Trieste: via Bellosguardo

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BELLOSGUARDO, via

San Vito-Città Vecchia. Da via V. Locchi a via F. Dall’Ongaro. C.A.P. dal n. 1 al n. 33 e dal n. 2 al n. 16: 34123; dal n. 35 al n. 55 e dal n. 18 al n. 44: 34124; dai nn. 57 e 46 a fine: 34143.
Fino alla delibera del 25.4.1887, che appose alla strada il nome attuale, recava il toponimo di «vicolo delle Bombe». Bellosguardo è voce moderna di origine letteraria, dovuta alla posizione panoramica caratteristica della strada prima della moderna urbanizzazione. Con Del. Cons. d.d. 6.3.1961 n. 59 venne esteso il nome di via Bellosguardo «al nuovo tronco stradale compreso tra le vie Vittorio Locchi e Carlo Combi». Molti edifici e ville del Settecento che si trovavano nella zona, tipico soggiorno estivo della borghesia triestina del XVIII e XIX secolo, furono sottoposte a ristrutturazioni o vennero demolite nell’ultimo mezzo secolo. All’angolo con via N. De Rin l’edificio che vide trascorrere la giovinezza di Giuseppe Caprin fu trasformato nel 1884 in «casinetto con torre», quest’ultima demolita nel 1939 nel corso di una nuova ristrutturazione dovuta all’arch. A. Paladini. Al n. civ. 46 è l’ingresso di villa Homero (arch. L. Colnhuber, 1849), completamente ristrutturata, fino ad alterarne l’aspetto originario, nel 1912; al n. civ. 28 era villa già Tarnoldi poi Arnstein (arch. P. Palese 1850 c.), ingrandita nel 1911 e demolita nel 1963 per fare posto a moderni complessi condominiali. Al n. civ. 50 si trovava villa già Baraux poi Holt, costruita nel 1796-1797 per il commerciante di Anversa Francesco Emanuele Giuseppe Baraux, ristrutturata nel 1885 e demolita anch’essa nel 1966 per lasciare spazio a caseggiati moderni.

Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.

Un sentito ringraziamento al Prof. Antonio Trampus, per aver acconsentito all'utilizzo dei suoi testi.

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