Per iscrivervi al Gruppo, cliccate sull’immagine sottostante:
Trieste notturna 2021. Foto Livio Crovatto
Tergeste
Per iscrivervi al Gruppo, cliccate sull’immagine sottostante:
Trieste notturna 2021. Foto Livio Crovatto
Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:
Piazza san Pietro nel 1820 circa.
a sinistra la chiesa di san Pietro, demolita a fine Ottocento.Al suo posto, palazzo Modello. e dietro la Dogana vecchia, dove oggi c’è il Tergesteo. La fila di edifici stretta e lunga in alto verrà inglobata nel Municipio di fine Ottocento, la A sta per la cancelleria del governo, la B è la Loggia – ricordata dagli attuali archi sotto il Municipio e difatti dietro c’è la stretta via della Loggia. Casa Jovovich è sempre al suo posto anche se adesso la chiamano casa Pitteri e c’è sotto il Despar. I due circoli al centro dovrebbero essere la fontana e la colonna di Carlo VI
Attaccata a san Pietro la casa di Nicolò Stratti che diventerà palazzo Stratti e gli Specchi, e davanti il teatro Vecchio o teatro san Pietro, che fu pure sede del Comune, e fu demolito anch’esso.
Poi ci sono le carceri, con un cortile ed un deposito.. la Locanda Grande che occupava parte della piazza e fra le carceri e la locanda la torre del Porto. Oltre la quale via dell’orologio che esiste tuttora- in parte e che ora sbocca a metà dell’attuale piazza.
Dopo via dell’orologio, che per anni tagliò la piazza con le rotaie del tram, viene il mandracchio, il porto riparato e protetto. Quello che viene ricordato dalle lucine blu per terra per ricordare che c’era il mare. Su cui, dopo interrato, sorse un effimero giardino. A sinistra il primo palazzo governatoriale, più piccolo dell’attuale e la cui facciata principale era su piazza del teatro, che si vede a sinistra . Il molo che proteggeva il mandracchio aveva una batteria di artiglieria ed una punta che rimase visibile dopo l’interramento, fino all’allargamento delle rive .
Si tratta della piazza, che , ingrandita, diventerà Piazza Unità e poi Piazza Unità d’Italia
Fonti: Celli Tognon e altri: la piazza nella città moderna, Rutteri : Trieste spunti dal suo passato, Zubini. Cittavecchia
Segnaletica della seconda guerra mondiale sui palazzi di Trieste Foto: Roger Seganti Post di Roger Seganti
Per iscrivervi al Gruppo Fb. cliccate sull’immagine sottostante:
Durante la seconda guerra mondiale sui muri delle città italiane furono dipinti (spesso con l’uso della membranite, un legante per pitture resistenti alle intemperie) molti segnali distintivi per la protezione antiaerea (noti anche come segnaletica a muro, pittogrammi, graffiti di guerra o indicazioni murarie). Erano simboli (frecce e lettere) destinati ad indirizzare la popolazione civile verso i rifugi durante i bombardamenti aerei e ad aiutare l’opera delle squadre di soccorso con la rapida individuazione delle uscite di sicurezza dei rifugi e degli attacchi per gli idranti. Particolari segnali furono utilizzati per evidenziare al nemico gli edifici con destinazioni speciali (ospedali, chiese e monumenti) nella speranza che fossero rispettati. Infine vanno citate le scritte nei ricoveri, con un’ampia varietà di prescrizioni e divieti.
Il 30 gennaio 1941 una disposizione del Ministero dell’Interno indirizzata ai prefetti raccomandava “l’ubicazione di grafici (ovvero di cartellonistica) indicanti l’accesso ai ricoveri pubblici antiaerei, illuminati di notte da una lampadina azzurrata protetta verso l’alto”. Altre circolari ministeriali torneranno sull’argomento dei “cartelli e scritte indicatrici delle installazioni”; nel corso del 1942, anche con la prescrizione del dovuto “dispositivo luminoso per segnalazione ricoveri”. Sino ad ora, però, non è stata trovata alcuna tabella specifica delle tipologie grafiche da usare per i segnali distintivi e si ritiene che questi venissero liberamente declinati nel disegno a livello locale
Classificazione
Quella che segue è una prima ipotesi di classificazione (con categorie e sottocategorie) dei segnali distintivi per la protezione antiaerea. Occorre premettere che, non essendovi all’epoca prescrizioni grafiche univoche su scala nazionale, si osservano nelle diverse città simboli molto simili ma spesso non identici (variabili anche nelle dimensioni e nei colori). Inoltre per alcune lettere manca ancora un’interpretazione certa, non essendo stati trovati riscontri in documenti ufficiali.
“I” Idrante. Via Torino angolo Via Duca d’Aosta. Foto Giornalfoto 1972 (Collezione Privata).
Scritte esterne
La scritta esterna più comune è la parola “rifugio” o “ricovero” accompagnata o meno da una freccia. In alcuni casi è seguita dalla parola “ingresso” o, in prossimità dello stesso, dalla specifica della capienza dei posti. In un edificio del Policlinico di Milano è presente l’indicazione “roggia” (dentro un cerchio bianco bordato di nero) per indicare la presenza di un canale artificiale.
Frecce
Le frecce stilizzate appaiono principalmente in bianco e nero, con il contorno più o meno bordato. Ve ne sono poi alcune in colore bianco e rosso (spesso per indicare le uscite di sicurezza).
Lettere
La lettera più ricorrente è la R di ricovero/rifugio, sia su campo bianco che nero, spesso inserita in una freccia. Compare anche nella versione con la c minuscola per indicare l’ubicazione in una corte o cortile (possibile anche condominiale). Lo stesso vale per la sigla US dell’uscita di sicurezza (talvolta con la scritta “in corte”). I punti in cui erano presenti gli idranti (in realtà bocchette dell’acqua poste rasoterra e chiuse da tombini) erano segnalati, oltre che dalla lettera I nera dentro ad un cerchio, anche con una targhetta. La I dell’attacco Idranti è stata segnalata a Genova anche con la m minuscola per l’uso di acqua marina. Alcune lettere sono di interpretazione controversa (in assenza di documenti ufficiali): come la F segnalata a Genova e Parma (forse derivante da “feuerloscher”, ovvero estintore in tedesco; oppure per segnalare fonte, fossato o qualcosa legato ai farmaci) e la S presente a Roma (probabilmente ad indicare un ricovero sotterraneo o in scantinato).
Segnaletica “P” Pozzo.
Segnaletica “I” Idrante. Questo l’elenco completo:Fonti Testo: Wikipedia.
Segnaletica “US” Uscita Sicurezza. U.S. racchiusa in un cerco bianco dal bordo rosso con una freccia indicante alle eventuali squadre di soccorso (in caso se la casa fosse stata colpita dal bombardamento) dove bisognava scavare per raggiungere eventuali superstiti.
A cura di Lorenzo Grassi, vedi anche;Segnali di guerra
Per iscriverti al Gruppo clicca sull’immagine sottostante:
Piazza Unità d'Italia Stampa di Rieger che ricostruisce di fantasia la Torre del Porto, coi due Mori all'orologio, la Madonna del porto sotto l'arco e a destra il Teatro san Pietro, prima sede del Comune, demolito.
Piazza Unità d’Italia (già Piazza Unità, Piazza Grande o anche Piazza san Pietro o Piazza Francesco Giuseppe).
Piazza Unità d’Italia è la piazza principale della città, su cui fin dal Medioevo si affacciavano gli edifici pubblici comunali.
Per un periodo la piazza si chiamò San Pietro, dal nome di una chiesa ivi esistente fin dal XIV secolo e demolita nella seconda metà dell’Ottocento, ma era principalmente nota come Piazza Grande, anche per distinguerla dalla Piazza Piccola dietro l’antico palazzo del Comune. Durante la prima guerra mondiale, dal 1915 al 18 venne denominata Piazza Francesco Giuseppe, Con l’annessione di Trieste all’Italia, prese il nome di Piazza Unità, dal 1955 Piazza Unità d’Italia.
In origine la piazza era meno della metà di come si presenta oggi, delimitata dal Palazzo del Comune, chiusa dal lato verso il mare dalle mura e dalla Torre del Porto e si affacciava sull’antico porto detto Mandracchio: ai lati si alternavano diversi edifici ed al centro si trovava la Locanda Grande. I lavori ottocenteschi l’aprirono dal lato verso il mare, l’interramento del Mandracchio (1858-1863) ospitò per circa mezzo secolo un giardino ed i palazzi che l’attorniano vennero costruiti dal Settecento ai primi del Novecento.
La piazza ha assunto l’aspetto attuale dopo la ristrutturazione del 2001-2005, quando la pavimentazione in asfalto è stata sostituita con blocchi in pietra arenaria che vogliono ricordare i masegni che lastricavano anticamente la piazza; la fontana dei Quattro Continenti è stata riportata quasi nella sua posizione originaria, allineata all’ingresso principale del Municipio. Un sistema di illuminazione con led blu, nella pavimentazione lato mare, ricorda fin dove il mare arrivava dentro l’antico porticciolo.
I palazzi che si affacciano sulla piazza sono in senso orario dal lato mare:
Il palazzo della Luogotenenza austriaca (1905 – architetto Emil Artmann), ora sede della Prefettura, che era andato a sostituire una precedente sede della Luogotenenza.
Il palazzo Stratti (1839 – architetto Antonio Buttazzoni, neoclassico ma poi rimaneggiato), dove si trova anche il caffè degli Specchi, un storico caffè triestino. Sulla sommità del palazzo un gruppo scultoreo raffigura Trieste con allegorie di fortuna e progresso, in quanto fu una delle prime sedi delle Assicurazioni Generali.
Il palazzo Modello (1871 – architetto Giuseppe Bruni)
Il municipio, dalla particolare architettura per unificare edifici preesistenti (1875 – architetto Giuseppe Bruni); sulla torre municipale due automi bronzei fanno udire i loro rintocchi allo scoccare delle ore.
Il palazzo Pitteri (1780 – architetto Ulderico Moro); è il più antico palazzo di piazza Unità.
Il Grand Hotel Duchi d’Aosta (1873 – ingegner Eugenio Geiringer e architetto Giovanni Righetti);
Il palazzo della compagnia di navigazione Lloyd Austriaco di Navigazione, poi Lloyd Triestino, ed ora sede della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia (1884 – architetto Heinrich von Ferstel)
Altri manufatti in piazza:
Sul lato mare si trovano due pili portabandiera, donati nel 1932 dagli autieri della prima guerra mondiale, ove vengono effettuati gli alza e gli ammaina bandiera solenni.
La fontana dei Continenti del bergamasco Giovanni Battista Mazzoleni.
Tra il 1751 e il 1754 nell’allora piazza Grande si decise la costruzione di una fontana alimentata dal nuovo acquedotto teresiano, che doveva rappresentare Trieste come la città favorita dalla fortuna grazie all’istituzione del porto franco da parte di Carlo VI e delle politiche di sviluppo di Maria Teresa d’Austria.
Il mondo è rappresentato da quattro statue allegoriche che richiamano i tratti delle persone che vivevano nei continenti allora conosciuti (Europa, Asia, Africa e America).
L’acqua sgorgava da quattro figure allegoriche di fiumi, sempre ad indicare i continenti.
Sulla sommità della fontana sovrasta una figura femminile alata e a braccia aperte che rappresenta Trieste. Adagiata sulle rocce del Carso la statua è circondata da pacchi, balle di cotone e cordame.
Statua di Carlo VI
La statua di Carlo VI, del veneto Lorenzo Fanoli
A pochi metri a destra della fontana dei Quattro Continenti (avendo il mare alle spalle e osservando il municipio) una colonna in pietra bianca sorregge una statua di un imperatore. Essa è la colonna di Carlo VI d’Asburgo.
Figlio di Leopoldo I d’Austria (la cui statua si trova nell’attuale piazza della Borsa) e padre di Maria Teresa d’Austria, Carlo VI nel 1719 istituì il porto franco a Trieste, dando un notevole impulso al commercio e allo sviluppo cittadino.
La statua raffigura l’Imperatore in piedi che indica il mare, con il porto franco da lui istituito. (Elisabetta Marcovich)
Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:
Trieste - Palazzo Chiozza, foto collezione Sergio Sergas
Nel 1910 il complesso Chiozza fu acquistato dalle Assicurazioni Generali, che fecero demolire le vecchie case e fra il 1925-27, per costruire un imponente palazzo, il progetto fu affidato all’architetto G. Polli con la collaborazione del figlio Carlo, i lavori vennero affidati all’impresa di costruzioni dell’Ingegnere Riccardo Gairinger. L’ edificio, sempre di gusto neoclassico, mantiene le arcate , ma nel complesso è più enfatico e monumentale del precedente. Nel ’27 quando viene concessa l’abitabilità, mancano il gruppo statuario posto alla sommità dell’edificio ed i bassorilievi che sono opera dello scultore milanese Gigi Supino. (Margherita Tauceri)
Per iscriverti al Gruppo clicca sull’immagine sottostante:
Ponte della Fabra (piazza Goldoni) - nuovo Palazzo Georgiadis, realizzato dall'ingegner Pagliaro nel 1928. Foto Giancarla Scubini
Per iscriverti al Gruppo clicca sull’immagine sottostante:
Piazza Unità d'Italia - Il palazzo della Prefettura, un tempo sede della Luogotenenza austriaca (1905 - architetto Emil Artmann).
Piazza Unità d’Italia (già Piazza Unità, Piazza Grande o anche Piazza san Pietro o Piazza Francesco Giuseppe).
Piazza Unità d’Italia è la piazza principale della città, su cui fin dal Medioevo si affacciavano gli edifici pubblici comunali.
Per un periodo la piazza si chiamò San Pietro, dal nome di una chiesa ivi esistente fin dal XIV secolo e demolita nella seconda metà dell’Ottocento, ma era principalmente nota come Piazza Grande, anche per distinguerla dalla Piazza Piccola dietro l’antico palazzo del Comune. Durante la prima guerra mondiale, dal 1915 al 18 venne denominata Piazza Francesco Giuseppe, Con l’annessione di Trieste all’Italia, prese il nome di Piazza Unità, dal 1955 Piazza Unità d’Italia.
