietario di un edificio che lì esisteva), venne ribattezzata «piazza Venezia», a ricordo della città adriatica, storicamente ed economicamente rivale, con delibera Giunta Municipale d.d. 28.3.1919 n. IX-1315-19.

Al centro della piazza, si trova il monumento a Ferdinando Massimiliano d’Asburgo (eretto nel 1875, scul. J. Schilling). Al n. civ. 1 si trova l’ottocentesco palazzo Scuglievich, al cui pianterreno (ingresso) si nota una lapide con l’iscrizione bilingue (italiano e serbo): « LASCITO / DI CRISTOFORO SCUGLIEVICH / NOSTRO GRANDE BENEFATTORE / NATO IL 22-IX-1843 A MOSTAR / MORTO IL 9-1-1909 A TRIESTE / COMUNITÀ RELIGIOSA / SERBO-ORTODOSSA / A TRIESTE 1953 /».

Al n. civ. 2 si trova, dal 1900, la farmacia già Mizzan, in edificio eretto nella prima metà dell’Ottocento dall’arch. V. Valle (1834). Reca il n. civ. 5 palazzo Revoltella, già dimora ottocentesca dell’imprenditore P. Revoltella (costr. 1852-1858 arch. F. Hitzig), sede dal 1870 del Civico Museo Revoltella (ingr. via A. Diaz, 27); l’ala nuova (ingr. via L. Cadora 23) venne ricavata dalla ristrutturazione di palazzo Brunner (conclusa nel 1985) su progetto dell’arch. C. Scarpa (1965) al quale si deve pure il progetto (1975), non ancora in fase esecutiva, per la sopraelevazione del palazzo. Ai nn. civ. 6-7 di piazza Venezia, infine, si trovano le case Hierschel erette nel 1826 su progetto dell’arch. V. Valle.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste – Piazza Vecchia

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VECCHIA (piazza)

Piazza Vecchia: San Vito-Città Vecchia. Fra le vie dei Rettori, del Ponte e del Rosario. C.A.P. 34121.
Denominazione entrata nell’odonomastica ufficiale nel Settecento, che riprende però un toponimo noto, con riferimento a questa zona, fin dal Trecento: cfr. Platea vecchia (Cavalli) e «in platea veteri sive pucidelli», e ciò in contrapposizione alla piazza nuova, creata dietro il palazzo del Comune, cioè verso il mare (la futura piazza Grande): «in platea nova post palacium comunis» (Statuti di Trieste, 1350). Al n. civ. 2 si trova l’edificio che ospitò la scuola elementare «F. Venezian» e ora è sede principale della Biblioteca Statale del Popolo (eretto nel 1884), mentre al n. civ. 7 è la chiesa della B.V. del Rosario. L’edificio al n. civ. 4 è attualmente in corso di ristrutturazione.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste – Piazzale di Valmaura

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VALMAURA (piazzale di)

