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Giorno: 26 Gennaio 2017
Trieste – Scala dei Lauri, Villa Sardotsch
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Trieste, Scala dei Lauri 2 Villa Sardotsch. Foto Paolo Carbonaio
Trieste – Largo Odorico Panfili, Chiesa Luterana
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Trieste, Largo Odorico Panfili, Chiesa Luterana. Foto Paolo Carbonaio
La Chiesa Luterana di confessione augustana: La comunità Evangelica di Confessione Augustana è presente a Trieste dai primi del Settecento, ma il culto luterano fu autorizzato da Maria Teresa d’Austria solo nel 1778 e le fu concesso un terreno per la costruzione di una chiesa dove professare il loro culto. L’area si chiamava piazza dei Carradori, perché fin dal XVIII secolo era destinata a stazione per i carradori; successivamente venne denominata piazzetta della Chiesa Evangelica e, infine, largo Odorico Panfili.
L’edificio venne edificato, tra il 1871 e il 1874, sotto la direzione di Giovanni Berlam e Giovanni Scalmanini, ma il progetto originario è riconducibile all’architetto Karl J.C. Zimmermann di Amburgo. L’inaugurazione solenne avvenne il 1° novembre del 1874. La chiesa, in stile neogotico, è esemplata sulla “Nicolai kirche” di Amburgo, realizzata nel 1844 dall’inglese G.G.Scott. Realizzata in pietra d’Istria, con il tetto in lastre di ardesia, ha un campanile alto 50 metri e vetrate istoriate a colori. All’interno vi sono due monumenti funebri scolpiti attorno al 1823 da Antonio Bosa e provenienti dalla Chiesa del Rosario, precedente sede della comunità evangelica. Uno è dedicato al negoziante di Borsa Giorgio Enrico Trapp, l’altro al console danese G. Dumreicher d’Osterreicher.
Le campane di bronzo del campanile, ricavate dalla fusione di cannoni francesi, furono donate dall’imperatore tedesco Guglielmo I. Dalla Germania giunsero anche l’altare, il pulpito e l’organo. All’interno è suggestivo il contrasto tra le forme gotiche della chiesa e la purezza neoclassica dei monumenti funebri scolpiti da Antonio Bosa nel 1823. Alcuni sono provenienti dalla Chiesa del Rosario, precedente sede della comunità evangelica. Stupenda la vetrata del coro, realizzata a Monaco di Baviera e raffigurante la “Trasfigurazione di Cristo” di Raffaello. La chiesa ospita numerose manifestazione culturali e concerti di qualità. Tra il 1983 e il 1985 l’immobile fu interessato da un intervento di restauro. In particolare furono sostituite quasi la metà delle lastre in ardesia del tetto e fu completamente rifatto l’impianto di scolo dell’acqua piovana in rame.
La chiesa, al centro di una piazza chiusa da alti palazzi, si presenta nelle forme agili e frastagliate del gotico tedesco. Esternamente è caratterizzata da contrafforti scalari, archi acuti, guglie e pinnacoli. L’abside è poligonale. Al centro della facciata principale, sopra al portale gotico, s’innalza un alta torre campanaria. L’interno, diviso in tre navate da quattro colonne, riceve luce dalle alte finestre ogivali con intrecci a traforo che si aprono sulle tre campate delle navate, sulla facciata e sull’abside. Elementi decorativi:Elementi ornamentali esterni:- Guglie con pinnacoli decorano esternamente l’edificio. Sulla torre campanaria si trovano sculture raffiguranti animali fantastici, elementi tipici dell’arte gotica. (da: biblioteche.comune.trieste
Trieste – Largo Odorico Panfili, Chiesa Luterana
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Trieste, Largo Odorico Panfili, Chiesa Luterana. Foto Paolo Carbonaio
La Chiesa Luterana di confessione augustana: La comunità Evangelica di Confessione Augustana è presente a Trieste dai primi del Settecento, ma il culto luterano fu autorizzato da Maria Teresa d’Austria solo nel 1778 e le fu concesso un terreno per la costruzione di una chiesa dove professare il loro culto. L’area si chiamava piazza dei Carradori, perché fin dal XVIII secolo era destinata a stazione per i carradori; successivamente venne denominata piazzetta della Chiesa Evangelica e, infine, largo Odorico Panfili.
L’edificio venne edificato, tra il 1871 e il 1874, sotto la direzione di Giovanni Berlam e Giovanni Scalmanini, ma il progetto originario è riconducibile all’architetto Karl J.C. Zimmermann di Amburgo. L’inaugurazione solenne avvenne il 1° novembre del 1874. La chiesa, in stile neogotico, è esemplata sulla “Nicolai kirche” di Amburgo, realizzata nel 1844 dall’inglese G.G.Scott. Realizzata in pietra d’Istria, con il tetto in lastre di ardesia, ha un campanile alto 50 metri e vetrate istoriate a colori. All’interno vi sono due monumenti funebri scolpiti attorno al 1823 da Antonio Bosa e provenienti dalla Chiesa del Rosario, precedente sede della comunità evangelica. Uno è dedicato al negoziante di Borsa Giorgio Enrico Trapp, l’altro al console danese G. Dumreicher d’Osterreicher.
Le campane di bronzo del campanile, ricavate dalla fusione di cannoni francesi, furono donate dall’imperatore tedesco Guglielmo I. Dalla Germania giunsero anche l’altare, il pulpito e l’organo. All’interno è suggestivo il contrasto tra le forme gotiche della chiesa e la purezza neoclassica dei monumenti funebri scolpiti da Antonio Bosa nel 1823. Alcuni sono provenienti dalla Chiesa del Rosario, precedente sede della comunità evangelica. Stupenda la vetrata del coro, realizzata a Monaco di Baviera e raffigurante la “Trasfigurazione di Cristo” di Raffaello. La chiesa ospita numerose manifestazione culturali e concerti di qualità. Tra il 1983 e il 1985 l’immobile fu interessato da un intervento di restauro. In particolare furono sostituite quasi la metà delle lastre in ardesia del tetto e fu completamente rifatto l’impianto di scolo dell’acqua piovana in rame.