In origine la piazza era meno della metà di come si presenta oggi, delimitata dal Palazzo del Comune, chiusa dal lato verso il mare dalle mura e dalla Torre del Porto e si affacciava sull’antico porto detto Mandracchio: ai lati si alternavano diversi edifici ed al centro si trovava la Locanda Grande. I lavori ottocenteschi l’aprirono dal lato verso il mare, l’interramento del Mandracchio (1858-1863) ospitò per circa mezzo secolo un giardino ed i palazzi che l’attorniano vennero costruiti dal Settecento ai primi del Novecento.
La piazza ha assunto l’aspetto attuale dopo la ristrutturazione del 2001-2005, quando la pavimentazione in asfalto è stata sostituita con blocchi in pietra arenaria che vogliono ricordare i masegni che lastricavano anticamente la piazza; la fontana dei Quattro Continenti è stata riportata quasi nella sua posizione originaria, allineata all’ingresso principale del Municipio. Un sistema di illuminazione con led blu, nella pavimentazione lato mare, ricorda fin dove il mare arrivava dentro l’antico porticciolo.
I palazzi che si affacciano sulla piazza sono in senso orario dal lato mare:
Il palazzo della Luogotenenza austriaca (1905 – architetto Emil Artmann), ora sede della Prefettura, che era andato a sostituire una precedente sede della Luogotenenza.
Il palazzo Stratti (1839 – architetto Antonio Buttazzoni, neoclassico ma poi rimaneggiato), dove si trova anche il caffè degli Specchi, un storico caffè triestino. Sulla sommità del palazzo un gruppo scultoreo raffigura Trieste con allegorie di fortuna e progresso, in quanto fu una delle prime sedi delle Assicurazioni Generali.
Il palazzo Modello (1871 – architetto Giuseppe Bruni)
Il municipio, dalla particolare architettura per unificare edifici preesistenti (1875 – architetto Giuseppe Bruni); sulla torre municipale due automi bronzei fanno udire i loro rintocchi allo scoccare delle ore.
Il palazzo Pitteri (1780 – architetto Ulderico Moro); è il più antico palazzo di piazza Unità.
Il Grand Hotel Duchi d’Aosta (1873 – ingegner Eugenio Geiringer e architetto Giovanni Righetti);
Il palazzo della compagnia di navigazione Lloyd Austriaco di Navigazione, poi Lloyd Triestino, ed ora sede della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia (1884 – architetto Heinrich von Ferstel)
Altri manufatti in piazza:
Sul lato mare si trovano due pili portabandiera, donati nel 1932 dagli autieri della prima guerra mondiale, ove vengono effettuati gli alza e gli ammaina bandiera solenni.
La fontana dei Continenti del bergamasco Giovanni Battista Mazzoleni.
Tra il 1751 e il 1754 nell’allora piazza Grande si decise la costruzione di una fontana alimentata dal nuovo acquedotto teresiano, che doveva rappresentare Trieste come la città favorita dalla fortuna grazie all’istituzione del porto franco da parte di Carlo VI e delle politiche di sviluppo di Maria Teresa d’Austria.
Il mondo è rappresentato da quattro statue allegoriche che richiamano i tratti delle persone che vivevano nei continenti allora conosciuti (Europa, Asia, Africa e America).
L’acqua sgorgava da quattro figure allegoriche di fiumi, sempre ad indicare i continenti.
Sulla sommità della fontana sovrasta una figura femminile alata e a braccia aperte che rappresenta Trieste. Adagiata sulle rocce del Carso la statua è circondata da pacchi, balle di cotone e cordame.
Statua di Carlo VI
La statua di Carlo VI, del veneto Lorenzo Fanoli
A pochi metri a destra della fontana dei Quattro Continenti (avendo il mare alle spalle e osservando il municipio) una colonna in pietra bianca sorregge una statua di un imperatore. Essa è la colonna di Carlo VI d’Asburgo.
Figlio di Leopoldo I d’Austria (la cui statua si trova nell’attuale piazza della Borsa) e padre di Maria Teresa d’Austria, Carlo VI nel 1719 istituì il porto franco a Trieste, dando un notevole impulso al commercio e allo sviluppo cittadino.
La statua raffigura l’Imperatore in piedi che indica il mare, con il porto franco da lui istituito. (E.M.)
Per iscriverti al Gruppo clicca sull’immagine sottostante:
Piazza Unità d'Italia - Sulla sinistra il palazzo della Prefettura, un tempo sede della Luogotenenza austriaca (1905 - architetto Emil Artmann).
Piazza Unità d’Italia (già Piazza Unità, Piazza Grande o anche Piazza san Pietro o Piazza Francesco Giuseppe).
Piazza Unità d’Italia è la piazza principale della città, su cui fin dal Medioevo si affacciavano gli edifici pubblici comunali.
Per un periodo la piazza si chiamò San Pietro, dal nome di una chiesa ivi esistente fin dal XIV secolo e demolita nella seconda metà dell’Ottocento, ma era principalmente nota come Piazza Grande, anche per distinguerla dalla Piazza Piccola dietro l’antico palazzo del Comune. Durante la prima guerra mondiale, dal 1915 al 18 venne denominata Piazza Francesco Giuseppe, Con l’annessione di Trieste all’Italia, prese il nome di Piazza Unità, dal 1955 Piazza Unità d’Italia.
In origine la piazza era meno della metà di come si presenta oggi, delimitata dal Palazzo del Comune, chiusa dal lato verso il mare dalle mura e dalla Torre del Porto e si affacciava sull’antico porto detto Mandracchio: ai lati si alternavano diversi edifici ed al centro si trovava la Locanda Grande. I lavori ottocenteschi l’aprirono dal lato verso il mare, l’interramento del Mandracchio (1858-1863) ospitò per circa mezzo secolo un giardino ed i palazzi che l’attorniano vennero costruiti dal Settecento ai primi del Novecento.
La piazza ha assunto l’aspetto attuale dopo la ristrutturazione del 2001-2005, quando la pavimentazione in asfalto è stata sostituita con blocchi in pietra arenaria che vogliono ricordare i masegni che lastricavano anticamente la piazza; la fontana dei Quattro Continenti è stata riportata quasi nella sua posizione originaria, allineata all’ingresso principale del Municipio. Un sistema di illuminazione con led blu, nella pavimentazione lato mare, ricorda fin dove il mare arrivava dentro l’antico porticciolo.
I palazzi che si affacciano sulla piazza sono in senso orario dal lato mare:
Il palazzo della Luogotenenza austriaca (1905 – architetto Emil Artmann), ora sede della Prefettura, che era andato a sostituire una precedente sede della Luogotenenza.
Il palazzo Stratti (1839 – architetto Antonio Buttazzoni, neoclassico ma poi rimaneggiato), dove si trova anche il caffè degli Specchi, un storico caffè triestino. Sulla sommità del palazzo un gruppo scultoreo raffigura Trieste con allegorie di fortuna e progresso, in quanto fu una delle prime sedi delle Assicurazioni Generali.
Il palazzo Modello (1871 – architetto Giuseppe Bruni)
Il municipio, dalla particolare architettura per unificare edifici preesistenti (1875 – architetto Giuseppe Bruni); sulla torre municipale due automi bronzei fanno udire i loro rintocchi allo scoccare delle ore.
Il palazzo Pitteri (1780 – architetto Ulderico Moro); è il più antico palazzo di piazza Unità.
Il Grand Hotel Duchi d’Aosta (1873 – ingegner Eugenio Geiringer e architetto Giovanni Righetti);
Il palazzo della compagnia di navigazione Lloyd Austriaco di Navigazione, poi Lloyd Triestino, ed ora sede della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia (1884 – architetto Heinrich von Ferstel)
Altri manufatti in piazza:
Sul lato mare si trovano due pili portabandiera, donati nel 1932 dagli autieri della prima guerra mondiale, ove vengono effettuati gli alza e gli ammaina bandiera solenni.
La fontana dei Continenti del bergamasco Giovanni Battista Mazzoleni.
Tra il 1751 e il 1754 nell’allora piazza Grande si decise la costruzione di una fontana alimentata dal nuovo acquedotto teresiano, che doveva rappresentare Trieste come la città favorita dalla fortuna grazie all’istituzione del porto franco da parte di Carlo VI e delle politiche di sviluppo di Maria Teresa d’Austria.
Il mondo è rappresentato da quattro statue allegoriche che richiamano i tratti delle persone che vivevano nei continenti allora conosciuti (Europa, Asia, Africa e America).
L’acqua sgorgava da quattro figure allegoriche di fiumi, sempre ad indicare i continenti.
Sulla sommità della fontana sovrasta una figura femminile alata e a braccia aperte che rappresenta Trieste. Adagiata sulle rocce del Carso la statua è circondata da pacchi, balle di cotone e cordame.
Statua di Carlo VI
La statua di Carlo VI, del veneto Lorenzo Fanoli
A pochi metri a destra della fontana dei Quattro Continenti (avendo il mare alle spalle e osservando il municipio) una colonna in pietra bianca sorregge una statua di un imperatore. Essa è la colonna di Carlo VI d’Asburgo.
Figlio di Leopoldo I d’Austria (la cui statua si trova nell’attuale piazza della Borsa) e padre di Maria Teresa d’Austria, Carlo VI nel 1719 istituì il porto franco a Trieste, dando un notevole impulso al commercio e allo sviluppo cittadino.
La statua raffigura l’Imperatore in piedi che indica il mare, con il porto franco da lui istituito. (E.M.)
Per iscriverti al Gruppo clicca sull’immagine sottostante:
Piazza Unità d'Italia - Il palazzo della Prefettura, un tempo sede della Luogotenenza austriaca (1905 - architetto Emil Artmann).
Piazza Unità d’Italia (già Piazza Unità, Piazza Grande o anche Piazza san Pietro o Piazza Francesco Giuseppe).
Piazza Unità d’Italia è la piazza principale della città, su cui fin dal Medioevo si affacciavano gli edifici pubblici comunali.
Per un periodo la piazza si chiamò San Pietro, dal nome di una chiesa ivi esistente fin dal XIV secolo e demolita nella seconda metà dell’Ottocento, ma era principalmente nota come Piazza Grande, anche per distinguerla dalla Piazza Piccola dietro l’antico palazzo del Comune. Durante la prima guerra mondiale, dal 1915 al 18 venne denominata Piazza Francesco Giuseppe, Con l’annessione di Trieste all’Italia, prese il nome di Piazza Unità, dal 1955 Piazza Unità d’Italia.
In origine la piazza era meno della metà di come si presenta oggi, delimitata dal Palazzo del Comune, chiusa dal lato verso il mare dalle mura e dalla Torre del Porto e si affacciava sull’antico porto detto Mandracchio: ai lati si alternavano diversi edifici ed al centro si trovava la Locanda Grande. I lavori ottocenteschi l’aprirono dal lato verso il mare, l’interramento del Mandracchio (1858-1863) ospitò per circa mezzo secolo un giardino ed i palazzi che l’attorniano vennero costruiti dal Settecento ai primi del Novecento.
La piazza ha assunto l’aspetto attuale dopo la ristrutturazione del 2001-2005, quando la pavimentazione in asfalto è stata sostituita con blocchi in pietra arenaria che vogliono ricordare i masegni che lastricavano anticamente la piazza; la fontana dei Quattro Continenti è stata riportata quasi nella sua posizione originaria, allineata all’ingresso principale del Municipio. Un sistema di illuminazione con led blu, nella pavimentazione lato mare, ricorda fin dove il mare arrivava dentro l’antico porticciolo.
I palazzi che si affacciano sulla piazza sono in senso orario dal lato mare:
Il palazzo della Luogotenenza austriaca (1905 – architetto Emil Artmann), ora sede della Prefettura, che era andato a sostituire una precedente sede della Luogotenenza.
Il palazzo Stratti (1839 – architetto Antonio Buttazzoni, neoclassico ma poi rimaneggiato), dove si trova anche il caffè degli Specchi, un storico caffè triestino. Sulla sommità del palazzo un gruppo scultoreo raffigura Trieste con allegorie di fortuna e progresso, in quanto fu una delle prime sedi delle Assicurazioni Generali.
Il palazzo Modello (1871 – architetto Giuseppe Bruni)
Il municipio, dalla particolare architettura per unificare edifici preesistenti (1875 – architetto Giuseppe Bruni); sulla torre municipale due automi bronzei fanno udire i loro rintocchi allo scoccare delle ore.
Il palazzo Pitteri (1780 – architetto Ulderico Moro); è il più antico palazzo di piazza Unità.
Il Grand Hotel Duchi d’Aosta (1873 – ingegner Eugenio Geiringer e architetto Giovanni Righetti);
Il palazzo della compagnia di navigazione Lloyd Austriaco di Navigazione, poi Lloyd Triestino, ed ora sede della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia (1884 – architetto Heinrich von Ferstel)
Altri manufatti in piazza:
Sul lato mare si trovano due pili portabandiera, donati nel 1932 dagli autieri della prima guerra mondiale, ove vengono effettuati gli alza e gli ammaina bandiera solenni.
La fontana dei Continenti del bergamasco Giovanni Battista Mazzoleni.
Tra il 1751 e il 1754 nell’allora piazza Grande si decise la costruzione di una fontana alimentata dal nuovo acquedotto teresiano, che doveva rappresentare Trieste come la città favorita dalla fortuna grazie all’istituzione del porto franco da parte di Carlo VI e delle politiche di sviluppo di Maria Teresa d’Austria.
Il mondo è rappresentato da quattro statue allegoriche che richiamano i tratti delle persone che vivevano nei continenti allora conosciuti (Europa, Asia, Africa e America).
L’acqua sgorgava da quattro figure allegoriche di fiumi, sempre ad indicare i continenti.
Sulla sommità della fontana sovrasta una figura femminile alata e a braccia aperte che rappresenta Trieste. Adagiata sulle rocce del Carso la statua è circondata da pacchi, balle di cotone e cordame.