Piazzale di Valmaura: Valmaura-Borgo San Sergio/Servola-Chiarbola. Alla confluenza delle vie dell’Istria, Fianona, Flavia e Valmaura. C.A.P. 34148.
Con Delibera del Podestà n. 6 d.d. 10.1.1942 a questo piazzale venne inizialmente dato il nome di Nicolò Giani «medaglia d’oro, mistico del Fascismo, caduto nella campagna di Grecia». Nato a Muggia il 20 giugno 1909, dopo la laurea visse a Milano, ove fondò la rivista Dottrina Fascista e promosse la costituzione del Centro di Studi Internazionali. Diresse pure la rivista Mistica Fascista e fu professore di storia e di dottrina fascista alla Facoltà di Scienze politiche dell’Università. di Pavia. Volontario nel secondo conflitto mondiale, cadde sul fronte greco il 14 marzo 1941 e alla sua memoria fu conferita la medaglia d’oro al valor militare con la motivazione: «Volontariamente, come aveva fatto altre volte, assumeva il comando di una pattuglia arditi alla quale era stato affidato il compimento di una rischiosa impresa. Affrontato da forze superiori con grande ardimento le assaltava a bombe a mano facendo prigioniero un ufficiale. Accerchiato, disponeva con calma e superba decisione gli uomini alla resistenza. Rimasto privo di munizioni si lanciava alla testa dei pochi superstiti alla baionetta per svincolarsi. Mentre in piedi lanciava l’ultima bomba a mano e incitava gli arditi al grido di “Avanti Bolzano, Evviva l’Italia” veniva mortalmente ferito. Magnifico esempio di dedizione al dovere, di altissimo valore e di amor patrio. Punta Nord Mali Scindeli, fronte greco, 14 marzo 1941. Con Delibera Presidenziale n. 407 d.d. 6.7.1946 venne soppressa la denominazione di «piazzale N. Giani» che fu sostituita con quella di «piazzale Valmaura». Valmaura è toponimo attestato fin dal XIV secolo (cfr. a. 1395: canfanestris sive Valmauri); l’etimo è incerto. Secondo Ravasini (1929), «potrebbe derivare da maura, per sciabica, quel volatile che trovasi nelle valli, e detto comunemente maura, per il piumaggio suo di color nero.. Più prudenti gli studiosi moderni; Doria (1960) ipotizza una derivazione di Valmaura da Valmajora, con caduta della j-. Al n. civ. 7 di piazzale Valmaura si trova la chiesa parrocchiale della Beata Vergine Addolorata, costruita tra il 1947 ed il 1948 (consacr. 9.3.1948); la parrocchia venne eretta canonicamente il 17.4.1955 (ric. civilm. 15.12.1955). Ai nn. civ. 8-9 si trova il Centro I.R.I. per la Formazione e l’Addestramento Professionale (C.I.F.A.P.), in edificio costruito negli anni 1961-1963 su progetto dell’arch. U. Nordio. Da ricordare ai nn. 5-6 gli ingressi dello stadio comunale (P. Grezar» (altro ingresso al n. civ. 2 di via dei Macelli).

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste – Piazza della Valle

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VALLE (piazza della)

Piazza della Valle: San Vito-Città Vecchia. Tra le vie Madonna del Mare e della Valle. C.A.P. 34124.

Denominazione ottocentesca; la piazzetta venne così descritta da Generini nel 1884: «giace al capo superiore di via Madonna del mare, e venne così chiamata perché ad essa scendono come ad una valle i due tratti della via omonima. Andò formandosi come vedesi di presente, intorno il 1830 con la costruzione dell’edificio N. 1716 civ. 2, già proprietà di Giovanni Denicol, la cui facciata leggermente rientrante fu imitata dagli altri due stabili che la conterminano, conferendo in tal modo a questa piazzetta la forma arieggiante l’ovale. La fontana a pompa in fianco alla stessa, venne costruita nel 1853 » . L’elemento più caratteristico della piazzetta è la sua pianta ovale, dovuta alle facciate angolari dei palazzi che la prospettano, singolari per la forma concava. Al n. civ. 2 si trova un palazzo, modello per gli altri due vicini, eretto nel 1835 su progetto dell’arch. G. Degasperi; l’edificio al n. civ. 3 venne costruito dall’arch. F. Bruyn su progetto del 1834, la casa al n. civ. 1 risale invece al 1853 (prog. arch. Giov. Berlam).

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste – Piazza dell’Unità

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UNITÀ D’ITALIA (piazza dell’)

Piazza dell’Unità: San Vito-Città Vecchia. Davanti al Municipio di Trieste, prospiciente il mare. C.A.P. 34121. L’ottocentesca piazza Grande venne ribattezzata «piazza dell’Unità» con delibera Giunta Municipale d.d. 11.11.1918 n. IX-4715-18, a ricordo della compiuta unità d’Italia con l’annessione di Trieste e di Trento. Con delibera Giun. Mun. n. 103 d.d. 21.4.1955 la denominazione venne modificata in quella di «piazza dell’Unità d’Italia». Tra le trasformazioni edilizie avvenute nell’ultimo secolo sono da segnalare la costruzione del palazzo della Luogotenenza (attuale palazzo del Governo), eretto tra il 1899 ed il 1904 su progetto dell’arch. E. Artmann e la ristrutturazione totale (con conservazione dei muri perimetrali) di casa Stratti, che ospita al pianterreno il Caffè degli Specchi, eseguita negli anni Sessanta (1968-1969). Al 1933 risalgono i nuovi pili portabandiera posti in fronte al mare (scul. A. Selva), mentre al 1970 risale la ricostruzione (in sito diverso dall’originario) della settecentesca fontana dei Continenti, demolita nel 1938. Da segnalare ancora la scomparsa del giardino che occupava metà della piazza (tra via dell’Orologio e il mare) fino al 1920, la ristrutturazione e l’arredamento delle sale di rappresentanza e della foresteria del Palazzo del Governo (arch. U. Nordio e A. Cervi, 1962-1963), la scomparsa (1920) di due interessanti fanali bronzei di forma muliebre (soprannominati Tinza e Marianza) già posti all’ingresso del Municipio (fusi nel 1876). Da segnalare, infine, il restauro di palazzo Pitteri (1987, prog. arch. Celli e Tognon) e della fontana dei Continenti (1989, arch. G. Pavan, scul. N. Spagnoli).