La chiesa, al centro di una piazza chiusa da alti palazzi, si presenta nelle forme agili e frastagliate del gotico tedesco. Esternamente è caratterizzata da contrafforti scalari, archi acuti, guglie e pinnacoli. L’abside è poligonale. Al centro della facciata principale, sopra al portale gotico, s’innalza un alta torre campanaria. L’interno, diviso in tre navate da quattro colonne, riceve luce dalle alte finestre ogivali con intrecci a traforo che si aprono sulle tre campate delle navate, sulla facciata e sull’abside. Elementi decorativi:Elementi ornamentali esterni:- Guglie con pinnacoli decorano esternamente l’edificio. Sulla torre campanaria si trovano sculture raffiguranti animali fantastici, elementi tipici dell’arte gotica. (da: biblioteche.comune.trieste
Trieste, Largo Odorico Panfili, Chiesa Luterana
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Trieste, Largo Odorico Panfili, Chiesa Luterana. Foto Paolo Carbonaio
La Chiesa Luterana di confessione augustana: La comunità Evangelica di Confessione Augustana è presente a Trieste dai primi del Settecento, ma il culto luterano fu autorizzato da Maria Teresa d’Austria solo nel 1778 e le fu concesso un terreno per la costruzione di una chiesa dove professare il loro culto. L’area si chiamava piazza dei Carradori, perché fin dal XVIII secolo era destinata a stazione per i carradori; successivamente venne denominata piazzetta della Chiesa Evangelica e, infine, largo Odorico Panfili.
L’edificio venne edificato, tra il 1871 e il 1874, sotto la direzione di Giovanni Berlam e Giovanni Scalmanini, ma il progetto originario è riconducibile all’architetto Karl J.C. Zimmermann di Amburgo. L’inaugurazione solenne avvenne il 1° novembre del 1874. La chiesa, in stile neogotico, è esemplata sulla “Nicolai kirche” di Amburgo, realizzata nel 1844 dall’inglese G.G.Scott. Realizzata in pietra d’Istria, con il tetto in lastre di ardesia, ha un campanile alto 50 metri e vetrate istoriate a colori. All’interno vi sono due monumenti funebri scolpiti attorno al 1823 da Antonio Bosa e provenienti dalla Chiesa del Rosario, precedente sede della comunità evangelica. Uno è dedicato al negoziante di Borsa Giorgio Enrico Trapp, l’altro al console danese G. Dumreicher d’Osterreicher.
Le campane di bronzo del campanile, ricavate dalla fusione di cannoni francesi, furono donate dall’imperatore tedesco Guglielmo I. Dalla Germania giunsero anche l’altare, il pulpito e l’organo. All’interno è suggestivo il contrasto tra le forme gotiche della chiesa e la purezza neoclassica dei monumenti funebri scolpiti da Antonio Bosa nel 1823. Alcuni sono provenienti dalla Chiesa del Rosario, precedente sede della comunità evangelica. Stupenda la vetrata del coro, realizzata a Monaco di Baviera e raffigurante la “Trasfigurazione di Cristo” di Raffaello. La chiesa ospita numerose manifestazione culturali e concerti di qualità. Tra il 1983 e il 1985 l’immobile fu interessato da un intervento di restauro. In particolare furono sostituite quasi la metà delle lastre in ardesia del tetto e fu completamente rifatto l’impianto di scolo dell’acqua piovana in rame.
La chiesa, al centro di una piazza chiusa da alti palazzi, si presenta nelle forme agili e frastagliate del gotico tedesco. Esternamente è caratterizzata da contrafforti scalari, archi acuti, guglie e pinnacoli. L’abside è poligonale. Al centro della facciata principale, sopra al portale gotico, s’innalza un alta torre campanaria. L’interno, diviso in tre navate da quattro colonne, riceve luce dalle alte finestre ogivali con intrecci a traforo che si aprono sulle tre campate delle navate, sulla facciata e sull’abside. Elementi decorativi:Elementi ornamentali esterni:- Guglie con pinnacoli decorano esternamente l’edificio. Sulla torre campanaria si trovano sculture raffiguranti animali fantastici, elementi tipici dell’arte gotica. (da: biblioteche.comune.trieste
Trieste – Largo Odorico Panfili, Chiesa Luterana
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Trieste, Largo Odorico Panfili, Chiesa Luterana. Foto Paolo Carbonaio
La Chiesa Luterana di confessione augustana: La comunità Evangelica di Confessione Augustana è presente a Trieste dai primi del Settecento, ma il culto luterano fu autorizzato da Maria Teresa d’Austria solo nel 1778 e le fu concesso un terreno per la costruzione di una chiesa dove professare il loro culto. L’area si chiamava piazza dei Carradori, perché fin dal XVIII secolo era destinata a stazione per i carradori; successivamente venne denominata piazzetta della Chiesa Evangelica e, infine, largo Odorico Panfili.
L’edificio venne edificato, tra il 1871 e il 1874, sotto la direzione di Giovanni Berlam e Giovanni Scalmanini, ma il progetto originario è riconducibile all’architetto Karl J.C. Zimmermann di Amburgo. L’inaugurazione solenne avvenne il 1° novembre del 1874. La chiesa, in stile neogotico, è esemplata sulla “Nicolai kirche” di Amburgo, realizzata nel 1844 dall’inglese G.G.Scott. Realizzata in pietra d’Istria, con il tetto in lastre di ardesia, ha un campanile alto 50 metri e vetrate istoriate a colori. All’interno vi sono due monumenti funebri scolpiti attorno al 1823 da Antonio Bosa e provenienti dalla Chiesa del Rosario, precedente sede della comunità evangelica. Uno è dedicato al negoziante di Borsa Giorgio Enrico Trapp, l’altro al console danese G. Dumreicher d’Osterreicher.
Le campane di bronzo del campanile, ricavate dalla fusione di cannoni francesi, furono donate dall’imperatore tedesco Guglielmo I. Dalla Germania giunsero anche l’altare, il pulpito e l’organo. All’interno è suggestivo il contrasto tra le forme gotiche della chiesa e la purezza neoclassica dei monumenti funebri scolpiti da Antonio Bosa nel 1823. Alcuni sono provenienti dalla Chiesa del Rosario, precedente sede della comunità evangelica. Stupenda la vetrata del coro, realizzata a Monaco di Baviera e raffigurante la “Trasfigurazione di Cristo” di Raffaello. La chiesa ospita numerose manifestazione culturali e concerti di qualità. Tra il 1983 e il 1985 l’immobile fu interessato da un intervento di restauro. In particolare furono sostituite quasi la metà delle lastre in ardesia del tetto e fu completamente rifatto l’impianto di scolo dell’acqua piovana in rame.