Statua di Carlo VI
La statua di Carlo VI, del veneto Lorenzo Fanoli
A pochi metri a destra della fontana dei Quattro Continenti (avendo il mare alle spalle e osservando il municipio) una colonna in pietra bianca sorregge una statua di un imperatore. Essa è la colonna di Carlo VI d’Asburgo.
Figlio di Leopoldo I d’Austria (la cui statua si trova nell’attuale piazza della Borsa) e padre di Maria Teresa d’Austria, Carlo VI nel 1719 istituì il porto franco a Trieste, dando un notevole impulso al commercio e allo sviluppo cittadino.
La statua raffigura l’Imperatore in piedi che indica il mare, con il porto franco da lui istituito. (E.M.)
Per iscriverti al Gruppo clicca sull’immagine sottostante:
Piazza Unità d'Italia
Piazza Unità d’Italia (già Piazza Unità, Piazza Grande o anche Piazza san Pietro o Piazza Francesco Giuseppe).
Piazza Unità d’Italia è la piazza principale della città, su cui fin dal Medioevo si affacciavano gli edifici pubblici comunali.
Per un periodo la piazza si chiamò San Pietro, dal nome di una chiesa ivi esistente fin dal XIV secolo e demolita nella seconda metà dell’Ottocento, ma era principalmente nota come Piazza Grande, anche per distinguerla dalla Piazza Piccola dietro l’antico palazzo del Comune. Durante la prima guerra mondiale, dal 1915 al 18 venne denominata Piazza Francesco Giuseppe, Con l’annessione di Trieste all’Italia, prese il nome di Piazza Unità, dal 1955 Piazza Unità d’Italia.
In origine la piazza era meno della metà di come si presenta oggi, delimitata dal Palazzo del Comune, chiusa dal lato verso il mare dalle mura e dalla Torre del Porto e si affacciava sull’antico porto detto Mandracchio: ai lati si alternavano diversi edifici ed al centro si trovava la Locanda Grande. I lavori ottocenteschi l’aprirono dal lato verso il mare, l’interramento del Mandracchio (1858-1863) ospitò per circa mezzo secolo un giardino ed i palazzi che l’attorniano vennero costruiti dal Settecento ai primi del Novecento.
La piazza ha assunto l’aspetto attuale dopo la ristrutturazione del 2001-2005, quando la pavimentazione in asfalto è stata sostituita con blocchi in pietra arenaria che vogliono ricordare i masegni che lastricavano anticamente la piazza; la fontana dei Quattro Continenti è stata riportata quasi nella sua posizione originaria, allineata all’ingresso principale del Municipio. Un sistema di illuminazione con led blu, nella pavimentazione lato mare, ricorda fin dove il mare arrivava dentro l’antico porticciolo.
I palazzi che si affacciano sulla piazza sono in senso orario dal lato mare:
Il palazzo della Luogotenenza austriaca (1905 – architetto Emil Artmann), ora sede della Prefettura, che era andato a sostituire una precedente sede della Luogotenenza.
Il palazzo Stratti (1839 – architetto Antonio Buttazzoni, neoclassico ma poi rimaneggiato), dove si trova anche il caffè degli Specchi, un storico caffè triestino. Sulla sommità del palazzo un gruppo scultoreo raffigura Trieste con allegorie di fortuna e progresso, in quanto fu una delle prime sedi delle Assicurazioni Generali.
Il palazzo Modello (1871 – architetto Giuseppe Bruni)
Il municipio, dalla particolare architettura per unificare edifici preesistenti (1875 – architetto Giuseppe Bruni); sulla torre municipale due automi bronzei fanno udire i loro rintocchi allo scoccare delle ore.
Il palazzo Pitteri (1780 – architetto Ulderico Moro); è il più antico palazzo di piazza Unità.
Il Grand Hotel Duchi d’Aosta (1873 – ingegner Eugenio Geiringer e architetto Giovanni Righetti);
Il palazzo della compagnia di navigazione Lloyd Austriaco di Navigazione, poi Lloyd Triestino, ed ora sede della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia (1884 – architetto Heinrich von Ferstel)
Altri manufatti in piazza:
Sul lato mare si trovano due pili portabandiera, donati nel 1932 dagli autieri della prima guerra mondiale, ove vengono effettuati gli alza e gli ammaina bandiera solenni.
La fontana dei Continenti del bergamasco Giovanni Battista Mazzoleni.
Tra il 1751 e il 1754 nell’allora piazza Grande si decise la costruzione di una fontana alimentata dal nuovo acquedotto teresiano, che doveva rappresentare Trieste come la città favorita dalla fortuna grazie all’istituzione del porto franco da parte di Carlo VI e delle politiche di sviluppo di Maria Teresa d’Austria.
Il mondo è rappresentato da quattro statue allegoriche che richiamano i tratti delle persone che vivevano nei continenti allora conosciuti (Europa, Asia, Africa e America).
L’acqua sgorgava da quattro figure allegoriche di fiumi, sempre ad indicare i continenti.
Sulla sommità della fontana sovrasta una figura femminile alata e a braccia aperte che rappresenta Trieste. Adagiata sulle rocce del Carso la statua è circondata da pacchi, balle di cotone e cordame.
Statua di Carlo VI
La statua di Carlo VI, del veneto Lorenzo Fanoli
A pochi metri a destra della fontana dei Quattro Continenti (avendo il mare alle spalle e osservando il municipio) una colonna in pietra bianca sorregge una statua di un imperatore. Essa è la colonna di Carlo VI d’Asburgo.
Figlio di Leopoldo I d’Austria (la cui statua si trova nell’attuale piazza della Borsa) e padre di Maria Teresa d’Austria, Carlo VI nel 1719 istituì il porto franco a Trieste, dando un notevole impulso al commercio e allo sviluppo cittadino.
La statua raffigura l’Imperatore in piedi che indica il mare, con il porto franco da lui istituito. (E.M.)
Per iscriverti al Gruppo clicca sull’immagine sottostante:
Piazza Unità d'Italia
Piazza Unità d’Italia (già Piazza Unità, Piazza Grande o anche Piazza san Pietro o Piazza Francesco Giuseppe).
Piazza Unità d’Italia è la piazza principale della città, su cui fin dal Medioevo si affacciavano gli edifici pubblici comunali.
Per un periodo la piazza si chiamò San Pietro, dal nome di una chiesa ivi esistente fin dal XIV secolo e demolita nella seconda metà dell’Ottocento, ma era principalmente nota come Piazza Grande, anche per distinguerla dalla Piazza Piccola dietro l’antico palazzo del Comune. Durante la prima guerra mondiale, dal 1915 al 18 venne denominata Piazza Francesco Giuseppe, Con l’annessione di Trieste all’Italia, prese il nome di Piazza Unità, dal 1955 Piazza Unità d’Italia.
In origine la piazza era meno della metà di come si presenta oggi, delimitata dal Palazzo del Comune, chiusa dal lato verso il mare dalle mura e dalla Torre del Porto e si affacciava sull’antico porto detto Mandracchio: ai lati si alternavano diversi edifici ed al centro si trovava la Locanda Grande. I lavori ottocenteschi l’aprirono dal lato verso il mare, l’interramento del Mandracchio (1858-1863) ospitò per circa mezzo secolo un giardino ed i palazzi che l’attorniano vennero costruiti dal Settecento ai primi del Novecento.
La piazza ha assunto l’aspetto attuale dopo la ristrutturazione del 2001-2005, quando la pavimentazione in asfalto è stata sostituita con blocchi in pietra arenaria che vogliono ricordare i masegni che lastricavano anticamente la piazza; la fontana dei Quattro Continenti è stata riportata quasi nella sua posizione originaria, allineata all’ingresso principale del Municipio. Un sistema di illuminazione con led blu, nella pavimentazione lato mare, ricorda fin dove il mare arrivava dentro l’antico porticciolo.
I palazzi che si affacciano sulla piazza sono in senso orario dal lato mare:
Il palazzo della Luogotenenza austriaca (1905 – architetto Emil Artmann), ora sede della Prefettura, che era andato a sostituire una precedente sede della Luogotenenza.
Il palazzo Stratti (1839 – architetto Antonio Buttazzoni, neoclassico ma poi rimaneggiato), dove si trova anche il caffè degli Specchi, un storico caffè triestino. Sulla sommità del palazzo un gruppo scultoreo raffigura Trieste con allegorie di fortuna e progresso, in quanto fu una delle prime sedi delle Assicurazioni Generali.
Il palazzo Modello (1871 – architetto Giuseppe Bruni)
Il municipio, dalla particolare architettura per unificare edifici preesistenti (1875 – architetto Giuseppe Bruni); sulla torre municipale due automi bronzei fanno udire i loro rintocchi allo scoccare delle ore.
Il palazzo Pitteri (1780 – architetto Ulderico Moro); è il più antico palazzo di piazza Unità.
Il Grand Hotel Duchi d’Aosta (1873 – ingegner Eugenio Geiringer e architetto Giovanni Righetti);
Il palazzo della compagnia di navigazione Lloyd Austriaco di Navigazione, poi Lloyd Triestino, ed ora sede della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia (1884 – architetto Heinrich von Ferstel)
Altri manufatti in piazza:
Sul lato mare si trovano due pili portabandiera, donati nel 1932 dagli autieri della prima guerra mondiale, ove vengono effettuati gli alza e gli ammaina bandiera solenni.
La fontana dei Continenti del bergamasco Giovanni Battista Mazzoleni.
Tra il 1751 e il 1754 nell’allora piazza Grande si decise la costruzione di una fontana alimentata dal nuovo acquedotto teresiano, che doveva rappresentare Trieste come la città favorita dalla fortuna grazie all’istituzione del porto franco da parte di Carlo VI e delle politiche di sviluppo di Maria Teresa d’Austria.
Il mondo è rappresentato da quattro statue allegoriche che richiamano i tratti delle persone che vivevano nei continenti allora conosciuti (Europa, Asia, Africa e America).
L’acqua sgorgava da quattro figure allegoriche di fiumi, sempre ad indicare i continenti.
Sulla sommità della fontana sovrasta una figura femminile alata e a braccia aperte che rappresenta Trieste. Adagiata sulle rocce del Carso la statua è circondata da pacchi, balle di cotone e cordame.
Statua di Carlo VI
La statua di Carlo VI, del veneto Lorenzo Fanoli
A pochi metri a destra della fontana dei Quattro Continenti (avendo il mare alle spalle e osservando il municipio) una colonna in pietra bianca sorregge una statua di un imperatore. Essa è la colonna di Carlo VI d’Asburgo.
Figlio di Leopoldo I d’Austria (la cui statua si trova nell’attuale piazza della Borsa) e padre di Maria Teresa d’Austria, Carlo VI nel 1719 istituì il porto franco a Trieste, dando un notevole impulso al commercio e allo sviluppo cittadino.
La statua raffigura l’Imperatore in piedi che indica il mare, con il porto franco da lui istituito. (E.M.)
Per iscriverti al Gruppo clicca sull’immagine sottostante:
Piazza Unità d'Italia
Piazza Unità d’Italia (già Piazza Unità, Piazza Grande o anche Piazza san Pietro o Piazza Francesco Giuseppe).
Piazza Unità d’Italia è la piazza principale della città, su cui fin dal Medioevo si affacciavano gli edifici pubblici comunali.
Per un periodo la piazza si chiamò San Pietro, dal nome di una chiesa ivi esistente fin dal XIV secolo e demolita nella seconda metà dell’Ottocento, ma era principalmente nota come Piazza Grande, anche per distinguerla dalla Piazza Piccola dietro l’antico palazzo del Comune. Durante la prima guerra mondiale, dal 1915 al 18 venne denominata Piazza Francesco Giuseppe, Con l’annessione di Trieste all’Italia, prese il nome di Piazza Unità, dal 1955 Piazza Unità d’Italia.
In origine la piazza era meno della metà di come si presenta oggi, delimitata dal Palazzo del Comune, chiusa dal lato verso il mare dalle mura e dalla Torre del Porto e si affacciava sull’antico porto detto Mandracchio: ai lati si alternavano diversi edifici ed al centro si trovava la Locanda Grande. I lavori ottocenteschi l’aprirono dal lato verso il mare, l’interramento del Mandracchio (1858-1863) ospitò per circa mezzo secolo un giardino ed i palazzi che l’attorniano vennero costruiti dal Settecento ai primi del Novecento.
La piazza ha assunto l’aspetto attuale dopo la ristrutturazione del 2001-2005, quando la pavimentazione in asfalto è stata sostituita con blocchi in pietra arenaria che vogliono ricordare i masegni che lastricavano anticamente la piazza; la fontana dei Quattro Continenti è stata riportata quasi nella sua posizione originaria, allineata all’ingresso principale del Municipio. Un sistema di illuminazione con led blu, nella pavimentazione lato mare, ricorda fin dove il mare arrivava dentro l’antico porticciolo.
I palazzi che si affacciano sulla piazza sono in senso orario dal lato mare:
Il palazzo della Luogotenenza austriaca (1905 – architetto Emil Artmann), ora sede della Prefettura, che era andato a sostituire una precedente sede della Luogotenenza.
Il palazzo Stratti (1839 – architetto Antonio Buttazzoni, neoclassico ma poi rimaneggiato), dove si trova anche il caffè degli Specchi, un storico caffè triestino. Sulla sommità del palazzo un gruppo scultoreo raffigura Trieste con allegorie di fortuna e progresso, in quanto fu una delle prime sedi delle Assicurazioni Generali.
Il palazzo Modello (1871 – architetto Giuseppe Bruni)
Il municipio, dalla particolare architettura per unificare edifici preesistenti (1875 – architetto Giuseppe Bruni); sulla torre municipale due automi bronzei fanno udire i loro rintocchi allo scoccare delle ore.
Il palazzo Pitteri (1780 – architetto Ulderico Moro); è il più antico palazzo di piazza Unità.