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste – Foro Ulpiano

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ULPIANO (foro)

Foro Ulpiano: Città Nuova-Barriera Nuova. Tra via Fabio Severo e via del Coroneo. C.A.P. 34133.
Con delibera Giunta Municipale d.d. 28.3.1919 questa piazza venne battezzata «foro Ulpiano»; tuttavia, già precedentemente lo spiazzo dietro la Caserma grande ebbe il nome di «piazza del Fieno» o «dei Foraggi» (non ufficiale), mentre invece tra il 1915 ed il 1918, quando già il nuovo Palazzo di Giustizia era in corso di costruzione, il piazzale venne battezzato «piazza Principe Eugenio», a ricordo del condottiero al servizio degli Asburgo Eugenio di Savoia (1663-1736). Domizio Ulpiano, giureconsulto romano assassinato nel 228, originario di Tiro, fu autore di importanti scritti giuridici poi utilizzati nella compilazione giustinianea, quali gli 81 libri ad edictum praetoris, i 51 libri ad Sabinum, i due libri responsorum, i dieci libri disputationum e altre opere. Al n. civ. 1 di foro Ulpiano si trova il Palazzo di Giustizia, i cui lavori di costruzione, su progetto dell’arch. E. Nordio, iniziarono nel 1913 e furono sospesi nel 1915 per lo scoppio del conflitto. I lavori, sempre diretti da E. Nordio, ripresero nel 1921 ma furono ancora sospesi nel 1923 per difficoltà economiche. Tra il 1927 ed il 1935, per cura dell’arch. U. Nordio, l’opera fu portata a termine. La facciata, ornata dell’iscrizione «SEDES IUSTITIAE URBIS LIBERTATE DECUS AN. MCMXXXIV XII A FASC. REST. /», è sovrastata dalle statue dei giureconsulti romani Ulpiano, Papiniano e Triboniano (scul. F. Asco) e Salvio Giuliano, Gaio e Paolo (scul. M. Mascherini). All’interno dell’edificio, la ricostruzione e l’arredamento dell’aula della Corte d’Assise vennero effettuati nel 1960 per cura dell’arch. U. Nordio.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste – Piazza Trauner

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TRAUNER (piazza)

Piazza Trauner: San Vito-Città Vecchia. Al termine di via Trauner. C.A.P. 34121. Denominazione settecentesca per questa piazzetta, detta anche «corte Trauner», il cui nome ricorda una antica famiglia triestina, estinta nel 1718 con Taddeo de Trauner (1676-1718). Così Tribel (1884) descrisse la piazzetta: «Questa località, una vera corte rinchiusa fra otto case, alcune di antichissima data, presenta tuttodì il tipo caratteristico dei campielli di Venezia; e bisogna vederla nei dì festivi, quando quelle maschie popolane, a gruppi e pose diverse, sono intente al giuoco della tombola là sulla via, per farsi un’idea forte, precisa del carattere e del costume domenicale del nostro popolo». Attualmente gli edifici che prospettano la piazzetta, compresa la nota casa della bifora quattrocentesca, sono in gran parte fatiscenti. Una vera da pozzo che si trovava in questa zona è attualmente conservata presso l’Orto Lapidario. Da ricordare che la corte Trauner era il cuore dell’antico ghetto degli ebrei (XVII secolo).