La chiesa, al centro di una piazza chiusa da alti palazzi, si presenta nelle forme agili e frastagliate del gotico tedesco. Esternamente è caratterizzata da contrafforti scalari, archi acuti, guglie e pinnacoli. L’abside è poligonale. Al centro della facciata principale, sopra al portale gotico, s’innalza un alta torre campanaria. L’interno, diviso in tre navate da quattro colonne, riceve luce dalle alte finestre ogivali con intrecci a traforo che si aprono sulle tre campate delle navate, sulla facciata e sull’abside. Elementi decorativi:Elementi ornamentali esterni:- Guglie con pinnacoli decorano esternamente l’edificio. Sulla torre campanaria si trovano sculture raffiguranti animali fantastici, elementi tipici dell’arte gotica. (da: biblioteche.comune.trieste
Trieste – Piazza Vittorio Veneto, Casa Ritter
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Trieste, piazza Vittorio Veneto, Casa Ritter
Trieste – Salita di Gretta
Trieste, salita di Gretta. Foto collezione Dino Cafagna
Nel 1902 l’Acquedotto fu ampliato con la costruzione di un secondo serbatoio (questo sotto) a Gretta (alto di Gretta, capace di 3.000 me) a m 120 sul livello del mare per rifornire la zona alta della città e poi nel 1907 attivato pure per rifornire l’altipiano. (Dino Cafagna)
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Trieste – Piazza Vittorio Veneto, Palazzo della Provincia
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Trieste, piazza Vittorio Veneto, Palazzo della Provincia. Foto Paolo Carbonaio
Palazzo della Provincia costruito nel 1896 su progetto dell’ingegnere Claudio Cambiagio.
Il palazzo venne commissionato da Giorgio Galatti, ricco commerciante di origine greca che contribuì alla costruzione dell’ospedale psichiatrico a San Giovanni. Alla sua morte, avvenuta nel 1902, GIorgio Galatti decise di lasciare al Comune anche questo palazzo, che passò alla Provincia di Trieste nel 1924.
Attulmente l’edificio ospita gli uffici della Provincia e la collezione d’arte costituita da 12 pezzi donata dal figlio del pittore Edgardo Gambo.
L’edificio è costituito da tre livelli fuori terra più una soffitta. Accesso su Piazza Vittorio Veneto, Via Roma e Via Geppa. Le facciate si presentano simili e nessuna si impone come principale.
Il basamento ha un rivestimento a bugnato, realizzato con blocchi di pietra d’Aurisina lavorata a martellina, su cui si aprono delle aperture rettangolari. I piani superiori, trattati ad intonaco giallo, sono scanditi da una serie continua di due piani di finestre. Il primo piano presenta fori finestra incorniciati da conci di pietra disposti a raggiera, mentre le finestre del secondo piano sono arricchite da timpani triangolari.
Ai lati delle facciate spiccano degli avancorpi aggettanti su cui emergono al primo e secondo piano dei balconi sostenuti da coppie di mensoloni. Al secondo piano i balconi sono arricchiti da candelabri in ferro battuto decorati da motivi vegetali. A coronamento dell’edificio si trova una cornice a dentelli. (Tratto da: biblioteche.comune.trieste)
Trieste – Piazza Vittorio Veneto, Palazzo della Provincia
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Trieste, piazza Vittorio Veneto, Palazzo della Provincia. Foto Paolo Carbonaio
Palazzo della Provincia costruito nel 1896 su progetto dell’ingegnere Claudio Cambiagio.
Il palazzo venne commissionato da Giorgio Galatti, ricco commerciante di origine greca che contribuì alla costruzione dell’ospedale psichiatrico a San Giovanni. Alla sua morte, avvenuta nel 1902, GIorgio Galatti decise di lasciare al Comune anche questo palazzo, che passò alla Provincia di Trieste nel 1924.
Attulmente l’edificio ospita gli uffici della Provincia e la collezione d’arte costituita da 12 pezzi donata dal figlio del pittore Edgardo Gambo.
L’edificio è costituito da tre livelli fuori terra più una soffitta. Accesso su Piazza Vittorio Veneto, Via Roma e Via Geppa. Le facciate si presentano simili e nessuna si impone come principale.
Il basamento ha un rivestimento a bugnato, realizzato con blocchi di pietra d’Aurisina lavorata a martellina, su cui si aprono delle aperture rettangolari. I piani superiori, trattati ad intonaco giallo, sono scanditi da una serie continua di due piani di finestre. Il primo piano presenta fori finestra incorniciati da conci di pietra disposti a raggiera, mentre le finestre del secondo piano sono arricchite da timpani triangolari.
Ai lati delle facciate spiccano degli avancorpi aggettanti su cui emergono al primo e secondo piano dei balconi sostenuti da coppie di mensoloni. Al secondo piano i balconi sono arricchiti da candelabri in ferro battuto decorati da motivi vegetali. A coronamento dell’edificio si trova una cornice a dentelli. (Tratto da: biblioteche.comune.trieste)
rieste – Piazza Vittorio Veneto, palazzo della Provincia
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Trieste, piazza Vittorio Veneto, Palazzo della Provincia. Foto Paolo Carbonaio
Palazzo della Provincia costruito nel 1896 su progetto dell’ingegnere Claudio Cambiagio.
Il palazzo venne commissionato da Giorgio Galatti, ricco commerciante di origine greca che contribuì alla costruzione dell’ospedale psichiatrico a San Giovanni. Alla sua morte, avvenuta nel 1902, GIorgio Galatti decise di lasciare al Comune anche questo palazzo, che passò alla Provincia di Trieste nel 1924.
Attulmente l’edificio ospita gli uffici della Provincia e la collezione d’arte costituita da 12 pezzi donata dal figlio del pittore Edgardo Gambo.
L’edificio è costituito da tre livelli fuori terra più una soffitta. Accesso su Piazza Vittorio Veneto, Via Roma e Via Geppa. Le facciate si presentano simili e nessuna si impone come principale.
Il basamento ha un rivestimento a bugnato, realizzato con blocchi di pietra d’Aurisina lavorata a martellina, su cui si aprono delle aperture rettangolari. I piani superiori, trattati ad intonaco giallo, sono scanditi da una serie continua di due piani di finestre. Il primo piano presenta fori finestra incorniciati da conci di pietra disposti a raggiera, mentre le finestre del secondo piano sono arricchite da timpani triangolari.
Ai lati delle facciate spiccano degli avancorpi aggettanti su cui emergono al primo e secondo piano dei balconi sostenuti da coppie di mensoloni. Al secondo piano i balconi sono arricchiti da candelabri in ferro battuto decorati da motivi vegetali. A coronamento dell’edificio si trova una cornice a dentelli. (Tratto da: biblioteche.comune.trieste)
Trieste – Piazza Vittorio Veneto, palazzo delle Ferrovie
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Trieste, Piazza Vittorio Veneto, palazzo delle Ferrovie. Foto Paolo Carbonaio
Palazzo delle Ferrovie, costruito tra il 1894 e 1895 su progetto dell’architetto Raimondo Sagors per l’Istituto Pensioni Impiegati del Lloyd Austriaco. Nel 1913 passò all’Imperiale Regio Erario per l’amministrazione delle Ferrovie austriache e, dopo la Prima Guerra Mondiale, ospitò la sede delle Ferrovie dello Stato italiano.