Il Grand Hotel Duchi d’Aosta (1873 – ingegner Eugenio Geiringer e architetto Giovanni Righetti);
Il palazzo della compagnia di navigazione Lloyd Austriaco di Navigazione, poi Lloyd Triestino, ed ora sede della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia (1884 – architetto Heinrich von Ferstel)
Altri manufatti in piazza:
Sul lato mare si trovano due pili portabandiera, donati nel 1932 dagli autieri della prima guerra mondiale, ove vengono effettuati gli alza e gli ammaina bandiera solenni.
La fontana dei Continenti del bergamasco Giovanni Battista Mazzoleni.
Tra il 1751 e il 1754 nell’allora piazza Grande si decise la costruzione di una fontana alimentata dal nuovo acquedotto teresiano, che doveva rappresentare Trieste come la città favorita dalla fortuna grazie all’istituzione del porto franco da parte di Carlo VI e delle politiche di sviluppo di Maria Teresa d’Austria.
Il mondo è rappresentato da quattro statue allegoriche che richiamano i tratti delle persone che vivevano nei continenti allora conosciuti (Europa, Asia, Africa e America).
L’acqua sgorgava da quattro figure allegoriche di fiumi, sempre ad indicare i continenti.
Sulla sommità della fontana sovrasta una figura femminile alata e a braccia aperte che rappresenta Trieste. Adagiata sulle rocce del Carso la statua è circondata da pacchi, balle di cotone e cordame.
Statua di Carlo VI
La statua di Carlo VI, del veneto Lorenzo Fanoli
A pochi metri a destra della fontana dei Quattro Continenti (avendo il mare alle spalle e osservando il municipio) una colonna in pietra bianca sorregge una statua di un imperatore. Essa è la colonna di Carlo VI d’Asburgo.
Figlio di Leopoldo I d’Austria (la cui statua si trova nell’attuale piazza della Borsa) e padre di Maria Teresa d’Austria, Carlo VI nel 1719 istituì il porto franco a Trieste, dando un notevole impulso al commercio e allo sviluppo cittadino.
La statua raffigura l’Imperatore in piedi che indica il mare, con il porto franco da lui istituito. (E.M.)
Per iscriverti al Gruppo clicca sull’immagine sottostante:
Piazza Unità d'Italia
Piazza Unità d’Italia (già Piazza Unità, Piazza Grande o anche Piazza san Pietro o Piazza Francesco Giuseppe).
Piazza Unità d’Italia è la piazza principale della città, su cui fin dal Medioevo si affacciavano gli edifici pubblici comunali.
Per un periodo la piazza si chiamò San Pietro, dal nome di una chiesa ivi esistente fin dal XIV secolo e demolita nella seconda metà dell’Ottocento, ma era principalmente nota come Piazza Grande, anche per distinguerla dalla Piazza Piccola dietro l’antico palazzo del Comune. Durante la prima guerra mondiale, dal 1915 al 18 venne denominata Piazza Francesco Giuseppe, Con l’annessione di Trieste all’Italia, prese il nome di Piazza Unità, dal 1955 Piazza Unità d’Italia.
In origine la piazza era meno della metà di come si presenta oggi, delimitata dal Palazzo del Comune, chiusa dal lato verso il mare dalle mura e dalla Torre del Porto e si affacciava sull’antico porto detto Mandracchio: ai lati si alternavano diversi edifici ed al centro si trovava la Locanda Grande. I lavori ottocenteschi l’aprirono dal lato verso il mare, l’interramento del Mandracchio (1858-1863) ospitò per circa mezzo secolo un giardino ed i palazzi che l’attorniano vennero costruiti dal Settecento ai primi del Novecento.
La piazza ha assunto l’aspetto attuale dopo la ristrutturazione del 2001-2005, quando la pavimentazione in asfalto è stata sostituita con blocchi in pietra arenaria che vogliono ricordare i masegni che lastricavano anticamente la piazza; la fontana dei Quattro Continenti è stata riportata quasi nella sua posizione originaria, allineata all’ingresso principale del Municipio. Un sistema di illuminazione con led blu, nella pavimentazione lato mare, ricorda fin dove il mare arrivava dentro l’antico porticciolo.
I palazzi che si affacciano sulla piazza sono in senso orario dal lato mare:
Il palazzo della Luogotenenza austriaca (1905 – architetto Emil Artmann), ora sede della Prefettura, che era andato a sostituire una precedente sede della Luogotenenza.
Il palazzo Stratti (1839 – architetto Antonio Buttazzoni, neoclassico ma poi rimaneggiato), dove si trova anche il caffè degli Specchi, un storico caffè triestino. Sulla sommità del palazzo un gruppo scultoreo raffigura Trieste con allegorie di fortuna e progresso, in quanto fu una delle prime sedi delle Assicurazioni Generali.
Il palazzo Modello (1871 – architetto Giuseppe Bruni)
Il municipio, dalla particolare architettura per unificare edifici preesistenti (1875 – architetto Giuseppe Bruni); sulla torre municipale due automi bronzei fanno udire i loro rintocchi allo scoccare delle ore.
Il palazzo Pitteri (1780 – architetto Ulderico Moro); è il più antico palazzo di piazza Unità.
Il Grand Hotel Duchi d’Aosta (1873 – ingegner Eugenio Geiringer e architetto Giovanni Righetti);
Il palazzo della compagnia di navigazione Lloyd Austriaco di Navigazione, poi Lloyd Triestino, ed ora sede della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia (1884 – architetto Heinrich von Ferstel)
Altri manufatti in piazza:
Sul lato mare si trovano due pili portabandiera, donati nel 1932 dagli autieri della prima guerra mondiale, ove vengono effettuati gli alza e gli ammaina bandiera solenni.
La fontana dei Continenti del bergamasco Giovanni Battista Mazzoleni.
Tra il 1751 e il 1754 nell’allora piazza Grande si decise la costruzione di una fontana alimentata dal nuovo acquedotto teresiano, che doveva rappresentare Trieste come la città favorita dalla fortuna grazie all’istituzione del porto franco da parte di Carlo VI e delle politiche di sviluppo di Maria Teresa d’Austria.
Il mondo è rappresentato da quattro statue allegoriche che richiamano i tratti delle persone che vivevano nei continenti allora conosciuti (Europa, Asia, Africa e America).
L’acqua sgorgava da quattro figure allegoriche di fiumi, sempre ad indicare i continenti.
Sulla sommità della fontana sovrasta una figura femminile alata e a braccia aperte che rappresenta Trieste. Adagiata sulle rocce del Carso la statua è circondata da pacchi, balle di cotone e cordame.
Statua di Carlo VI
La statua di Carlo VI, del veneto Lorenzo Fanoli
A pochi metri a destra della fontana dei Quattro Continenti (avendo il mare alle spalle e osservando il municipio) una colonna in pietra bianca sorregge una statua di un imperatore. Essa è la colonna di Carlo VI d’Asburgo.
Figlio di Leopoldo I d’Austria (la cui statua si trova nell’attuale piazza della Borsa) e padre di Maria Teresa d’Austria, Carlo VI nel 1719 istituì il porto franco a Trieste, dando un notevole impulso al commercio e allo sviluppo cittadino.
La statua raffigura l’Imperatore in piedi che indica il mare, con il porto franco da lui istituito. (E.M.)
Per iscriverti al Gruppo clicca sull’immagine sottostante:
Piazza Unità d'Italia
Piazza Unità d’Italia (già Piazza Unità, Piazza Grande o anche Piazza san Pietro o Piazza Francesco Giuseppe).
Piazza Unità d’Italia è la piazza principale della città, su cui fin dal Medioevo si affacciavano gli edifici pubblici comunali.
Per un periodo la piazza si chiamò San Pietro, dal nome di una chiesa ivi esistente fin dal XIV secolo e demolita nella seconda metà dell’Ottocento, ma era principalmente nota come Piazza Grande, anche per distinguerla dalla Piazza Piccola dietro l’antico palazzo del Comune. Durante la prima guerra mondiale, dal 1915 al 18 venne denominata Piazza Francesco Giuseppe, Con l’annessione di Trieste all’Italia, prese il nome di Piazza Unità, dal 1955 Piazza Unità d’Italia.
In origine la piazza era meno della metà di come si presenta oggi, delimitata dal Palazzo del Comune, chiusa dal lato verso il mare dalle mura e dalla Torre del Porto e si affacciava sull’antico porto detto Mandracchio: ai lati si alternavano diversi edifici ed al centro si trovava la Locanda Grande. I lavori ottocenteschi l’aprirono dal lato verso il mare, l’interramento del Mandracchio (1858-1863) ospitò per circa mezzo secolo un giardino ed i palazzi che l’attorniano vennero costruiti dal Settecento ai primi del Novecento.
La piazza ha assunto l’aspetto attuale dopo la ristrutturazione del 2001-2005, quando la pavimentazione in asfalto è stata sostituita con blocchi in pietra arenaria che vogliono ricordare i masegni che lastricavano anticamente la piazza; la fontana dei Quattro Continenti è stata riportata quasi nella sua posizione originaria, allineata all’ingresso principale del Municipio. Un sistema di illuminazione con led blu, nella pavimentazione lato mare, ricorda fin dove il mare arrivava dentro l’antico porticciolo.
I palazzi che si affacciano sulla piazza sono in senso orario dal lato mare:
Il palazzo della Luogotenenza austriaca (1905 – architetto Emil Artmann), ora sede della Prefettura, che era andato a sostituire una precedente sede della Luogotenenza.
Il palazzo Stratti (1839 – architetto Antonio Buttazzoni, neoclassico ma poi rimaneggiato), dove si trova anche il caffè degli Specchi, un storico caffè triestino. Sulla sommità del palazzo un gruppo scultoreo raffigura Trieste con allegorie di fortuna e progresso, in quanto fu una delle prime sedi delle Assicurazioni Generali.
Il palazzo Modello (1871 – architetto Giuseppe Bruni)
Il municipio, dalla particolare architettura per unificare edifici preesistenti (1875 – architetto Giuseppe Bruni); sulla torre municipale due automi bronzei fanno udire i loro rintocchi allo scoccare delle ore.
Il palazzo Pitteri (1780 – architetto Ulderico Moro); è il più antico palazzo di piazza Unità.
Il Grand Hotel Duchi d’Aosta (1873 – ingegner Eugenio Geiringer e architetto Giovanni Righetti);
Il palazzo della compagnia di navigazione Lloyd Austriaco di Navigazione, poi Lloyd Triestino, ed ora sede della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia (1884 – architetto Heinrich von Ferstel)
Altri manufatti in piazza:
Sul lato mare si trovano due pili portabandiera, donati nel 1932 dagli autieri della prima guerra mondiale, ove vengono effettuati gli alza e gli ammaina bandiera solenni.
La fontana dei Continenti del bergamasco Giovanni Battista Mazzoleni.
Tra il 1751 e il 1754 nell’allora piazza Grande si decise la costruzione di una fontana alimentata dal nuovo acquedotto teresiano, che doveva rappresentare Trieste come la città favorita dalla fortuna grazie all’istituzione del porto franco da parte di Carlo VI e delle politiche di sviluppo di Maria Teresa d’Austria.
Il mondo è rappresentato da quattro statue allegoriche che richiamano i tratti delle persone che vivevano nei continenti allora conosciuti (Europa, Asia, Africa e America).
L’acqua sgorgava da quattro figure allegoriche di fiumi, sempre ad indicare i continenti.
Sulla sommità della fontana sovrasta una figura femminile alata e a braccia aperte che rappresenta Trieste. Adagiata sulle rocce del Carso la statua è circondata da pacchi, balle di cotone e cordame.
Statua di Carlo VI
La statua di Carlo VI, del veneto Lorenzo Fanoli
A pochi metri a destra della fontana dei Quattro Continenti (avendo il mare alle spalle e osservando il municipio) una colonna in pietra bianca sorregge una statua di un imperatore. Essa è la colonna di Carlo VI d’Asburgo.
Figlio di Leopoldo I d’Austria (la cui statua si trova nell’attuale piazza della Borsa) e padre di Maria Teresa d’Austria, Carlo VI nel 1719 istituì il porto franco a Trieste, dando un notevole impulso al commercio e allo sviluppo cittadino.
La statua raffigura l’Imperatore in piedi che indica il mare, con il porto franco da lui istituito. (E.M.)
Per iscriverti al Gruppo clicca sull’immagine sottostante:
Piazza Unità d'Italia
Piazza Unità d’Italia (già Piazza Unità, Piazza Grande o anche Piazza san Pietro o Piazza Francesco Giuseppe).
Piazza Unità d’Italia è la piazza principale della città, su cui fin dal Medioevo si affacciavano gli edifici pubblici comunali.
Per un periodo la piazza si chiamò San Pietro, dal nome di una chiesa ivi esistente fin dal XIV secolo e demolita nella seconda metà dell’Ottocento, ma era principalmente nota come Piazza Grande, anche per distinguerla dalla Piazza Piccola dietro l’antico palazzo del Comune. Durante la prima guerra mondiale, dal 1915 al 18 venne denominata Piazza Francesco Giuseppe, Con l’annessione di Trieste all’Italia, prese il nome di Piazza Unità, dal 1955 Piazza Unità d’Italia.
In origine la piazza era meno della metà di come si presenta oggi, delimitata dal Palazzo del Comune, chiusa dal lato verso il mare dalle mura e dalla Torre del Porto e si affacciava sull’antico porto detto Mandracchio: ai lati si alternavano diversi edifici ed al centro si trovava la Locanda Grande. I lavori ottocenteschi l’aprirono dal lato verso il mare, l’interramento del Mandracchio (1858-1863) ospitò per circa mezzo secolo un giardino ed i palazzi che l’attorniano vennero costruiti dal Settecento ai primi del Novecento.
La piazza ha assunto l’aspetto attuale dopo la ristrutturazione del 2001-2005, quando la pavimentazione in asfalto è stata sostituita con blocchi in pietra arenaria che vogliono ricordare i masegni che lastricavano anticamente la piazza; la fontana dei Quattro Continenti è stata riportata quasi nella sua posizione originaria, allineata all’ingresso principale del Municipio. Un sistema di illuminazione con led blu, nella pavimentazione lato mare, ricorda fin dove il mare arrivava dentro l’antico porticciolo.
