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Ingresso della Fabbrica Dreher di via Giulia Foto collezione Sergio Sergas
Elio de Morpurgo, Revoltella e azionisti importanti come la Banca Rotschild, Michele Sartorio e altri, acquistarono un vasto terreno, che sarà poi della Fabbrica Dreher , precedente occupato da una conceria che sicuramente lì aveva trovato posto ideale per l’abbondanza di acqua. Nel 1865 costituirono la “Prima Società per la fabbricazione di birra a Trieste”.
Il progetto della fabbrica fu affidato all’architetto G. Berlam, i lavori furono conclusi in 230 giorni e la fabbrica fu inaugurata il 15 gennaio 1866, nonostante la profusione di mezzi e le mille persone che vi lavoravano la produzione non decollò, anzi subì parecchie perdite.
Il barone de Morpurgo tentò invano di salvare il tutto, ma si vide costretto a vendere l’attività ad Anton Dreher, proveniente da una famiglia di birrai boemi, che avevano iniziato già dal ‘600, in seguito avevano aperto varie fabbriche in Austria, ottenendo grandi successi commerciali e riconoscimenti per la qualità e per le innovazioni introdotte nel processo produttivo. A. Dreher fece eseguire numerosi lavori, nella fabbrica di via Giulia, vennero ammodernate le cantine di raffreddamento, la sala cottura e le fosse del ghiaccio, che proveniva dal lago Zirknitz, vicino a Postumia. Ma l’innovazione più importante fu una Kaeltemaschine, una macchina del freddo. Di grande suggestione erano i locali che ospitavano la Birreria, caratterizzati da ampie volte sorrette da imponenti colonne. L’aspetto della Birreria era volutamente rustico.
La scritta apposta all’ingresso: il carpe diem, stimolava gli avventori al consumo della bionda bevanda e al divertimento. Non si poteva ordinare meno di mezzo litro di birra anche se era in voga l’usanza tedesca di trangugiare un intero litro dal classico boccale a forma di stivale, lo stiefel.
Vicino alla fabbrica A. Dreher acquistò, quale sua abitazione, una casa con corte denominata “Schlep”. Dopo il 1903 prese la gestione il figlio Theodor Dreher
Nel 1913 venne creata una nuova società, la Vereinigte Brauereien (Birrerie Riunite), con presidente Anton Dreher e vice presidenti Viktor Mautner von Markhof e Georg Meichl, che divennero i nuovi proprietari della fabbrica di Trieste. Lo scoppio della Grande guerra paralizzò le industrie e causò una profonda crisi. Nel 1929 la fabbrica passò alla famiglia dei Luciani, già proprietari della birra Pedavena, e grazie a loro la birra Dreher diventò la più venduta, esportata e conosciuta birra italiana. A fine anni ’60 iniziò il declino della fabbrica, che venne chiusa nel 1976. (M. Tauceri)
Il progetto della fabbrica fu affidato all’architetto G. Berlam, i lavori furono conclusi in 230 giorni e la fabbrica fu inaugurata il 15 gennaio 1866, nonostante la profusione di mezzi e le mille persone che vi lavoravano la produzione non decollò, anzi subì parecchie perdite.
Il barone de Morpurgo tentò invano di salvare il tutto, ma si vide costretto a vendere l’attività ad Anton Dreher, proveniente da una famiglia di birrai boemi, che avevano iniziato già dal ‘600, in seguito avevano aperto varie fabbriche in Austria, ottenendo grandi successi commerciali e riconoscimenti per la qualità e per le innovazioni introdotte nel processo produttivo. A. Dreher fece eseguire numerosi lavori, nella fabbrica di via Giulia, vennero ammodernate le cantine di raffreddamento, la sala cottura e le fosse del ghiaccio, che proveniva dal lago Zirknitz, vicino a Postumia. Ma l’innovazione più importante fu una Kaeltemaschine, una macchina del freddo. Di grande suggestione erano i locali che ospitavano la Birreria, caratterizzati da ampie volte sorrette da imponenti colonne. L’aspetto della Birreria era volutamente rustico.
La scritta apposta all’ingresso: il carpe diem, stimolava gli avventori al consumo della bionda bevanda e al divertimento. Non si poteva ordinare meno di mezzo litro di birra anche se era in voga l’usanza tedesca di trangugiare un intero litro dal classico boccale a forma di stivale, lo stiefel.
Vicino alla fabbrica A. Dreher acquistò, quale sua abitazione, una casa con corte denominata “Schlep”. Dopo il 1903 prese la gestione il figlio Theodor Dreher
Nel 1913 venne creata una nuova società, la Vereinigte Brauereien (Birrerie Riunite), con presidente Anton Dreher e vice presidenti Viktor Mautner von Markhof e Georg Meichl, che divennero i nuovi proprietari della fabbrica di Trieste. Lo scoppio della Grande guerra paralizzò le industrie e causò una profonda crisi. Nel 1929 la fabbrica passò alla famiglia dei Luciani, già proprietari della birra Pedavena, e grazie a loro la birra Dreher diventò la più venduta, esportata e conosciuta birra italiana. A fine anni ’60 iniziò il declino della fabbrica, che venne chiusa nel 1976. (M. Tauceri)