Il palazzo fu sede dei consolati di Argentina, Norvegia e Portogallo, di società armatrici come Adria, Veneta, Florio e Rubattino ospitò inoltre le case di spedizioni American Express di New York, la Schenker e la Boemia, associazioni dopolavoristiche, il comando della Milizia Ferroviaria e un Pronto Soccorso della Croce Rossa Italiana, attività commerciali tra cui il negozio di Ignazio de Brull, mentre nella parte posteriore dell’edificio in epoca fascista c’era il Teatro del Dopolavoro Ferroviario, trasformato nel 1949 nel Cinema Vittorio Veneto. Attualmente ci sono gli uffici delle Ferrovie dello Stato.
In stile rinascimentale, il palazzo di cinque piani ha l’accesso principale in Piazza Vittorio Veneto. La facciata principale ha un rivestimento a bugnato per i primi due piani, mentre i tre piani superiori sono trattati ad intonaco. Il piano terra presenta una serie di aperture ad arco a tutto sesto, mentre le finestre del piano nobile sono arricchite da un timpano triangolare. La facciata presenta una parte centrale con colonne che poggiano su piedistalli alternati a balaustre in pietra. Sulle finestre dell’ultimo piano ci sono dei motivi vegetali e nastri con mensoloni decorati da teste a sostegno della balaustra. Sulla sommità dell’edificio c’è una targa con inciso in numeri romani l’anno della costruzione e inaugurazione: 1895.
Trieste – Piazza Vittorio Veneto, palazzo delle Ferrovie
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Trieste, Piazza Vittorio Veneto, palazzo delle Ferrovie. Foto Paolo Carbonaio
Palazzo delle Ferrovie, costruito tra il 1894 e 1895 su progetto dell’architetto Raimondo Sagors per l’Istituto Pensioni Impiegati del Lloyd Austriaco. Nel 1913 passò all’Imperiale Regio Erario per l’amministrazione delle Ferrovie austriache e, dopo la Prima Guerra Mondiale, ospitò la sede delle Ferrovie dello Stato italiano.
Il palazzo fu sede dei consolati di Argentina, Norvegia e Portogallo, di società armatrici come Adria, Veneta, Florio e Rubattino ospitò inoltre le case di spedizioni American Express di New York, la Schenker e la Boemia, associazioni dopolavoristiche, il comando della Milizia Ferroviaria e un Pronto Soccorso della Croce Rossa Italiana, attività commerciali tra cui il negozio di Ignazio de Brull, mentre nella parte posteriore dell’edificio in epoca fascista c’era il Teatro del Dopolavoro Ferroviario, trasformato nel 1949 nel Cinema Vittorio Veneto. Attualmente ci sono gli uffici delle Ferrovie dello Stato.
In stile rinascimentale, il palazzo di cinque piani ha l’accesso principale in Piazza Vittorio Veneto. La facciata principale ha un rivestimento a bugnato per i primi due piani, mentre i tre piani superiori sono trattati ad intonaco. Il piano terra presenta una serie di aperture ad arco a tutto sesto, mentre le finestre del piano nobile sono arricchite da un timpano triangolare. La facciata presenta una parte centrale con colonne che poggiano su piedistalli alternati a balaustre in pietra. Sulle finestre dell’ultimo piano ci sono dei motivi vegetali e nastri con mensoloni decorati da teste a sostegno della balaustra. Sulla sommità dell’edificio c’è una targa con inciso in numeri romani l’anno della costruzione e inaugurazione: 1895.
Trieste – Piazza Vittorio Veneto
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Trieste, Piazza Vittorio Veneto, ingresso del palazzo delle Ferrovie. Foto Paolo Carbonaio
Palazzo delle Ferrovie, costruito tra il 1894 e 1895 su progetto dell’architetto Raimondo Sagors per l’Istituto Pensioni Impiegati del Lloyd Austriaco. Nel 1913 passò all’Imperiale Regio Erario per l’amministrazione delle Ferrovie austriache e, dopo la Prima Guerra Mondiale, ospitò la sede delle Ferrovie dello Stato italiano.
Il palazzo fu sede dei consolati di Argentina, Norvegia e Portogallo, di società armatrici come Adria, Veneta, Florio e Rubattino ospitò inoltre le case di spedizioni American Express di New York, la Schenker e la Boemia, associazioni dopolavoristiche, il comando della Milizia Ferroviaria e un Pronto Soccorso della Croce Rossa Italiana, attività commerciali tra cui il negozio di Ignazio de Brull, mentre nella parte posteriore dell’edificio in epoca fascista c’era il Teatro del Dopolavoro Ferroviario, trasformato nel 1949 nel Cinema Vittorio Veneto. Attualmente ci sono gli uffici delle Ferrovie dello Stato.
In stile rinascimentale, il palazzo di cinque piani ha l’accesso principale in Piazza Vittorio Veneto. La facciata principale ha un rivestimento a bugnato per i primi due piani, mentre i tre piani superiori sono trattati ad intonaco. Il piano terra presenta una serie di aperture ad arco a tutto sesto, mentre le finestre del piano nobile sono arricchite da un timpano triangolare. La facciata presenta una parte centrale con colonne che poggiano su piedistalli alternati a balaustre in pietra. Sulle finestre dell’ultimo piano ci sono dei motivi vegetali e nastri con mensoloni decorati da teste a sostegno della balaustra. Sulla sommità dell’edificio c’è una targa con inciso in numeri romani l’anno della costruzione e inaugurazione: 1895.
Trieste – Piazza Vittorio Veneto
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Trieste, Piazza Vittorio Veneto Foto Paolo Carbonaio
Palazzo delle Ferrovie, costruito tra il 1894 e 1895 su progetto dell’architetto Raimondo Sagors per l’Istituto Pensioni Impiegati del Lloyd Austriaco. Nel 1913 passò all’Imperiale Regio Erario per l’amministrazione delle Ferrovie austriache e, dopo la Prima Guerra Mondiale, ospitò la sede delle Ferrovie dello Stato italiano.
Il palazzo fu sede dei consolati di Argentina, Norvegia e Portogallo, di società armatrici come Adria, Veneta, Florio e Rubattino ospitò inoltre le case di spedizioni American Express di New York, la Schenker e la Boemia, associazioni dopolavoristiche, il comando della Milizia Ferroviaria e un Pronto Soccorso della Croce Rossa Italiana, attività commerciali tra cui il negozio di Ignazio de Brull, mentre nella parte posteriore dell’edificio in epoca fascista c’era il Teatro del Dopolavoro Ferroviario, trasformato nel 1949 nel Cinema Vittorio Veneto. Attualmente ci sono gli uffici delle Ferrovie dello Stato.