I palazzi che si affacciano sulla piazza sono in senso orario dal lato mare:
Il palazzo della Luogotenenza austriaca (1905 – architetto Emil Artmann), ora sede della Prefettura, che era andato a sostituire una precedente sede della Luogotenenza.
Il palazzo Stratti (1839 – architetto Antonio Buttazzoni, neoclassico ma poi rimaneggiato), dove si trova anche il caffè degli Specchi, un storico caffè triestino. Sulla sommità del palazzo un gruppo scultoreo raffigura Trieste con allegorie di fortuna e progresso, in quanto fu una delle prime sedi delle Assicurazioni Generali.
Il palazzo Modello (1871 – architetto Giuseppe Bruni)
Il municipio, dalla particolare architettura per unificare edifici preesistenti (1875 – architetto Giuseppe Bruni); sulla torre municipale due automi bronzei fanno udire i loro rintocchi allo scoccare delle ore.
Il palazzo Pitteri (1780 – architetto Ulderico Moro); è il più antico palazzo di piazza Unità.
Il Grand Hotel Duchi d’Aosta (1873 – ingegner Eugenio Geiringer e architetto Giovanni Righetti);
Il palazzo della compagnia di navigazione Lloyd Austriaco di Navigazione, poi Lloyd Triestino, ed ora sede della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia (1884 – architetto Heinrich von Ferstel)
Altri manufatti in piazza:
Sul lato mare si trovano due pili portabandiera, donati nel 1932 dagli autieri della prima guerra mondiale, ove vengono effettuati gli alza e gli ammaina bandiera solenni.
La fontana dei Continenti del bergamasco Giovanni Battista Mazzoleni.
Tra il 1751 e il 1754 nell’allora piazza Grande si decise la costruzione di una fontana alimentata dal nuovo acquedotto teresiano, che doveva rappresentare Trieste come la città favorita dalla fortuna grazie all’istituzione del porto franco da parte di Carlo VI e delle politiche di sviluppo di Maria Teresa d’Austria.
Il mondo è rappresentato da quattro statue allegoriche che richiamano i tratti delle persone che vivevano nei continenti allora conosciuti (Europa, Asia, Africa e America).
L’acqua sgorgava da quattro figure allegoriche di fiumi, sempre ad indicare i continenti.
Sulla sommità della fontana sovrasta una figura femminile alata e a braccia aperte che rappresenta Trieste. Adagiata sulle rocce del Carso la statua è circondata da pacchi, balle di cotone e cordame.
Statua di Carlo VI
La statua di Carlo VI, del veneto Lorenzo Fanoli
A pochi metri a destra della fontana dei Quattro Continenti (avendo il mare alle spalle e osservando il municipio) una colonna in pietra bianca sorregge una statua di un imperatore. Essa è la colonna di Carlo VI d’Asburgo.
Figlio di Leopoldo I d’Austria (la cui statua si trova nell’attuale piazza della Borsa) e padre di Maria Teresa d’Austria, Carlo VI nel 1719 istituì il porto franco a Trieste, dando un notevole impulso al commercio e allo sviluppo cittadino.
La statua raffigura l’Imperatore in piedi che indica il mare, con il porto franco da lui istituito. (E.M.)
Per iscriverti al Gruppo clicca sull’immagine sottostante:
Piazza Unità d'Italia
Piazza Unità d’Italia (già Piazza Unità, Piazza Grande o anche Piazza san Pietro o Piazza Francesco Giuseppe).
Piazza Unità d’Italia è la piazza principale della città, su cui fin dal Medioevo si affacciavano gli edifici pubblici comunali.
Per un periodo la piazza si chiamò San Pietro, dal nome di una chiesa ivi esistente fin dal XIV secolo e demolita nella seconda metà dell’Ottocento, ma era principalmente nota come Piazza Grande, anche per distinguerla dalla Piazza Piccola dietro l’antico palazzo del Comune. Durante la prima guerra mondiale, dal 1915 al 18 venne denominata Piazza Francesco Giuseppe, Con l’annessione di Trieste all’Italia, prese il nome di Piazza Unità, dal 1955 Piazza Unità d’Italia.
In origine la piazza era meno della metà di come si presenta oggi, delimitata dal Palazzo del Comune, chiusa dal lato verso il mare dalle mura e dalla Torre del Porto e si affacciava sull’antico porto detto Mandracchio: ai lati si alternavano diversi edifici ed al centro si trovava la Locanda Grande. I lavori ottocenteschi l’aprirono dal lato verso il mare, l’interramento del Mandracchio (1858-1863) ospitò per circa mezzo secolo un giardino ed i palazzi che l’attorniano vennero costruiti dal Settecento ai primi del Novecento.
La piazza ha assunto l’aspetto attuale dopo la ristrutturazione del 2001-2005, quando la pavimentazione in asfalto è stata sostituita con blocchi in pietra arenaria che vogliono ricordare i masegni che lastricavano anticamente la piazza; la fontana dei Quattro Continenti è stata riportata quasi nella sua posizione originaria, allineata all’ingresso principale del Municipio. Un sistema di illuminazione con led blu, nella pavimentazione lato mare, ricorda fin dove il mare arrivava dentro l’antico porticciolo.
I palazzi che si affacciano sulla piazza sono in senso orario dal lato mare:
Il palazzo della Luogotenenza austriaca (1905 – architetto Emil Artmann), ora sede della Prefettura, che era andato a sostituire una precedente sede della Luogotenenza.
Il palazzo Stratti (1839 – architetto Antonio Buttazzoni, neoclassico ma poi rimaneggiato), dove si trova anche il caffè degli Specchi, un storico caffè triestino. Sulla sommità del palazzo un gruppo scultoreo raffigura Trieste con allegorie di fortuna e progresso, in quanto fu una delle prime sedi delle Assicurazioni Generali.
Il palazzo Modello (1871 – architetto Giuseppe Bruni)
Il municipio, dalla particolare architettura per unificare edifici preesistenti (1875 – architetto Giuseppe Bruni); sulla torre municipale due automi bronzei fanno udire i loro rintocchi allo scoccare delle ore.
Il palazzo Pitteri (1780 – architetto Ulderico Moro); è il più antico palazzo di piazza Unità.
Il Grand Hotel Duchi d’Aosta (1873 – ingegner Eugenio Geiringer e architetto Giovanni Righetti);
Il palazzo della compagnia di navigazione Lloyd Austriaco di Navigazione, poi Lloyd Triestino, ed ora sede della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia (1884 – architetto Heinrich von Ferstel)
Altri manufatti in piazza:
Sul lato mare si trovano due pili portabandiera, donati nel 1932 dagli autieri della prima guerra mondiale, ove vengono effettuati gli alza e gli ammaina bandiera solenni.
La fontana dei Continenti del bergamasco Giovanni Battista Mazzoleni.
Tra il 1751 e il 1754 nell’allora piazza Grande si decise la costruzione di una fontana alimentata dal nuovo acquedotto teresiano, che doveva rappresentare Trieste come la città favorita dalla fortuna grazie all’istituzione del porto franco da parte di Carlo VI e delle politiche di sviluppo di Maria Teresa d’Austria.
Il mondo è rappresentato da quattro statue allegoriche che richiamano i tratti delle persone che vivevano nei continenti allora conosciuti (Europa, Asia, Africa e America).
L’acqua sgorgava da quattro figure allegoriche di fiumi, sempre ad indicare i continenti.
Sulla sommità della fontana sovrasta una figura femminile alata e a braccia aperte che rappresenta Trieste. Adagiata sulle rocce del Carso la statua è circondata da pacchi, balle di cotone e cordame.
Statua di Carlo VI
La statua di Carlo VI, del veneto Lorenzo Fanoli
A pochi metri a destra della fontana dei Quattro Continenti (avendo il mare alle spalle e osservando il municipio) una colonna in pietra bianca sorregge una statua di un imperatore. Essa è la colonna di Carlo VI d’Asburgo.
Figlio di Leopoldo I d’Austria (la cui statua si trova nell’attuale piazza della Borsa) e padre di Maria Teresa d’Austria, Carlo VI nel 1719 istituì il porto franco a Trieste, dando un notevole impulso al commercio e allo sviluppo cittadino.
La statua raffigura l’Imperatore in piedi che indica il mare, con il porto franco da lui istituito. (E.M.)
Per iscriverti al Gruppo clicca sull’immagine sottostante:
Piazza Unità d'Italia
Piazza Unità d’Italia (già Piazza Unità, Piazza Grande o anche Piazza san Pietro o Piazza Francesco Giuseppe).
Piazza Unità d’Italia è la piazza principale della città, su cui fin dal Medioevo si affacciavano gli edifici pubblici comunali.
Per un periodo la piazza si chiamò San Pietro, dal nome di una chiesa ivi esistente fin dal XIV secolo e demolita nella seconda metà dell’Ottocento, ma era principalmente nota come Piazza Grande, anche per distinguerla dalla Piazza Piccola dietro l’antico palazzo del Comune. Durante la prima guerra mondiale, dal 1915 al 18 venne denominata Piazza Francesco Giuseppe, Con l’annessione di Trieste all’Italia, prese il nome di Piazza Unità, dal 1955 Piazza Unità d’Italia.
In origine la piazza era meno della metà di come si presenta oggi, delimitata dal Palazzo del Comune, chiusa dal lato verso il mare dalle mura e dalla Torre del Porto e si affacciava sull’antico porto detto Mandracchio: ai lati si alternavano diversi edifici ed al centro si trovava la Locanda Grande. I lavori ottocenteschi l’aprirono dal lato verso il mare, l’interramento del Mandracchio (1858-1863) ospitò per circa mezzo secolo un giardino ed i palazzi che l’attorniano vennero costruiti dal Settecento ai primi del Novecento.
La piazza ha assunto l’aspetto attuale dopo la ristrutturazione del 2001-2005, quando la pavimentazione in asfalto è stata sostituita con blocchi in pietra arenaria che vogliono ricordare i masegni che lastricavano anticamente la piazza; la fontana dei Quattro Continenti è stata riportata quasi nella sua posizione originaria, allineata all’ingresso principale del Municipio. Un sistema di illuminazione con led blu, nella pavimentazione lato mare, ricorda fin dove il mare arrivava dentro l’antico porticciolo.
I palazzi che si affacciano sulla piazza sono in senso orario dal lato mare:
Il palazzo della Luogotenenza austriaca (1905 – architetto Emil Artmann), ora sede della Prefettura, che era andato a sostituire una precedente sede della Luogotenenza.
Il palazzo Stratti (1839 – architetto Antonio Buttazzoni, neoclassico ma poi rimaneggiato), dove si trova anche il caffè degli Specchi, un storico caffè triestino. Sulla sommità del palazzo un gruppo scultoreo raffigura Trieste con allegorie di fortuna e progresso, in quanto fu una delle prime sedi delle Assicurazioni Generali.
Il palazzo Modello (1871 – architetto Giuseppe Bruni)
Il municipio, dalla particolare architettura per unificare edifici preesistenti (1875 – architetto Giuseppe Bruni); sulla torre municipale due automi bronzei fanno udire i loro rintocchi allo scoccare delle ore.
Il palazzo Pitteri (1780 – architetto Ulderico Moro); è il più antico palazzo di piazza Unità.
Il Grand Hotel Duchi d’Aosta (1873 – ingegner Eugenio Geiringer e architetto Giovanni Righetti);
Il palazzo della compagnia di navigazione Lloyd Austriaco di Navigazione, poi Lloyd Triestino, ed ora sede della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia (1884 – architetto Heinrich von Ferstel)
Altri manufatti in piazza:
Sul lato mare si trovano due pili portabandiera, donati nel 1932 dagli autieri della prima guerra mondiale, ove vengono effettuati gli alza e gli ammaina bandiera solenni.
La fontana dei Continenti del bergamasco Giovanni Battista Mazzoleni.
Tra il 1751 e il 1754 nell’allora piazza Grande si decise la costruzione di una fontana alimentata dal nuovo acquedotto teresiano, che doveva rappresentare Trieste come la città favorita dalla fortuna grazie all’istituzione del porto franco da parte di Carlo VI e delle politiche di sviluppo di Maria Teresa d’Austria.
Il mondo è rappresentato da quattro statue allegoriche che richiamano i tratti delle persone che vivevano nei continenti allora conosciuti (Europa, Asia, Africa e America).
L’acqua sgorgava da quattro figure allegoriche di fiumi, sempre ad indicare i continenti.
Sulla sommità della fontana sovrasta una figura femminile alata e a braccia aperte che rappresenta Trieste. Adagiata sulle rocce del Carso la statua è circondata da pacchi, balle di cotone e cordame.
Statua di Carlo VI
La statua di Carlo VI, del veneto Lorenzo Fanoli
A pochi metri a destra della fontana dei Quattro Continenti (avendo il mare alle spalle e osservando il municipio) una colonna in pietra bianca sorregge una statua di un imperatore. Essa è la colonna di Carlo VI d’Asburgo.
Figlio di Leopoldo I d’Austria (la cui statua si trova nell’attuale piazza della Borsa) e padre di Maria Teresa d’Austria, Carlo VI nel 1719 istituì il porto franco a Trieste, dando un notevole impulso al commercio e allo sviluppo cittadino.
La statua raffigura l’Imperatore in piedi che indica il mare, con il porto franco da lui istituito. (E.M.)
Per iscriverti al Gruppo clicca sull’immagine sottostante:
Piazza Unità d'Italia
Piazza Unità d’Italia (già Piazza Unità, Piazza Grande o anche Piazza san Pietro o Piazza Francesco Giuseppe).
Piazza Unità d’Italia è la piazza principale della città, su cui fin dal Medioevo si affacciavano gli edifici pubblici comunali.
Per un periodo la piazza si chiamò San Pietro, dal nome di una chiesa ivi esistente fin dal XIV secolo e demolita nella seconda metà dell’Ottocento, ma era principalmente nota come Piazza Grande, anche per distinguerla dalla Piazza Piccola dietro l’antico palazzo del Comune. Durante la prima guerra mondiale, dal 1915 al 18 venne denominata Piazza Francesco Giuseppe, Con l’annessione di Trieste all’Italia, prese il nome di Piazza Unità, dal 1955 Piazza Unità d’Italia.