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste – Piazzetta Tor Cucherna

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TOR CUCHERNA (piazzetta)

Piazzetta Tor Cucherna: San Vito-Città Vecchia. Tra via del Crocifisso e via Battaglia. C.A.P. 34121.
L’aspetto dell’originaria via di Tor Cucherna (dal 1902, prima «via Cucherna» e prima ancora «via Covaz» mutò alquanto con le demolizioni effettuate negli anni Trenta, quando vennero abbattuti numerosi edifici che la fiancheggiavano; tuttavia, nonostante l’ampiezza della strada fosse aumentata, l’odonimo «via di Tor Cucherna» rimase conservato nello stradario comunale. Dal 20.12.1988 anziché ripristinare l’originario toponimo «Covaz» anche in considerazione dei risultati non trascurabili di indagini storiche recenti, che hanno minato il fondamento dell’odonimo moderno «via di Tor Cucherna » sollevando fondati dubbi sull’autentica denominazione della non lontana torre, il Comune di Trieste ha ritenuto opportuna la semplice correzione da «via di Tor Cucherna» in «piazzetta Tor Cucherna»; questo dopo che la zona ha subito notevoli interventi di ristrutturazione edilizia con l’attuazione del piano di edilizia economica e popolare.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste – Largo San Tommaso

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TOMMASO San (largo)

Largo San Tommaso: Altipiano Est (Villa Opicina). Tra le vie S. Isidoro e S. Pellegrino. C.A.P. 34016.

Denominazione apposta con Delibera del Consiglio Comunale n. 238 d.d. 24.6.1960 a ricordo di San Tommaso, patrono della città di Pola. A San Tommaso (uno dei dodici Apostoli, martirizzato forse in India o a Odessa dove era andato a predicare) fu dedicata a Pola fin dal Medioevo una chiesa sorta a destra della basilica eretta nel VI sec. (precedente l’attuale Duomo). Largo San Tommaso fu creato con l’urbanizzazione di questa zona di Villa Opicina a seguito della costruzione di molti caseggiati dell’Opera Assistenza Profughi Giuliani e Dalmati.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste – Piazza Nicolò Tommaseo

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TOMMASEO Nicolò (piazza)

Piazza Nicolò Tommaseo: San Vito-Città Vecchia/Città Nuova-Barriera Nuova. Tra riva III novembre e via del Canal Piccolo. C.A.P. 34121.

Già piazza dei Negozianti, venne ribattezzata «piazza N. Tommaseo» con delibera Del. Mun. d.d. 17.10.1902. Nicolò (recte Niccolò) Tommaseo nacque a Sebenico in Dalmazia nel 1802; studiò a Padova e, dopo essere ritornato in un primo momento nella città natale, visse a Rovereto e poi a Milano. Letterato e filologo impegnato pure nella letteratura politica, Tommaseo mantenne sempre stretti i legami con la terra d’origine e con l’ambiente letterario e politico non solo dalmata ma anche istriano e triestino. Partecipò alle discussioni sulla poetica e sulla lingua, fu amico ed estimatore di Manzoni (da ricordare l’opera Colloqui col Manzoni, 1855) e, stabilitosi infine a Firenze, collaborò con l’Antologia di Vieusseux legandosi all’ambiente letterario che faceva riferimento a Capponi. Dal 1833 al 1839, causa problemi politici, visse in Francia finché nel 1839 gli fu concesso il soggiorno a Venezia. A questo periodo risalgono alcune sue importanti opere di impegno civile e letterario, quali il romanzo Fede e bellezza (1840), le Confessioni (1836, poi inserite nel volume di Poesie del 1872) e l’opera Dell’Italia, inizialmente pubblicata con i titoli fittizi di Opuscoli inediti di fra Girolamo Savonarola (1835) e Canti toscani, corsi, greci, illirici (1841). Durante i moti rivoluzionari del 1848-1849 ebbe parte non secondaria nella vita politica di Venezia (sulle cui vicende scrisse anche un’opera dal titolo Venezia negli anni 1848-1849) e, sconfitta la repubblica, visse in esilio a Corfù, ove lavorò agli scritti politici Rome et le monde (1851, contro il potere temporale dei Papi) e Supplizio d’un italiano a Corfù (1855, contro la pena di morte). Stabilitosi poi a Torino, vi rimase fino al 1859 anno del trasferimento definitivo a Firenze. Tra le sue opere di carattere letterario e filologico vanno ricordati il commento alla Divina Commedia, il Dizionario della lingua italiana, pubblicato a partire dal 1858 e il Dizionario dei sinonimi (entrambi con la collaborazione di B. Bellini). Quanto alle sue relazioni con Trieste, intense come si è accennato, merita particolare attenzione il volume Intorno a cose dalmatiche e triestine. Scritti di Niccolò Tommaseo (Lloyd Austriaco, Trieste 1847), contenente precise osservazioni critiche di ammirazione per numerose iniziative culturali nella città (La Favilla, Società Triestina di Belle Arti, libri pubblicati ecc.) e con acclusa l’esortazione A ‘ triestini. Invito di N. Tommaseo, in favore della Dalmazia oppressa dalla crisi economica: «alla città che, abitata da genti di stirpe diversa, promette essere tra più nazioni anello prezioso di fiducia e d’intelligenza; alla città che soccorse alle miserie dell’Irlanda lontana, e colse parecchie opportunità di seguire gli esempi generosi d’altre città italiane, anzi talvolta di superarli o precorrerli; alla città ove soggiornano in fratellevole ospitalità uomini noti all’Italia, e a me cari; con fiducia mi volgo, chiedendo un alleviamento alle necessità che aggravano in questa calamitosa annata il povero popolo di Sebenico mia patria». Niccolò Tommaseo morì a Firenze nel 1874. Al n. civ. 4 di piazza N. Tommaseo si trova l’antico caffè Tommaseo (restauratonel 1986); sulla facciata dell’edificio è apposta una lapide con l’iscrizione: «DA QUESTO CAFFÈ TOMMASEO / NEL 1848 / CENTRO DEL MOVIMENTO NAZIONALE / SI DIFFUSE / LA FIAMMA DEGLI ENTUSIASMI / PER LA LIBERTÀ ITALIANA / ».
L’ampio caseggiato ottocentesco compreso tra piazza Tommaseo, via dell’Arsenale, piazza Verdi (case Voinovich) è stato restaurato nel 1981 su progetto degli arch. Celii e Tognon. Infine prospetta la piazza la facciata postica del palazzo della Borsa Vecchia.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

