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Trieste: Largo Caduti di Nasirya. Il Ferdinandeo. Foto Paolo Carbonaio
Trieste: Largo Caduti di Nasirya. Il Ferdinandeo.
Il Ferdinandeo sorge nell’area della contrada di Chiadino, attraversata dal torrente Rozzol ed estesa sul colle omonimo. Il territorio, occupato in origine da vigne, campi e boschi, viene ricordato come località ideale per l’attività di caccia e del tiro a segno praticata dai nobili triestini.
Agli inizi dell’Ottocento la zona viene bonificata e sistemata con la creazione di “bellissime strade, separando quelle destinate ai pedoni da quelle più larghe pei ruotabili e cavalieri” e di un nuovo sentiero utilizzato per raggiungere la sommità del colle, conosciuta come “Il Cacciatore” dal nome della piccola birreria qui presente; in questi anni si assiste alla costruzione di edifici e ville di campagna, tra cui Villa Stern e Villa Revoltella. Dal monte chiamato del Farneto prende il nome il bosco omonimo, donato alla città di Trieste nel settembre 1844 dall’imperatore Ferdinando I, garantendone l’ apertura al pubblico. Viene costruito l’edificio iIn memoria del soggiorno triestino dell’imperatore .
L’immobile sarà realizzato tra il 1856 ed il 1858 dall’architetto Giuseppe Sfozi, su progetto del berlinese Georg Heinrich Friedrich Hitzig, consigliere alle fabbriche del Re di Prussia. L’edificazione della struttura viene preceduta dal concorso finanziario del Comune, di banche e di privati cittadini, per una spesa di 117.000 fiorini. Le fonti contemporanee ricordano lo splendido palazzo, “destinato ad ospitare chi desideri passare l’estate in questa deliziosa località”, e dotato anche di sala da ballo al pianterreno, sale da pranzo, da gioco, del caffè e tre gallerie. Nel 1899 l’edificio risulta dotato di stanze per villeggianti, di una grande terrazza adibita a trattoria e dell”Hotel Ferdinandeo”, prima condotto da Maria Mrak poi da Vittorio Martinis. Il ristorante e l’albergo rimangono attivi fino al 1914. Durante la Seconda Guerra Mondiale il palazzo viene occupato prima da un Comando Tedesco, poi da partigiani slavi e successivamente dagli anglo-americani che si impossessano di gran parte degli arredi. Negli anni seguenti l’edificio viene adibito a varie destinazioni d’uso, nessuna delle quali tuttavia consona alla “nobiltà” dello stesso, come lamenta Ferdinando Ressel in una lettera scritta nel settembre 1967 alla Soprintendenza Gallerie e Monumenti. Nel 1985 l’edificio viene restaurato attraverso la sistemazione degli ambienti interni, il rifacimento degli intonaci esterni e la demolizione della veranda d’ingresso. A seguito delle disposizioni prese dal commissario governativo dal 1993 l’edificio ospita il MIB-Master International Business, consorzio creato dalle Università di Trieste ed Udine.
Il gruppo scultoreo collocato alla sommità della balaustra della facciata principale, costituito da due figure femminili rappresentanti Giustizia e Gloria, reggenti una ghirlanda con al centro il busto dell’imperatore Ferdinando I, accompagnato dall’iscrizione “Recta Tueri”, è opera dell’artista Francesco Cameroni.
Il Ferdinandeo sorge nell’area della contrada di Chiadino, attraversata dal torrente Rozzol ed estesa sul colle omonimo. Il territorio, occupato in origine da vigne, campi e boschi, viene ricordato come località ideale per l’attività di caccia e del tiro a segno praticata dai nobili triestini.
Agli inizi dell’Ottocento la zona viene bonificata e sistemata con la creazione di “bellissime strade, separando quelle destinate ai pedoni da quelle più larghe pei ruotabili e cavalieri” e di un nuovo sentiero utilizzato per raggiungere la sommità del colle, conosciuta come “Il Cacciatore” dal nome della piccola birreria qui presente; in questi anni si assiste alla costruzione di edifici e ville di campagna, tra cui Villa Stern e Villa Revoltella. Dal monte chiamato del Farneto prende il nome il bosco omonimo, donato alla città di Trieste nel settembre 1844 dall’imperatore Ferdinando I, garantendone l’ apertura al pubblico. Viene costruito l’edificio iIn memoria del soggiorno triestino dell’imperatore .
L’immobile sarà realizzato tra il 1856 ed il 1858 dall’architetto Giuseppe Sfozi, su progetto del berlinese Georg Heinrich Friedrich Hitzig, consigliere alle fabbriche del Re di Prussia. L’edificazione della struttura viene preceduta dal concorso finanziario del Comune, di banche e di privati cittadini, per una spesa di 117.000 fiorini. Le fonti contemporanee ricordano lo splendido palazzo, “destinato ad ospitare chi desideri passare l’estate in questa deliziosa località”, e dotato anche di sala da ballo al pianterreno, sale da pranzo, da gioco, del caffè e tre gallerie. Nel 1899 l’edificio risulta dotato di stanze per villeggianti, di una grande terrazza adibita a trattoria e dell”Hotel Ferdinandeo”, prima condotto da Maria Mrak poi da Vittorio Martinis. Il ristorante e l’albergo rimangono attivi fino al 1914. Durante la Seconda Guerra Mondiale il palazzo viene occupato prima da un Comando Tedesco, poi da partigiani slavi e successivamente dagli anglo-americani che si impossessano di gran parte degli arredi. Negli anni seguenti l’edificio viene adibito a varie destinazioni d’uso, nessuna delle quali tuttavia consona alla “nobiltà” dello stesso, come lamenta Ferdinando Ressel in una lettera scritta nel settembre 1967 alla Soprintendenza Gallerie e Monumenti. Nel 1985 l’edificio viene restaurato attraverso la sistemazione degli ambienti interni, il rifacimento degli intonaci esterni e la demolizione della veranda d’ingresso. A seguito delle disposizioni prese dal commissario governativo dal 1993 l’edificio ospita il MIB-Master International Business, consorzio creato dalle Università di Trieste ed Udine.
Il gruppo scultoreo collocato alla sommità della balaustra della facciata principale, costituito da due figure femminili rappresentanti Giustizia e Gloria, reggenti una ghirlanda con al centro il busto dell’imperatore Ferdinando I, accompagnato dall’iscrizione “Recta Tueri”, è opera dell’artista Francesco Cameroni.