In origine la piazza era meno della metà di come si presenta oggi, delimitata dal Palazzo del Comune, chiusa dal lato verso il mare dalle mura e dalla Torre del Porto e si affacciava sull’antico porto detto Mandracchio: ai lati si alternavano diversi edifici ed al centro si trovava la Locanda Grande. I lavori ottocenteschi l’aprirono dal lato verso il mare, l’interramento del Mandracchio (1858-1863) ospitò per circa mezzo secolo un giardino ed i palazzi che l’attorniano vennero costruiti dal Settecento ai primi del Novecento.
La piazza ha assunto l’aspetto attuale dopo la ristrutturazione del 2001-2005, quando la pavimentazione in asfalto è stata sostituita con blocchi in pietra arenaria che vogliono ricordare i masegni che lastricavano anticamente la piazza; la fontana dei Quattro Continenti è stata riportata quasi nella sua posizione originaria, allineata all’ingresso principale del Municipio. Un sistema di illuminazione con led blu, nella pavimentazione lato mare, ricorda fin dove il mare arrivava dentro l’antico porticciolo.
I palazzi che si affacciano sulla piazza sono in senso orario dal lato mare:
Il palazzo della Luogotenenza austriaca (1905 – architetto Emil Artmann), ora sede della Prefettura, che era andato a sostituire una precedente sede della Luogotenenza.
Il palazzo Stratti (1839 – architetto Antonio Buttazzoni, neoclassico ma poi rimaneggiato), dove si trova anche il caffè degli Specchi, un storico caffè triestino. Sulla sommità del palazzo un gruppo scultoreo raffigura Trieste con allegorie di fortuna e progresso, in quanto fu una delle prime sedi delle Assicurazioni Generali.
Il palazzo Modello (1871 – architetto Giuseppe Bruni)
Il municipio, dalla particolare architettura per unificare edifici preesistenti (1875 – architetto Giuseppe Bruni); sulla torre municipale due automi bronzei fanno udire i loro rintocchi allo scoccare delle ore.
Il palazzo Pitteri (1780 – architetto Ulderico Moro); è il più antico palazzo di piazza Unità.
Il Grand Hotel Duchi d’Aosta (1873 – ingegner Eugenio Geiringer e architetto Giovanni Righetti);
Il palazzo della compagnia di navigazione Lloyd Austriaco di Navigazione, poi Lloyd Triestino, ed ora sede della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia (1884 – architetto Heinrich von Ferstel)
Altri manufatti in piazza:
Sul lato mare si trovano due pili portabandiera, donati nel 1932 dagli autieri della prima guerra mondiale, ove vengono effettuati gli alza e gli ammaina bandiera solenni.
La fontana dei Continenti del bergamasco Giovanni Battista Mazzoleni.
Tra il 1751 e il 1754 nell’allora piazza Grande si decise la costruzione di una fontana alimentata dal nuovo acquedotto teresiano, che doveva rappresentare Trieste come la città favorita dalla fortuna grazie all’istituzione del porto franco da parte di Carlo VI e delle politiche di sviluppo di Maria Teresa d’Austria.
Il mondo è rappresentato da quattro statue allegoriche che richiamano i tratti delle persone che vivevano nei continenti allora conosciuti (Europa, Asia, Africa e America).
L’acqua sgorgava da quattro figure allegoriche di fiumi, sempre ad indicare i continenti.
Sulla sommità della fontana sovrasta una figura femminile alata e a braccia aperte che rappresenta Trieste. Adagiata sulle rocce del Carso la statua è circondata da pacchi, balle di cotone e cordame.
Statua di Carlo VI
La statua di Carlo VI, del veneto Lorenzo Fanoli
A pochi metri a destra della fontana dei Quattro Continenti (avendo il mare alle spalle e osservando il municipio) una colonna in pietra bianca sorregge una statua di un imperatore. Essa è la colonna di Carlo VI d’Asburgo.
Figlio di Leopoldo I d’Austria (la cui statua si trova nell’attuale piazza della Borsa) e padre di Maria Teresa d’Austria, Carlo VI nel 1719 istituì il porto franco a Trieste, dando un notevole impulso al commercio e allo sviluppo cittadino.
La statua raffigura l’Imperatore in piedi che indica il mare, con il porto franco da lui istituito. (E.M.)
Per iscriverti al Gruppo clicca sull’immagine sottostante:
Piazza Unità d'Italia
Piazza Unità d’Italia (già Piazza Unità, Piazza Grande o anche Piazza san Pietro o Piazza Francesco Giuseppe).
Piazza Unità d’Italia è la piazza principale della città, su cui fin dal Medioevo si affacciavano gli edifici pubblici comunali.
Per un periodo la piazza si chiamò San Pietro, dal nome di una chiesa ivi esistente fin dal XIV secolo e demolita nella seconda metà dell’Ottocento, ma era principalmente nota come Piazza Grande, anche per distinguerla dalla Piazza Piccola dietro l’antico palazzo del Comune. Durante la prima guerra mondiale, dal 1915 al 18 venne denominata Piazza Francesco Giuseppe, Con l’annessione di Trieste all’Italia, prese il nome di Piazza Unità, dal 1955 Piazza Unità d’Italia.
In origine la piazza era meno della metà di come si presenta oggi, delimitata dal Palazzo del Comune, chiusa dal lato verso il mare dalle mura e dalla Torre del Porto e si affacciava sull’antico porto detto Mandracchio: ai lati si alternavano diversi edifici ed al centro si trovava la Locanda Grande. I lavori ottocenteschi l’aprirono dal lato verso il mare, l’interramento del Mandracchio (1858-1863) ospitò per circa mezzo secolo un giardino ed i palazzi che l’attorniano vennero costruiti dal Settecento ai primi del Novecento.
La piazza ha assunto l’aspetto attuale dopo la ristrutturazione del 2001-2005, quando la pavimentazione in asfalto è stata sostituita con blocchi in pietra arenaria che vogliono ricordare i masegni che lastricavano anticamente la piazza; la fontana dei Quattro Continenti è stata riportata quasi nella sua posizione originaria, allineata all’ingresso principale del Municipio. Un sistema di illuminazione con led blu, nella pavimentazione lato mare, ricorda fin dove il mare arrivava dentro l’antico porticciolo.
I palazzi che si affacciano sulla piazza sono in senso orario dal lato mare:
Il palazzo della Luogotenenza austriaca (1905 – architetto Emil Artmann), ora sede della Prefettura, che era andato a sostituire una precedente sede della Luogotenenza.
Il palazzo Stratti (1839 – architetto Antonio Buttazzoni, neoclassico ma poi rimaneggiato), dove si trova anche il caffè degli Specchi, un storico caffè triestino. Sulla sommità del palazzo un gruppo scultoreo raffigura Trieste con allegorie di fortuna e progresso, in quanto fu una delle prime sedi delle Assicurazioni Generali.
Il palazzo Modello (1871 – architetto Giuseppe Bruni)
Il municipio, dalla particolare architettura per unificare edifici preesistenti (1875 – architetto Giuseppe Bruni); sulla torre municipale due automi bronzei fanno udire i loro rintocchi allo scoccare delle ore.
Il palazzo Pitteri (1780 – architetto Ulderico Moro); è il più antico palazzo di piazza Unità.
Il Grand Hotel Duchi d’Aosta (1873 – ingegner Eugenio Geiringer e architetto Giovanni Righetti);
Il palazzo della compagnia di navigazione Lloyd Austriaco di Navigazione, poi Lloyd Triestino, ed ora sede della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia (1884 – architetto Heinrich von Ferstel)
Altri manufatti in piazza:
Sul lato mare si trovano due pili portabandiera, donati nel 1932 dagli autieri della prima guerra mondiale, ove vengono effettuati gli alza e gli ammaina bandiera solenni.
La fontana dei Continenti del bergamasco Giovanni Battista Mazzoleni.
Tra il 1751 e il 1754 nell’allora piazza Grande si decise la costruzione di una fontana alimentata dal nuovo acquedotto teresiano, che doveva rappresentare Trieste come la città favorita dalla fortuna grazie all’istituzione del porto franco da parte di Carlo VI e delle politiche di sviluppo di Maria Teresa d’Austria.
Il mondo è rappresentato da quattro statue allegoriche che richiamano i tratti delle persone che vivevano nei continenti allora conosciuti (Europa, Asia, Africa e America).
L’acqua sgorgava da quattro figure allegoriche di fiumi, sempre ad indicare i continenti.
Sulla sommità della fontana sovrasta una figura femminile alata e a braccia aperte che rappresenta Trieste. Adagiata sulle rocce del Carso la statua è circondata da pacchi, balle di cotone e cordame.
Statua di Carlo VI
La statua di Carlo VI, del veneto Lorenzo Fanoli
A pochi metri a destra della fontana dei Quattro Continenti (avendo il mare alle spalle e osservando il municipio) una colonna in pietra bianca sorregge una statua di un imperatore. Essa è la colonna di Carlo VI d’Asburgo.
Figlio di Leopoldo I d’Austria (la cui statua si trova nell’attuale piazza della Borsa) e padre di Maria Teresa d’Austria, Carlo VI nel 1719 istituì il porto franco a Trieste, dando un notevole impulso al commercio e allo sviluppo cittadino.
La statua raffigura l’Imperatore in piedi che indica il mare, con il porto franco da lui istituito. (E.M.)
Per iscriverti al Gruppo clicca sull’immagine sottostante:
Piazza Unità d'Italia
Piazza Unità d’Italia (già Piazza Unità, Piazza Grande o anche Piazza san Pietro o Piazza Francesco Giuseppe).
Piazza Unità d’Italia è la piazza principale della città, su cui fin dal Medioevo si affacciavano gli edifici pubblici comunali.
Per un periodo la piazza si chiamò San Pietro, dal nome di una chiesa ivi esistente fin dal XIV secolo e demolita nella seconda metà dell’Ottocento, ma era principalmente nota come Piazza Grande, anche per distinguerla dalla Piazza Piccola dietro l’antico palazzo del Comune. Durante la prima guerra mondiale, dal 1915 al 18 venne denominata Piazza Francesco Giuseppe, Con l’annessione di Trieste all’Italia, prese il nome di Piazza Unità, dal 1955 Piazza Unità d’Italia.
In origine la piazza era meno della metà di come si presenta oggi, delimitata dal Palazzo del Comune, chiusa dal lato verso il mare dalle mura e dalla Torre del Porto e si affacciava sull’antico porto detto Mandracchio: ai lati si alternavano diversi edifici ed al centro si trovava la Locanda Grande. I lavori ottocenteschi l’aprirono dal lato verso il mare, l’interramento del Mandracchio (1858-1863) ospitò per circa mezzo secolo un giardino ed i palazzi che l’attorniano vennero costruiti dal Settecento ai primi del Novecento.
La piazza ha assunto l’aspetto attuale dopo la ristrutturazione del 2001-2005, quando la pavimentazione in asfalto è stata sostituita con blocchi in pietra arenaria che vogliono ricordare i masegni che lastricavano anticamente la piazza; la fontana dei Quattro Continenti è stata riportata quasi nella sua posizione originaria, allineata all’ingresso principale del Municipio. Un sistema di illuminazione con led blu, nella pavimentazione lato mare, ricorda fin dove il mare arrivava dentro l’antico porticciolo.
I palazzi che si affacciano sulla piazza sono in senso orario dal lato mare:
Il palazzo della Luogotenenza austriaca (1905 – architetto Emil Artmann), ora sede della Prefettura, che era andato a sostituire una precedente sede della Luogotenenza.
Il palazzo Stratti (1839 – architetto Antonio Buttazzoni, neoclassico ma poi rimaneggiato), dove si trova anche il caffè degli Specchi, un storico caffè triestino. Sulla sommità del palazzo un gruppo scultoreo raffigura Trieste con allegorie di fortuna e progresso, in quanto fu una delle prime sedi delle Assicurazioni Generali.
Il palazzo Modello (1871 – architetto Giuseppe Bruni)
Il municipio, dalla particolare architettura per unificare edifici preesistenti (1875 – architetto Giuseppe Bruni); sulla torre municipale due automi bronzei fanno udire i loro rintocchi allo scoccare delle ore.
Il palazzo Pitteri (1780 – architetto Ulderico Moro); è il più antico palazzo di piazza Unità.
Il Grand Hotel Duchi d’Aosta (1873 – ingegner Eugenio Geiringer e architetto Giovanni Righetti);
Il palazzo della compagnia di navigazione Lloyd Austriaco di Navigazione, poi Lloyd Triestino, ed ora sede della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia (1884 – architetto Heinrich von Ferstel)
Altri manufatti in piazza:
Sul lato mare si trovano due pili portabandiera, donati nel 1932 dagli autieri della prima guerra mondiale, ove vengono effettuati gli alza e gli ammaina bandiera solenni.
La fontana dei Continenti del bergamasco Giovanni Battista Mazzoleni.
Tra il 1751 e il 1754 nell’allora piazza Grande si decise la costruzione di una fontana alimentata dal nuovo acquedotto teresiano, che doveva rappresentare Trieste come la città favorita dalla fortuna grazie all’istituzione del porto franco da parte di Carlo VI e delle politiche di sviluppo di Maria Teresa d’Austria.
Il mondo è rappresentato da quattro statue allegoriche che richiamano i tratti delle persone che vivevano nei continenti allora conosciuti (Europa, Asia, Africa e America).
L’acqua sgorgava da quattro figure allegoriche di fiumi, sempre ad indicare i continenti.
Sulla sommità della fontana sovrasta una figura femminile alata e a braccia aperte che rappresenta Trieste. Adagiata sulle rocce del Carso la statua è circondata da pacchi, balle di cotone e cordame.
Statua di Carlo VI
La statua di Carlo VI, del veneto Lorenzo Fanoli
A pochi metri a destra della fontana dei Quattro Continenti (avendo il mare alle spalle e osservando il municipio) una colonna in pietra bianca sorregge una statua di un imperatore. Essa è la colonna di Carlo VI d’Asburgo.