Un sentito ringraziamento va al Prof. Antonio Trampus, per aver acconsentito all'utilizzo dei suoi testi.

Trieste – Piazzale Danilo Stiepovich

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Piazzale Danilo Stiepovich (Google Maps)

 

STIEPOVICH Danilo (piazzale)

Piazzale Danilo Stiepovich: Valmaura-Borgo San Sergio. Sul lato sinistro di via A. Barbaro. C.A.P. 34148. Piazzale così battezzato con Delibera del Consiglio Comunale n. 370 d.d. 9.7.1962.

Danilo Stiepovich nacque a Trieste il 21 settembre 1912; cadde durante il secondo conflitto mondiale, nell’Oceano Atlantico, il 14 gennaio 1941 e alla sua memoria venne conferita la medaglia d’oro al valor militare. Dalla motivazione: «Imbarcato su di un sommergibile atlantico, durante aspro e lungo combattimento contro un incrociatore ausiliario, prendeva volontariamente il posto di un puntatore di mitragliera ferito. Gravemente mutilato dallo scoppio di una granata nemica, rifiutava ogni soccorso. Ultimata vittoriosamente l’azione, mentre l’unità era fatta segno a violento attacco aereo, continuava ad incitare l’equipaggio e spirava serenamente dopo lunghe sofferenze sopportate stoicamente».

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste – Piazza delle Squero Vecchio

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SQUERO VECCHIO (piazza dello)

Piazza delle Squero Vecchio: San Vito-Città Vecchia. Tra via dell’Orologio e via dello Squero Vecchio. C.A.P. 34121.

Denominazione sette-ottocentesca, che ricorda l’antico squero qui esistente fino al 1789. Si trattava dell’antico squero di San Nicolò, appartenente alla confraternita omonima, attivo fin dal XVI secolo e destinato essenzialmente alla riparazione di piccole imbarcazioni. Lo squero di San Nicolò, come accennato, cessò definitivamente l’attività nel 1789, quando O. Panfilli costruì uno squero nuovo all’altezza dell’attuale corso Cavour.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste – Largo Sottomonte

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SOTTOMONTE (largo)

Largo Sottomonte: Altipiano Est (Villa Opicina). Alla confluenza delle vie delle Robinie, delle Noci, Sottomonte e dei Moreri. C.A.P. 34135.
Denominazione apposta con Delibera del Consiglio Comunale n. 60 d.d. 6.4.1956 e motivata come toponimo, di origine quattrocentesca (cfr. «Sotamont», Cavalli), atto a indicare la posizione del largo, a ridosso del costone carsico. Largo Sottomonte si trova nella zona chiamata «Pischianz» (slov. Pisèianc). Quanto all’attestazione del toponimo Sottomonte, si veda Cumin (1929): «Da Roiano, di fianco al torrente che scende dalle pendici arenacee, sale la via dei dodici moreri per bosco e coltivati, passando presso i casali di Sottomonte, alla strada vecchia di Opicina che raggiunge presso la fermata di Banne dell’elettrovia».