In stile rinascimentale, il palazzo di cinque piani ha l’accesso principale in Piazza Vittorio Veneto. La facciata principale ha un rivestimento a bugnato per i primi due piani, mentre i tre piani superiori sono trattati ad intonaco. Il piano terra presenta una serie di aperture ad arco a tutto sesto, mentre le finestre del piano nobile sono arricchite da un timpano triangolare. La facciata presenta una parte centrale con colonne che poggiano su piedistalli alternati a balaustre in pietra. Sulle finestre dell’ultimo piano ci sono dei motivi vegetali e nastri con mensoloni decorati da teste a sostegno della balaustra. Sulla sommità dell’edificio c’è una targa con inciso in numeri romani l’anno della costruzione e inaugurazione: 1895.
Trieste – Chiesa della comunità luterana augustana
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Trieste, chiesa della comunità luterana augustana. Foto Elisabetta Marcovich
Delle tre campane, dono del Kaiser Guglielmo II fuse coi cannoni presi a Sedan ai francesi nel 1870, due .. ritornarono cannoni perché fuse durante la prima guerra mondiale, così mi dicono. (Elisabetta Marcovich)
Trieste, via Ovidio – Villa Geiringer
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Trieste, villa (o castelletto) dell'ingegnere Eugenio Geiringer. Foto Paolo Carbonaio
La villa (o castelletto) dell’ingegnere e mecenate Eugenio Geiringer (1849-1904) progettata e realizzata nel 1896 per la sua famiglia. Fu ceduta nel 1980 dagli eredi al Monastero di San Cipriano. Durante l’occupazione tedesca di Trieste della Seconda Guerra Mondiale fu sede del comando generale tedesco. Ora è sede dell’European School of Trieste. Accanto al castelletto sorge la Vedetta Mafalda fatta costruire dallo stesso ingegner Geiringer in onore della moglie innamorata di Trieste e dello splendido panorama che da lassù offre il Golfo in ogni stagione. Una leggenda racconta che la gentildonna scrisse nel proprio testamento la volontà d’essere sepolta alla base della vedetta, ma non è certo che gli eredi abbiano ottemperato alle disposizioni testamentarie.
Trieste – Panorama con il bagno Ferroviario
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Trieste, Panorama con il bagno Ferroviario. Foto Paolo Carbonaio
Stabilimenti balneari della Riviera di Barcola
BAGNO FERROVIARIO
Nasce nel 1925 come colonia marina. Fino agli anni ’70 era riservato ai dipendenti delle Ferrovie dello Stato e alle loro famiglie.
“Lo stabilimento balneare è situato in viale Miramare n.30 ed ha la fermata degli autobus immediatamente all’entrata (all’altezza del semaforo). Offre una piccola spiaggia di ghiaia per i bambini, una zona della piattaforma per tuffi nonché la spiaggia che, come in quasi tutti i bagni di Trieste, è costruita in cemento. Nello stabilimento vi sono spogliatoi e cabine per le varie esigenze, vi è una zona bar – ristorazione sempre aperta durante la stagione e dotata di una vasta tettoia che consente di stare comodamente all’ombra. L’accesso è consentito ai soci D.L.F.” (Dino Cafagna)
Nel 1925 nacque il “Circolo Marina Mercantile” fondato da un gruppo di capitani marittimi con il Dopolavoro Interaziendale Marina Mercantile D.I.M.M.
EXCELSIOR
Nel 1886 la famiglia Cesare di Salvore, che possedeva dei terreni a Barcola, ottenne la concessione della spiaggia, sorse così il primo nucleo del futuro stabilimento balneare Excelsior. Nel 1890 incaricò l’architetto Edoardo Tureck della costruzione del palazzetto neogotico, lo stesso architetto ampliò e dotò di attrezzature l’impianto balneare. Nel 1895 verrà edificato l’omonimo albergo dall’altra parte della strada. Lo stabilimento balneare, negli anni successivi passerà ad altri proprietari, sarà alzato e più volte ampliato. Nel 1909 verrà dotato di un teatrino e di un ristorante, l’anno seguente di una pista di pattinaggio, divenendo un ritrovo alla moda molto frequentato. Oggi la struttura balneare è stata trasformata in appartamenti con spiaggia privata.
GANZONI
Si sa poco su il Bagno GANZONI, sorgeva accanto al castelletto della famiglia Cesare era noto ai Barcolani come “bagno Megari” dall’omonima distilleria. Ebbe vita breve, in quanto venne assorbito dallo stabilimento balneare Excelsior.
CEDAS
Con la costruzione della nuova strada costiera (1921-28) venne aperto nel 1926 il bagno popolare CEDAS, nel 1934 fu ingrandito con l’aggiunta di un padiglione riservato agli uomini. Nonostante questo molti bagnanti continuarono ad “andar sulla scoiera”, dove al tempo era vietata la balneazione. Lo stabilimento balneare era molto esteso e circondato su tre lati da un muro di cinta; la parte più alta di questo chiudeva la casa del custode e due terrazze dove si prendeva il sole. Era un bagno comunale, e non si pagava alcun ingresso. Per la cura dei bagni di mare durante il periodo invernale, l’ufficio tecnico rilasciava dei permessi, nei quali veniva specificato che si sollevava il comune per eventuali incidenti. Il permesso valeva sia per il bagno alla Lanterna (“Pedocin”) che per i bagni comunali a Barcola . Il 4 novembre del 1966, una violenta mareggiata spazzò via gran parte delle strutture del Cedas, lo stabilimento non fu più ricostruito, i muri che lo dividevano dalla strada non furono più rialzati. Venne lasciata la piattaforma con le docce, e restaurarono le scale che portavano al mare.
TOPOLINI Il Cedas si rivelò insufficiente per soddisfare la voglia di mare dei triestini, nel 1935 il comune fece costruire quattro padiglioni (due per gli uomini e due per le donne), con terrazze semicircolari. Questi nuovi stabilimenti furono chiamati “TOPOLINI”. Vennero costruiti al di sotto del livello stradale, in modo da non impedire a chi transitava sulla strada la visuale del golfo. In quell’occasione venne istituito un servizio di autobus per migliorare i collegamenti con i bagni comunali; con un biglietto unico veniva offerto un servizio combinato tram più autobus. Negli anni successivi furono costruiti altri padiglioni e vennero fatte altre modifiche, trasformando la riviera barcolana, sino a Miramàr, in uno spazio balneare pubblico gratuito. Riguardo l’origine del nome si trovano due ipotesi, potrebbe derivare da “Topo”, un’ imbarcazione originaria della laguna veneta, ma molto usata nel mare di “Barcola, oppure dal fatto che questi stabilimenti balneari sono costituiti da dieci terrazzamenti semicircolari accoppiati a due a due e dall’alto ricordano la forma delle orecchie di Miky Mouse, il nostro Topolino.