Figlio di Leopoldo I d’Austria (la cui statua si trova nell’attuale piazza della Borsa) e padre di Maria Teresa d’Austria, Carlo VI nel 1719 istituì il porto franco a Trieste, dando un notevole impulso al commercio e allo sviluppo cittadino.
La statua raffigura l’Imperatore in piedi che indica il mare, con il porto franco da lui istituito. (E.M.)
Per iscriverti al Gruppo clicca sull’immagine sottostante:
Piazza Unità d'Italia
Piazza Unità d’Italia (già Piazza Unità, Piazza Grande o anche Piazza san Pietro o Piazza Francesco Giuseppe).
Piazza Unità d’Italia è la piazza principale della città, su cui fin dal Medioevo si affacciavano gli edifici pubblici comunali.
Per un periodo la piazza si chiamò San Pietro, dal nome di una chiesa ivi esistente fin dal XIV secolo e demolita nella seconda metà dell’Ottocento, ma era principalmente nota come Piazza Grande, anche per distinguerla dalla Piazza Piccola dietro l’antico palazzo del Comune. Durante la prima guerra mondiale, dal 1915 al 18 venne denominata Piazza Francesco Giuseppe, Con l’annessione di Trieste all’Italia, prese il nome di Piazza Unità, dal 1955 Piazza Unità d’Italia.
In origine la piazza era meno della metà di come si presenta oggi, delimitata dal Palazzo del Comune, chiusa dal lato verso il mare dalle mura e dalla Torre del Porto e si affacciava sull’antico porto detto Mandracchio: ai lati si alternavano diversi edifici ed al centro si trovava la Locanda Grande. I lavori ottocenteschi l’aprirono dal lato verso il mare, l’interramento del Mandracchio (1858-1863) ospitò per circa mezzo secolo un giardino ed i palazzi che l’attorniano vennero costruiti dal Settecento ai primi del Novecento.
La piazza ha assunto l’aspetto attuale dopo la ristrutturazione del 2001-2005, quando la pavimentazione in asfalto è stata sostituita con blocchi in pietra arenaria che vogliono ricordare i masegni che lastricavano anticamente la piazza; la fontana dei Quattro Continenti è stata riportata quasi nella sua posizione originaria, allineata all’ingresso principale del Municipio. Un sistema di illuminazione con led blu, nella pavimentazione lato mare, ricorda fin dove il mare arrivava dentro l’antico porticciolo.
I palazzi che si affacciano sulla piazza sono in senso orario dal lato mare:
Il palazzo della Luogotenenza austriaca (1905 – architetto Emil Artmann), ora sede della Prefettura, che era andato a sostituire una precedente sede della Luogotenenza.
Il palazzo Stratti (1839 – architetto Antonio Buttazzoni, neoclassico ma poi rimaneggiato), dove si trova anche il caffè degli Specchi, un storico caffè triestino. Sulla sommità del palazzo un gruppo scultoreo raffigura Trieste con allegorie di fortuna e progresso, in quanto fu una delle prime sedi delle Assicurazioni Generali.
Il palazzo Modello (1871 – architetto Giuseppe Bruni)
Il municipio, dalla particolare architettura per unificare edifici preesistenti (1875 – architetto Giuseppe Bruni); sulla torre municipale due automi bronzei fanno udire i loro rintocchi allo scoccare delle ore.
Il palazzo Pitteri (1780 – architetto Ulderico Moro); è il più antico palazzo di piazza Unità.
Il Grand Hotel Duchi d’Aosta (1873 – ingegner Eugenio Geiringer e architetto Giovanni Righetti);
Il palazzo della compagnia di navigazione Lloyd Austriaco di Navigazione, poi Lloyd Triestino, ed ora sede della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia (1884 – architetto Heinrich von Ferstel)
Altri manufatti in piazza:
Sul lato mare si trovano due pili portabandiera, donati nel 1932 dagli autieri della prima guerra mondiale, ove vengono effettuati gli alza e gli ammaina bandiera solenni.
La fontana dei Continenti del bergamasco Giovanni Battista Mazzoleni.
Tra il 1751 e il 1754 nell’allora piazza Grande si decise la costruzione di una fontana alimentata dal nuovo acquedotto teresiano, che doveva rappresentare Trieste come la città favorita dalla fortuna grazie all’istituzione del porto franco da parte di Carlo VI e delle politiche di sviluppo di Maria Teresa d’Austria.
Il mondo è rappresentato da quattro statue allegoriche che richiamano i tratti delle persone che vivevano nei continenti allora conosciuti (Europa, Asia, Africa e America).
L’acqua sgorgava da quattro figure allegoriche di fiumi, sempre ad indicare i continenti.
Sulla sommità della fontana sovrasta una figura femminile alata e a braccia aperte che rappresenta Trieste. Adagiata sulle rocce del Carso la statua è circondata da pacchi, balle di cotone e cordame.
Statua di Carlo VI
La statua di Carlo VI, del veneto Lorenzo Fanoli
A pochi metri a destra della fontana dei Quattro Continenti (avendo il mare alle spalle e osservando il municipio) una colonna in pietra bianca sorregge una statua di un imperatore. Essa è la colonna di Carlo VI d’Asburgo.
Figlio di Leopoldo I d’Austria (la cui statua si trova nell’attuale piazza della Borsa) e padre di Maria Teresa d’Austria, Carlo VI nel 1719 istituì il porto franco a Trieste, dando un notevole impulso al commercio e allo sviluppo cittadino.
La statua raffigura l’Imperatore in piedi che indica il mare, con il porto franco da lui istituito. (E.M.)
Per iscriverti al Gruppo clicca sull’immagine sottostante:
Piazza Unità d'Italia
Piazza Unità d’Italia (già Piazza Unità, Piazza Grande o anche Piazza san Pietro o Piazza Francesco Giuseppe).
Piazza Unità d’Italia è la piazza principale della città, su cui fin dal Medioevo si affacciavano gli edifici pubblici comunali.
Per un periodo la piazza si chiamò San Pietro, dal nome di una chiesa ivi esistente fin dal XIV secolo e demolita nella seconda metà dell’Ottocento, ma era principalmente nota come Piazza Grande, anche per distinguerla dalla Piazza Piccola dietro l’antico palazzo del Comune. Durante la prima guerra mondiale, dal 1915 al 18 venne denominata Piazza Francesco Giuseppe, Con l’annessione di Trieste all’Italia, prese il nome di Piazza Unità, dal 1955 Piazza Unità d’Italia.
In origine la piazza era meno della metà di come si presenta oggi, delimitata dal Palazzo del Comune, chiusa dal lato verso il mare dalle mura e dalla Torre del Porto e si affacciava sull’antico porto detto Mandracchio: ai lati si alternavano diversi edifici ed al centro si trovava la Locanda Grande. I lavori ottocenteschi l’aprirono dal lato verso il mare, l’interramento del Mandracchio (1858-1863) ospitò per circa mezzo secolo un giardino ed i palazzi che l’attorniano vennero costruiti dal Settecento ai primi del Novecento.
La piazza ha assunto l’aspetto attuale dopo la ristrutturazione del 2001-2005, quando la pavimentazione in asfalto è stata sostituita con blocchi in pietra arenaria che vogliono ricordare i masegni che lastricavano anticamente la piazza; la fontana dei Quattro Continenti è stata riportata quasi nella sua posizione originaria, allineata all’ingresso principale del Municipio. Un sistema di illuminazione con led blu, nella pavimentazione lato mare, ricorda fin dove il mare arrivava dentro l’antico porticciolo.
I palazzi che si affacciano sulla piazza sono in senso orario dal lato mare:
Il palazzo della Luogotenenza austriaca (1905 – architetto Emil Artmann), ora sede della Prefettura, che era andato a sostituire una precedente sede della Luogotenenza.
Il palazzo Stratti (1839 – architetto Antonio Buttazzoni, neoclassico ma poi rimaneggiato), dove si trova anche il caffè degli Specchi, un storico caffè triestino. Sulla sommità del palazzo un gruppo scultoreo raffigura Trieste con allegorie di fortuna e progresso, in quanto fu una delle prime sedi delle Assicurazioni Generali.
Il palazzo Modello (1871 – architetto Giuseppe Bruni)
Il municipio, dalla particolare architettura per unificare edifici preesistenti (1875 – architetto Giuseppe Bruni); sulla torre municipale due automi bronzei fanno udire i loro rintocchi allo scoccare delle ore.
Il palazzo Pitteri (1780 – architetto Ulderico Moro); è il più antico palazzo di piazza Unità.
Il Grand Hotel Duchi d’Aosta (1873 – ingegner Eugenio Geiringer e architetto Giovanni Righetti);
Il palazzo della compagnia di navigazione Lloyd Austriaco di Navigazione, poi Lloyd Triestino, ed ora sede della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia (1884 – architetto Heinrich von Ferstel)
Altri manufatti in piazza:
Sul lato mare si trovano due pili portabandiera, donati nel 1932 dagli autieri della prima guerra mondiale, ove vengono effettuati gli alza e gli ammaina bandiera solenni.
La fontana dei Continenti del bergamasco Giovanni Battista Mazzoleni.
Tra il 1751 e il 1754 nell’allora piazza Grande si decise la costruzione di una fontana alimentata dal nuovo acquedotto teresiano, che doveva rappresentare Trieste come la città favorita dalla fortuna grazie all’istituzione del porto franco da parte di Carlo VI e delle politiche di sviluppo di Maria Teresa d’Austria.
Il mondo è rappresentato da quattro statue allegoriche che richiamano i tratti delle persone che vivevano nei continenti allora conosciuti (Europa, Asia, Africa e America).
L’acqua sgorgava da quattro figure allegoriche di fiumi, sempre ad indicare i continenti.
Sulla sommità della fontana sovrasta una figura femminile alata e a braccia aperte che rappresenta Trieste. Adagiata sulle rocce del Carso la statua è circondata da pacchi, balle di cotone e cordame.
Statua di Carlo VI
La statua di Carlo VI, del veneto Lorenzo Fanoli
A pochi metri a destra della fontana dei Quattro Continenti (avendo il mare alle spalle e osservando il municipio) una colonna in pietra bianca sorregge una statua di un imperatore. Essa è la colonna di Carlo VI d’Asburgo.
Figlio di Leopoldo I d’Austria (la cui statua si trova nell’attuale piazza della Borsa) e padre di Maria Teresa d’Austria, Carlo VI nel 1719 istituì il porto franco a Trieste, dando un notevole impulso al commercio e allo sviluppo cittadino.
La statua raffigura l’Imperatore in piedi che indica il mare, con il porto franco da lui istituito. (E.M.)
Per iscriverti al Gruppo clicca sull’immagine sottostante:
Piazza Unità d'Italia
Piazza Unità d’Italia (già Piazza Unità, Piazza Grande o anche Piazza san Pietro o Piazza Francesco Giuseppe).
Piazza Unità d’Italia è la piazza principale della città, su cui fin dal Medioevo si affacciavano gli edifici pubblici comunali.
Per un periodo la piazza si chiamò San Pietro, dal nome di una chiesa ivi esistente fin dal XIV secolo e demolita nella seconda metà dell’Ottocento, ma era principalmente nota come Piazza Grande, anche per distinguerla dalla Piazza Piccola dietro l’antico palazzo del Comune. Durante la prima guerra mondiale, dal 1915 al 18 venne denominata Piazza Francesco Giuseppe, Con l’annessione di Trieste all’Italia, prese il nome di Piazza Unità, dal 1955 Piazza Unità d’Italia.
In origine la piazza era meno della metà di come si presenta oggi, delimitata dal Palazzo del Comune, chiusa dal lato verso il mare dalle mura e dalla Torre del Porto e si affacciava sull’antico porto detto Mandracchio: ai lati si alternavano diversi edifici ed al centro si trovava la Locanda Grande. I lavori ottocenteschi l’aprirono dal lato verso il mare, l’interramento del Mandracchio (1858-1863) ospitò per circa mezzo secolo un giardino ed i palazzi che l’attorniano vennero costruiti dal Settecento ai primi del Novecento.
La piazza ha assunto l’aspetto attuale dopo la ristrutturazione del 2001-2005, quando la pavimentazione in asfalto è stata sostituita con blocchi in pietra arenaria che vogliono ricordare i masegni che lastricavano anticamente la piazza; la fontana dei Quattro Continenti è stata riportata quasi nella sua posizione originaria, allineata all’ingresso principale del Municipio. Un sistema di illuminazione con led blu, nella pavimentazione lato mare, ricorda fin dove il mare arrivava dentro l’antico porticciolo.
I palazzi che si affacciano sulla piazza sono in senso orario dal lato mare:
Il palazzo della Luogotenenza austriaca (1905 – architetto Emil Artmann), ora sede della Prefettura, che era andato a sostituire una precedente sede della Luogotenenza.
Il palazzo Stratti (1839 – architetto Antonio Buttazzoni, neoclassico ma poi rimaneggiato), dove si trova anche il caffè degli Specchi, un storico caffè triestino. Sulla sommità del palazzo un gruppo scultoreo raffigura Trieste con allegorie di fortuna e progresso, in quanto fu una delle prime sedi delle Assicurazioni Generali.
Il palazzo Modello (1871 – architetto Giuseppe Bruni)
Il municipio, dalla particolare architettura per unificare edifici preesistenti (1875 – architetto Giuseppe Bruni); sulla torre municipale due automi bronzei fanno udire i loro rintocchi allo scoccare delle ore.
Il palazzo Pitteri (1780 – architetto Ulderico Moro); è il più antico palazzo di piazza Unità.
Il Grand Hotel Duchi d’Aosta (1873 – ingegner Eugenio Geiringer e architetto Giovanni Righetti);
Il palazzo della compagnia di navigazione Lloyd Austriaco di Navigazione, poi Lloyd Triestino, ed ora sede della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia (1884 – architetto Heinrich von Ferstel)
Altri manufatti in piazza:
Sul lato mare si trovano due pili portabandiera, donati nel 1932 dagli autieri della prima guerra mondiale, ove vengono effettuati gli alza e gli ammaina bandiera solenni.