 

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste – Largo Sidney Sonnino

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SONNINO Sidney (largo)

Largo Sidney Sonnino: Barriera Vecchia. Alla confluenza delle vie della Raffineria, G. Matteotti, delle Settefontane e di viale G. D’Annunzio. C.A.P. dal n. 1 al n. 5: 34138; dal n. 6 a fine: 34137.
Largo così battezzato con Delibera del Consiglio Comunale n. 59 d.d. 6.3.1961, in ricordo di G. Sidney Sonnino.

Nato a Pisa nel 1847, Giorgio Sidney Sonnino studiò giurisprudenza ed esercitò per alcuni anni la professione forense; si dedicò quindi alla carriera diplomatica, lavorando presso le ambasciate italiane di Madrid (1867- 1868), di Vienna (1868), di Berlino (1869-1870), di Parigi (1871) e nuovamente di Madrid (1871-1872). Lasciata la carriera nel 1873, si dedicò all’attività scientifica scrivendo saggi di carattere giuridico ed economico. Si interessò già nel 1870 de Il suffragio universale in Italia, si occupò della Mezzeria in Toscana (1875) e di altri importanti problemi. Diresse dal 1878 al 1882 la rivista Rassegna settimanale. Nel 1880 venne eletto deputato al Parlamento (nel quale fu presente fino al 1919), nel 1889 divenne sottosegretario al Tesoro, fu poi Ministro delle Finanze dal 1893 al 1894 e dal 1894 al 1896 con i governi Crispi. Capo del centro-destra, Giorgio Sidney Sonnino fondò nel 1901 il Giornale d’Italia, fu per breve tempo Presidente del Consiglio dei Ministri nel 1906 e nel 1909-1910. Nel 1914 venne chiamato all’incarico di Ministro degli Esteri nel momento cruciale dello scoppio del primo conflitto mondiale, che vide l nc., ralità italiana fino al Patto di Londra (26.4.1915) volto a schierare l’Italia con le potenze dell’Intesa anziché con quelle della Triplice Alleanza della quale il paese aveva fatto parte. Al termine del conflitto, non essendo riuscito a far valere la posizione italiana alla Conferenza della Pace, abbandonò la sede delle trattative con V.E. Orlando (14-26 aprile 1919). Dopo la caduta del governo, si ritirò a vita privata e nel 1920 venne nominato senatore. Morì a Roma nel 1924. Importante fu l’opera di Giorgio Sidney Sonnino dopo il primo conflitto mondiale per consolidare il destino italiano delle terre adriatiche già soggette all’impero austroungarico. Al n. civ. 3 del largo si trova, ove già era l’ottocentesco Liceo Femminile, la scuola elementare «Fabio Carniel». A Giorgio Sidney Sonnino si voleva già intitolare, nel 1925, il tratto di via delle Settefontane compreso tra viale G. D’Annunzio e piazza dei Foraggi.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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Trieste – Piazza San Silvestro

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SILVESTRO San (piazza)

Piazza San Silvestro: San Vito-Città Vecchia. A lato della chiesa di S. Maria Maggiore. C.A.P. 34121.

Denominazione settecentesca, che ricorda la chiesa di San Silvestro la cui facciata postica prospetta questa piazzetta. La chiesa, restaurata nel Trecento, destinata nel 1613 alla confraternita del Rosario e poi ai Gesuiti, acquistata nel 1785 dalla comunità evangelica di confessione elvetica (al cui culto è attualmente officiata), venne sottoposta a radicale restauro nel 1927 sotto la direzione dell’architetto Ferdinando Forlati; il restauro portò all’eliminazione delle strutture posticcie e al recupero dell’aspetto originario dell’edificio. Scavi archeologici condotti nel 1927 e in tempi successivi hanno accertato che l’edificio sacro ha origine da un sacello romanico, ma non sono risultati elementi a conferma di una ipotizzata sede di culto paleocristiana. Da ricordare, a questo proposito, che la tradizione del martirio di Eufemia e Tecla (che avrebbero avuto qui l’abitazione domestica) è stata oggetto di severe e negative considerazioni critiche in questo secolo.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

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