Via Mazzini, Piazza della Repubblica – Palazzo della R.A.S.

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Via Mazzini, Piazza della Repubblica - Ingresso del Palazzo della R.A.S.
(Google Maps)
“Via Nuova” – “Via Mazzini”
La prima denominazione fu “Contrada Lunga” in quanto aveva una lunghezza maggiore di ogni altra strada dei dintorni, poi “Contrada Nuova” e “Via Nuova“, perché a quel tempo finiva in “piazza Nuova” (piazza della Repubblica), in quanto sia il tratto di via che conduceva in piazza Goldoni che le via laterali erano occupati da orti e campagne. Per breve tempo, durante il primo conflitto mondiale, ebbe il nome dell’imperatrice Maria Teresa, dal 28.3.1919 Via Giuseppe Mazzini.
“Piazza della Repubblica”
Questa piazza ebbe un numero notevole di nomi:
– Piazza San Nicolò – dal nome della chiesetta di San Nicolò dei Marinai menzionata già nel 1338;
– 1780 piazza Gadolla o Gadola, in riferimento al palazzo settecentesco che esisteva al posto dell’attuale palazzo della Banca Commerciale Italiana;
– dal 1870 Piazza Nuova o Nova perché era attraversata e rappresentava uno slargo della Via Nuova (via Mazzini)
Piazza XXX Ottobre e piazza Mazzini, questi nomi si trovano soprattutto sulle cartoline, nei testi consultati non ho trovato alcun riferimento;
– dal 1954 Piazza della Repubblica, dopo il ricongiungimento di Trieste all’Italia.Nella piazza si trovava il mercato di frutta, che avrebbe dovuto essere trasferito in Ponterosso già nel 1859, in realtà rimase fino al 1871, continuarono invece la loro attività i venditori di cambricchi (tele tessute a Cambrai in Fiandra). Per diversi anni si tenne la fiera di San Nicolò, che poi fu trasferita in via san Caterina.
Sulla piazza si apriva una libreria intestata al friulano Chiopris, che i triestini pronunciavano Ciopris.

Palazzo Duma
Dove oggi sorge la sede della Banca Commerciale Italiana si trovava il palazzo Duma Il settecentesco edificio, dopo la morte in povertà del Gadolla, cambiò tante volte i proprietari: nel 1808 Gerolamo Bonaparte, ex re di Westfalia, nel 1818 la sorella Elisa Baciocchi Bonaparte, nel 1826 il commerciante Carlo Cristiano Schwahhofer. Rimaneggiato nel 1828 dall’architetto Antonio Buttazzoni, che modificò l’ingresso con quattro colonne doriche a sostegno di un balcone al primo piano. Nel 1847 venne acquistato dal greco Demetrio Duma ed infine fu demolito nel 1904, quando era sede della Società Operaia Triestina.


Palazzo Creditanstalt
Dopo una complessa vicenda che comprende l’individuazione del sito e un fitto carteggio, iniziato verso la fine del 1907, fra lo Stabilimento austriaco di credito per il commercio e l’industria di Trieste e il Magistrato Civico, relativo ai permessi ed i costi dell’area sulla quale costruire la nuova sede, inizia la costruzione del palazzo su disegno di Enrico Nordio. In agosto del 1908 viene rilasciata l’abitabilità, vengono installati gli ascensori elettrici e nel 1909 il monumentale palazzo del Creditanstalt è concluso. Dopo il primo conflitto mondiale divenne sede della Banca Commerciale Triestina, e nel 1932 della Banca Commerciale Italiana che assorbì la Banca Commerciale Triestina.


Palazzo della Riunione Adriatica di Sicurtà (R.A.S.)             Già nel 1909 la grande compagnia assicurativa vide la necessità di una nuova sede in ragione delle accresciute esigenze. Tale edificio avrebbe dovuto ospitare gli uffici della compagnia, delle abitazioni civili e delle zone destinate a negozi.

Individuata l’area vennero acquistate e demolite le case: Bardeau, Prandi, Sartorio e Treves. Venne bandito un concorso al quale furono invitati illustri architetti, i lavori vennero selezionati da una prestigiosa giuria che scelse i progetti di Arduino e Ruggero Berlam, degli architetti Ignác Alpar di Budapest e Giacomo Zamattio, non riuscendo a concludere gli accordi con questi ultimi, l’incarico venne affidato ai Berlam.
L’imponente edificio venne costruito dal 1911 al 1914, in stile eclettico, nella struttura predomina il gusto rinascimentale. La facciata in pietra d’Istria è decorata con importanti sculture, le figure che contornano l’arco dell’ingresso sono scolpite da Giovanni Mayer, sulle colonne binate ai lati del balcone sono poste le sculture di Gianni Marin.
Dopo la galleria d’ingresso protetta, da una preziosa cancellata, si passa al sontuoso atrio, dove ha sede la fontana opera del Marin, con il gruppo scultoreo realizzato con marmi policromi raffigurante Mercurio assieme a tre leoni.
L’inaugurazione del palazzo è ricordata in una lapide all’ingresso.
In data 3 dicembre 1913 nel palazzo è stato aperto con l’ingresso in via Sant’Antonio la sala cinematografica “Ideal”.

(Margherita Tauceri)

Testi consultati:
Antonio Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna;
Silvio Rutteri, Trieste storia ed arte tra vie e piazze;
F. Zubini, Borgo Teresiano;
Trieste 1872-1917, Guida all’Architettura a cura di Federica Rovello.

P.S.: All’angolo con via Dante Alighieri è situato uno dei più importanti esempi di Liberty triestino: il palazzo Terni-Smolars, ultimato nel 1907 ad opera di Romeo Depaoli.

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