BAGNO STICCO Il Bagno Miramare Castello è conosciuto da tutti come Bagno Sticco dal nome del suo fondatore, Antonio Sticco, che lo inaugurò nel 1955.
(Margherita Tauceri)
Trieste – Panorama con il bagno Ferroviario
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Trieste, Panorama con il bagno Ferroviario. Foto Paolo Carbonaio
Stabilimenti balneari della Riviera di Barcola
BAGNO FERROVIARIO
Nasce nel 1925 come colonia marina. Fino agli anni ’70 era riservato ai dipendenti delle Ferrovie dello Stato e alle loro famiglie.
“Lo stabilimento balneare è situato in viale Miramare n.30 ed ha la fermata degli autobus immediatamente all’entrata (all’altezza del semaforo). Offre una piccola spiaggia di ghiaia per i bambini, una zona della piattaforma per tuffi nonché la spiaggia che, come in quasi tutti i bagni di Trieste, è costruita in cemento. Nello stabilimento vi sono spogliatoi e cabine per le varie esigenze, vi è una zona bar – ristorazione sempre aperta durante la stagione e dotata di una vasta tettoia che consente di stare comodamente all’ombra. L’accesso è consentito ai soci D.L.F.” (Dino Cafagna)
Nel 1925 nacque il “Circolo Marina Mercantile” fondato da un gruppo di capitani marittimi con il Dopolavoro Interaziendale Marina Mercantile D.I.M.M.
EXCELSIOR
Nel 1886 la famiglia Cesare di Salvore, che possedeva dei terreni a Barcola, ottenne la concessione della spiaggia, sorse così il primo nucleo del futuro stabilimento balneare Excelsior. Nel 1890 incaricò l’architetto Edoardo Tureck della costruzione del palazzetto neogotico, lo stesso architetto ampliò e dotò di attrezzature l’impianto balneare. Nel 1895 verrà edificato l’omonimo albergo dall’altra parte della strada. Lo stabilimento balneare, negli anni successivi passerà ad altri proprietari, sarà alzato e più volte ampliato. Nel 1909 verrà dotato di un teatrino e di un ristorante, l’anno seguente di una pista di pattinaggio, divenendo un ritrovo alla moda molto frequentato. Oggi la struttura balneare è stata trasformata in appartamenti con spiaggia privata.
GANZONI
Si sa poco su il Bagno GANZONI, sorgeva accanto al castelletto della famiglia Cesare era noto ai Barcolani come “bagno Megari” dall’omonima distilleria. Ebbe vita breve, in quanto venne assorbito dallo stabilimento balneare Excelsior.
CEDAS
Con la costruzione della nuova strada costiera (1921-28) venne aperto nel 1926 il bagno popolare CEDAS, nel 1934 fu ingrandito con l’aggiunta di un padiglione riservato agli uomini. Nonostante questo molti bagnanti continuarono ad “andar sulla scoiera”, dove al tempo era vietata la balneazione. Lo stabilimento balneare era molto esteso e circondato su tre lati da un muro di cinta; la parte più alta di questo chiudeva la casa del custode e due terrazze dove si prendeva il sole. Era un bagno comunale, e non si pagava alcun ingresso. Per la cura dei bagni di mare durante il periodo invernale, l’ufficio tecnico rilasciava dei permessi, nei quali veniva specificato che si sollevava il comune per eventuali incidenti. Il permesso valeva sia per il bagno alla Lanterna (“Pedocin”) che per i bagni comunali a Barcola . Il 4 novembre del 1966, una violenta mareggiata spazzò via gran parte delle strutture del Cedas, lo stabilimento non fu più ricostruito, i muri che lo dividevano dalla strada non furono più rialzati. Venne lasciata la piattaforma con le docce, e restaurarono le scale che portavano al mare.
TOPOLINI Il Cedas si rivelò insufficiente per soddisfare la voglia di mare dei triestini, nel 1935 il comune fece costruire quattro padiglioni (due per gli uomini e due per le donne), con terrazze semicircolari. Questi nuovi stabilimenti furono chiamati “TOPOLINI”. Vennero costruiti al di sotto del livello stradale, in modo da non impedire a chi transitava sulla strada la visuale del golfo. In quell’occasione venne istituito un servizio di autobus per migliorare i collegamenti con i bagni comunali; con un biglietto unico veniva offerto un servizio combinato tram più autobus. Negli anni successivi furono costruiti altri padiglioni e vennero fatte altre modifiche, trasformando la riviera barcolana, sino a Miramàr, in uno spazio balneare pubblico gratuito. Riguardo l’origine del nome si trovano due ipotesi, potrebbe derivare da “Topo”, un’ imbarcazione originaria della laguna veneta, ma molto usata nel mare di “Barcola, oppure dal fatto che questi stabilimenti balneari sono costituiti da dieci terrazzamenti semicircolari accoppiati a due a due e dall’alto ricordano la forma delle orecchie di Miky Mouse, il nostro Topolino.
BAGNO STICCO Il Bagno Miramare Castello è conosciuto da tutti come Bagno Sticco dal nome del suo fondatore, Antonio Sticco, che lo inaugurò nel 1955.
(Margherita Tauceri)
Trieste, 1977 – Panorama con il bagno Ferroviario
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Trieste, 1977 - Panorama con il bagno Ferroviario
Stabilimenti balneari della Riviera di Barcola
BAGNO FERROVIARIO
Nasce nel 1925 come colonia marina. Fino agli anni ’70 era riservato ai dipendenti delle Ferrovie dello Stato e alle loro famiglie.
“Lo stabilimento balneare è situato in viale Miramare n.30 ed ha la fermata degli autobus immediatamente all’entrata (all’altezza del semaforo). Offre una piccola spiaggia di ghiaia per i bambini, una zona della piattaforma per tuffi nonché la spiaggia che, come in quasi tutti i bagni di Trieste, è costruita in cemento. Nello stabilimento vi sono spogliatoi e cabine per le varie esigenze, vi è una zona bar – ristorazione sempre aperta durante la stagione e dotata di una vasta tettoia che consente di stare comodamente all’ombra. L’accesso è consentito ai soci D.L.F.” (Dino Cafagna)
Nel 1925 nacque il “Circolo Marina Mercantile” fondato da un gruppo di capitani marittimi con il Dopolavoro Interaziendale Marina Mercantile D.I.M.M.