La fontana dei Continenti del bergamasco Giovanni Battista Mazzoleni.
Tra il 1751 e il 1754 nell’allora piazza Grande si decise la costruzione di una fontana alimentata dal nuovo acquedotto teresiano, che doveva rappresentare Trieste come la città favorita dalla fortuna grazie all’istituzione del porto franco da parte di Carlo VI e delle politiche di sviluppo di Maria Teresa d’Austria.
Il mondo è rappresentato da quattro statue allegoriche che richiamano i tratti delle persone che vivevano nei continenti allora conosciuti (Europa, Asia, Africa e America).
L’acqua sgorgava da quattro figure allegoriche di fiumi, sempre ad indicare i continenti.
Sulla sommità della fontana sovrasta una figura femminile alata e a braccia aperte che rappresenta Trieste. Adagiata sulle rocce del Carso la statua è circondata da pacchi, balle di cotone e cordame.
Statua di Carlo VI
La statua di Carlo VI, del veneto Lorenzo Fanoli
A pochi metri a destra della fontana dei Quattro Continenti (avendo il mare alle spalle e osservando il municipio) una colonna in pietra bianca sorregge una statua di un imperatore. Essa è la colonna di Carlo VI d’Asburgo.
Figlio di Leopoldo I d’Austria (la cui statua si trova nell’attuale piazza della Borsa) e padre di Maria Teresa d’Austria, Carlo VI nel 1719 istituì il porto franco a Trieste, dando un notevole impulso al commercio e allo sviluppo cittadino.
La statua raffigura l’Imperatore in piedi che indica il mare, con il porto franco da lui istituito. (E.M.)
Per iscriverti al Gruppo clicca sull’immagine sottostante:
Piazza Unità d'Italia
Piazza Unità d’Italia (già Piazza Unità, Piazza Grande o anche Piazza san Pietro o Piazza Francesco Giuseppe).
Piazza Unità d’Italia è la piazza principale della città, su cui fin dal Medioevo si affacciavano gli edifici pubblici comunali.
Per un periodo la piazza si chiamò San Pietro, dal nome di una chiesa ivi esistente fin dal XIV secolo e demolita nella seconda metà dell’Ottocento, ma era principalmente nota come Piazza Grande, anche per distinguerla dalla Piazza Piccola dietro l’antico palazzo del Comune. Durante la prima guerra mondiale, dal 1915 al 18 venne denominata Piazza Francesco Giuseppe, Con l’annessione di Trieste all’Italia, prese il nome di Piazza Unità, dal 1955 Piazza Unità d’Italia.
In origine la piazza era meno della metà di come si presenta oggi, delimitata dal Palazzo del Comune, chiusa dal lato verso il mare dalle mura e dalla Torre del Porto e si affacciava sull’antico porto detto Mandracchio: ai lati si alternavano diversi edifici ed al centro si trovava la Locanda Grande. I lavori ottocenteschi l’aprirono dal lato verso il mare, l’interramento del Mandracchio (1858-1863) ospitò per circa mezzo secolo un giardino ed i palazzi che l’attorniano vennero costruiti dal Settecento ai primi del Novecento.
La piazza ha assunto l’aspetto attuale dopo la ristrutturazione del 2001-2005, quando la pavimentazione in asfalto è stata sostituita con blocchi in pietra arenaria che vogliono ricordare i masegni che lastricavano anticamente la piazza; la fontana dei Quattro Continenti è stata riportata quasi nella sua posizione originaria, allineata all’ingresso principale del Municipio. Un sistema di illuminazione con led blu, nella pavimentazione lato mare, ricorda fin dove il mare arrivava dentro l’antico porticciolo.
I palazzi che si affacciano sulla piazza sono in senso orario dal lato mare:
Il palazzo della Luogotenenza austriaca (1905 – architetto Emil Artmann), ora sede della Prefettura, che era andato a sostituire una precedente sede della Luogotenenza.
Il palazzo Stratti (1839 – architetto Antonio Buttazzoni, neoclassico ma poi rimaneggiato), dove si trova anche il caffè degli Specchi, un storico caffè triestino. Sulla sommità del palazzo un gruppo scultoreo raffigura Trieste con allegorie di fortuna e progresso, in quanto fu una delle prime sedi delle Assicurazioni Generali.
Il palazzo Modello (1871 – architetto Giuseppe Bruni)
Il municipio, dalla particolare architettura per unificare edifici preesistenti (1875 – architetto Giuseppe Bruni); sulla torre municipale due automi bronzei fanno udire i loro rintocchi allo scoccare delle ore.
Il palazzo Pitteri (1780 – architetto Ulderico Moro); è il più antico palazzo di piazza Unità.
Il Grand Hotel Duchi d’Aosta (1873 – ingegner Eugenio Geiringer e architetto Giovanni Righetti);
Il palazzo della compagnia di navigazione Lloyd Austriaco di Navigazione, poi Lloyd Triestino, ed ora sede della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia (1884 – architetto Heinrich von Ferstel)
Altri manufatti in piazza:
Sul lato mare si trovano due pili portabandiera, donati nel 1932 dagli autieri della prima guerra mondiale, ove vengono effettuati gli alza e gli ammaina bandiera solenni.
La fontana dei Continenti del bergamasco Giovanni Battista Mazzoleni.
Tra il 1751 e il 1754 nell’allora piazza Grande si decise la costruzione di una fontana alimentata dal nuovo acquedotto teresiano, che doveva rappresentare Trieste come la città favorita dalla fortuna grazie all’istituzione del porto franco da parte di Carlo VI e delle politiche di sviluppo di Maria Teresa d’Austria.
Il mondo è rappresentato da quattro statue allegoriche che richiamano i tratti delle persone che vivevano nei continenti allora conosciuti (Europa, Asia, Africa e America).
L’acqua sgorgava da quattro figure allegoriche di fiumi, sempre ad indicare i continenti.
Sulla sommità della fontana sovrasta una figura femminile alata e a braccia aperte che rappresenta Trieste. Adagiata sulle rocce del Carso la statua è circondata da pacchi, balle di cotone e cordame.
Statua di Carlo VI
La statua di Carlo VI, del veneto Lorenzo Fanoli
A pochi metri a destra della fontana dei Quattro Continenti (avendo il mare alle spalle e osservando il municipio) una colonna in pietra bianca sorregge una statua di un imperatore. Essa è la colonna di Carlo VI d’Asburgo.
Figlio di Leopoldo I d’Austria (la cui statua si trova nell’attuale piazza della Borsa) e padre di Maria Teresa d’Austria, Carlo VI nel 1719 istituì il porto franco a Trieste, dando un notevole impulso al commercio e allo sviluppo cittadino.
La statua raffigura l’Imperatore in piedi che indica il mare, con il porto franco da lui istituito. (E.M.)
Per iscriverti al Gruppo clicca sull’immagine sottostante:
Ponterosso, 1902. Collezione Dino Cafagna
La casa bassa a sinistra, che risaliva al 1795, ospitò dal 1816 al 1894 il primo ufficio postale della città (traslocarono poi nell’attuale sede di piazza Vittorio Veneto); da cui la denominazione di “Contrada della Posta” (oggi via G. Rossini). Sulla sua area fu eretto, nel 1903, l’attuale edificio della Direzione di Polizia. Attualmente ospita gli uffici della Guardia di Finanza e della Polizia di Frontiera.
A destra il palazzo Darwil, costruito in stile pseudo toscano, nel 1906. (Dino Cafagna)
Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:
Palazzo della Borsa, facciata. Ermes (Mercurio), opera dello Scultore Bartolomeo Ferrari. Foto Giorgio Catania
Protettore dei commercianti e dei viaggiatori, dei sapienti e dei ladri, è qui rappresentato con caduceo e cappello alato. Nella mano destra tiene un sacchetto con denaro, alla sua sinistra, in basso, un gallo, animale a lui sacro. Sulla base le iniziali B.F. F(ecit)
BORSA (piazza della)
Piazza della Borsa: San Vito-Città Vecchia/Città Nuova-Barriera Nuova. Tra capo di piazza G. Bartoli e corso Italia. C.A.P. 34121.
Toponimo ottocentesco invalso dopo la costruzione dell’edificio della Borsa al numero civico 14 (architetto A. Mollari, 1800) e sostituito in data 1.7.1939 (Delibera Commissario Prefettizio numero 789) con il nome di Costanzo Ciano (1876-1939), ammiraglio e uomo politico; capeggiò l’impresa navale di Buccari (1918), fu Sottosegretario alla marina mercantile (1922), ministro delle poste (1924), ministro delle comunicazioni e infine presidente della Camera (1934). Con Delibera del Podestà d.d. 10.6.1944 numero 497 venne soppressa la denominazione «piazza Costanzo Ciano» e fu ripristinato il toponimo «piazza della Borsa». Il palazzo neoclassico della Borsa Vecchia, oggi sede della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura, è stato sottoposto a lunghi lavori di restauro (1966-1988), tra cui quello delle facciate (1972, architetto V. Frandoli), la ristrutturazione interna (1973-1980, impr. Savino) e il restauro delle decorazioni esterne (1988).
Al numero civico 15 è il Tergesteo opera, secondo i più recenti studi, dell’architetto F. Bruyn (1840) nei cui progetti confluirono quelli di altri architetti. La galleria venne ristrutturata nel 1957 dall’architetto A. Psacaropulo che sostituì la vecchia copertura con una nuova in vetro-cemento armato cui venne aggiunto un cornicione in cemento, decorato nella parte inferiore a forme astratte da C. Sbisà. Al numero civico 4 si trova casa Moreau (f.lli Vogel, 1788) completamente ristrutturata nel 1904 (architetto C. De Nolde) con la sola conservazione dei tre bassorilievi sulla facciata (scultore A. Bosa, ante 1820). Al numero civico 7 è casa Bartoli, edificio liberty dell’architetto M. Fabiani (1905) mentre al numero civico 8 è il palazzo delle Assicurazioni Generali (architetto M. Piacentini, 1939); al numero civico 9 la settecentesca palazzina Romano, già ospitante la libreria F. H. Schimpff e oggi sede del Credito Italiano (dal 1921), ristrutturata nel 1921 dall’architetto G. Polli; al numero civico 11 edificio ottocentesco ristrutturato nel 1985 quale sede della Banca Antoniana di Padova e Trieste. Di fronte alla Borsa Vecchia era la settecentesca fontana del Nettuno (scultore G. Mazzoleni), rimossa nel 1920 e più tardi ricostruita in piazza Venezia (ora ricollocata nella piazza della Borsa). La colonna con la statua dell’imperatore Leopoldo I, prima in linea con la fontana e la Borsa Vecchia, venne spostata di alcuni metri nel 1934; il moderno chiosco per l’attesa delle autocorriere davanti all’edificio delle Assicurazioni Generali è dovuto all’architetto C. Guenzi di Milano (1983).
Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989
Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:
Trieste: Piazzale Europa 1. Università degli Studi di Trieste. Foto Paolo Carbonaio
Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:
Trieste: Foro Ulpiano 1. Il Palazzo di Giustizia. Foto Paolo Carbonaio
Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:
Trieste: Foro Ulpiano 1. Il Palazzo di Giustizia. Foto Paolo Carbonaio
Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:
Trieste: Foro Ulpiano 1. Il Palazzo di Giustizia. Foto Paolo Carbonaio
Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:
Trieste: Foro Ulpiano 1. Il Palazzo di Giustizia. Foto Paolo Carbonaio
Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:
Trieste: Foro Ulpiano 1. Il Palazzo di Giustizia. Foto Paolo Carbonaio
Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:
Trieste: Foro Ulpiano 1. Il Palazzo di Giustizia. Foto Paolo Carbonaio
Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:
Trieste: Largo Odorico Panfili 1. Palazzo Panfilli. Foto Paolo Carbonaio
Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:
Trieste: Largo Odorico Panfili 1. Palazzo Panfilli. Foto Paolo Carbonaio
Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:
Trieste: Largo Odorico Panfili 1. Palazzo Panfilli. Foto Paolo Carbonaio
Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:
Trieste: Piazza della Libertà 3. Casa Brunner. Foto Paolo Carbonaio
Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:
Trieste: Piazza della Libertà 4. Palazzo Miller & Aschholz. Foto Paolo Carbonaio
Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:
Trieste: Piazza della Libertà 6. Foto Paolo Carbonaio
Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:
Trieste: Piazza della Libertà 6. Foto Paolo Carbonaio
Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:
Trieste: Via Carlo Ghega 12. Palazzo Rittmeyer. Foto Paolo Carbonaio
Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:
Trieste: Via Carlo Ghega 12. Palazzo Rittmeyer. Foto Paolo Carbonaio
Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:
Trieste: Via Carlo Ghega 12. Palazzo Rittmeyer. Foto Paolo Carbonaio
Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:
Trieste: Via Carlo Ghega 12. Palazzo Rittmeyer. Foto Paolo Carbonaio
Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:
Trieste: Piazza della Libertà 9. Silos. Foto Paolo Carbonaio
Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:
Trieste: Piazza della Libertà 7. Palazzo Economo. Foto Paolo Carbonaio
Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:
Trieste: Piazza della Libertà 7. Palazzo Economo. Foto Paolo Carbonaio
Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:
Trieste: Piazza della Libertà 7. Palazzo Economo. Foto Paolo Carbonaio
Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:
Trieste: Piazza Giuseppe Garibaldi. Palazzo Polifemo. Foto Paolo Carbonaio
Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:
Trieste: Piazza Giuseppe Garibaldi. Palazzo Polifemo. Foto Paolo Carbonaio
Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:
Trieste: Piazza Giuseppe Garibaldi. Palazzo Polifemo. Foto Paolo Carbonaio
Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:
Trieste: Piazza Giuseppe Garibaldi. Palazzo Polifemo. Foto Paolo Carbonaio
Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:
Trieste: Piazza Giuseppe Garibaldi. Palazzo Polifemo. Foto Paolo Carbonaio
Per iscrivervi al Gruppo cliccate sull’immagine sottostante:
Trieste: Via Cesare Battisti 18. Caffè San Marco. Foto Paolo Carbonaio