EXCELSIOR
Nel 1886 la famiglia Cesare di Salvore, che possedeva dei terreni a Barcola, ottenne la concessione della spiaggia, sorse così il primo nucleo del futuro stabilimento balneare Excelsior. Nel 1890 incaricò l’architetto Edoardo Tureck della costruzione del palazzetto neogotico, lo stesso architetto ampliò e dotò di attrezzature l’impianto balneare. Nel 1895 verrà edificato l’omonimo albergo dall’altra parte della strada. Lo stabilimento balneare, negli anni successivi passerà ad altri proprietari, sarà alzato e più volte ampliato. Nel 1909 verrà dotato di un teatrino e di un ristorante, l’anno seguente di una pista di pattinaggio, divenendo un ritrovo alla moda molto frequentato. Oggi la struttura balneare è stata trasformata in appartamenti con spiaggia privata.
GANZONI
Si sa poco su il Bagno GANZONI, sorgeva accanto al castelletto della famiglia Cesare era noto ai Barcolani come “bagno Megari” dall’omonima distilleria. Ebbe vita breve, in quanto venne assorbito dallo stabilimento balneare Excelsior.
CEDAS
Con la costruzione della nuova strada costiera (1921-28) venne aperto nel 1926 il bagno popolare CEDAS, nel 1934 fu ingrandito con l’aggiunta di un padiglione riservato agli uomini. Nonostante questo molti bagnanti continuarono ad “andar sulla scoiera”, dove al tempo era vietata la balneazione. Lo stabilimento balneare era molto esteso e circondato su tre lati da un muro di cinta; la parte più alta di questo chiudeva la casa del custode e due terrazze dove si prendeva il sole. Era un bagno comunale, e non si pagava alcun ingresso. Per la cura dei bagni di mare durante il periodo invernale, l’ufficio tecnico rilasciava dei permessi, nei quali veniva specificato che si sollevava il comune per eventuali incidenti. Il permesso valeva sia per il bagno alla Lanterna (“Pedocin”) che per i bagni comunali a Barcola . Il 4 novembre del 1966, una violenta mareggiata spazzò via gran parte delle strutture del Cedas, lo stabilimento non fu più ricostruito, i muri che lo dividevano dalla strada non furono più rialzati. Venne lasciata la piattaforma con le docce, e restaurarono le scale che portavano al mare.
TOPOLINI Il Cedas si rivelò insufficiente per soddisfare la voglia di mare dei triestini, nel 1935 il comune fece costruire quattro padiglioni (due per gli uomini e due per le donne), con terrazze semicircolari. Questi nuovi stabilimenti furono chiamati “TOPOLINI”. Vennero costruiti al di sotto del livello stradale, in modo da non impedire a chi transitava sulla strada la visuale del golfo. In quell’occasione venne istituito un servizio di autobus per migliorare i collegamenti con i bagni comunali; con un biglietto unico veniva offerto un servizio combinato tram più autobus. Negli anni successivi furono costruiti altri padiglioni e vennero fatte altre modifiche, trasformando la riviera barcolana, sino a Miramàr, in uno spazio balneare pubblico gratuito. Riguardo l’origine del nome si trovano due ipotesi, potrebbe derivare da “Topo”, un’ imbarcazione originaria della laguna veneta, ma molto usata nel mare di “Barcola, oppure dal fatto che questi stabilimenti balneari sono costituiti da dieci terrazzamenti semicircolari accoppiati a due a due e dall’alto ricordano la forma delle orecchie di Miky Mouse, il nostro Topolino.
BAGNO STICCO Il Bagno Miramare Castello è conosciuto da tutti come Bagno Sticco dal nome del suo fondatore, Antonio Sticco, che lo inaugurò nel 1955.
(Margherita Tauceri)
Trieste – Dopolavoro Ferroviario – Bagno Marino Ferroviario
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Dopolavoro Ferroviario Trieste - Bagno Marino Ferroviario, fine anni '50
Stabilimenti balneari della Riviera di Barcola
BAGNO FERROVIARIO
Nasce nel 1925 come colonia marina. Fino agli anni ’70 era riservato ai dipendenti delle Ferrovie dello Stato e alle loro famiglie.
“Lo stabilimento balneare è situato in viale Miramare n.30 ed ha la fermata degli autobus immediatamente all’entrata (all’altezza del semaforo). Offre una piccola spiaggia di ghiaia per i bambini, una zona della piattaforma per tuffi nonché la spiaggia che, come in quasi tutti i bagni di Trieste, è costruita in cemento. Nello stabilimento vi sono spogliatoi e cabine per le varie esigenze, vi è una zona bar – ristorazione sempre aperta durante la stagione e dotata di una vasta tettoia che consente di stare comodamente all’ombra. L’accesso è consentito ai soci D.L.F.” (Dino Cafagna)
Nel 1925 nacque il “Circolo Marina Mercantile” fondato da un gruppo di capitani marittimi con il Dopolavoro Interaziendale Marina Mercantile D.I.M.M.
EXCELSIOR
Nel 1886 la famiglia Cesare di Salvore, che possedeva dei terreni a Barcola, ottenne la concessione della spiaggia, sorse così il primo nucleo del futuro stabilimento balneare Excelsior. Nel 1890 incaricò l’architetto Edoardo Tureck della costruzione del palazzetto neogotico, lo stesso architetto ampliò e dotò di attrezzature l’impianto balneare. Nel 1895 verrà edificato l’omonimo albergo dall’altra parte della strada. Lo stabilimento balneare, negli anni successivi passerà ad altri proprietari, sarà alzato e più volte ampliato. Nel 1909 verrà dotato di un teatrino e di un ristorante, l’anno seguente di una pista di pattinaggio, divenendo un ritrovo alla moda molto frequentato. Oggi la struttura balneare è stata trasformata in appartamenti con spiaggia privata.
GANZONI
Si sa poco su il Bagno GANZONI, sorgeva accanto al castelletto della famiglia Cesare era noto ai Barcolani come “bagno Megari” dall’omonima distilleria. Ebbe vita breve, in quanto venne assorbito dallo stabilimento balneare Excelsior.
CEDAS
Con la costruzione della nuova strada costiera (1921-28) venne aperto nel 1926 il bagno popolare CEDAS, nel 1934 fu ingrandito con l’aggiunta di un padiglione riservato agli uomini. Nonostante questo molti bagnanti continuarono ad “andar sulla scoiera”, dove al tempo era vietata la balneazione. Lo stabilimento balneare era molto esteso e circondato su tre lati da un muro di cinta; la parte più alta di questo chiudeva la casa del custode e due terrazze dove si prendeva il sole. Era un bagno comunale, e non si pagava alcun ingresso. Per la cura dei bagni di mare durante il periodo invernale, l’ufficio tecnico rilasciava dei permessi, nei quali veniva specificato che si sollevava il comune per eventuali incidenti. Il permesso valeva sia per il bagno alla Lanterna (“Pedocin”) che per i bagni comunali a Barcola . Il 4 novembre del 1966, una violenta mareggiata spazzò via gran parte delle strutture del Cedas, lo stabilimento non fu più ricostruito, i muri che lo dividevano dalla strada non furono più rialzati. Venne lasciata la piattaforma con le docce, e restaurarono le scale che portavano al mare.
TOPOLINI Il Cedas si rivelò insufficiente per soddisfare la voglia di mare dei triestini, nel 1935 il comune fece costruire quattro padiglioni (due per gli uomini e due per le donne), con terrazze semicircolari. Questi nuovi stabilimenti furono chiamati “TOPOLINI”. Vennero costruiti al di sotto del livello stradale, in modo da non impedire a chi transitava sulla strada la visuale del golfo. In quell’occasione venne istituito un servizio di autobus per migliorare i collegamenti con i bagni comunali; con un biglietto unico veniva offerto un servizio combinato tram più autobus. Negli anni successivi furono costruiti altri padiglioni e vennero fatte altre modifiche, trasformando la riviera barcolana, sino a Miramàr, in uno spazio balneare pubblico gratuito. Riguardo l’origine del nome si trovano due ipotesi, potrebbe derivare da “Topo”, un’ imbarcazione originaria della laguna veneta, ma molto usata nel mare di “Barcola, oppure dal fatto che questi stabilimenti balneari sono costituiti da dieci terrazzamenti semicircolari accoppiati a due a due e dall’alto ricordano la forma delle orecchie di Miky Mouse, il nostro Topolino.
BAGNO STICCO Il Bagno Miramare Castello è conosciuto da tutti come Bagno Sticco dal nome del suo fondatore, Antonio Sticco, che lo inaugurò nel 1955.
(Margherita Tauceri)
Il bagno-ristorante Excelsior
Il bagno-ristorante Excelsior, nel 1920
Stabilimenti balneari della Riviera di Barcola
BAGNO FERROVIARIO
Nasce nel 1925 come colonia marina. Fino agli anni ’70 era riservato ai dipendenti delle Ferrovie dello Stato e alle loro famiglie.
“Lo stabilimento balneare è situato in viale Miramare n.30 ed ha la fermata degli autobus immediatamente all’entrata (all’altezza del semaforo). Offre una piccola spiaggia di ghiaia per i bambini, una zona della piattaforma per tuffi nonché la spiaggia che, come in quasi tutti i bagni di Trieste, è costruita in cemento. Nello stabilimento vi sono spogliatoi e cabine per le varie esigenze, vi è una zona bar – ristorazione sempre aperta durante la stagione e dotata di una vasta tettoia che consente di stare comodamente all’ombra. L’accesso è consentito ai soci D.L.F.” (Dino Cafagna)
Nel 1925 nacque il “Circolo Marina Mercantile” fondato da un gruppo di capitani marittimi con il Dopolavoro Interaziendale Marina Mercantile D.I.M.M.
EXCELSIOR
Nel 1886 la famiglia Cesare di Salvore, che possedeva dei terreni a Barcola, ottenne la concessione della spiaggia, sorse così il primo nucleo del futuro stabilimento balneare Excelsior. Nel 1890 incaricò l’architetto Edoardo Tureck della costruzione del palazzetto neogotico, lo stesso architetto ampliò e dotò di attrezzature l’impianto balneare. Nel 1895 verrà edificato l’omonimo albergo dall’altra parte della strada. Lo stabilimento balneare, negli anni successivi passerà ad altri proprietari, sarà alzato e più volte ampliato. Nel 1909 verrà dotato di un teatrino e di un ristorante, l’anno seguente di una pista di pattinaggio, divenendo un ritrovo alla moda molto frequentato. Oggi la struttura balneare è stata trasformata in appartamenti con spiaggia privata.
GANZONI
Si sa poco su il Bagno GANZONI, sorgeva accanto al castelletto della famiglia Cesare era noto ai Barcolani come “bagno Megari” dall’omonima distilleria. Ebbe vita breve, in quanto venne assorbito dallo stabilimento balneare Excelsior.
CEDAS
Con la costruzione della nuova strada costiera (1921-28) venne aperto nel 1926 il bagno popolare CEDAS, nel 1934 fu ingrandito con l’aggiunta di un padiglione riservato agli uomini. Nonostante questo molti bagnanti continuarono ad “andar sulla scoiera”, dove al tempo era vietata la balneazione. Lo stabilimento balneare era molto esteso e circondato su tre lati da un muro di cinta; la parte più alta di questo chiudeva la casa del custode e due terrazze dove si prendeva il sole. Era un bagno comunale, e non si pagava alcun ingresso. Per la cura dei bagni di mare durante il periodo invernale, l’ufficio tecnico rilasciava dei permessi, nei quali veniva specificato che si sollevava il comune per eventuali incidenti. Il permesso valeva sia per il bagno alla Lanterna (“Pedocin”) che per i bagni comunali a Barcola . Il 4 novembre del 1966, una violenta mareggiata spazzò via gran parte delle strutture del Cedas, lo stabilimento non fu più ricostruito, i muri che lo dividevano dalla strada non furono più rialzati. Venne lasciata la piattaforma con le docce, e restaurarono le scale che portavano al mare.
TOPOLINI Il Cedas si rivelò insufficiente per soddisfare la voglia di mare dei triestini, nel 1935 il comune fece costruire quattro padiglioni (due per gli uomini e due per le donne), con terrazze semicircolari. Questi nuovi stabilimenti furono chiamati “TOPOLINI”. Vennero costruiti al di sotto del livello stradale, in modo da non impedire a chi transitava sulla strada la visuale del golfo. In quell’occasione venne istituito un servizio di autobus per migliorare i collegamenti con i bagni comunali; con un biglietto unico veniva offerto un servizio combinato tram più autobus. Negli anni successivi furono costruiti altri padiglioni e vennero fatte altre modifiche, trasformando la riviera barcolana, sino a Miramàr, in uno spazio balneare pubblico gratuito. Riguardo l’origine del nome si trovano due ipotesi, potrebbe derivare da “Topo”, un’ imbarcazione originaria della laguna veneta, ma molto usata nel mare di “Barcola, oppure dal fatto che questi stabilimenti balneari sono costituiti da dieci terrazzamenti semicircolari accoppiati a due a due e dall’alto ricordano la forma delle orecchie di Miky Mouse, il nostro Topolino.
BAGNO STICCO Il Bagno Miramare Castello è conosciuto da tutti come Bagno Sticco dal nome del suo fondatore, Antonio Sticco, che lo inaugurò nel 1955.
(Margherita Tauceri)
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